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O ANCHE

“””Altre volte potrebbe si potrebbe considere l’outsourcing per perseguire tali interessi:

-Concentrarsi sul “core business” dal momento che diminuisce il numero di attività da lei

direttamente gestite; evitando di dover investire in attività secondarie che oltretutto, per

raggiungere livelli di competitività assoluta, necessiterebbero di investimenti ingenti,

comunque non giustificabili da risultati proporzionalmente adeguati.

-Ridurre i costi, perché l’impresa si affida ad un partner specializzato che ha come

business principale l’attività che l’impresa esternalizza.

-Trasformare i costi fissi in costi variabili, dato che i costi del personale e delle attrezzature

(ammortamenti) coinvolte sono sostenuti dall’operatore esterno.

-Avere maggiore flessibilità, ossia una maggiore capacità di far fronte ad improvvise

variazioni di volume nelle vendite, in quanto l’operatore, grazie alla propria organizzazione

specifica, è in grado di compensare i picchi di un cliente con altri a stagionalità contraria.

-Migliorare il livello di servizio grazie all’utilizzo di operatori specializzati.

-Valorizzare il personale, in quanto non più impegnato in lavori di routine, può concentrarsi

maggiormente sugli aspetti focali della sua attività, migliorando ragionevolmente la

professionalità.

-Migliorare la qualità dei servizi offerti e dei prodotti forniti, in quanto il provider tende a

inserire nel “paniere” dei fornitori al quale si rivolge, solo quelle imprese che assicurano

standard qualitativi elevati: anche per questo è importante fare riferimento ad un vendor di

consolidata esperienze e professionalità.”””

19-Perché le imprese diversificano?

La diversificazione consente alle imprese di estendere la loro presenza competitiva in una

molteplicità di business tra loro non necessariamente correlati. La diversificazione può

essere attuata attraverso crescita interna, accordi, joint ventures, fusioni o acquisizioni.

L’azienda diversifica per entrare in un’area di business che sia più redditizia e con più

possibilità di crescita di quella attuale, oppure per sfruttare le risorse e competenze

acquisite nel business di origine in uno nuovo che richiede tali risorse, sia tangibili

(saturazione della produzione e sfruttamento di economie di scopo, di scala e di

estensione) sia intangibili (utilizzo di brand consolidati, brevetti e metodi gestionali/

organizzativi efficienti).

La spinta alla diversificazione può anche scaturire da capacità finanziarie in eccesso, per

cui è più conveniente investire in altri business piuttosto che tener fermo il capitale senza

impiegarlo.Una diversificazione particolarmente estesa può favorire la creazione di un

mercato interno al gruppo di aziende diversificate, permettendo così la perequazione dei

profitti dalle imprese più redditizie a quelle meno redditizie e l’ottimizzazione dell’uso delle

risorse di capitale e di lavoro presenti all’interno del gruppo.

Inoltre, più un’impresa diversifica più diminuisce il rischio totale delle proprie attività

(presupponendo che i singoli investimenti non abbiano tutti tassi di rischio particolarmente

alti), dove per rischio si intende il pericolo che i profitti effettivi disattendano le aspettative

in maniera negativa.

Da una strategia di diversificazione si può anche trarre un vantaggio in termini di potere di

mercato, in quanto in questo modo aumentano i “punti di contatto” con determinati

concorrenti e possono verificarsi comportamenti collusivi; oppure la presenza di alcune

fonti di reddito elevate possono favorire strategie con prezzi predatori in altri business.

Infine, la diversificazione può dare il via a una riconversione industriale in un business

affine a quello iniziale ma con caratteristiche che lo rendono un’alternativa quasi obbligata

per scampare da una crisi che può mettere in pericolo il business originario.

20- Quali sono i vantaggi di una strategia di diversificazione correlata? Alcuni esempi.

La diversificazione correlata indica la situazione in cui l'impresa diversifica nelle aree di

business connesse, in relazione a fattori di rilievo strategico ed economico. La

correlazione tra due settori si manifesta nella possibilità per l'impresa di individuare

avvantaggiarsi dei fattori che determinano tale correlazione, in particolare una

diversificazione correlata permette all’impresa di sfruttare nella nuova area di business

alcuni fattori che la correlano al business originario, per esempio:

- Utilizzare stesse risorse tangibili e intangibili (es: UPS e stazioni di energia)

- Condivisione di competenze organizzative

- Condivisione di approccio strategico (es: BMW e BMW Financial Services)

- Condivisione di attività e procedure operative

- Aumentare il controllo sui processi della supply chain (es: Luxottica e Nike hanno aperto

dei punti vendita monobrand riuscendo così a controllare la distribuzione del prodotto).

21-Cosa si intende per diversificazione conglomerale? Quali sono i

suoi potenziali limiti?

La diversificazione conglomerale descrive l’espansione dell’impresa in settori

sostanzialmente privi di qualsiasi correlazione industriale o di mercato con il business

d’origine.Si adopera una diversificazione quando un’impresa non è concentrata su un solo

business riducendo per tanto il rischio di fallimento totale se quel business fallisce.Oppure

quando un’impresa diversifica business tendenzialmente indipendenti tra loro,

“slegati”(con andamenti finanziari molto diversi) riducendo così sensibilmente il rischio

totale.

L’impresa che utilizza la diversificazione conglomerale attualizza politiche di dumping

(utilizzare i profitti di un mercato ,per abbassare i prezzi ed eliminare concorrenti in un

altro);oppure stipula con imprese rivali su molti mercati (multimarket) una cooperazione ,

riducendo concorrenza e precludendo l'ingresso ad imprese minori.

I suoi limiti sono l’impossibilità di riutilizzare gran parte dei fattori tangibili e intangibili che

già si possiedono e il rischio derivante dall’entrata in un settore diverso da quello di

origine. Altri limiti possono essere:

Incremento costi di gestione e di coordinamento;

Rigidità rispetto alle turbolenze dell’ambiente esterno/competitivo;

Formulazione obiettivi errati rispetto all’andamento dei vari settori;

Legami/sinergie non effettivi, ma “fantasma”

Dall’altro lato, però, c’è la possibilità di sfruttare il brand e renderlo comune a più settori

distinti (es: Virgin).

22- Quale ruolo ha la catena di montaggio nel modello produttivo fordista?

La catena di montaggio consente un elevato tasso di produttività attraverso la

standardizzazione dei prodotti, i quali esistono con pochissime varianti personalizzabili, e

la razionalizzazione del lavoro(vi è una ripetizione della medesima cosa).La catena di

montaggio impone il ritmo della linea,ciò può aumentare notevolmente la produttività;viene

di solito impostato un ritmo di base che permette di svolgere tute le attività per questo vi

deve essere una linea bilanciata.Gli operai sono costretti a rispettare questi tempi ovvero

sono dettati i tempi stessi della produzione.Le mansioni e i movimenti degli operai si

adattano alla catena di montaggio diventando veloci e ripetitivi. Nel tempo la catena di

montaggio permette una riduzione del costo unitario e un aumento della produzione,

grazie anche allo sfruttamento delle economie di scala e di esperienza.

Se vi è un flusso bilanciato allora vi è una produzione dettata.

La catena di montaggio

23- Il modello produttivo fordista si basa sulla standardizzazione di una serie di elementi,

quali sono e perché la standardizzazione è rilevante?

Il fordismo, basandosi sulle teorie Tayloristiche, standardizza i movimenti degli operai,

suddividendoli in tantissimi processi semplici e ripetitivi che chiunque avrebbe potuto

fare.Viene utilizzata una macchina come modello di efficenza anche per le attività degli

operai(mettendo in aggiunta degli operai più specializzati a supervisionare il tutto).Vi è uno

studio scientifico di procedure tempi e metodi(analizzo e registro metodi migliori poi gli

utilizzo);i tempi di ogni processo vengono cronometrati e si impone un ritmo serrato

all’operaio, in modo da far scorrere alla massima velocità la catena produttiva. In questo

modo la costruzione di una macchina viene razionalizzata e standardizzata, consentendo

di avere un accesso facile e poco costoso alle parti di ricambio, che sono tenute in

abbondanti scorte e sono disponibili per più modelli. I modelli di auto sono pochi, per poter

consentire una elevata standardizzazione della produzione, e quindi la scelta è molto

limitata.

La standardizzazione comporta una scelta fissa di un medesimo prodotto da produrre in

serie;da componenti uguali e suddivise per ogni reparto cosi da rendere i passaggi di

assemblaggio più veloci e mnemonici;il processo produttivo realizzando un unico prodotto

si ripete col tempo facendo guadagnare esperienza e quindi efficenza;il lavoro inizia ad

essere una scienza manageriale(viene sanato anche il conflitto capitale-lavoro inserendo

un incentivo sulla produzione ovvero un premio se si raggiunge un determinato

quantitativo ma allo stesso tempo una riduzione del salario se non si raggiunge una quota

minima.

24- Quali sono i punti di forza dei distretti industriali italiani?

I distretti industriali italiani sono imprese strettamente specializzate in prodotti in

determinate aree).I distretti italiani si distinguono tra di loro per la diversa disposizione

territoriale e per il tipo di attività che li caratterizza, ogni distretto comprende imprese che

lavorano sfruttando la forza lavoro locale e ha grande importanza la storia del luogo e la

tradizione della produzione specifica (es: tradizione orafa ad Arezzo). Le imprese del

distretto spesso si distribuiscono la capacità produttiva richiesta da un’azienda leader

committente, la quale ha uno sbocco diretto sul mercato e guida lo sviluppo del distretto.

Per questo le piccole aziende hanno fasi produttive altamente specializzate, in modo che

ognuna entri a far parte della value chain in una posizione differente o, in certi casi, alcune

imprese possono condividere lo spazio nella stessa posizione di produzione del valore.

Tra queste imprese è di fondamentale importanza lo sviluppo di economie di scala e di

esperienza, che permettono di creare soluzioni innovative e di trasmettere le conoscenze

acquisite all’interno del distretto, vista la vicinanza delle varie imprese. Le componenti

soprac

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A.A. 2017-2018
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/08 Economia e gestione delle imprese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jacopo.collodo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia e gestione delle imprese e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Cabigosu Anna.