vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Catania. Si ispira molto a Manzoni e Verga.
Proprio in Sicilia si vive il peso dell’unità di più rispetto alle altre regioni perché
cadono i titoli nobiliari e le promesse su una migliore condizione di vita non
vengono mantenute. Finisce la grande era dell’aristocrazia siciliana.
I romanzi anti-storici vogliono decretare il fallimento della storia. Il romanzo
storico non è più possibile perché la storia è fallita nel momento in cui c’è stata
l’unificazione d’Italia.
Scrive una trilogia ma non in ordine cronologico.
I Viceré
E’ un romanzo corale, cioè tutti sono a loro modo protagonisti, ognuno ha il suo
punto di vista. Inizialmente si doveva chiamare “La vecchia razza”. Gli Uzeda
sono gli eredi dei viceré spagnoli in Sicilia. Tutti gli Uzeda sono egoisti, arrivisti,
maniaci e cattivi; l’unica persona buona è Teresa, però è buona per egoismo
cioè ha delle manie di santità, vuole essere elogiata per quello che fa.
Viene pubblicato nel 1894. Prima pubblica il post e poi il pre: nel 1891 pubblica
“L’Illusione” (Teresa già adulta), nel 1892-93 comincia a scrivere “I Viceré” che
pubblica nel ’94 e “L’Imperio” (scesa politica di Consalvo) pubblicato postumo
nel 1929 e rimasto incompiuto.
Trama/Personaggi
All’inizio del romanzo Donna Teresa muore quando Consalvo VII è già morto,
quindi ha tutti i beni lei. Odia il primogenito (Giacomo) mentre ama l’ultimo
figlio (Raimondo), così decide di dividere l’eredità.
Giacomo, siccome Raimondo è impegnato nei suoi affari, prende l’eredità dei
fratelli.
Lodovico si trova in convento dove diventa uno spietato arrivista e si finge
santissimo per arrivare fino alle grazie del Papa, al contrario dello zio Don
Blasco. Don Blasco accumula i soldi, diventa amante di una sigaraia con la
quale fa due figli e muore di stravizio senza aver concluso niente. Il nipote
quindi si finge santissimo per fare una scalata ecclesiastica.
Chiara e Lucrezia sono le due figlie femmine che andrebbero monacate ma
alla fine si sposano. Chiara viene fatta sposare al marchese Federico che,
talmente innamorato di lei, vuole sposarla senza dote (soldi). Lei non lo vuole
sposare fino al giorno del matrimonio quando si innamora follemente di lui,
quindi vuole dargli un bambino ma non ci riesce a causa di molti aborti. Alla
fine decide di far fare un figlio a Federico con la cameriera e lo crescerà in
campagna (“Il Bastardello”). Riuscirà successivamente a partorire una bestia
disumana che morirà dopo pochi secondi e deciderà di mantenerlo in una
boccia.
Lucrezia vuole sposare Benedetto Giulente, un borghese, cosa che non può
fare perché i nobili non potevano macchiare la loro stirpe. Però Giacomo, che
voleva i soldi di Lucrezia e Benedetto, approva il matrimonio. Il giorno dopo il
matrimonio Lucrezia inizia ad odiare il marito dando la colpa a Donna
Ferdinanda per non averla avvertita del diverso grado di appartenenza.
Ferdinando ha una tenuta piccola di campagna e si accontenta solo di quello
lasciando il resto al fratello.
Donna Ferdinanda è talmente brutta che nessuno la sposerebbe, ma allo
stesso tempo lei è troppo restia al matrimonio. E’ molto fissata con “Il Mugnos”
dove vengono descritti i grandi casati dei viceré spagnoli ma è ignorante quindi
non lo legge correttamente. E’ quella che ha più soldi di tutti. I viceré si
conclude con il discorso di Consalvo a Donna Ferdinanda in cui afferma che,
nonostante lui abbia cambiato le parti politiche, deve essere appoggiato dalla
famiglia.
Giacomo è il primogenito, sposa Margherita Grazzeri che muore di colera. E’
maniaco della iettatura. Consalvo accusa il padre di aver ucciso la madre,
quindi si convince che il figlio porti iella perché quando litigano gli viene mal di
testa. L’altra figlia è Teresa, innamorata di Giovannino Radalì che si ammazza
quando viene fatta sposare al fratello Michele. Alla fine il testamento va a
favore di Teresa che divide i soldi a metà con il fratello dopo la morte del padre.
Quando la moglie muore, Giacomo sposa la cugina Graziella. Quando deve
essere operato di tumore, l’unica persona che può convincerlo è Teresa che gli
promette di rimanere durante l’operazione. Lei si sente male durante
l’operazione però decide di rimanere lo stesso per mantenere la promessa.
Raimondo vuole fare la bella vita. La madre gli fa sposare Matilde Palmi, una
nobile di rango inferiore rispetto agli Uzeda. Viene tradita continuamente e
l’ultima amante, Isabella Fersa, diventa sposa di Raimondo dopo la morte di
Matilde. Alla fine riduce la seconda moglie come la prima.
Il seguito dei Viceré è l’Imperio, dove si parla della scesa politica di Consalvo
quando arriva a Roma e viene eletto in parlamento. E’ incompiuto quindi non
riusciamo a capire come finisce la sua scalata. Molti personaggi sono “a
chiave” ovvero sono realmente esistiti però la storia viene modificata per
esigenze narrative e il nome cambiato.
Tomasi di Lampedusa
E’ un duca. Decide di scrivere un romanzo anti-storico nel ’58 mentre altri
autori parlavano della guerra. Nonostante questo vende oltre 500.000 copie.
Il Gattopardo
Tutto è filtrato attraverso gli occhi di Fabrizio Salina, intorno a lui c’è tutto
quello che sta succedendo. A un certo punto quando si deve votare per
l’annessione al regno tutti votano in base alle parole di Fabrizio.
Molto importante per Fabrizio è Tancredi, il nipote, che decide di sposare una
borghese e la morte.
E’ una sorta di romanzo di autoformazione di Don Fabrizio che si prepara a
morire; sa che quando sarà morto nessuno manterrà lo splendore della casata
Salina. Il figlio non ha interesse verso la famiglia e la figlia Concetta porrà fine
alla classe aristocratica siciliana prima che passassero i garibaldini. Lei e
Tancredi si amano però il padre non lo permette, cosa che lei non perdonerà
mai.
Non è un vero è proprio romanzo storico perché è anti-storico, racconta del
fallimento della storia. A differenza di De Roberto, Tomasi è nostalgico. Tutti i
personaggi sono inventati.
La vicenda, ambientata in Sicilia, si svolge dal maggio 1860 (all’epoca dello sbarco dei garibaldini)
al 1910 circa. Lo sbarco provoca fermento e preoccupazione: la nobiltà ha per sé presentimenti di
rovina, mentre la borghesia si prepara ad appropriarsi delle sue spoglie.
Riassunto e personaggi
Il principe è un uomo colto, ironico, autoritario, animato da un disprezzo tutto intellettuale per il
genere umano. Cosciente della fatale decadenza della sua classe, egli è convinto della inutilità
degli sforzi degli uomini, che si illudono di fare la storia. Don Fabrizio si dedica, con poca voglia,
all’amministrazione dei beni di casa e sovrintende ai momenti in cui la famiglia (composta da ben
14 persone) si riunisce per il pranzo, cena e recita del rosario. I suoi passatempi sono gli studi di
astronomia, cui si dedica nel suo osservatorio privato, le chiacchierate con padre Pirrone
( confessore e padre spirituale di famiglia), le passeggiate nel giardino insieme al fedele cane
Bendicò, le furtive scappatelle amorose con Mariannina e le visite del prediletto nipote Tancredi,
l’unico in cui l’uomo-gattopardo possa in qualche modo vedersi riflesso, mentre assiste impotente
alla fine di un’epoca.
Tancredi è un giovanotto spregiudicato e squattrinato, che abbraccia la causa garibaldina, avendo
un ben preciso disegno politico. Il giovane ripudierà presto la casacca garibaldina per vestire,
insieme all’uniforme dell’esercito regio, idee conservatrici e reazionarie; più avanti finirà per
intraprendere la carriera politica e diventare espressione del nuovo blocco di potere. Il passaggio
al nuovo Regno d’Italia sarà quindi un mutamento esteriore, ma nella sostanza il potere resterà
nelle mani delle attuali classi dirigenti; per questo quelle classi devono impegnarsi nella rivoluzione
nazionale, prendendone in mano il processo per indirizzarlo ai loro fini.
Nel mese di agosto, come ogni anno, il principe e la sua famiglia si trasferiscono da Palermo alla
casa di campagna, il Palazzo di Donnafugata (oggi provincia di Ragusa), sul cui territorio
esercitano un’indiscussa autorità feudale. Ma anche qui le cose stanno cambiando: i piemontesi
sono già arrivati e il principe è costretto ad accoglierli. Inoltre don Calogero Sedàra è diventato
sindaco e, nonostante lo detesti, gli riconosce le doti di accortezza e parsimonia, da tempo perse
dalla nobiltà.
Tancredi, che in un primo momento aveva manifestato qualche simpatia per Concetta, ora è
attratto dalla bellissima figlia dei Sedàra, Angelica, e chiede di sposarla. Don Fabrizio acconsente
alle nozze, perché Tancredi, seppur nobile, è povero e per far parte dei vincenti ha bisogno della
cospicua dote di Angelica. Così la famiglia Sedàra si unisce al casato dei Salina che così sancisce
l’alleanza di interessi con le nuove classi in ascesa.
Arriva il momento di votare in un importante plebiscito, il cui esito decreterà se verrà effettuata o
meno l’annessione della Sicilia al Regno di Sardegna. Il principe dice di essere favorevole e alla
fine i voti vengono truccati dal sindaco e si arriva all’annessione. Dopo questo evento, un
funzionario piemontese, Chevalley, inviato dal re d’Italia, propone al principe la carica di senatore
del Regno d’Italia. Però il principe rifiuta e propone Sedàra, simbolo della nuova classe dirigente.
Il principe non ha fiducia nel nuovo Stato, dominato non più dai gattopardi, nobili di antica
tradizione e incapaci di sottostare al cambiamento, ma dagli sciacalli, nuovi dirigenti, di cui il
principe nota con amarezza l’arrivismo arido e meschino.
Il principe, ormai disincantato, ora conduce una vita desolata, fino a quando, nel 1883, muore
circondato dai suoi cari a Palermo. Qui si rende conto di essere stato l’ultimo rappresentante
dell’antica orgogliosa casata e che Garibaldi aveva vinto.
L’ultimo capitolo descrive la situazione delle sue tre figlie ( Concetta, Caterina e Carolina, tutte
rimaste nubili) e Angelica (da tempo vedova di Tancredi).