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CAPITOLO 2: ELETTRONICA DELLO STATO SOLIDO
2.1 Materiali dell'elettronica a stato solido in
I materiali utilizzati in elettronica possono essere suddivisi tre categorie:
isolanti, conduttori e semiconduttori. Il parametro in base al quale viene
p,
effettuata questa suddivisione è la resistività espressa in OHM ·cm.
I semiconduttori elementari sono formati da atomi di un solo elemento
(appartenente alla IV colonna della tavola periodica degli elementi; si veda la di
Tabella 2.2), mentre i semiconduttori composti sono formati da combinazioni
elementi appartenenti alla terza e quinta colonna della tavola periodica, oppure alla
seconda e sesta colonna.
I materiali sono classificati come amorfi, policristallini e cristallini in base alle
caratteristiche della distribuzione degli atomi. I materiali amorfi sono caratterizzati
da una struttura completamente disordinata, mentre i cristalli presentano una
distribuzione regolare degli atorni. I materiali policristallini, infine, sono costituiti
da un insieme di "grani" cristallini.
Il silicio appartiene alla quaita colonna della tavola periodica, e quindi presenta
quattro elettroni di valenza nell'orbitale più estemo. Nella fonna cristallina ciascun
atomo di silicio forma un legame covalente con i quattro atomi più vicini. Del
modello a legame covalente si può dare una rappresentazione bidimensionale,
mostrata in Figura 2.2.
Per temperature prossime allo zero assoluto, tutti gli elettroni sono impegnati in
legami covalenti con gli atomi adiacenti, sicché non vi è alcun elettrone disponibile
per il processo di conduzione. Gli orbitali esterni degli atomi di silicio sono
il
occupati, e materiale si comporta come un isolante. Al crescere della
temperatura, viene fornita energia termica al reticolo cristallino, causando la
rottura di alcuni legami covalenti, sicché qualche elettrone può partecipare alla
conduzione, come mostrato in Figura 2.3. La densità degli elettroni liberi è detta
concentrazione intrinseca n_i ( cm^- 3) e dipende dal materiale e dalla
temperatura.
L'ampiezza della banda proibita EG rappresenta il valore minimo di energia
necessario a rompere un legame covalente e liberare un elettrone. il
La densità degli elettroni di conduzione (o elettroni liberi) viene indicata con
simbolo "n" (in elettroni/cm^3) e nel caso di un semiconduttore intrinseco è pari
=
alla concentrazione intrinseca: n n_i. (Un semiconduttore è detto intrinseco se
non contiene impurità.)
Oltre all'elettrone, la rottura di un legame covalente determina la formazione di un
altro portatore di carica che contribuisce al processo di conduzione, come mostrato
=
in Figura 2.3. Quando l'elettrone, caratterizzato da una carica -q -1.602 x 10^-19
C, si allontana dall'atomo di silicio (per esempio a causa di un campo elettrico),
lascia nel cristallo una lacuna (o vacanza) caratterizzata da una carica opposta +q.
La concentrazione di lacune è indicata con il simbolo p (in lactme/
cm^3). La rottura di un legame covalente detemlina quindi la formazione di due
particelle cariche: una lacuna e un elettrone.
n = n_i
Nel caso del silicio intrinseco si ha = p, e il prodotto delle concentrazioni
di elettroni e lacune è pari a:
L'Equazione anche conosciuta come legge dell'azione di massa, può essere
utilizzata per descrivere il prodotto pn in un semiconduttore solo se questo si trova
in condizioni di equilibrio termodinamico. All'equilibrio termodinamico le
proprietà del materiale dipendono solo dalla temperatura.
2 3.3 Saturazione della velocità di deriva
Per valori del campo elettrico superiori a circa 3 x 10^4 V /cm la velocità dei
portatori nel silicio raggiunge un valore costante detto velocità di saturazione
v_sat. Per gli elettroni e le lacune nel silicio V_sat è circa pari a 10^7 cm/s.
2.5 Impurità nei semiconduttori
Una delle proprietà più vantaggiose dei semiconduttori è costituita dal fatto che la
conducibilità del semiconduttore può essere modificata introducendo nel materiale
degli atomi di impurità attraverso un processo chiamato drogaggio. In un
semiconduttore drogato, o estrinseco, la resistività può assumere valori compresi
in un intervallo molto ampio, e si può fare in modo che la resistività sia
determinata dalla concentrazione di elettroni oppure dalla concentrazione di
lacune.
2.5.1 Impurità di tipo donatore per il silicio
Le impurità di tipo donatore per il silicio sono costituite da elementi
appartenenti alla quinta colonna della tav. per. e presentano 5 elettroni di
valenza. Quando un atomo donatore occupa il posto di un atomo di silicio nella
struttura cristallina, quattro dei cinque elettroni dell'orbitale più esterno formano
legami covalenti. A temperatura ambiente,
praticamente tutti gli atomi donatori cedono un elettrone. Quando un atomo
donatore cede un elettrone, diventa uno ione positivo con carica pari a +q, che
occupa una posizione fissa nel reticolo cristallino.
2.5.2 Impurità di tipo accettore per il silicio
Le impurità di tipo accettore nel silicio sono costituite da atomi di elementi della
terza colonna della tavola periodica, con tre elettroni di valenza. L'atomo di boro è
l'impurità di tipo accettore più utilizzata, che sostituisce un atomodi silicio nel
reticolo. Un elettrone che si trova nelle vicinanze dell'atomo di boro può essere
facilmente "accettato" in modo da formare quattro legami covalenti con gli atomi
di silicio adiacenti. Questo processo porta alla formazione di una lacuna, che può
spostarsi all'interno del reticolo, essa è assimilata ad una particella con carica
positiva +q, l'atomo di boro invece acquista una carica negativa -q.
2.6 Concentrazioni degli elettroni e delle lacune nei semiconduttori
estrinseci. n > p, n,
Nel caso in cui risu lti il semiconduttore è detto di tipo mentre è detto di
p p > n. il
tipo se Il portatore che assume valore maggiore di concentrazione è
detto portatore maggioritario, mentre l'altro è detto minoritario. Le
concentrazioni di atomi donatori e accettori sono indicate con i simboli
ND = concentrazione di atomi donatori atomi/cm^3
NA = concentrazione di atomi accettori atomi/cm^3
Osserviamo inoltre che la densità di carica nel semiconduttore deve essere nulla,
ovvero la somma delle cariche positive deve uguagliare la somma delle cariche
negative. La neutralità della carica può essere espressa matematicamente dalla
relazione:
2.8 Corrente di diffusione
La variazione della concentrazione di portatori è responsabile di un altro fenomeno
di conduzione detto diffusione. I portatori liberi tendono, infatti, a muoversi da
regioni a elevata concentrazione verso regioni a bassa concentrazione di portatori.
La corrente di diffusione è data da:
CAPITOLO 3: Diodi a stato solido e circuiti a diodi
3.1 Il diodo a giunzione pn p,
La concentrazione di lacune è molto elevata nella regione e molto bassa nella
regione n. Analogamente, vi è un'elevata concentrazione di elettroni nella regione n
p.
e una concentrazione molto bassa nella regione
Si verifica un primo processo di conduzione rappresentato dalla corrente di
diffusione, in cui le lacune si diffonderanno dalla regione a elevata
concentrazione nel lato p verso la regione a bassa concentrazione nel lato
n; mentre gli elettroni si diffonderanno dalla regione n verso la regione p.
Se tali processi di diffusione continuassero indisturbati, si avrebbe alla fine
una concentrazione uniforme di elettroni e lacune nel semiconduttore e la
giunzione pn cesserebbe di esistere.
Si deve verificare quindi un secondo processo di conduzione,in modo da
bilanciare la diffusione, tale processo è la corrente di deriva: man mano
che le lacune mobili diffondono dalla regione p alla n, lasciano nella
regione p degli atomi accettori immobili carichi negativamente,
analogamente gli elettroni lasciano nella regione n degli atomi donatori con
carica positiva. Si form quindi in prossimità della giunzione una regione di
carica spaziale (RCS), svuotata di portatori mobili, tale regione è detta
anche regione di svuotamento o strato di svuotamento.
Se integriamo il campo elettrico otteniamo il potenziale intrinseco o
potenziale di giunzione:
Si utilizza il campo elettrico e il potenziale di giunzione per il calcolo della
larghezza della RCS:
3.2 Caratteristica i-v del diodo.
La corrente in un diodo è dovuta alla tensione a esso applicata. Considerando il
diodo in Figura 3.6, la tensione v0 rappresenta la tensione applicata ai terminali del
diodo, mentre la id è la corrente che attraversa il diodo. La tensione applicata
modifica il bilancio tra le correnti di diffusione e di deriva nella RCS: una tensione
>0 applicata al diodo riduce la barriera di potenziale per elettroni e lacune, una
tensione <0 produce invece un incremento della barriera di potenziale. La tensione
necessaria affinchè il diodo conduca in modo significativo è chiamata tensione di
accensione (turn-on) o di soglia del diodo.
Per tensioni negative la corrente non è esattamente pari a zero, e più precisamente
per -Is.
tensioni inferiori a - 0.1 V tende a un valore costante, pari a La corrente Is è
detta
corrente di saturazione inversa, o semplicemente corrente di saturazione del
diodo.
Diodo in polarizzazione inversa, nulla e diretta
3.4
Quandouna tensione continua viene applicata adun dispositivo elettronico, stiamo
applicando una tensione di polarizzazione. La polarizzazione determina la regione
2 regioni: la
di funzionamento del dispositivo. Nel caso del diodo vi sono
polarizzazione inversa(Vd<0) e quella diretta (Vd>0); la condizione di
polarizzazione nulla (Vd=0) rappresenta il punto di separazione tra le
regioni di polarizzazione diretta e inversa.
Quando il diodo funziona in polarizzazione "inversa" lo si considera spento
(off), in quanto la corrente è molto bassa. Nel caso di polarizzazione
diretta, il diodo si trova in uno stato di elevata conduzione, ed è considerato
"acceso" (on).
3.6.2 Rottura della giunzione
All'aumentare della tensione inversa, aumenta l'intensità del campo
elettrico all'interno della RCS, fino a che il diodo entra nella regione di
rottura, processo chiamato breakdown, il valore della tensione in
corrispondenza della quale avviene tale rottura è detta tensione di rottura
Vz e assume valori compresi tra 2 e 2000 V.
Idenifichiamo due meccanismi di rottura: "per effetto di moltiplicazione a
valanga" e "per effetto Zener".
Rottura per effetto di moltipli