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CITOMEGALOVIRUS
Il citomegalovirus (CMV) è riconosciuto come un importante patogeno per tutte le classi di età. Oltre a causare gravi difetti alla nascita,
il CMV è responsabile di tutta una serie di patologie in adolescenti e adulti, che vanno da un'infezione subclinica asintomatica alla
sindrome mononucleosica in soggetti altrimenti sani e alla malattia disseminata nell'ospite immunocompromesso.
Il CMV appartiene al gruppo dei β-herpes virus, ha DNA a doppia elica) quattro rnRNA, un capside proteico e un involucro
lipoproteico. Il CMV possiede una simmetria icosaedrica, si moltiplica nel nucleo cellulare e determina un'infezione litica e produttiva
o latente.
Epidemiologia.
Il CMV ha una distribuzione ubiquitaria. La vita comunitaria e la scarsa igiene personale facilitano una diffusione precoce del virus.
Le infezioni perinatali e in tenera età sono frequenti. Il CMV può essere presente nel latte materno, nella saliva, nelle feci e nelle urine.
La trasmissione è stata dimostrata tra i bambini che frequentano gli asili nido ed è stato riportato un caso di infezione trasmesso da un
bambino alla madre incinta e, di conseguenza, al feto.
Il CMV non viene facilmente trasmesso attraverso contatti casuali, mi richiede esposizioni intime ripetute o prolungate. Spesso la
trasmissione del CMV, negli adolescenti e nei giovani adulti, si verifica per via sessuale ed è frequente lo stato di portatore asintomatico
del virus nelle secrezioni cervicali o nel liquido seminale.
L'individuo, una volta infettatosi, rimane generalmente portatore del virus per tutta la vita. L'infezione normalmente rimane latente.
Tuttavia, una sindrome clinica legata alla riattivazione del CMV è frequente quando è compromessa l'immunità legata ai linfociti T,
per esempio dopo un trapianto d'organo o in presenza di neoplasie del tessuto linfatico e di alcune forme di immunodeficienza acquisita.
Patogenesi.
L'infezione connatale da CMV può conseguire a un'infezione primaria o a una riattivazione dell'infezione nella madre. tuttavia, la
malattia clinica del feto o del neonato è quasi esclusivamente legata a infezioni materne primarie. fattori che determinano la gravità
delle infezioni connatali sono sconosciuti.
L'infezione primaria nell'adolescente e nel giovane adulto è spesso associata a una vivace risposta dei linfociti T che può contribuire
allo sviluppo . di una sindrome mononucleosica simile a quella che si osserva nell'infezione da EBV. La caratteristica principale di
queste infezioni è la comparsa di linfociti atipici nel sangue periferico; queste cellule sono in predominanza linfociti T attivati CD8+.
Una volta acquisita l'infezione, il CMV persiste indefinitamente nei tessuti dell'ospite. I siti di infezione persistente probabilmente
includono molti tipi di cellule e svariati organi. Se la risposta T -cellulare dell'ospite declina per malattie o per immunocompromissione
iatrogena) il virus latente può riattivarsi causando varie sindromi.
Anatomia patologica.
Le cellule citomegaliche in vivo sono cellule epiteliali infettate. Esse sono da due a quattro volte più grandi di quelle che le circondano
e spesso contengono un'inclusione intranucleare posta eccentricamente e coni tornata da un alone chiaro, che le conferisce un aspetto
a "occhio di civetta" o "di pernice". possono inoltre essere evidenziate occasionalmente inelusioni granulari citoplasmatiche più piccole.
Le cellule citomegaliche si possono ritrovare in molti organi:. come le ghiandole salivari, il polmone, il fegato, i reni, l'intestino, il
pancreas, i surreni e il sistema nervoso centrale.
Clinica.
• Infezioni congenite. Petecchie, epatosplenomegalia e ittero sono le manifestazioni patologiche più comuni. 1icrocefalia con
o senza calcificazioni, ritardo di crescita il1tauterina e prematurità si osservano nel 30- 50% dei pazienti. La prognosi dei
bambini più gravemente infettati è severa, con percentuali di letalità del 20-30%, e alcuni di quelli che sopravvivono vanno
incontro ad alterazioni dell'udito o deficit intellettivi più avanti nel corso dell'infanzia.
• Infezioni perinatali. Il neonato può contrarre l'infezione ci momento della nascita, durante il passaggio nel canale del parto,
per contatto postnatale con latte materno o altre secrezioni. ?uò anche verificarsi una trasmissione iatrogena attraverso
trasfusioni. La maggior parte dei bambini infettati al momento o dopo la nascita rimane asintomatica.
• Mononucleosi. La più comune manifestazione dell'infezione da CMV è una sindrome mononucleosica con assenza di
anticorpi etero fili. Può insorgere spontaneamente o dopo trasfusione di emoderivati contenerti leucociti. Sono più spesso
interessati i giovani adulti sessualmente attivi. Clinicamente troviamo: febbre elevata e protratta, talvolta accompagnata da
brividi, astenia e malessere; sono frequenti le mialgie, la cefalea e la splenomegalia, mentre rispetto alla mononucleosi
infettiva da EBV sono rare la faringite essudativa e la linfoadenopatia cervicale. La maggior parte dei pazienti guarisce senza
sequele, sebbene possa lamentare un astenia postvirale per mesi.
• Infezioni nel pz immunocompromesso. Le sindromi da CMV nell'ospite immunocompromesso spesso esordiscono con
febbre protratta, malessere, anoressia, astenia, sudo razioni notturne e . artralgie o mialgie. Durante questi episodi si possono
osservare alterazioni della funzionalità epatica, leucopenia, trombocitopenia e linfocitosi atipica. Il CMV è il più frequente e
il più importante agente patogeno virale che complica i trapianti d'organo. Nei riceventi di trapianto il CMV può causare una
varietà di sindromi comprendenti febbre, leucopenia, epatite, polmonite, colite e retinite. Il periodo di massimo rischio cade
tra il primo e il quarto mese dopo il trapianto, sebbene la retinite rappresenti spesso una complicanza tardiva. L'organo
trapiantato è un ber$aglio particolarmente vulnerabile all'infezione da CMV. La polmonite da CMV si verifica nel 15-20%
dei riceventi di trapianto di midollo osseo; la letalità è dell'84-88% nonostante il rischio di malattia grave sia ridotto dalla
profilassi o da un trattamento preventivo con farmaci antivirali. Il CMV è un importante patogeno per i pazienti con infezione
da HIV in fa;e avanzata nei quali causa frequentemente retinite o malattia disseminata, in particolare quando i linfociti T
CD4+ circolanti scendono al di sotto di 50-100 cellule/µl. Il coinvolgimento gastrointestinale da CMV p1L(. essere
localizzato o esteso e interessa quasi esclusivamente l'ospite immunocompromesso. Le ulcere dell'esofago, dello stomaco,
dell'intestino tenue o del colon possono causare sanguinamento o perforazione.