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IL PARAMETRO A CHE SI DETERMINA DEVE ESSERE COMPRESO TRA
A < A < A
MIN MAX 37
XKE’ CURVE A RAGGIO VARIABILE ?
La necessità di raccordare gli elementi planimetrici con curvature differenti
tramite curve a raggio variabile (in particolare la clotoide) è dovuto a:
- CRITERIO DINAMICO: Limitare il contraccolpo c
- CRITERIO GEOMETRICO: consentire la graduale variazione della
pendenza trasversale della piattaforma
- CRITERIO OTTICO: migliorare la percezione della traiettoria del veicolo
in ingresso e uscita dalle curve circolari
RACCORDO RETTIFILO-CERCHIO
DETERMINAZIONE DI A
Noti: R raggio della curva circolare
• ΔR assegnato per tentativi (buona norma è ΔR ≈ 0,7-0,8 m e cmq tale che
• A < A < A )
MIN MAX
Si può ricavare
OTTENUTO A SI PROCEDE CON L’INDIVIDUAZIONE DELL’ORIGINE DELLA
CLOTOIDE:
Si trasla il rettifilo di ΔR, parallelamente a se stesso e verso l’esterno
• rispetto alla curva circolare
Si tira la parallela all’asse y (ortogonale al rettifilo) individuando E e G
• A partire dal punto G, per individuare l’origine O, si riporta lungo il rettifilo
• da raccordare un segmento di lunghezza
x = L/2
M
essendo L l’estensione totale dell’arco di clotoide che raccorda la curva
2 2
circolare e il rettifilo (dall’equazione della clotoide r*s=A L = A /R,
perché il punto di ascissa curvilinea s = L è il punto finale della clotoide
dove comincia la curva circolare a raggio costante R quindi per s = L si
ha r = R)
OTTENUTO COSI’ IL PUNTO INIZIALE DELLA CLOTOIDE BISOGNA TROVARE IL
PUNTO FINALE P DI ASCISSA CURVILINEA L (punto in cui la clotoide finisce e
comincia la curva circolare a raggio costante R) ATTRAVERSO LA
τ
DETERMINAZIONE DELL’ANGOLO E DEI VALORI DELLA TANGENTE LUNGA E
CORTA
Ricordando che: 38
• TANGENTE LUNGA
• TANGENTE CORTA
• COORDINATE CARTESIANE 39
Nel caso in cui, per vincoli di tracciato, non sia possibile lo spostamento dei lati
della poligonale d’asse, si procede alla determinazione della clotoide come
illustrato e successivamente si traslano la curva circolare e la clotoide della
quantità α
Δ=ΔR/sen
lungo la bisettrice dell’angolo di deviazione della poligonale d’asse
RACCORDO DI CURVE CIRCOLARI DI SENSO OPPOSTO
CLOTOIDE DI FLESSO
E’ detta clotoide di flesso il raccordo tra due archi di cerchio, esterni l’uno
all’altro, percorsi in senso opposto 40
E’ fissata la posizione di due archi di cerchio di raggio R e R (R >R ) posti a
1 2 1 2
una distanza D lungo la congiungente i centri M e M . Si vuole individuare la
1 2
linea formata da due archi di clotoidi tangenti nel punto O in cui R = ∞ (PUNTO
DI FLESSO) in grado di collegare i due cerchi. Generalmente i parametri A e A
1 2
sono uguali tra loro (A = A = A). Le lunghezze dei due archi di clotoide
1 2
costituenti la linea a S sono differenti secondo il raggio:
2
L = A /R
• 1 1
2
L = A /R
• 2 2
Essendo R >R L < L ovvero:
1 2 1 2
LA CLOTOIDE DI FLESSO PRESENTA SVILUPPO MAGGIORE PER IL RAGGIO
MINORE E VICEVERSA.
La ricerca del parametro A della clotoide di flesso può essere affrontata con
trattazione rigorosa o approssimata.
CLOTOIDE DI FLESSO: TRATTAZIONE RIGOROSA
Si consideri il sistema di assi cartesiani X e Y con origine nel punto di flesso O e
coincidenti, rispettivamente con la tangente comune agli archi di clotoide in O
e con la normale ad essa
L’ipotenusa del triangolo rettangolo M CM è:
1 2
M M = R + R + D
1 2 1 2
Mentre i cateti sono
M C = X +
2 M1
X M2
M C =
1
Y M1
+ Y M2
Si ha (M
M )
1 2
2 =
(M 2
2
C) +
2
(M C)
1
e quindi
(R +
1
2 2 2
R + D) = (X + X ) + (Y + Y ) [*]
2 M1 M2 M1 M2 41
Le coordinate dei centri M1 e M2 possono esprimersi in funzione degli angoli di
τ τ
deviazione e e delle coordinate dei punti terminali delle clotoidi P e P
1 2 1 2
Gli angoli di deviazione per i punti P1 e P2 sono
L’equazione [*] ha come unica incognita il parametro A e la soluzione (ottenuta
tramite calcolatore elettronico perché di difficile computazione) è del tipo
A = f(R ,R ,D)
1 2
Noto A è possibile tracciare i due archi costituenti la clotoide di flesso. 42
TRACCIARE LA CLOTOIDE DI FLESSO
ε
Se è l’angolo formato dalla congiungente i centri M M con le normali
1 2
condotte da tali centri all’asse X (M B e M U), dal triangolo rettangolo M TM
1 2 1 2
risulta: ε
Tracciando da M e M due rette inclinate di rispetto alla congiungente M M e
1 2 1 2
staccando su di esse i segmenti
M B = Y
1 M1
M U = Y
2 M2
Si individua l’asse X unendo i punti B e U così determinati.
IL PUNTO DI INCONTRO DELLE CLOTOIDI CON L’ ASSE X
IL PUNTO D FLESSO O
( ) dista X da B E X da U
M1 M2
CLOTOIDE DI FLESSO: TRATTAZIONE APPROSSIMATA
L’equazione [*] può essere risolta con
metodi approssimati come
l’ABACO DI OSTERLOCH
Fissati i raggi R e R e la distanza D tra i
1 2
cerchi è possibile individuare sull’abaco il
punto di coordinate (R /R ;D/R ) per cui il
2 1 1
valore A/R corrispondente alla curva
1
passante per esso consente il calcolo del
parametro A
A/R = cost. A = cost.*R
1 1 43
ANDAMENTO ALTIMETRICO DELL’ASSE STRADALE
Il tracciato altimetrico è costituito da una successione di LIVELLETTE (tratti a
pendenza costante) e di raccordi concavi (sacche) e convessi (dossi).
PENDENZE LIMITI ALL’AVVIAMENTO
La pendenza massima di una livelletta che un veicolo può superare partendo
da fermo, può ricavarsi dall’EQUAZIONE DELLA TRAZIONE
considero i segni + xkè marcia in salita e accelerazione
Quindi ricavo
Se
μ = 0 non siamo in curva
c 2
Trascuro la resistenza aerodinamica kSV 2
Considero un’accelerazione media alla partenza di dv/dt = 0,3-0,4 m/s
L’ordine di grandezza delle pendenze massime sarà:
• AUTOVETTURE i = 54%
max
• AUTOCARRI MEDI i = 18%
max
• AUTOARTICOLATI MEDI i = 10%
max
Ad ogni modo, le pendenze stradali sono notevolmente più basse per evitare:
in salita velocità troppo basse, elevati consumi e sforzi del motore
• in discesa elevato rischio di incidenti
•
DM 5/11/2001: VALORI LIMITE DI LIVELLETTA 44
STRADE A,B,D IN GALLERIA non superare la pendenza del 4% per contenere
emissioni di fumi e inquinanti 45
RACCORDI VERTICALI
Hanno 3 FUNZIONI:
• ELIMINARE LA DISCONTINUITA’ COSTITUITA DAL CAMBIAMENTO DI
LIVELLETTA
• AUMENTARE LA DISTANZA DI VISUALE LIBERA (sicurezza)
• MIGLIORARE L’ASPETTO ESTETICO DELLA VARIAZIONE DI PENDENZA
(proprieta’ ottiche del tracciato)
Le curve di raccordo verticale possono essere:
• CONCAVE SACCHE U
• CONVESSE DOSSI
Dato che i valori di i sono piccoli, possiamo considerare
1. lunghezze delle livellette e dei raccordi misurate sull’orizzontale
2. L’angolo formato da due livellette è pari alla differenza delle pendenze
alle quali viene convenzionalmente attribuito un SEGNO:
• + SALITA
• DISCESA 46
DM 5/11/2001
UN RACCORDO VERTICALE DEVE ESSERE REALIZZATO TRAMITE UN
ARCO DI PARABOLA AD ASSE VERTICALE
xkè consente l’applicazione graduale della forza centrifuga agente sul piano
verticale su tutti i veicoli che vi transitano.
Il parametro geometrico che definisce il raccordo parabolico è
R RAGGIO CERCHIO OSCULATORE NEL VERTICE DELLA PARABOLA
V
Il cerchio osculatore in un punto P ad una data curva è la posizione limite di un
0
cerchio passante per 3 punti P ,P,Q quando P e Q tendono entrambi al punto P
0 0
Assumendo come origine del sistema di assi cartesiani a cui è riferita la
parabola il punto iniziale del raccordo, cioè il punto di tangenza tra la prima
livelletta e la parabola, l’equazione si scrive:
2
y = ax + bx (c = 0 xkè passa per l’origine)
a < 0 per i raccordi convessi
a > 0 per i raccordi concavi 47
FORMULAZIONE ANALITICA DEL RACCORDO PARABOLICO
Siano
r e r livellette di progetto tangenti al raccordo parabolico nei punti T
• 1 2 1
e T 2
i e i pendenze delle due livellette in [%]
• 1 2
CONVENZIONE SUI SEGNI
Fissato il verso di percorrenza, si assume positiva la pendenza in salita e
negativa quella in discesa
Si può ricavare che
da cui si ottiene
LUNGHEZZA DEL RACCORDO PARABOLICO MISURATO
SULL’ORIZZONTALE (Δi viene preso in valore assoluto, in qst. caso)
Prendendo il SdR cartesiano con origine sul punto di tangenza T della livelletta
1
r 1
(le pendenze vanno prese con segno)
Il raccordo di lunghezza L si divide in due lunghezze uguali pari ad L/2
• rispetto al vertice V formato dalle due livellette;
Il vertice della parabola A non ha, ovviamente, la stessa ascissa del
• vertice V formato dalle due livellette. 48
TRACCIAMENTO RACCORDO PARABOLICO
Si calcola Δi = |i – i |
1. 1 2
Si calcola R (nel seguito)
2. v
Si calcola la lunghezza L del raccordo parabolico (proiezione orizzontale)
3. L = R *(Δi/100)
V
Si individua la posizione del punto di tangenza T e del suo simmetrico,
4. 1
rispetto all’asse del raccordo parabolico, T (mi sposto da V indietro di L/2
2
e trovo T sulla livelletta r oppure avanti di L/2 e trovo T sulla livelletta
1 1 2
r )
2
Si posiziona il SdR cartesiano con origine su T
5. 1
Si divide l’intervallo 0 < x < L (tra T e T ) in un numero di punti tanto
6. 1 2
maggiore quanto più preciso vuole essere il tracciamento
Si attribuisce ad ogni intervallo la sua ascissa x
7. 2
Si associa ad ogni x la y tramite y = [(i2 – i1)/(200*L)]*x + (i1/100)*x
8. Si traccia il raccordo per punti
9.
COORDINATE DEL PUNTO A VERTICE DELLA PARABOLA
FRECCIA 49
DOSSI: CALCOLO DI R V
Siano
R : raggio del cerchio osculatore nel vertice della parabola [m]
• V
D : distanza di visibilità da assicurare [m]. (arresto, sorpasso, cambio di
• corsia)
Dipende dal tipo di strada e dall’elemento del tracciato. Cmq lungo tutto
il tracciato deve sempre essere garantita la DISTANZA DI VISIBILITA&