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CAPITOLO 16 FUNZIONI SUPERIORI DEL SISTEMA NERVOSO
Le aree coinvolte nell'interpretazione degli eventi sono più varie delle aree associative primarie. L'area
motoria, se stimolata elettricamente, fa effettuare dei movimenti al soggetto, e così via fino all'area
sensitiva primaria, l'area visiva e uditiva primaria (aree associative: occorre che si attivi l'area primaria per
attivare il lobo parietale, occipitale, laterale, frontale).
Lesioni di aree associative temporali: provocano agnosie (mancato riconoscimento di oggetti, persone,
suoni, forme), incapacità di ricordare una successione temporale, di assegnare un nome corretto, ecc.
Lesioni all’area associativa parietale: dette anche “afasia di Wernicke”, comportano l’alterazione del
linguaggio e difficoltà ad identificare i volti, oggetti. Portano difficoltà a prestare attenzione ad oggetti
“controlaterali”→ si osservano maggiormente nell’emisfero destro, in quanto è quello responsabile del
controllo dell’attenzione bilaterale.
Lesioni delle aree associative frontali: comportano euforia, impulsività, narcisismo, memoria a breve
termine compromessa.
Lesioni alle aree motorie complementari (prefrontali): si vedono nell’emisfero sinistro, causano problemi
ad articolare fonemi→ se i due emisferi vengono divisi si hanno sensazioni diverse (es. se chiudo occhio
destro l’emisfero corrispondente apprende qualcosa di diverso rispetto al lobo che corrisponde al l’occhio
sinistro, ovvero quello aperto).
Tutte le aree associative sono collegate al talamo, che infatti riceve le afferenze somatiche (nucleo postero
laterale e mediale). Il pulvinar invece esercita la sua azione sull’area associativa posteriore, dove si trova
l’area primaria visiva (fondamentale per la presa coscienza di ciò che vedo davanti a me).
Le aree associative si uniscono tra loro: per parlare l’area associativa visiva deve essere collegata con l’area
associativa della parola e così via.
I due emisferi sono quasi uguali: quello di sinistra controlla la parte destra del corpo ed è l’emisfero
razionale (è più predisposto al linguaggio, alle scienze, ecc), mentre la parte destra controlla la parte
sinistra del corpo ed è predisposto all’arte, emotività, ecc.
SISTEMA LIMBICO
Il sistema limbico è connesso al talamo ed è costituito dal corpo lamillare, il fornice e l’ippocampo. Nei topi
è stato osservato che, stimolando o lesionando il sistema limbico, si hanno delle reazioni diverse:
autogratificazione o punizione. Il sistema limbico infatti è responsabile delle due sensazioni base
dell’autogratificazione e della memorizzazione degli eventi negativi (amigdala: ricorda paura, dispiacere e
punizione→ la punizione può essere considerata un sistema di difesa: se io mi punisco memorizzo ciò che
ho fatto di sbagliato).
Il sistema limbico è connesso al lobo prefrontale, al talamo, all’ipotalamo e al bulbo olfattivo.
Il bulbo olfattivo provoca gusto o disgusto, a seconda degli stimoli→ è importante in quanto esprime la
memoria passata, presente e futura (ricordo un odore che non mi piace; gli animali lo usano molto anche
per lasciare il loro segno su una zona, in quanto in futuro altri animali lo sentiranno e lo riconosceranno).
Le vie implicate nelle componenti emotive sono neuroni che hanno sede nei nuclei caudale e distale, che
mandano informazioni al talamo e all’amigdala e alle vie discendenti. Su questi nuclei ci sono altre vie che
regolano la serotonina (responsabile dell’appetito, umore, impulsività, sessualità) e la noradrenalina
(regola lo stato di allerta, percezione del dolore, vigilanza, memoria, attenzione, motivazione, iniziativa,
ecc). La depressione è causata sia da serotonina che da noradrenalina e consiste in umore cupo e triste,
trascuratezza, isolamento sociale, frustrazione, senso di colpa e visione negativa del proprio io→ porta a
suicidio, insonnia, ecc. L’ansia è dovuta alla serotonina, che da senso di paura, fobia, creando disturbi
ossessivi e compulsivi.
Un’altra via importante è quella che agisce sul lobo frontale, con forte componente emotiva: da luogo a
mania (attività motoria, mania di grandezza, immotivata allegria, insonnia). La dopamina è responsabile di
comportamenti motivati e modulazione degli stati affettivi.
SONNO & VEGLIA
Tramite l’elettroencefalogramma è possibile misurare le attività delle aree corticali del cervello (neuroni
sottocorticali) tramite degli elettrodi. L’elettroencefalografia consiste nella misurazione della differenza di
potenziale elettrico tra elettrodi di metallo posti a contatto con il cuoio capelluto, che rilevano l’attività
nervosa di aree relativamente estese del cervello e danno origine a segnali elettrici circa mille volte più
piccoli di quelli registrati intracellularmente da un neurone attivo; la rappresentazione grafica della
registrazione è l’elettroencefalogramma.
Il sonno è un processo attivo, risultato di una complessa attività cerebrale. Indagini elettroencefalografiche
hanno messo in evidenza l’attività ritmica spontanea dell’encefalo, che, in condizioni fisiologiche, può
essere distinta in 4 ritmi di base in funzione della frequenza:
“ritmo alfa”, registrato frequentemente nelle aree parietali e occipitali di soggetti svegli e rilassati
● che tengono gli occhi chiusi, quindi in soggetti in stato di riposo (la stimolazione sensoriale, ad
esempio di tipo visivo, determina la perdita del ritmo alfa, che viene sostituito da frequenze più
rapide; anche l’attività mentale causa desincronizzazione);
“ritmo beta”, si registra prevalentemente nelle regioni anteriori dell’encefalo, in condizioni di
● allerta, attività mentale o in seguito a stimolazione sensoriale e nella fase di sonno REM,
caratterizzata da rapidi movimenti oculari (si registra anche appena il cervello si sveglia in quanto è
sottoposto a stimoli, sono onde molto irregolari);
“ritmo theta”, nelle regioni temporo-parietali dei bambini, mentre negli adulti si riscontra solo nella
● fase di addormentamento e in determinate condizioni di stress (abbastanza regolare, per es.
quando si è concentrati su qualcosa);
“ritmo delta”, si registra nella fase di sonno profondo; quando il cervello non ha stimoli esterni e si
● sta addormentando le onde assumono questo ritmo con andamento irregolare e sono meno
frequenti.
Durante la gravidanza il feto dorme sempre (fase REM del sonno prevale) e durante le ultime settimane
tende a svegliarsi per via di stimoli uditivi, ecc. Durante la vita postnatale varia il rapporto tra sonno REM,
sonno non-REM e veglia.
Il ciclo sonno-veglia è regolato dal ritmo circadiano, sincronizzato in parte con l’ambiente esterno, che
permette di far rilassare o eccitare il cervello→ a queste fasi corrisponde il sonno o la veglia. Inoltre questo
ciclo è regolato anche da alcuni ormoni: quando le ve vie ascendenti liberano l’acetilcolina, la serotonina e
la noradrenalina il cervello è in stato di veglia; quando invece vengono attivate le vie dopaminergiche, nel
talamo sono inibite le vie che liberano acetilcolina, serotonina e noradrenalina, quindi il cervello è in stato
di sonno→ la dopamina infatti è responsabile del sonno.
SISTEMA NERVOSO AUTONOMO
Il sistema nervoso può essere classificato da un punto di vista anatomico e fisiologico.
Anatomico:
● sistema nervoso somatico
● sistema nervoso autonomo
Da un punto di vista fisiologico (funzionale) non c’è una netta differenza, i due sistemi lavorano in maniera
integrata fra di loro.
Il sistema nervoso può essere suddiviso in centrale (cervello e midollo spinale) e periferico (somatico e
autonomo).
Il sistema nervoso periferico contiene nervi sensoriali quelli deputati all’invio di messaggi da parte dei
recettori al cervello, vie afferenti e nervi motori che portano gli ordini dal sistema nervoso centrale alla
periferia, organi effettori.
Il sistema nervoso autonomo è detto anche vegetativo perché controlla le funzioni della sfera vegetativa, è
costituito da reti di neuroni che funzionano indipendentemente dalla volontà, tutti gli organi e gli apparati il
cui funzionamento è indipendente dalla volontà sono sotto il controllo del SNA.
Sistema nervoso autonomo: Il SNA è costituito da due sezioni, una ortosimpatica o simpatica e una
parasimpatica, differiscono fra loro, per delle caratteristiche di tipo anatomico e per i neurotrasmettitori che
vengono rilasciati dalle terminazioni nervose, l’attivazione delle due sezioni determinano degli effetti diversi
al livello degli organi bersaglio.
Al sistema nervoso autonomo appartiene anche quello enterico, che viene considerato come una terza
sezione, si ritrova al livello dell’apparato gastrointestinale. Costituito da due plessi principali che sono il plesso
mienterico e il plesso sottomucoso detto anche plesso di Meissner.
Il sistema nervoso autonomo è formato da due neuroni in serie, uno pre-gangliare (al livello del sistema
nervoso centrale formano sinapsi a livello di gangli autonomi con il neurone post gangliare) e uno post
gangliare (le fibre si portano agli organi effettori).
Mentre le fibre pre-gangliari sono fibre mieliniche appartenenti al gruppo B, le fibre post gangliari sono invece
fibre amieliniche appartenenti al gruppo C (più lenta conducibilità).
I gangli autonomi non sono delle semplici strutture dove avviene la sinapsi, ma si comportano come dei veri
e propri centri di integrazione, avvengono dei fenomeni di convergenza e divergenza, sui gangli autonomi
convergono segnali provenienti dal SNC, arrivano segnali provenienti da altri gangli e proiettano ai gangli
autonomi fibre nervose sensoriali che provengono da organi addominali che generano riflessi viscerali.
All’interno dei gangli autonomi sono presenti dei neuroni intrisici che rilasciando vari neurotrasmettitori,
sono in grado di modulare la trasmissione a livello gangliare eccitatoria; questo tipo di trasmissione è rapida
e mediata dall’attivazione per l’acetilcolina che è il recettore nicotinico.
Il recettore nicotinico è presente a livello del neurone post gangliare, quando questi recettori vengono
attivati; il legame dell’acetilcolina determina l’attivazione delle fibre post gangliari. Dai gangli autonomi
originano le fibre post gangliari, fibre amieliniche, che si portano ad innervare le diverse cellule effettrici.
Le terminazioni nervose del neurone post gangliare si diramano e vanno ad innervare le varie cellule effettrici,
a differenza della giunzione neuro muscolare dove l’azione è abbastanza localizzata a livello del muscolo
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