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PROPRIETÀ OTTICHE E FISICHE
Le olivine sono soluzioni solide tra forsterite (Fo: Mg 2 [SiO 4 ]) e fayalite (Fa: Fe 2 [SiO 4 ]). I termini della
serie, suddivisi sulla base del contenuto in forsterite, sono: forsterite (Fo=100–90%), crisolito (Fo=90–70%),
hyalosiderite (Fo=70–50%), hortonolite (Fo=50–30%), ferrohortonolite (Fo=30–10%), fayalite (Fo=10–0%).
Birifrangente biassica i suoi indici di rifrazione principali, per i due termini estremi, sono:
α = 1,635 – 1,827
β = 1,651 – 1,869
γ = 1,670 – 1,879
Presenta birifrangenza massima ∆= 0,035 – 0,052.
Colore: generalmente incolore. I termini molto ferriferi hanno colore giallino e possono mostrare un
leggero pleocroismo.
Abito: prismatico tozzo, spesso rotondeggianti e attraversati da fratture. Negli individui euedrali presenta
spesso sezioni a contorno esagonale leggermente allungato (Figura 138).
Rilievo: alto, specialmente nei termini ferriferi.
Sfaldatura: imperfetta secondo (100) e (010) spesso non visibile. Comuni le fratture.
Birifrangenza: alta con colori di interferenza del 2° e 3° ordine.
Estinzione: parallela alle eventuali tracce di sfaldatura o alle bisettrici dell’angolo acuto dell’esagono (Figura
138).
Geminazione: raramente osservabile.
Figura di interferenza: l’angolo 2V degli assi ottici varia notevolmente al variare del contenuto in fayalite
passando dal valore di 2V γ = 82° per la forsterite al valore di 2V γ = 134° (2V α = 46°) per la Fayalite.
L’inversione del segno ottico da positivo a negativo si realizza a tenori di fayalite intorno al 15%.
≅
Considerato che i termini più comuni delle olivine hanno angolo 2V 90°, la figura d’interferenza sarà ben
osservabile in sezioni circa ortogonali all’A.O. (a bassa birifrangenza 115 ), in questi casi, essa sarà data da
una sola isogira che resta rettilinea o si incurva leggermente al ruotare del piatto del microscopio (la
determinazione del segno ottico può essere difficoltosa ed ambigua).
Alterazione: l’olivina è molto sensibile all’alterazione in ambiente superficiale, idrotermale e di basso grado
metamorfico. I prodotti secondari più tipici sono serpentino, iddingsite, bowlingite, anfiboli (pilite). Le
trasformazioni secondarie iniziano tipicamente lungo le fratture e i bordi e possono portare alla
sostituzione completa dei cristalli. L’iddingsite è una sostanza formata da clorite e ossidi e idrossidi di ferro,
ha colore rosso-marrone ed è tipica di rocce vulcaniche. La bowlingite ha colore verde ed è costituita
essenzialmente da clorite, smectite, miche, talco, quarzo. I prodotti dell’alterazione pilitica sono costituiti
da minuti cristalli fibrosi di anfibolo tremolitico- actinolitici.
Caratteristiche diagnostiche: il rilievo alto, gli elevati colori di interferenza, l’assenza o scarsità di tracce di
sfaldatura, la presenza di fratture irregolari, l’estinzione parallela rispetto all’eventuale allungamento o
sfaldature e l’ampio 2V a segno ottico variabile.
Considerata l’alta birifrangenza massima presentata dall’olivina, una sezione circa ortogonale all’A.O. potrà
presentare colori d’interferenza anche eccedenti il bianco del 1° ordine sino al giallo chiaro del 1° ordine.
PARAGENESI
L’olivina forsteritica è un minerale fondamentale di rocce ultramafiche quali peridotiti, duniti, pirosseniti e
di rocce basiche quali basalti, gabbri. Nelle rocce ultramafiche l’olivina presenta un elevato contenuto in
forsterite generalmente compreso tra 92-85% circa, mentre nelle rocce mafiche le variazioni composizionali
sono tipicamente Fo= 85-50% circa. I termini magnesiaci delle olivine sono sotto-saturi in silice e non si
trovano mai in paragenesi con silice libera, con la quale reagiscono per dare enstatite secondo la reazione:
Mg SiO + SiO = Mg [SiO ] . I termini ferriferi, invece, sono comunemente presenti in rocce acide
2 4 2 2 3 2
soprasature in silice di natura peralcalina. L’olivina, spesso con composizione forsteritica pura, si rinviene
anche come prodotto di termometamorfismo di calcari e dolomie impuri. In molte rocce basiche di terreni
metamorfici di alto grado, l'olivina è circondata da un certo numero di involucri successivi che sono
costituiti da varie combinazioni di ortopirosseno, clinopirosseno, spinello, anfibolo e granato. Descritti
come corone, bordi di reazione, mantelli di corrosione e bordature chelifitiche questi involucri si formano in
condizioni di solidus durante il raffreddamento, a partire dalle temperature ignee, purché la pressione si
mantenga relativamente alta, oppure quando il termine forsteritico reagisce perché diventa instabile
trovandosi in un fuso ricco in silice formando pirosseno tramite la reazione: Mg SiO + SiO = Mg Si O
2 4 2 2 2 6
ZIRCONE - Zr[SiO ]
4
È un nesosilicato dove i tetraedri SiO sono isolati e collegati fra loro da atomi di Zr in coordinazione cubica,
4
è caratterizzato da una lucentezza adamantina e da una grande varietà di colori che lo rendono
particolarmente adatto per l'impegno gemmologico. Può essere ritrovato in tutti e 3 i tipi di rocce per via
della sua resistenza all'alterazione. Nella struttura sono stati individuati più di 50 elementi tra cui U e Th,
molto utili per le datazioni radiometriche.
TITANITE o SFENE – CaTi[SiO ](O, OH, F)
4
È un minerale accessorio in rocce magmatiche e metamorfiche, contiene U e Th e può essere utilizzato per
datazioni U-Th-Pb.
GRUPPO DEI GRANATI
I minerali del gruppo dei granati sono caratteristici delle rocce metamorfiche, ma sono anche presenti in
alcuni tipi di rocce ignee e nei sedimenti come granuli detritici. Il gruppo è suddiviso nelle specie sotto
elencate, che rappresentano i termini puri delle diverse serie isomorfe. Un granato che corrisponde
esattamente per composizione a uno dei termini puri è comunque raro; perciò il nome è assegnato in
funzione del tipo “molecolare” predominante presente. I graniti possono essere suddivisi in due serie:
PIRALSPITE: Piropo – Almandino – Spessartina
UGRANDITE: Uvarovite – Grossularia – Andradite
Tra piralspite e ugrandite c'è una variazione piuttosto completa e continua di composizione. Cristallizzano
nel sistema cubico.
Formule: 3[8]
X Y (SiO ) dove: X = Ca, Fe, Mg
3 2 4 3 2[6]
Y = Al, Fe, Cr
Possiamo dividere quindi i granati per le caratteristiche in:
PIRALSPITE = sono dei GRANATI ALLUMINIFERI dove Al occupa il sito di coordinazione Y:
PIROPO = Mg Al Si O
3 2 3 12
ALMANDINO = Fe Al Si O
3 2 3 12
SPESSARTINA = Mn Al Si O
3 2 3 12
UGRANDITE = sono dei GRANATI CALCICI dove Ca occupa il sito di coordinazione X:
GROSSULARIA = Ca Al Si O
3 2 3 12
3+
ANDRADITE = Ca (Fe , Ti) Si O
3 2 3 12
UVAROVITE = Ca Cr Si O
3 2 3 12
STRUTTURA
La cella elementare dei granati contiene 8 unità di formula X Y Z O . La struttura consiste di tetraedri ZO
3 2 3 12 4
alternati a ottaedri YO che condividono i vertici in modo da formare un'impalcatura tridimensionale.
6
All'interno di questa impalcatura si trovano cavità che possono essere descritte come cubi distorti formati
da 8 ossigeni che contengono al centro gli ioni X. La lunghezza del parametro di cella nel gruppo dei graniti
è di considerevole importanza come carattere diagnostico e può essere ottenuto facilmente.
BLU=Si; VIOLA=Y; CELESTE=X;
CHIMICA
Granati della specie PIROPO che contengono più dell'80% della molecola piropo sono rari; il piropo tipico
delle rocce di alto grado metamorfico contiene intorno al 40-70% di questa molecola (ma nel Massicci delle
Alpi Italiane sono stati rinvenuti piropi pressoché puri: > 98,5%): le altre componenti sono principalmente
almandino e grossularia. Granati piropo contenenti Cr O pari al 3-8% sono abbastanza comuni. Molti di
2 3
questi granati hanno tonalità di colore caratterista sul viola verdastro o porpora; il fatto che comunemente
siano associati con Kimberliti contenenti diamante giustifica il nome di cromo-piropo dato a questa varietà.
Variazioni retrograde di pressione e temperatura coinvolgenti il piropo possono causarne la
decomposizione in un miscuglio di orneblenda, plagioclasio e magnetite, che assume talvolta la forma di un
concrescimento chelifitico verde chiaro.
L'ALMANDINO è la specie più comune del gruppo dei granati. I granati almandinici contengono
generalmente quantità apprezzabili sia della “molecola” piropo sia di quella spessartina e possono
contenere anche importanti tenori della “molecola” grossularia. Un comune prodotto di alterazione
dell'almandino è la clorite.
Le SPESSARTITE hanno un esteso intervallo composizionale, che va da approssimativamente, 97% di
“molecola” spessartinica in giù; il sostituente principale è l'almandino ma si trovano anche spessartine con
un sensibile contenuto di grossularia ed è evidente che a pressione moderate c'è una miscibilità
virtualmente completa tra questi due termini puri.
La GROSSULARIA può essere di composizione anche molto vicina a quella del termine puro; altrimenti la
“molecola” sostituente predominante è l'andandite, con la quale forma una serie continua. Molti granati di
colore verde a causa della presenza di cromo sono chiamati uvaroviti, mentre in realtà il loro contenuto in
cromo è relativamente basso e si tratta di grossularie cromifere.
ANDRADITI che contengono più del 90% di molecola andraditica sono piuttosto comuni. La principale
soluzione solida, comunque, è quella andradite-grossularia; molte andraditi di skarn mostrano zonature
composizionale (e di colore). Sono noti anche granati di composizione intermedia tra andraditi e
spessartina. Le andraditi di origine primaria delle rocce ignee alcaline possono contenere quantità
apprezzabili di titanio. Evidenze strutturali e sperimentali indicano che il Ti è principalmente situato nei siti
3+
ottaedrici a sostituire il Fe , poiché l'ordine di preferenza relativa di occupazione del sito tetraedrico (in
parziale sostituzione del Si) deve essere Al>Fe>Ti. Il nome MELANITE è stato usato per le varietà titanifere
3+ 3+
di andradite con Fe >Ti in posizione ottaedrica, mentre quelle con Fe <T in questa posizione sono
denominate SCHORLOMITI.
L'UVAROVITE è uno dei termini puri della serie ugranditica, ma i granati con questa “molecola” uvarovitica
predominante sono relativamente rari. Principalmente è la “molecola” grossularia, con minori quantità di
andradite, che entra in soluzione solida con l