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C
quindi in .
3
cm
Indicando con: −19
• ∗
1.6 10
q, carica dell'elettrone in valore assoluto ( C);
• n, concentrazione di elettroni (proprietà intrinseca del materiale);
abbiamo che: −q ∗
Q = n
. densità di corrente j
Si denisce inoltre la , , come il prodotto tra densità
di carica e velocità di deriva, otteniamo quindi: V
∗ ∗ ∗
j = Q v = (−q n)(−µ E) = qnµ L
I
A questo punto il calcolo della corrente, , è semplicemente il prodotto tra
densità di corrente e Area, quindi: V
∗ A.
I = j A = qnµ L
Osserviamo che: ∗
V V L L 1
R = = = =⇒ ρ =
I qnµV A qnµA qnµ
3
1.2 Semiconduttori
I semiconduttori si dierenziano in semiconduttori elementari, stesso tipo di
atomo nel reticolo cristallino, e semiconduttori composti, formati dall'unione di
più semiconduttori elementari.
Il semiconduttore usato nell'elettronica è il Silicio.
Il silicio appartiene alla quarta colonna della tavola periodica, ogni atomo crea,
tramite gli elettroni, legami covalenti con altri quattro atomi vicini.
Per temperature prossime allo zero assoluto tutti gli elettroni sono impegnati
in legami covalenti con gli atomi adiacenti pertanto non vi può essere passaggio
di corrente, il silicio si comporta come un isolante.
Al crescere della temperatura viene fornita energia termica al reticolo cristallino
che causa la rottura di alcuni legami covalenti. Tale rotture provocano il formarsi
hole
di lacune, anche dette buchi o , e elettroni liberi.
Un elettrone che si è liberato dal legame covalente può andare a riempire la
lacuna di un altro legame. 4
L'eetto complessivo di questo fenomeno sarà un moto di lacune, caricate posi-
tivamente, e un moto di elettroni, cariche negative.
Si può dimostrare che la mobilità delle lacune è più bassa di quella degli elettro-
µ
ni. A dierenza dei metalli abbiamo quindi due costanti di mobilità, mobilità
n
µ µ > µ
degli elettroni, mobilità delle lacune, con .
p n p
n p
Indicando con la concentrazione degli elettroni e con quella delle lacune,
si capisce subito che nel silicio, quando è puro, n = p. n
Entrambe le concentrazioni vengono anche indicate con il simbolo , concen-
i
trazione intrinseca, e dipendono dal materiale e dalla temperatura.
Una formula di più larga validità è: 2
∗
n p = n i
Le velocità di deriva di lacune e elettroni avranno segno opposto in quanto
gli elettroni, carichi negativamente, sono discordi dal campo elettrico mentre le
lacune concordi. Quindi:
−µ ∗
v = E ,
n n
∗
v = µ E .
p p
Le densità di carica rispettive avranno anch'esse segno opposto:
−q ∗
Q = n per gli elettroni,
n ∗
Q = q p per le lacune,
p
e quindi sia elettroni liberi che lacune contribuiranno al passaggio di corrente:
∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗ ∗
j = Q v + Q v = (−q n)(−µ E) + (q p)(µ E) = (nqµ + pqµ ) E
n n p p n p n p
. Da qui otteniamo:
corrente nei semiconduttori, V
∗ ∗ ∗ ∗ ∗
I = A j = A (nqµ + pqµ ) E = A (nqµ + pqµ )
n p n p L
resistività nei semiconduttori, 1
ρ = .
nqµ + pqµ
n p
1.2.1 Drogaggio
Nella pratica, il silicio puro potrebbe essere utilizzato al più per realizzare un
resistore la cui resistenza si riduce con la temperatura. Un utilizzo molto più
comune si ha con il silicio drogato.
L'operazione di drogaggio consiste nell'inserire opportunamente delle impurità
all'interno del reticolo cristallino in modo da alterare il comportamento del
cristallo. Tali impurità vengono inserite sostituendo alcuni atomi, in questo caso
del silicio, con atomi di altri elementi, nel nostro caso con atomi di elementi che
5
appartengono alla V o alla III colonna della tavola periodica.
Gli elementi della V colonna sono costituiti da atomi con 5 elettroni ciascuno,
per questo detti donatori, mentre gli elementi della III colonna sono costituiti
da atomi con 3 elettroni ciascuno, detti quindi accettori.
Se nel silicio vengono introdotto donatori, drogaggio di tipo n, si ottiene il
silicio di tipo n
cosiddetto , se vengono introdotto accettori, drogaggio di tipo
silicio di tipo p
p, si ottiene . Tale denizione deriva dal fatto che introducendo
n >> p
donatori vi sarà un elettrone libero per ogni atomo aggiunto, quindi ,
mentre introducendo accettori vi sarà, per ogni atomo aggiunto, una lacuna
p >> n
aggiunta, .
N
Detta la concentrazione dei donatori abbiamo:
D 2
n i
2
' ∗ =⇒ p =
N n, n p = n
D i N
D
N
Analogamente, detta la concentrazione degli accettori abbiamo:
A 2
n i
2
' ∗
N p, n p = n =⇒ n =
A i N
A
1.2.2 Silicio di tipo n
Supponiamo di includere nel nostro cristallo di silicio una piccola quantità di
fosforo
materiale di tipo donatore, ossia con 5 elettroni di valenza, per esempio il .
Il fosforo, avendo 5 elettroni di valenza, con 4 realizza i legami covalenti
con gli atomi di silicio, il quinto resta svincolato. Nel momento in cui questo
elettrone si muove non si genera alcuna lacuna quindi, nel caso in cui vengo-
no introdotte delle impurità di tipo donatore aumentiamo la concentrazione di
n p
elettroni liberi , e di contro diminuiamo la concentrazione di lacune . Per
n >> p
questo . 6
1.2.3 Silicio di tipo p
In questo caso inseriamo nel nostro cristallo di silicio una piccola quantità di
boro
materiale di tipo accettore, ossia con 3 elettroni di valenza, ad esempio il .
Il boro, avendo 3 elettroni di valenza forma legami covalenti con gli atomi
p >> n
di silicio lasciando però una lacuna, per cui .
7
1.2.4 Corrente di diusione
La corrente di diusione è un meccanismo di passaggio di corrente che non si
ha nei metalli ma solamente nei semiconduttori.
j
In eetti la densità di corrente denita precedentemente, nei semiconduttori
non è l'unica a contribuire al passaggio di corrente. corrente di tra-
j = q(nµ + pµ )E
In tale contesto quindi, , viene detta
n p
sporto
.
L'altro termine da portare in considerazione nel calcolo della corrente, per i
corrente di diusione
semiconduttori, viene detto .
Nei semiconduttori infatti vi possono essere zone di maggiore concentrazione di
elettroni (lacune) e zone di minore concentrazione. Gli elettroni liberi saranno
quindi portati a muoversi verso una zona con una concentrazione di elettroni
minore, questo causa il fenomeno della corrente di diusione.
j
La corrente di diusione, , infatti è proprio proporzionale alla variazione
dif f
delle concentrazioni di elettroni e lacune nello spazio, quindi:
∂p
∂n − qD
j = qD p
dif f n ∂x ∂x
con D detta costante di diusione.
In generale quindi si ha: ∂n ∂p
−
j = q(nµ + pµ )E + qD qD
n p n p
∂x ∂x
8
Capitolo 2
Diodo
Il diodo è formato da una barretta di silicio in cui una zona è stata drogata con
atomi accettori e una zona è stata drogata con atomi donatori.
anodo
Le due zone sono contattate tramite due terminali dove l' è il terminale
catodo
p
che contatta la zona di silicio di tipo e il è il terminale che contatta
la zona di silicio di tipo n.
Schematicamente il diodo è anche indicato cosi:
Consideriamo un diodo non collegato a nessun altro componente, a circuito
aperto.
Nel nostro diodo, data la disomogeneità delle due zone, le lacune cercheranno di
spostarsi verso destra e gli elettroni verso sinistra, dando vita cioè alla corrente
drift current
di diusione o .
Essendo però il nostro diodo un circuito aperto la corrente totale deve essere
uguale a zero, quindi la corrente di diusione deve essere compensata da una
corrente di deriva. Ricordiamo che la corrente di deriva è dovuta alla presenza
6
E = 0
di un campo elettrico, .
Vediamo allora come si crea questo campo elettrico E.
9
Spostandosi verso sinistra gli elettroni creano nelle immediate vicinanze della
giunzione una regione di svuotamento carica positivamente. Analogamente le
lacune spostandosi verso destra creano una regione di svuotamento carica ne-
gativamente. Si crea così una barriera di potenziale che ostacola il passaggio di
ulteriore cariche, impedendo alla corrente di circolare.
barriera di potenziale
Si dice che nei pressi della giunzione si forma una .
2.1 Polarizzazione
Quando applichiamo una tensione ai capi del diodo la barriera di potenziale
polarizzazione
viene modicata. Si parla quindi di
La polarizzazione può avvenire in due modi.
Supponiamo di applicare un generatore di tensione con il terminale positivo
applicato alla regione di tipo p e il terminale negativo alla regione di tipo n. In
questo caso si riduce la barriera di potenziale, si assiste a un notevole passaggio
diretta
di corrente, e si parla di polarizzazione .
10
Analogamente supponiamo di applicare un generatore di tensione con il termi-
nale positivo applicato alla regione di tipo n e il terminale negativo alla regione
di tipo p. In questo caso si alza la barriera di potenziale, passaggio di corrente
inversa
quasi nullo, e si parla di polarizzazione .
11
2.2 Caratteristica del diodo
La caratteristica del diodo, ossia la variazione della corrente in funzione della
tensione applicata, è non lineare.
V
Se la è minore di 0 siamo in polarizzazione inversa e il diodo è interdetto,
non c'è passaggio di corrente.
V
Per valori positivi di vediamo che la corrente assume ancora valori prossimi
allo zero, nchè la tensione non raggiunge un valore pari a 0,5-0,7 V, detta
tensione di accensione .
In realtà per tensioni negative, la corrente non è mai esattamente pari a
zero, e più precisamente per tensioni inferiori a -0,1 V la corrente tende ad un
corrente di saturazione inversa
−I
valore costante e pari a , detta , con
S
−18 −9
10 A < I < 10 A . Il valore preciso della corrente di saturazione inversa
s
dipende dal diodo.
In denitiva, l'equazione che descrive la caratteristica i-v del diodo e:
V