Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Articolazioni
Già presenti nell’embrione, che peraltro inizia a muoversi già prima del terzo mese di vita intrauterina, la
sinartrosi e le diartrosi hanno alla nascita aspetto simile a quello definitivo anche se alcune subiscono
modificazioni strutturali ancora nell’età adulta (la fusione delle vertebre sacrali si completa dopo il
ventesimo anno di età).
Muscoli
Salvo i muscoli della testa che originano dal mesoderma non segmentato dell’estremità cefalica, i muscoli
del tronco e degli arti originano dal mesoderma somitico. Dai miotomi originano cellule allungate
(mioblasti) che grazie a processi di fusione daranno origine alle fibre muscolari striate. Comparsi assai
precocemente nel corso dello sviluppo, intorno al primo mese i miotomi si allungano ventralmente e vi si
riconosce una parte dorsale (epiassiale) ed una parte ventrale (ipoassiale). Dalla parte epiassiale, che
rimane intorno alla notocorda, origina la muscolatura della colonna vertebrale. Dalla parte ipoassiale, che
migra ventralmente, originano i muscoli del tronco. Dai segmenti ipoassiali del settore toracico e lombare
gruppi di mioblasti migrano negli abbozzi degli arti e vanno a formare gli abbozzi della muscolatura degli
arti stessi.
Lo sviluppo dell’apparato circolatorio è estremamente precoce in risposta alle particolari esigenze di
nutrizione dell’embrione, il quale, da un lato, ha scarse riserve nutritizie, d’altro canto, trovandosi racchiuso
all’interno del trofoblasto, non può ricevere direttamente sostanze nutritizie dall’organismo materno. Di
qui c’è la necessità che sia disponibile al più presto un sistema circolatorio in grado di veicolare al corpo
embrionario le riserve nutritizie racchiuse nel sacco vitellino e successivamente di permettere gli scambi
materno-fetali attraverso la placenta. I primi elementi cellulari responsabili della formazione dei vasi e del
17
sangue compaiono
intorno al 19° giorno
di sviluppo al di fuori
del corpo embrionario,
nella parete del sacco
vitellino. In tale sede
fanno la loro
comparsa degli
ammassi di cellule
globose: gli
angioblasti.
Nell’ambito di tali
ammassi, che si definiscono isolotti di Wolff, si assiste a numerose mitosi e alla comparsa di una cavità
centrale nella quale si accumulano piccole quantità di liquido: le poche cellule che restano, frammiste al
liquido, all’interno della cavità si differenziano rappresentando i precursori delle cellule del sangue
(emocitoblasti), mentre le cellule appiattite che delimitano la cavità si differenziano in cellule endoteliali.
Gli angioblasti addensati intorno alle cellule endoteliali appiattite daranno origine agli elementi muscolari e
connettivali della parete dei vasi sanguigni. Gli isolotti di Wolff così trasformati confluiscono dando origine
ad una ricca rete vascolare al di fuori del corpo dell’embrione (circolazione vitellina). Mentre la formazione
della rete vascolare extraembrionaria si completa, lo stesso fenomeno (comparsa degli isolotti di Wolff –
formazione di abbozzi vascolari contenenti sangue – confluenza degli abbozzi con formazione di una rete
vascolare) si realizza all’interno del mesoderma intraembrionario formandosi così una rete di vasi
intraembrionari che si connettono con i vasi vitellini. All’inizio del 2° mese la circolazione vitellina regredisce
lasciando solamente alcuni vasi all’interno del peduncolo d’attacco (futuro cordone ombelicale): sono i vasi
ombelicali, i quali si continuano da un lato con il circolo intraembrionario e dall’altro fanno capo alla
circolazione placentare. In questo modo la circolazione vitellina (che negli umani è scarsamente
rappresentata e di breve durata) è sostituita dalla circolazione placentare. All’interno del corpo
dell’embrione complessi fenomeni morfogenetici conducono alla formazione dei primitivi grossi vasi
arteriosi e venosi e dell’abbozzo cardiaco. L’abbozzo del cuore inizia a pulsare intorno al 23° giorno di
sviluppo e a partire dal 29° giorno si stabilisce una vera e propria circolazione embrionaria. Gli abbozzi dei
vasi subiscono nel corso dello sviluppo numerosi rimaneggiamenti di forma e di sede a causa della necessità
di provvedere la necessaria vascolarizzazione ai vari abbozzi man mano che compaiono seguendone anche
le migrazioni e le dislocazioni. Anche l’abbozzo del cuore subisce importanti modificazioni passando da una
fase in cui appare come un semplice vaso (tubo cardiaco), ad una fase in cui si riconosce un unico atrio ed
un unico ventricolo, fino alla situazione definitiva nella quale, grazie alla comparsa del setto
interventricolare e del setto interatriale, l’abbozzo presenta 2 atrii e 2 ventricoli. Mentre la separazione
completa tra il ventricolo dx e sx si realizza intorno al 2° mese con il completamento del setto
interventricolare, la separazione dei due atrii avviene solo dopo la nascita. Per tutta la vita prenatale la
comunicazione interatriale è garantita dal permanere del foro interatriale (foro ovale o foro di Botallo).
Lo sviluppo dell’apparato respiratorio ha inizio verso la fine della terza settimana; il polmone raggiunge una
maturazione sufficiente a permetterne la funzione respiratoria intorno al 6° mese. A parte le cavità nasali
che si formano a spese del mesoderma dell’estremità cefalica, le componenti epiteliali e ghiandolari degli
organi dell’apparato respiratorio hanno origine endodermica mentre le componenti connettivali e
muscolari hanno origine mesodermica. Sia le vie aeree inferiori (laringe, trachea e bronchi) che i polmoni
originano da un abbozzo, che appare come una evaginazione a fondo cieco del tubo del tubo intestinale
(endodermico) primitivo. Originato dalla parte ventrale di quel settore di tubo intestinale primitivo che darà
origine alla faringe, l’abbozzo, impari e mediano, cresce verso il basso mantenendosi al davanti
dell’intestino primitivo e parallelo a questo (la parte iniziale del diverticolo darà origine alla laringe, la sua
continuazione verso il basso darà origine alla trachea). La parte terminale, a fondo cieco, del diverticolo a
un certo punto si biforca divenendo l’abbozzo dei due bronchi stipite, dx e sx. La parte cartilaginea deriva 18
dalla cresta neurale, l’epitelio della mucosa dall’endoderma, che a sua volta induce nel mesenchima
circostante lo sviluppo della pleura e l’angiogenesi. Gli abbozzi bronchiali si approfondano nel connettivo
embrionale continuando a ramificarsi (ramificazione bronchiale) e sporgono nella cavità celomatica
intraembrionaria (futura cavità pleurica) formando gli abbozzi dei polmoni. Quando negli abbozzi polmonari
si perfeziona la formazione degli alveoli e si instaura la rete capillare dei vasi polmonari il feto può
considerarsi vitale (fine del 6° mese). La sierosa pleurica origina dal mesoderma laterale (la pleura viscerale
deriva dalla splancnopleura, la pleura parietale della somatopleura), la cavità pleurica deriva dalla
sepimentazione della primitiva cavità celomatica intraembrionaria.
Mentre la maggior parte degli organi degli altri apparati già nel corso della vita prenatale svolgono alcune
funzioni (apparato circolatorio ed endocrino), gli organi dell’apparato respiratorio rimangono fino alla
nascita totalmente inattivi pur dovendo essere perfettamente formati. Subito dopo il parto, con la recisione
del cordone ombelicale, deve attuarsi in modo improvviso e in modo perfetto, l’attività respiratoria.
Con il ripiegamento del disco embrionario, al termine della gastrulazione, l’endoderma viene a delimitare
una sorta di tubo (tubo endodermico o intestino primitivo) che, immerso nella cavità celomatica
intraembrionaria, percorre l’embrione per tutta la sua lunghezza; l’intestino nelle prime settimane di
sviluppo di presenta chiuso alle due estremità per la presenza della membrana faringea e della membrana
cloacale. Le due membrane rapidamente scompaiono lasciando il tratto iniziale (stomodeo) e quello
terminale (protodeo), entrambi tappezzati da ectoderma, in diretta continuazione con l’intestino primitivo:
quest’ultimo risulta aperto alle due estremità. L’intestino primitivo si sviluppa a partire dalla quarta
settimana. Nella sua parte di mezzo il tubo intestinale è in continuazione con il sacco vitellino mediante il
dotto onfalo-mesenterico (a livello dell’ombelico), che rapidamente scompare. Come negli organi
dell’apparato respiratorio, i quali derivano da una evaginazione dell’intestino primitivo, le componenti
epiteliali e ghiandolari dell’apparato digerente hanno derivazione endodermica, mentre quelle connettivali
e muscolari hanno derivazione mesodermica. Fanno eccezione alcune strutture derivate dallo stomodeo e
dal proctodeo che sono di derivazione endodermica.
Al tratto più craniale, rappresentato dallo stomoideo, che darà origine alla cavità buccale, fa
immediatamente seguito un tratto chiamato intestino branchiale (per la presenza in quella zona degli archi
branchiali) che darà origine alla faringe. Segue un lungo tratto, intestino anteriore, che darà origine nella
sua parte superiore all’esofago, mentre nella sua parte terminale andrà incontro a una crescita disarmonica
e a fenomeni di dislocazione formando l’abbozzo dello stomaco e del primo duodeno; da questo tratto
originano, per migrazione di gettoni cellulari, gli abbozzi del fegato e del pancreas. Nel corso dello sviluppo,
l’intestino rimane sospeso nella cavità addominale mediante una connessione con la parete addominale
posteriore, chiamato mesentere dorsale. L’intestino anteriore presenta anche una connessione con la
parete anteriore, il mesogastrio ventrale. Nel mesogastrio ventrale si sviluppano l’abbozzo del fegato e la
testa del pancreas, mentre in quello dorsale si sviluppano il resto del pancreas e la milza. Lo stomaco
inizialmente ha una forma simmetrica, a fuso, ma ben presto il margine posteriore si accresce
maggiormente (diventerà la grande curvatura) e lo stomaco ruota di 90° in senso orario sull’asse
longitudinale (guardandolo dall’alto): il mesogastrio dorsale si accresce maggiormente dando origine al
grande omento. Il mesogastrio ventrale, in cui si sviluppa il fegato, darà origine al legamento falciforme
(tra fegato e diaframma) e al piccolo omento (tra stomaco e duodeno da una parte e fegato dall’altra). Il
tratto centrale dell’intestino primitivo, l’ansa ombelicale, va incontro a complessi fenomeni di
allungamento e di dislocazione, che condurranno alla formazione delle anse dell’intestino tenue, del cieco,
del colon ascendente e al primo tratto del colon trasverso. Fino al momento della completa chiusura della
parete addominale anteriore, con la delimitazione del cordone ombelicale, l’ansa ombelicale