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Federico de Roberto, I Vicerè, Tomasi di Lampedusa, Il Gattopardo Pag. 1
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Catania. Si ispira molto a Manzoni e Verga.

Proprio in Sicilia si vive il peso dell’unità di più rispetto alle altre regioni perché

cadono i titoli nobiliari e le promesse su una migliore condizione di vita non

vengono mantenute. Finisce la grande era dell’aristocrazia siciliana.

I romanzi anti-storici vogliono decretare il fallimento della storia. Il romanzo

storico non è più possibile perché la storia è fallita nel momento in cui c’è stata

l’unificazione d’Italia.

Scrive una trilogia ma non in ordine cronologico.

I Viceré

E’ un romanzo corale, cioè tutti sono a loro modo protagonisti, ognuno ha il suo

punto di vista. Inizialmente si doveva chiamare “La vecchia razza”. Gli Uzeda

sono gli eredi dei viceré spagnoli in Sicilia. Tutti gli Uzeda sono egoisti, arrivisti,

maniaci e cattivi; l’unica persona buona è Teresa, però è buona per egoismo

cioè ha delle manie di santità, vuole essere elogiata per quello che fa.

Viene pubblicato nel 1894. Prima pubblica il post e poi il pre: nel 1891 pubblica

“L’Illusione” (Teresa già adulta), nel 1892-93 comincia a scrivere “I Viceré” che

pubblica nel ’94 e “L’Imperio” (scesa politica di Consalvo) pubblicato postumo

nel 1929 e rimasto incompiuto.

Trama/Personaggi

All’inizio del romanzo Donna Teresa muore quando Consalvo VII è già morto,

quindi ha tutti i beni lei. Odia il primogenito (Giacomo) mentre ama l’ultimo

figlio (Raimondo), così decide di dividere l’eredità.

Giacomo, siccome Raimondo è impegnato nei suoi affari, prende l’eredità dei

fratelli.

Lodovico si trova in convento dove diventa uno spietato arrivista e si finge

santissimo per arrivare fino alle grazie del Papa, al contrario dello zio Don

Blasco. Don Blasco accumula i soldi, diventa amante di una sigaraia con la

quale fa due figli e muore di stravizio senza aver concluso niente. Il nipote

quindi si finge santissimo per fare una scalata ecclesiastica.

Chiara e Lucrezia sono le due figlie femmine che andrebbero monacate ma

alla fine si sposano. Chiara viene fatta sposare al marchese Federico che,

talmente innamorato di lei, vuole sposarla senza dote (soldi). Lei non lo vuole

sposare fino al giorno del matrimonio quando si innamora follemente di lui,

quindi vuole dargli un bambino ma non ci riesce a causa di molti aborti. Alla

fine decide di far fare un figlio a Federico con la cameriera e lo crescerà in

campagna (“Il Bastardello”). Riuscirà successivamente a partorire una bestia

disumana che morirà dopo pochi secondi e deciderà di mantenerlo in una

boccia.

Lucrezia vuole sposare Benedetto Giulente, un borghese, cosa che non può

fare perché i nobili non potevano macchiare la loro stirpe. Però Giacomo, che

voleva i soldi di Lucrezia e Benedetto, approva il matrimonio. Il giorno dopo il

matrimonio Lucrezia inizia ad odiare il marito dando la colpa a Donna

Ferdinanda per non averla avvertita del diverso grado di appartenenza.

Ferdinando ha una tenuta piccola di campagna e si accontenta solo di quello

lasciando il resto al fratello.

Donna Ferdinanda è talmente brutta che nessuno la sposerebbe, ma allo

stesso tempo lei è troppo restia al matrimonio. E’ molto fissata con “Il Mugnos”

dove vengono descritti i grandi casati dei viceré spagnoli ma è ignorante quindi

non lo legge correttamente. E’ quella che ha più soldi di tutti. I viceré si

conclude con il discorso di Consalvo a Donna Ferdinanda in cui afferma che,

nonostante lui abbia cambiato le parti politiche, deve essere appoggiato dalla

famiglia.

Giacomo è il primogenito, sposa Margherita Grazzeri che muore di colera. E’

maniaco della iettatura. Consalvo accusa il padre di aver ucciso la madre,

quindi si convince che il figlio porti iella perché quando litigano gli viene mal di

testa. L’altra figlia è Teresa, innamorata di Giovannino Radalì che si ammazza

quando viene fatta sposare al fratello Michele. Alla fine il testamento va a

favore di Teresa che divide i soldi a metà con il fratello dopo la morte del padre.

Quando la moglie muore, Giacomo sposa la cugina Graziella. Quando deve

essere operato di tumore, l’unica persona che può convincerlo è Teresa che gli

promette di rimanere durante l’operazione. Lei si sente male durante

l’operazione però decide di rimanere lo stesso per mantenere la promessa.

Raimondo vuole fare la bella vita. La madre gli fa sposare Matilde Palmi, una

nobile di rango inferiore rispetto agli Uzeda. Viene tradita continuamente e

l’ultima amante, Isabella Fersa, diventa sposa di Raimondo dopo la morte di

Matilde. Alla fine riduce la seconda moglie come la prima.

Il seguito dei Viceré è l’Imperio, dove si parla della scesa politica di Consalvo

quando arriva a Roma e viene eletto in parlamento. E’ incompiuto quindi non

riusciamo a capire come finisce la sua scalata. Molti personaggi sono “a

chiave” ovvero sono realmente esistiti però la storia viene modificata per

esigenze narrative e il nome cambiato.

Tomasi di Lampedusa

E’ un duca. Decide di scrivere un romanzo anti-storico nel ’58 mentre altri

autori parlavano della guerra. Nonostante questo vende oltre 500.000 copie.

Il Gattopardo

Tutto è filtrato attraverso gli occhi di Fabrizio Salina, intorno a lui c’è tutto

quello che sta succedendo. A un certo punto quando si deve votare per

l’annessione al regno tutti votano in base alle parole di Fabrizio.

Molto importante per Fabrizio è Tancredi, il nipote, che decide di sposare una

borghese e la morte.

E’ una sorta di romanzo di autoformazione di Don Fabrizio che si prepara a

morire; sa che quando sarà morto nessuno manterrà lo splendore della casata

Salina. Il figlio non ha interesse verso la famiglia e la figlia Concetta porrà fine

alla classe aristocratica siciliana prima che passassero i garibaldini. Lei e

Tancredi si amano però il padre non lo permette, cosa che lei non perdonerà

mai.

Non è un vero è proprio romanzo storico perché è anti-storico, racconta del

fallimento della storia. A differenza di De Roberto, Tomasi è nostalgico. Tutti i

personaggi sono inventati.

La vicenda, ambientata in Sicilia, si svolge dal maggio 1860 (all’epoca dello sbarco dei garibaldini)

al 1910 circa. Lo sbarco provoca fermento e preoccupazione: la nobiltà ha per sé presentimenti di

rovina, mentre la borghesia si prepara ad appropriarsi delle sue spoglie.

Riassunto e personaggi

Il principe è un uomo colto, ironico, autoritario, animato da un disprezzo tutto intellettuale per il

genere umano. Cosciente della fatale decadenza della sua classe, egli è convinto della inutilità

degli sforzi degli uomini, che si illudono di fare la storia. Don Fabrizio si dedica, con poca voglia,

all’amministrazione dei beni di casa e sovrintende ai momenti in cui la famiglia (composta da ben

14 persone) si riunisce per il pranzo, cena e recita del rosario. I suoi passatempi sono gli studi di

astronomia, cui si dedica nel suo osservatorio privato, le chiacchierate con padre Pirrone

( confessore e padre spirituale di famiglia), le passeggiate nel giardino insieme al fedele cane

Bendicò, le furtive scappatelle amorose con Mariannina e le visite del prediletto nipote Tancredi,

l’unico in cui l’uomo-gattopardo possa in qualche modo vedersi riflesso, mentre assiste impotente

alla fine di un’epoca.

Tancredi è un giovanotto spregiudicato e squattrinato, che abbraccia la causa garibaldina, avendo

un ben preciso disegno politico. Il giovane ripudierà presto la casacca garibaldina per vestire,

insieme all’uniforme dell’esercito regio, idee conservatrici e reazionarie; più avanti finirà per

intraprendere la carriera politica e diventare espressione del nuovo blocco di potere. Il passaggio

al nuovo Regno d’Italia sarà quindi un mutamento esteriore, ma nella sostanza il potere resterà

nelle mani delle attuali classi dirigenti; per questo quelle classi devono impegnarsi nella rivoluzione

nazionale, prendendone in mano il processo per indirizzarlo ai loro fini.

Nel mese di agosto, come ogni anno, il principe e la sua famiglia si trasferiscono da Palermo alla

casa di campagna, il Palazzo di Donnafugata (oggi provincia di Ragusa), sul cui territorio

esercitano un’indiscussa autorità feudale. Ma anche qui le cose stanno cambiando: i piemontesi

sono già arrivati e il principe è costretto ad accoglierli. Inoltre don Calogero Sedàra è diventato

sindaco e, nonostante lo detesti, gli riconosce le doti di accortezza e parsimonia, da tempo perse

dalla nobiltà.

Tancredi, che in un primo momento aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, ora è

attratto dalla bellissima figlia dei Sedàra, Angelica, e chiede di sposarla. Don Fabrizio acconsente

alle nozze, perché Tancredi, seppur nobile, è povero e per far parte dei vincenti ha bisogno della

cospicua dote di Angelica. Così la famiglia Sedàra si unisce al casato dei Salina che così sancisce

l’alleanza di interessi con le nuove classi in ascesa.

Arriva il momento di votare in un importante plebiscito, il cui esito decreterà se verrà effettuata o

meno l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna. Il principe dice di essere favorevole e alla

fine i voti vengono truccati dal sindaco e si arriva all’annessione. Dopo questo evento, un

funzionario piemontese, Chevalley, inviato dal re d’Italia, propone al principe la carica di senatore

del Regno d’Italia. Però il principe rifiuta e propone Sedàra, simbolo della nuova classe dirigente.

Il principe non ha fiducia nel nuovo Stato, dominato non più dai gattopardi, nobili di antica

tradizione e incapaci di sottostare al cambiamento, ma dagli sciacalli, nuovi dirigenti, di cui il

principe nota con amarezza l’arrivismo arido e meschino.

Il principe, ormai disincantato, ora conduce una vita desolata, fino a quando, nel 1883, muore

circondato dai suoi cari a Palermo. Qui si rende conto di essere stato l’ultimo rappresentante

dell’antica orgogliosa casata e che Garibaldi aveva vinto.

L’ultimo capitolo descrive la situazione delle sue tre figlie ( Concetta, Caterina e Carolina, tutte

rimaste nubili) e Angelica (da tempo vedova di Tancredi).

Dettagli
Publisher
A.A. 2017-2018
4 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/11 Letteratura italiana contemporanea

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher criskyn di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura italiana contemporanea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi L'Orientale di Napoli o del prof Borrelli Clara.