Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
M T
t
τ = τ + τ ≅ 173 MPa,
sommeranno direttamente mentre sono assenti le σ. Le altre
xy xy
xy
σ = σ = σ = τ = τ = 0
componenti sono tutte nulle e quindi il cerchio di Mohr sarà:
x y z xz yz essendo presenti solo
tensioni tangenziali, il
cerchio di Mohr sarà
centrato rispetto agli assi
ed avrà raggio proprio
τ
pari alla sollecitazione xy
applicata in quel punto.
Gli altri due cerchi si
ricavano facilmente come
nel caso precedente.
Le tensioni principali si ricavano banalmente:
σ = τ = 173 MPa
1 xy
σ = 0 MPa
2
σ = −τ = −173 MPa
3 xy 31
Analizziamo il punto 3: su questo cubetto agiscono la
tensione normale di
compressione dovuta al
momento flettente:
σ = σ = −562 MPa
x MAX
ed una sollecitazione tangenziale
dovuta al momento torcente:
M t
τ = τ = −168 MPa
xz MAX
Per disegnare il cerchio di Mohr relativo a questo stato tensionale, poiché siamo in 3D,
σ = σ = τ = τ = 0.
dobbiamo scrivere le componenti mancanti: y z xz xy Il cerchio di Mohr così
costruito è esattamente
simmetrico rispetto
all’asse τ del cerchio di
Mohr del punto 1!
Sono simmetriche anche le tensioni principali, che infatti valgono:
σ = δ + ρ ≅ 46 MPa
1
σ = 0 MPa
2
σ = δ − ρ ≅ −608 MPa
3 32
Analizziamo il punto 4: su questo cubetto agiscono la
sollecitazione tangenziale
dovuta al taglio T, che qui ha
valore massimo:
T
τ = −4,97 MPa
xy
E la sollecitazione tangenziale
dovuta al momento torcente
M :
t M t
τ = 168 MPa
xy
In questo punto le due sollecitazioni tangenziali hanno verso opposto e quindi si
M T
t
τ = τ + τ ≅ 163 MPa,
sommeranno algebricamente mentre sono assenti le σ. Le altre
xy xy
xy
σ = σ = σ = τ = τ = 0
componenti sono tutte nulle e quindi il cerchio di Mohr sarà:
x y z xz yz è analogo a quello del punto 2,
l’unica cosa che cambia è che il
raggio del cerchio stavolta è 163
MPa anziché 173 MPa.
Le tensioni principali si ricavano
banalmente:
σ = τ = 163 MPa
1 xy
σ = 0 MPa
2
σ = −τ = −163 MPa
3 xy
È facile osservare dai valori delle tensioni trovati in questi 4 punti come la situazione sia
maggiormente critica nei punti 1 e 3, dove le sollecitazioni normali raggiungono lo stesso
valore massimo, rispettivamente, in trazione e in compressione. 33
Analizziamo una struttura più complessa della
precedente, chiamata gru a bandiera: è formata da
una colonna verticale ed una traversa a sbalzo
orizzontale, alla cui estremità è fissata una
puleggia sulla quale passa una fune in grado di
sollevare un carico agendo in direzione obliqua
con un angolo di 45°. Mentre la colonna verticale
è formata da un semplice tubo cavo bloccato al
suolo con un perno e ad una parete rigida all’estremo opposto, la traversa orizzontale è
realizzata con un profilo a doppio T e sarà saldata ad una certa altezza sulla colonna.
Siccome il momento d’inerzia del profilo cambia a seconda dell’asse principale nella sezione
a doppio T, avremo due moduli di resistenza a flessione a seconda se essa avviene lungo
l’asse x o lungo l’asse y. 34
Nella schematizzazione 3D del problema si è indicato con T il tiro esercitato sulla fune per
sorreggere il carico P attaccato ad essa. Per scoprire quanto vale il tiro esercitato sulla fune
bisogna porsi sul piano della puleggia ed eseguire il bilancio alla rotazione con polo al centro
P ∙ r − T ∙ r = 0 ⟹ P = T = 5000 N.
della puleggia
La risultante di tutte le forze applicate al sistema si ottiene sommando vettorialmente il
√2
T = T = ∙ 5000 ≅ 3535 N:
carico P e il tiro T, le cui componenti saranno y z 2
F = T + P F = 8535 N
y y y
{ → {
F = T F = 3535 N
z z z
Adesso che sappiamo le forze applicate al sistema, schematizziamo la struttura e calcoliamo
le reazioni vincolari: 35
il perno è stato schematizzato con una
cerniera che consente esclusivamente
la rotazione lungo l’asse z, mentre il
tirante che fissa la colonna al muro è
stato schematizzato con un carrello
lungo l’asse x.
Equilibrio alla traslazione:
∑ F = 0
x F − F = 0
AX CX
F − F = 0
∑ F = 0 → { AY Y
y F − F = 0
AZ Z
∑ F = 0
z
{
F = F = 3535 N F = F = 8535 N,
Da cui si ricava e mentre le altre due forze
AZ Z AY Y
(F )
= F si ricavano, insieme ai momenti, grazie all’equilibrio alla rotazione con polo A:
AX CX
∑ M = 0 M = −3,8 ∙ 3535 = −13433 N ∙ m
x AX
M + AB ∙ F = 0
AX Z M = 2,4 ∙ 3535 = 8484 N ∙ m
AY
M − DB ∙ F = 0
∑ M = 0 ⟶ { ⟶ {
AY Z
y DB 2,4
−DB ∙ F + AC ∙ F = 0 F = ∙ F = ∙ 8535 ≅ 4096 N
Y CX CX Y
AC 3,8 + 1,2
∑ M = 0
z
{ F = F ≅ 4096 N.
E dalla prima equazione dell’equilibrio alla traslazione si ha AX CX
I diagrammi delle sollecitazioni generati da queste reazioni vincolari sono i seguenti: 36
il taglio dovuto alla forza
F è uniforme sul tratto
y
DB e poi si conserva,
divenendo forza normale,
sul tratto BA. Le reazioni
F e F , invece, generano
CX AX
taglio uniforme sul tratto
AC. Il momento flettente
generato da F sulla
y
traversa è lineare
crescente fino al punto B,
nel quale si divide
esaurendosi in parte
verso il carrello ed in
parte verso la cerniera.
Il taglio dovuto alla forza
F si conserva dal tratto
z
DB al tratto BA. Il
momento flettente
generato da F sulla
z
traversa DB aumenta
linearmente e si conserva
sulla colonna sotto forma
di momento torcente;
inoltre sulla colonna si
genera un momento
flettente a partire da B
linearmente crescente
fino ad A, dove assume il
valore della reazione
M
vincolare erogata dalla cerniera .
AX
Abbiamo visto in precedenza come il momento flettente giochi un ruolo predominante
rispetto alle altre sollecitazioni in termini di criticità e per questo motivo possiamo subito
dedurre che la sezione critica di questa struttura sia la sezione al punto B, dove abbiamo 4
componenti diverse di momento flettente (2 sulla traversa e 2 sulla colonna). 37
Bisognerà fare una distinzione tra le sollecitazioni interne relative alla colonna e quelle
relative alla traversa, in quanto esse sono realizzate con diversi profilati (cilindro cavo e
trave a doppio T). Sulla traversa orizzontale agiscono due momenti flettenti dovuti alle
sollecitazioni di taglio generate dalle forze F e F e siccome questi momenti sono massimi
y z
in prossimità del punto B, esamineremo proprio la sezione della trave situata poco prima di
quel punto (dandole comunque i valori assunti in B per andare in favore di sicurezza):
chiamiamo M il
fb1
momento flettente sul
piano xz dovuto a F e
z
chiamiamo M il
fb2
momento flettente sul
piano xy dovuto a F . Per
y
comodità e siccome sono
effetti minori, trascuriamo
la sollecitazione dovuta al
taglio e il momento
torcente che bisognerebbe
considerare in quanto il carico nel punto D non è applicato al baricentro della sezione.
Facciamo attenzione al fatto che la sezione a doppio T possiede due diversi momenti di
inerzia rispetto ai piani xy e xz, come mostrato nei dati del problema dove ci vengono forniti
due diversi moduli di resistenza a flessione: se applicassimo due carichi di uguale intensità
lungo z e lungo y, infatti, lo spostamento del punto di applicazione avrà modulo diverso
nelle due direzioni, proprio a causa di questi due moduli differenti (flessione deviata).
Calcoliamo le sollecitazioni massima e minima per questi due momenti flettenti:
1
M 8484 N ∙ m
1
M fB
MAX
fb
σ =± =± ≅ ±18 MPa
MAX/min −6 3
W 471 ∙ 10 m
y−y
2
M 20484 N ∙ m
2
M fB
MAX
fb
σ =± =± ≅ ±15 MPa
MAX/min −6 3
W 1380 ∙ 10 m
x−x
Visti i risultati e visto come sono orientati gli andamenti delle sollecitazioni normali in
figura, possiamo dedurre che i punti maggiormente sollecitati sono gli estremi opposti
cerchiati in rosso, dove le sollecitazioni sono massime e si sommano avendo lo stesso segno,
σ = ±33 MPa.
generando una tensione complessiva MAX 38
Sulla colonna verticale, invece, considereremo direttamente le sollecitazioni presente sul
tratto AB, in quanto sul tratto CB abbiamo solamente un momento flettente lineare il cui
valore massimo (nel punto B) è il minore dei 3 valori che concorrono in quel punto e quindi
non crea problemi. Questa volta dovremo calcolare le sollecitazioni dovute al momento
flettente, al momento torcente e alla forza normale. Mentre le ultime due sono costanti su
tutto il tratto, osserviamo che il momento flettente ha due andamenti diversi: uno sul piano
yz con andamento crescente da B ad A e uno sul piano xy con andamento crescente da A a
B: sicuramente il secondo è più importante del primo, in quanto il valore massimo che esso
raggiunge è maggiore; ma bisogna comunque considerare la sovrapposizione degli effetti.
Trovandosi su due piani tra loro ortogonali non sarebbe giusto sommare direttamente i due
diagrammi, ma bisognerebbe applicare il teorema di Pitagora su ciascun punto per ottenere
l’andamento risultante del momento flettente: i contributi dei due diagrammi sono i cateti
mentre la risultante è l’ipotenusa. In realtà sappiamo che se sommiamo semplicemente i
cateti otteniamo un valore maggiore rispetto a quello dell’ipotenusa ed in questo caso
significherebbe ottenere una sovrastima dell’andamento risultante rispetto a quello reale,
andando in favore di sicurezza! Quindi a livello pratico conviene sommare algebricamente
i due diagrammi, sia perché è un passaggio più semplice da fare, sia perché si ottiene un
andamento “peggiore” per la struttura. Sommando i diagrammi si scopre che il punto B è
comunque il punto con maggiore criticità per quanto riguarda il tratto AB e quindi
chiameremo M il momento flettente della sezione immediatamente prima del punto B.
fB3
Calcoliamo le sollecitazioni di ciascun contributo (non c&rs