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Hydrocracking variante del cracking catalitico. Avviene in presenza di un catalizzatore e
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serve ad eliminare la produzione di olefine: abbiamo sia la rottura degli idrocarburi pesanti sia
l'idrogenazione dei prodotti, che trasforma le olefine in idrocarburi saturi.
Hydrotreating variante del cracking catalitico in presenza di idrogeno, che però è più
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blando rispetto all'Hydrocracking, e quindi va a saturare solamente le diolefine.
Cracking catalitico
Ha soppiantato il termico. Si lavora a T leggermente inferiori per uso del catalizzatore. Il
meccanismo è ionico: questo fa sì che i prodotti siano molto più ramificati, quindi si aumenta
la resa in benzina ma anche il NO. Anche qui però si produce una paraffina (ramificata) e di
un'olefina; c'è anche lo svantaggio di produzione di gas e coke. Il coke è un problema perché
avvelena il catalizzatore riducendone notevolmente l'attività; quindi periodicamente il coke sul
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catalizzatore deve essere bruciato per rigenerare il cat.
Vantaggio catalizzatore abbassa E attivazione e forma carbo+ più stabili
→
Svantaggio il cat si avvelena e deve essere periodicamente rigenerato
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Le T sono sì leggermente più basse, ma abbastanza elevate da avere una competizione col
cracking termico => c'è una continua competizione tra i 2 meccanismi. Ovviamente per il
termico l'E att è maggiore. Lo scopo è spingere la reaz verso il catalitico che produce
idrocarburi ramificati.
In totale il processo è endotermico – le reaz endotermiche sono maggiori delle esotermiche.
Si ottengono idrocarburi ramificati perché il meccanismo è ionico e si formano intermedi
carbocationici; un carbo+ terziario è più stabile del secondario più stabile del primario => è
energeticamente favorita l'isomerizzazione dei carbo + a dare terziari. Anche per i radicali vale
lo stesso (terziario > secondario > primario in stabilità, anche se non c'è molto scarto); ma le
energie che si guadagnano dalle isomerizzazione dei radicali rispetto a quella guadagnata
dall'isomerizzazione dei carbo+ => nel meccanismo radicalico non è tanto favorita
l'isomerizzazione. Invece nello ionico il guadagno energetico giustifica l'isomerizzazione a dare
idrocarburi ramificati.
Meccanismo
Concomitanza di una mix complessa di reagenti che possono subire diversi tipi di meccanismi
in presenza del cat. C'è anche la competizione del termico, i cui prodotti possono subire
cracking catalitico => le reaz non sono mai semplicemente reagente, cat, prodotto.
Tipo ionico
2 diversi meccanismi che portano alla formazione di carbo+ il cat in genere è acido, un
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alluminosilicato, che estrae uno ione idruro da un'idrocarburo lineare, o protona un'olefina,
che ci sarà sicuramente come prodotto competitivo del cracking termico. Quindi il cat estrare
un idruro con formazione di H2, andando a formare un'idrocarburo lineare (ottenuto dalla
paraffina di partenza). L'estrazione di idruro è una reaz endotermica, con elevata quantità di
E richiesta. Le olefine invece sono protonate, formando carbo+ processo esotermico.
L'importante nel cracking catalitico è che tutti gli intermedi di reaz siano carbo+. Il carbo+
può reagire in presenza di un'altra paraffina, trasferendo la sua carica ad esso (debolmente
esotermica); oppure vanno incontro a scissione in ß alla carica +, che porta alla formazione di
un altro carbo+ e olefina.
Energie coinvolte nella ß scissione favorite quando portano alla formazione di carbo+ a più
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alto PM o più ramificati. Svavorita energeticamente la ß scissione che forma CH3+.
Questi carbo+ sono spesso primari, e in un processo fortemente esotermico tendono a
isomerizzare (per il guardagno energetico nella ramificazione). Le isomerizzazioni a secondario
avvengono ma in minima parte.
Arretsto i carbo+ sono intermedi di reaz instabili. Eliminazione dell'acido che ricenera il cat
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acido, con formazione di un'olefina. Oppure aggiunta di un protone a dare un idrocarburo
ramificato.
Come conseguenza di questo meccanismo si hanno molti più idrocarburi ramificati rispetto al
cracking termico.
Ricordiamoci che siamo in presenza di mix complesse; nella carica possono esserci aromatici e
nafteni. Gli aromatici sono molto stabili in genere, ma la catena presente sull'aromatico può
subire cracking; tutto dipende dalla stabilità termodinamica del carbo+ che si forma. Carbo+ a
basso peso molecolare sono instabili, quindi il toluene difficilmente subirà cracking. Se gli
idrocarburi legati sono ramificati e con lunghe catene alchiliche, il cracking catalitico avverrà
portando alla formazione di carbo+ ramificati; i prodotti saranno toluene e quasi sicuramente
niente benzene.
Reazioni generali:
paraffine lineari o ramificate paraffine + olefine
→
olefina 2 olefine di PM inferiore
→
nafteni con catene alchiliche olefine o naftene più semplice + olefina
→
nafteni possono ciclizzare e deidrogenare ad aromatici
alchilaromatici toluene + olefina
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cracking catalitico VS cracking termico – prodotti
termico paraffine lineari, metano in buona quantità
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catalitico NO paraffine lineari, metano (CH3+ è un carbo+ instabile); maggiore la % di
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olefine; abbondanti paraffine e olefine ramificate
Nel catalitico rispetto al termico si forma meno C1 e C2 (per la stabilità dei carbo+ intermedi),
si formano molti più idrocarburi ramificati; quelli di basso PM possono essere usati in reazioni
di alchilazione e polimerizzazione per ottenere benzine ramificate.
Catalizzatori acidi – tipologie
In genere sono alluminosilicati, perché abbiamo la copresenza di un acido di Bronsted
(derivante dall'acido silicico) e un acido di Lewis (derivante dall'allumina); questo forma un
acido molto più acido rispetto ai 2 separati. L'attività del cat sarà funzione del rapporto tra Si
e Al. Siccome il cat è poroso e con siti, l'attività dipenderà anche dalla % di acqua, perchè
potrebbe andare ad occupare i siti riducendone l'attività oppure influirà con lo scambio
protonico. La porosità è una caratteristica importante, poiché attraverso questi deve passare
la carica con le sue molecole.
Nel suo insieme il cat è un acido di Bronsted => è soggetto ad avvelenamento da parte di basi:
bisogna raffinare la carica, eliminando N e S che inquinerebbero il cat. Il pretrattamento della
carica può essere uno svantaggio (non c'è nel cracking termico). Operiamo comunque ad alte T,
poiché le reaz coinvolte sono per la maggior parte endotermiche => bisogna analizzare la
stabilità del cat ad alte T, il cat deve anche poter essere separato dai prodotti => cat solido.
Alta porosità per avere un buon contatto con la carica. 8
Per tutto ciò gli alluminosilicati sono adatti, e presentano un'elevata acidità anche alle alte T
(500°C).
Esempi di alluminosilicati naturali argille, montmorrilloniti; argille a 3 strati: strati
→
esterni di Si legato a O (4 Si legati a 6 O); strati interni con Al legato a O che può formare una
coppia ionica con gli H+, i quali danno l'acidità tipica per formare carbo+ intermedi. In un
altro tipo di struttura gli H+ potrebbero essere parzialmente sostituiti dagli Na+, ma ciò non è
un problema perché i cationi possono essere facilmente scaldati con una sufficiente e adeguata
quantità di umidità, garantendo l'attività acida del sito catalitico.
Si possono anche usare zeoliti naturali, ma anche sintetizzare delle zeoliti; queste sono sempre
alluminosilicati con cationi che formano una coppia ionica con Al; 'zeolite' significa 'pietra che
bolle' perché in origine si scoprì che questi materiali molto porosi quando riscaldati
emettevano vapore acqueo, poiché l'acqua si lega nei pori della zeolite e viene eliminita al
riscaldamente. La caratteristica delle zeoliti è la microporosità, legata alla possibilità di avere
uno scambio ionico: infatti i cationi presenti all'interno delle zeoliti possono essere scambiati
con i p+ tc si mantenga l'acidità dei siti catalitici.
Il diamentro del poro (~ 5 A) è sempre inferiore rispetto alla carica vera e propria. Gli atomi di
Al e Si rappresentano i vertici dei poliedri e gli atomi di O si trovano sui lati; il sito catalitico
attivo è all'interno del poro.
Zolite (sintetica o naturale) ha Na+, che dà scambio ionico con p+ tc si formi l'acido di
Bronsted; se sottoponiamo l'acido di Bronsted della Zeolite a disidratazione si ricava l'acido di
Lewis della Zeolite => continuo equilibrio tra siti acido di Bronsted e siti acidi di Lewis
all'interno della Zeolite – o le 2 situazioni distinte o l'alternanza. Comunque sia l'attività
catalitica è garantita.
Invecchiamento diminuzione dell'attività legata allo scorrere del tempo. Nel corso di più
→
cicli ripetuti l'attività va anturalmente diminuendo, perché può diminuire l'area superficiale o
aumentare la dimensione dei pori, diventando il cat sempre meno selettivo.
Avvelenamento l'attività decade rapidamente a causa di composti che avvelenano il cat. Si
→ avvelenamento temporaneo
può distinguere tra un (da sostanze carboniose – olefine possono
polimerizzare, nafteni aromatizzare, paraffine ciclizzare), a cui si può rimediare, e un
avvelenamento permanente.
L' avvelenamento temporaneo è da sostanze carboniose: olefine possono polimerizzare, nafteni
aromatizzare, paraffine ciclizzare dando sostanze carboniose viscose che possono ostruire il
cat. Ma queste sostanze possono essere eliminate per combustione rigenerando il cat – sono
sostanze carboniose che possono senza problemi essere bruciate e trasformate in monossido e
CO2. Il cat è acido, quindi tutte le sostanze che hanno N o S avvelenano il cat perché
neutralizzano i siti acidi.
Quando si bruciano i residui non si può andare ad alte T e per troppo tempo, per non
modificare la struttura del cat.
L'avvelenamento permanente è causato da vapore ad alta T, perché modifica irreversibilmente
la struttura del cat. Inoltre ci può essere avvelenamento da metalli pesanti, presenti nei
reattori: Ni, Fe, Va nel contempo catalizano anche le deidrogenazioni – che producono olefine 9
che possono polimerizzare ostruendo i pori dei s