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E FORESTE TEMPERATE DECIDUE ALBERI CON FOGLIE CADUCHE
Il principale tipo di foresta temperata decidua è la foresta di latifoglie decidue, in cui gli alberi
perdono le foglie nella stagione fredda.
La caratteristica principale di questo bioma è la stagionalità, ossia la netta differenza fra l’estate
calda e l’inverno freddo.
Il suolo di questi biomi è ricco di sostanza organica, e poggia su uno strato inferiore ricco di
argilla: la decomposizione delle sostanze organiche rilascia ioni che possono essere assorbiti dalle
radici oppure accumulati in questo strato sottostante.
V EGETAZIONE
La vegetazione è caratterizzata dalla presenza di Angiosperme con lembi fogliari estesi,
contrapposte alle Gimnosperme aghifoglie (sebbene il rosmarino sia un’Angiosperma).
Al contrario delle foreste sempreverdi che mantengono più o meno lo stesso aspetto tutto l’anno, le
foreste temperate decidue, durante l’inverno, entrano in un periodo di dormienza in cui la
traspirazione è molto limitata, l’attività vitale è ridotta e mancano le foglie.
La primavera, con i suoi sbalzi di temperatura, è il periodo più difficile. Appena la temperatura
supera i 5° C iniziano a formarsi le foglie e con esse la fotosintesi. Si formano prima le foglie del
sottobosco, che fioriscono prima che gli alberi più alti abbiano messo le foglie.
Le estati sono calde ma non aride, sia per le piogge che per le nebbie. In autunno le foglie secche
costituiscono la lettiera e arricchiscono il suolo.
In genere le foreste di latifoglie decidue presentano due o al massimo tre specie dominanti, perché
hanno scarsa ricchezza di specie a causa della glaciazioni.
A questa regola generale fa eccezione l’Estremo Oriente, che non è stato toccato dalle glaciazioni e
mostra una forte ricchezza floristica. Da questa zona è partito una parte del ripopolamento della
flora eurasiatica dopo le glaciazioni. Comunque anche in questa zona ormai questo tipo di foreste è
quasi scomparso. La stessa situazione si riscontra, in minor percentuale, anche nei paesi attorno al
Mediterraneo e nel Sud degli Stati Uniti. 66
La foresta di latifoglie centroeuropea è caratterizzata soprattutto da Querce, alberi continentali
che formano foreste con molti individui ibridi, del tipo Farnia e Rovere. In una fascia chiamata
Querceto atlantico francese, che si estende dall’Irlanda alla Francia attraversando la Danimarca e
il centro dell’Europa, si trovano Farnie, che prediligono i terreni alluvionali, e Roveri e Carpini
assieme, che preferiscono le pendenze meno forti.
I generi dominanti sono Querce e Carpini, ma troviamo anche Faggi (in montagna in Italia, ma
anche sulle rive del Mar Nero e sulle coste europee; sono alberi oceanici, che richiedono umidità e
pendenza del terreno), Olmi, Tigli, Frassini (gli ultimi due formano diffuse foreste assieme) e
Aceri (usati anche lungo le strade).
La foresta di latifoglie nordamericana è, nella zona orientale degli Stati Uniti, simile a quella
europea, con dominanza di Querce, Faggio e Acero. Dal Minnesota in poi il Faggio è sostituito dal
Tiglio, mentre proseguendo verso Sud il clima si fa meno umido e prevalgono le Querce, come
accade in Europa.
Alcuni lembi di questa foresta sono ancora presenti nella zona continentale lungo le rive del
Mississippi, e nelle zone collinari e montuose non raggiunte dall’uomo.
Le foreste temperate decidue dell’Estremo Oriente, abbiamo detto, sono ricchissime di alberi,
anche se ormai ne restano solo delle spoglie nella parte più continentale, vicino al Gobi, dove si
osservano varie Querce, Frassini e Celtis.
La zona dell’Asia si può dividere, in relazione a queste foreste, in tre parti:
Il nucleo occidentale è in stretta connessione con le foreste europee, di cui in pratica
rappresenta la parte più orientale.
Il nucleo nell’Asia centrale è abbastanza ristretto e limitato a Sud-Est dal lago Aral.
L’ultimo nucleo è il più esteso e comprende la Manciuria, il Giappone centrale e
settentrionale, la Corea e la Cina nordorientale. Questa è la zona più estesa, dove però le
foreste sopravvivono purtroppo solo sui rilievi. Vista l’estensione della Cina, si può dividere
questa zona in due fasce: la prima fascia ha clima temperato-freddo, ed è caratterizzata dai
monsoni estivi carichi di pioggia e dai venti dell’Artico durante l’inverno; da Nord a Sud si
estendono foreste di Betulle e Pioppi, poi Betulle e Querce e infine solo Querce, mentre in
Giappone (che in realtà è caratterizzato da sbalzi dal freddo al caldo) prevalgono su tutti le
quercete, assieme a Bambù e Conifere.
Nella seconda fascia il clima è temperato-caldo (la larga zona Sud-orientale della Cina):
soprattutto nella zona dello Yangtse Kiang, un fiume proprio al centro della Cina, troviamo
foreste di latifoglie sempreverdi molto dense, miste a Conifere del tipo Pini e Tsuga, e ad
alberi sempreverdi come le Magnolie e i Canfori, che indicano la transizione verso la zona
tropicale.
Le foreste temperate decidue dell’emisfero australe sono differenti da quelle dell’emisfero
boreale, perché manca una vera corrispondenza e perché sono foreste miste a Conifere. In
particolare, il continente australiano manca di vere catene montuose: l’unica è la Great Dividing
Range che, nella parte sud-orientale, isola la parte più orientale dell’Australia, la Tasmania e la
Nuova Zelanda.
Nella parte più interna di questa fascia, si estendono enormi foreste temperate decidue di Eucalipti
misti a Conifere, mentre nelle parti più esterne il genere dominante si chiama Notofago, ed è simile
al Faggio: questa foresta costituita da Notofago e Conifere si estende anche in una ristretta fascia
nel Sud del Cile fra la Cordigliera e l’Oceano Pacifico, e nella parte settentrionale della Patagonia,
circondata dalle steppe.
A – (E )
NIMALI DELLE FORESTE TEMPERATE DECIDUE REGIONE PALEARTICA UROPA
In Europa, a Nord di questa fascia si estende la taiga, ed a Sud si trova la macchia mediterranea.
Molti animali trovano rifugio in queste grandi foreste. I Mammiferi sono molti, ed un tempo era
67
presente anche la Lince, ora diffusa solo nell’Europa centrale e settentrionale. Stessa cosa per il
Gatto selvatico, un tempo molto diffuso, o per la Lontra, un Mustelide che si nutre di pesce.
Altri carnivori di queste foreste sono la Volpe, il Tasso, il Lupo, la Martora e l’Orso bruno. Tra i
Roditori, ricordiamo il Ghiro e il Moscardino (tipo Ghiro, ma più ciccione, marroncino e con la
coda meno folta), che vanno in letargo nel periodo invernale.
I grandi erbivori sono due Cervidi: il Cervo e il Capriolo e, tra i Suidi, il Cinghiale, che si nutre di
ghiande e delle fagiole di Faggio.
Sono numerosi anche i Pipistrelli, come Nottole e Vespertilionidi.
Gli Uccelli sono rappresentati sia da specie stanziali, come i Passeriformi o i Picchi tra cui il
Picchio muratore, che da quelle migratrici come il Cuculo e la Beccaccia.
Tra i Rapaci, ci sono lo Sparviero, l’Astore, l’Allocco, il Gufo comune, il Gufo reale.
Tra gli Anfibi ricordiamo la Salamandra pezzata, che vive sotto i tronchi caduti e raggiunge l’acqua
per deporvi le larve, e le Rane rosse italiche.
Insetti tipo Coleotteri, Lepidotteri ed Emitteri sono molto numerosi, ed a questi si aggiungono le
Scolopendre (Chilopodi) e i detritivori (Porcellini d’India – Crostacei isopodi, i Collemboli e i
Lombrichi, la cui attività arieggia il terreno e migliora la mineralizzazione).
A – (A )
NIMALI DELLE FORESTE TEMPERATE DECIDUE REGIONE PALEARTICA SIA
L’Eurasia e il Nordamerica mostrano numerose analogie. Ad esempio in comune hanno
Mammiferi come l’Alce, l’Orso bruno, il Lupo, la Lince, la Volpe rossa, ed altri animali
differenziati come sottospecie.
Nelle zone più occidentali, vivono animali simili a quelli delle foreste europee, come il Cervo
nobile, il Capriolo (grosse orecchie, macchia bianca sul sedere, tutto marrone) o il Cinghiale.
Comunque, esclusive dell’Asia sono la Tigre siberiana, il Gatto leopardo, l’Orso dal collare (tutti
presenti anche nelle aree tropicali), il Sika, il Mosco moschifero (che deve il suo nome all’odore di
muschio che emana), l’Idropode inerme, il Cervo di Padre David (questi ultimi quattro sono
Cervidi), il Macaco del Giappone (una delle poche scimmie paleartiche, notissimo per il suo sistema
di trasmissione culturale nella comunità).
Molti Uccelli, come i Mammiferi, sono in comune con le foreste europee, come il Picchio cenerino
o il Picchio rosso maggiore, e molti Passeriformi. Tipico di quest’area è invece il Fagiano comune,
poi esportato per motivi ornamentali e venatori nel resto dell’Europa.
Tra gli Anfibi, particolari sono le Salamandre giganti (testa grossa), che vivono nei fiumi di Cina e
Giappone.
A – (N )
NIMALI DELLE FORESTE TEMPERATE DECIDUE REGIONE NEARTICA ORDAMERICA
L’azione dell’uomo ha portato all’estinzione, o comunque al rischio di estinzione, molti animali
esclusivi di questa parte del bioma: a rischio è il Cervo a coda bianca, il Lupo e il Puma. Sono
invece ancora ben presenti Mammiferi come il Baribal, l’Orsetto lavatore (o Procione), la Moffetta
(o Puzzola), lo Scoiattolo grigio e quello volante, il Tamia striato (un Roditore), che accumula nelle
guance il cibo che porta nella tana.
È presente anche un Marsupiale, l’Opossum virginiano (della Virginia), che trasporta i piccoli sulla
schiena per quattro mesi.
Gli Uccelli, sia stazionari che migratori, sono numerosi, e questa compresenza è resa possibile dalla
loro distribuzione nei vari livelli di altezza degli alberi. Tra i numerosi Picchi, ricordiamo il Picchio
pileato e quello capirosso. Altro Uccello molto diffuso è il Cardinale, così detto per il colore rosso
porpora, o anche la Ghiandaia azzurra. Nelle foreste aperte vive inoltre il Tacchino selvatico.
Tra gli Anfibi vi sono numerosi Urodeli come il Pletodonte glutinoso (simile ad una Salamandra),
che non ha stadi larvali acquatici perché depone le uova nella lettiera umida; fra i Rettili ricordiamo
invece la Tartaruga scatola, che è onnivora e va in letargo in inverno. 68
Il più noto fra gli Insetti è la Farfalla monarca, conosciuta anche per le sue lunghissime migrazioni.
A – (A )
NIMALI DELLE FORESTE TEMPERATE DECIDUE REGIONE AUSTRALIANA USTRALIA
Un ruolo importantissimo nelle foreste australiane di Eucalipti è svolto dagli Insetti impollinatori,
perché queste piante non si riproducono praticamente mai per autofecondazione, ma piuttosto per
impollinazione entomogama. Altri Insetti limitano l’estensione degli Eucalipti mangiandone le
foglie, come il Coleottero Crisomelide o l’Insetto stecc