vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
AGRICOLTURA MECCANIZZATA
• Riguarda il 40% dell'agricoltura mondiale ed è tipica di quelle aree fortemente
antropizzate e sviluppate. Gli input energetici sono maggiori per via della forte
industrializzazione e si compongono essenzialmente di: lavoro meccanizzato,
carburanti vari, fertilizzanti, pesticidi, disserbanti, tecnologie avanzate (nelle
aziende, nella genetica, nella trasformazione del cibo, nel trasporto, nello
stoccaggio).
• L'intensità produttiva animale è aumentata in parallelo a quella dei raccolti.
ALTERNANZA DI COLTURE DIVERSE SULLO STESSO APPEZZAMENTO
avvicendamenti
Schemi liberi:
rotazioni. Utili per ripristinare la fertilità di un terreno agricolo. Il ruolo
Schemi fissi:
chiave è giocato dalle colture prative poliennali (o annuali), con funzioni di riposo
prolungato e di base alimentare per il bestiame.
• Il tipo più semplice è l'alternanza di due colture principali (rotazione biennale),
in cui una funge da preparatrice e l'altra da depauperante (perchè lasciano il
terreno in condizioni peggiori). Ad esempio nel Mediterraneo sono tipiche le
alternanze Fava-Frumento (Italia meridionale), Girasole-Frumento (Italia
centrale) oppure Mais/Barbabietola-Frumento.
• Il tipo a resa maggiore è quello poliennale a partire dalle colture quadriennali
fino a quelle di più lunga durata (con l'introduzione dell'erba medica). Ad
esempio Rinnovo-Frumento (Trifoglio)-Trifoglio-Frumento.
I vantaggi sono vari:
• il mantenimento della fertilità dei suoli;
• la resa delle colture;
• il controllo dei competitori diretti (fitofagi e fitopatogeni) e indiretti (erbe
infestanti);
• la diversificazione strutturale e funzionale dei componenti dell'agroecosistema
ed il suo grado di autosostenibilità.
REGIMI DI COLTIVAZIONE
Sodivo (sistemi naturali): lasciati liberi di evolvere secondo il processo di successione
ecologica, tendono quindi ad incrementare il contenuto di sostanza organica del
suolo e pertanto si possono ritenere "accumulatori" di fertilità.
Arativo (sistemi agrari): Si intacca progressivamente il capitale di fertilità integrale del
suolo (carenza di humus nel tempo). La diminuzione delle rese conseguente al
ripetersi di una stessa coltura sullo stesso appezzamento viene spesso attribuita al
fenomeno denominato "stanchezza" del terreno.
RESIDUI LASCIATI NEL SUOLO
Ciò determina l'attitudine dei residui delle colture a rinnovare la fertilità ed il loro
valore "preparatorio", inteso come effetto sulla coltura successiva.
lasciano nel terreno vaste quantità di residui colturali di buona
Colture miglioratrici:
qualità (rapporto C/N stretto), come le leguminose foraggere poliennali in purezza o
consociazione.
Coltura depauperante: lasciano il terreno in condizioni peggiori di fertilità, come i
cereali autunno-vernini.
RAPPORTI TRA PIANTE COLTIVATE
(della stessa specie):
Monocolture o Coltura pura
• Gli individui si sviluppano in condizione di stretta competizione intraspecifica,
prescindendo dai rapporti di competizione interspecifica che vengono contratti
con le specie vegetali native (erbe infestanti);
• tipica delle aree industrializzate;
• alta densità di popolazione: rapporto tra il peso dei frutti prodotti e la sostanza
Diventa effimero, ciò che evidenzia l'inefficienza riproduttiva delle
secca totale.
piante;
• bassa densità di popolazione: minor competizione, maggiori sono le quantità di
sostanza secca destinate agli organi riproduttivi e più elevati saranno i valori
dell'indice di raccolto;
• per entrambe le espressioni riproduttive sopra elencate esiste una densità
ottimale, oltre la quale il fenomeno competitivo si risolve in un effetto
controproducente a carico delle rese.
(tra popolazioni diverse): Caratterizzati da più genotipi associati in
Consociazioni
coltivazione, presentano maggiore complessità rispetto ai sistemi di colture pure.
• gruppi di file di specie diverse alternate tra loro;
Consociazioni a strisce:
• singole file di specie diverse alternate tra loro;
Consociazioni a file:
• Consociazione mista: individui di specie diverse mescolati senza una
disposizione a file;
• numero totale di individui per unità di superficie;
densità finale:
• schema sostitutivo: prevede di mantenere la densità finale di consociazione
uguale a quella ottimale delle rispettive colture pure;
• schema additivo: prevede di raggiungere un valore di densità finale superiore
rispetto a quello delle colture pure.
COMPETIZIONE
Diretta: quando le piante interferiscono attivamente tra loro tramite l'emissione di
sostanze chimiche che inibiscono la crescita (allelopatia).
Indiretta: evidenzia lo stato di pressione sulla comune disponibilità di risorse.
SIEPE
(come elemento di eterogeneità)
ECOSISTEMA AGROECOSISTEMA SIEPE
In condizioni fisiche favorevoli, l'energia cresce seguendo la via della
Ecosistema:
progressiva complicazione strutturale tra le sue componenti, rendendo disponibili
nuove nicchie ecologiche prontamente riempite. E' bilanciato rispetto algi
input/output puntando sulla stabilità del sistema.
Agroecosistema: Risulta più semplificato perchè gli organismi nativi superiori (piante
e animali di grossa taglia) sono quasi completamente sostituiti dalla copertura delle
colture e degli animali in allevamento.
Siepe: influisce in vario modo in favore del ripristino di un organizzazione strutturale
più orientata all'uso delle risorse native e quindi verso l'efficienza e l'autonomia del
sistema.
STRUTTURA
• Componente vegetale legnosa (arborea e arbustiva);
• presenza di una sottostante fascia erbacea;
Entrambe fungono da fonte trofica e riparo per una diversificata comunità di animali
e microrganismi.
Si dividono in:
Piantate
• Sono costituite da una singola specie dominante (es. il biancospino);
• le piante vengono messe a dimora in fila singola;
• tendono ad avere piante dominanti della stessa età;