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TIPI DI ISOMERI

Luce polarizzata nel piano: se si inserisce una soluzione di un composto in una cella e si fa passare un singolo raggio di luce polarizzata, si vede che se la molecola non è dotata di enantiomeria il raggio polarizzato segue la stessa direzione spazio dall'inizio alla fine senza variazione di angolo di deviazione; mentre le sostanze che deviano il piano della luce polarizzata sono sostanze otticamente attive (glucosio, nicotina, saccarosio).

Si hanno due tipi di attività:

  • Destrogiro (+)
  • Levogiro (-)

La rotazione specifica si esprime così:

Gli enantiomeri ruotano il piano della luce polarizzata dello stesso valore con segno opposto. Tutte le proprietà fisiche tra enantiomeri sono identiche ma varia solo il segno di rotazione, uno + e uno -. Chi ruota verso destra sarà chiamato levogiro ed è positivo mentre verso sinistra ed è meno.

Quando è presente una miscela che mantiene due enantiomeri nella stessa

quantitàmiscela racemica:si tratta di una ha un potere ottico pari a 0. L’effetto di ognimolecola sarà annullato da quello del suo enantiomero.Ci sono però molecole che presentano 2 stereocentri che prendono il nome didiastereoisomeri.Esercizio: trovare stereoisomeri di una molecola.ISOMERO MESO = possiede un piano di simmetria e la sua immagine speculare èidentica all’immagine di origine.LA REATTIVITA’Si muove da un concetto secondo cui diverse strutture molecolari possonocombinarsi per formarne un’altra o ad esempio separarsi nelle sue componenti oformare delle combinazioni diverse.Centro o sito reattivo: un atomo o più atomi di una molecola che hanno un elettronespaiato o una carica elettronica -> sono responsabili della formazione di legami.In natura specie reattive libere sono strutture molto rari; esistono due concetti che cipermettono di individuare la formazione di specie reattive: la fotochimica e la rotturadeilegami.Per quanto riguarda la seconda abbiamo due possibilità di rompere i legami:

  1. Rottura omolitica:
    1. i due atomi si prendono un elettrone a testa per ogni coppia. Questa distribuzione è indicata dalle frecce con semi punta. Si formano Radicali.
  2. Rottura eterolitica:
    1. uno dei due atomi (quello più elettronegativo) si prende l’intera coppia d elettroni. Questa distribuzione è indicata dalla freccia con punta completa. Si formano quindi due specie cariche, ovvero ioni.

E’ ovvio che formare un legame rilascia energia, al contrario rompere un legame richiede energia che può essere di diverso tipo luce, calore, etc. La rottura eterolitica (>100 kcal/mol) richiede una quantità maggiore di energia rispetto a quella omolitica (30-60 kcal/mol) perché porta alla formazione di due specie che per equilibrio dinamico tenderebbero ad essere unite, quindi serve più energia per.

Le formule limite (o di risonanza) non sono tutte uguali. Maggiore è infatti il numero di legami ed atomi in stato di ottetto, maggiore è la stabilità della formula limite. Inoltre le formule limite con separazione di carica sono meno stabili.

Anione carbonato. Quali sono le specie reattive?

  1. Radicali: specie elettricamente neutre.
  2. Carbocationi: specie cariche positivamente (elettrofili).
  3. Carboanioni: specie cariche negativamente (nucleofili).
  4. Carbeni

I radicali possono essere generati da radiazioni, raggi UV, inquinamento, fumo, stress, cattiva alimentazione, alcol che hanno delle conseguenze fisiologiche severe. I radicali si formano per rottura omolitica di un legame e sono specie nelle quali è presente un elettrone spaiato che è quindi disponibile per formare un legame semplice; avendo l'ottetto incompleto sono elettron-deficienti. Esistono tre tipi di radicali: primario, secondario e terziario. Presentano una geometria

trigonale planare, ibridazione sp2 con angoli di 120° e l'unico elettrone spaiato sarà localizzato sull'orbitale 2p perpendicolare al piano individuato dai tre atomi di idrogeno. I radicali possono essere stabilizzati per risonanza: i gruppi alchilici stabilizzano i radicali e la risonanza stabilizza i radicali. I carbocationi si formano per rottura eterolitica di un legame, a differenza dei radicali l'orbitale p non ibrido è vuoto (ibridazione sp2). I carbocationi si stabilizzano per risonanza ma anche in presenza di eteroatomi. La stabilità è identica a quella dei radicali, quindi sia i gruppi alchilici che la risonanza stabilizzano i carbocationi. I carboanioni si formano per rottura eterolitica di un legame; presentano una geometria tetraedrica con ibridazione sp3. I carboanioni si trovano solo in solventi protici (che non possono fornire un protone). Ma è importante sapere che se i carboanioni si stabilizzano per risonanza cambiano.

ibridazione in sp2. Sono strutture molto instabili e necessitano di un controione; a differenza dei primidue sono destabilizzate dai gruppi alchilici e stabilizzati invece dai gruppi elettron-attrattori REAZIONI CHIMICHE Si possono formare e rompere legami durante le reazioni chimiche. I. Un singolo passaggio: A + B -> C + D II. Più passaggi: A + B1 + B2 -> C + D Primo step: A + B -> X Secondo step: X + B2 -> C + D Dove X = specie intermedia (radicale, carboanione, etc.) Termochimica Ogni specie inoltre presenta una sua energia interna (E) dovuta ai suoi legami chimici. Minore è l'energia più stabile sarà la specie. Più forti sono i legami (>energia di legame) più la molecola è stabile. Ogni reazione chimica può quindi essere vista come un processo in cui si rompono dei legami con aumento dell'energia potenziale (e che richiede di fornire energia al sistema) seguito dalla formazione di nuovi legami con

diminuzionedell'energia potenziale(che libera energia):In una reazione esotermica: siha il rilascio di energia (energiadi reazione) e sonogeneralmente delle reazionispontanee.In una reazione endotermica: siha la necessità di energia e sono generalmente reazioni non spontanee.Per superare questa barriera è necessario fornire energia e la sua componentequantitativa dipende da quanto è grande l'energia di attivazione.Il perché esiste questa barriera è che per far avvenire una reazione dobbiamorompere i legami per crearne d nuovi. All'inizio di questo processo prevale l'effettoenergetico della rottura dei legami e quindi l'energia potenziale sale. In seguitoprevale l'effetto stabilizzante dovuto alla formazione dei nuovi legami e quindil'energia potenziale scende.Il punto di svolta di questo processo è detto stato di transizione al quale corrispondeuna ben definita struttura di transizione (TS). Questo

  1. Il processo si ripete ad ogni passo della reazione (specie stabile - TS - specie stabile).
  2. I catalizzatori:
    • Abbassano l'energia di attivazione.
    • Aumentano la velocità di reazione.
  3. Inoltre rendono più efficace un reagente e modificano il meccanismo.
  4. I catalizzatori in natura sono gli enzimi.
  5. Fotochimica: quanto visto a proposito dei profili energetici di reazione è stato applicato a reazioni che coinvolgono specie che sono tutte (reagenti, intermedi, TS, prodotti) nel loro stato fondamentale. Ed è inoltre noto che numerosi processi avvengono nello STATO ECCITATO.
  6. Stato eccitato = ha una struttura elettronica diversa dallo stato fondamentale. Viene ottenuto attraverso l'assorbimento di energia sotto forma di luce (eccitazione) con una precisa energia data dalla formula: dove v corrisponde a c/ lamda ovvero la lunghezza d'onda della radiazione.
  7. Classificazione delle reazioni:
    • Le reazioni organiche si possono classificare in diversi modi ed il più

importante è basato su CAMBIAMENTO STRUTTURALE (spostamento di atomi o gruppi) ed ELETTRONICO (formazione e rottura di legami tra atomi e/o frammenti).

a. Reazioni di sostituzione:

b. Reazioni di addizione:

c. Reazioni di eliminazione:

d. Reazioni di riarrangiamento o migrazione:

Altre tipologie di classificazione:

  • Ioniche: sono coinvolte specie cariche
  • Radicaliche: sono coinvolti radicali
  • Termiche: l'energia è fornita come calore ed si ha uno stato fondamentale
  • Fotochimiche: l'energia è fornita come luce e si ha uno stato eccitato
  • In base allo stato di aggregazione: fase gas, fase liquida, fase omogenea, fase eterogenea
  • In base all'energia di attivazione: catalizzate e non catalizzate

REAZIONI DEGLI ALCANIGli alcani sono specie chimiche molto poco reattive e per tale proprietà sono detti "paraffine"; data la presenza di soli legami sigma o quasi apolari gli alcani mostrano una scarsa reattività: non reagiscono né con

acidi o basi né con specie elettrofile o nucleofile. Reazione di sostituzione radicalica: Consideriamo una reazione qualsiasi di sostituzione. Affinché avvenga questa generica reazione bisogna rompere prima il legame C-H, il che richiede molta energia. La reazione infatti è endotermica e difficilmente si realizza. Ma in condizioni opportune e secondo un particolare tipo di reazione, però, gli alcani possono reagire. Più esattamente si è osservato che: a. CH4 + Cl2 in condizioni al buio non si evidenzia nessuna reazione b. CH4 + Cl2 alla luce otteniamo CH3Cl + HCl Da questa reazione si è formato l'alcano clorurato, nel caso specifico il clorometano. La stessa reazione si avrà trattando qualsiasi alcano con un alogeno che sia alogenazione (Cl, F, Br). Queste reazioni sono chiamate reazioni di alogenazione. Reazione di combustione: È una reazione radicalica con meccanismo complesso. L'ossidazione porta inizialmente alla formazione di CO2 che

poiviene ossidato -> motivo per cui monossido di carbonio è così tossico.

REATTIVITÀ DEGLI ALCHENI

Idrogenazione degli alcheni: trasforma un alchene in un alcano; la reattività degli alcheni è dovuto ad un eccesso di carica elettronica conferito costituzionalmente dal legame π greco. È una reazione esotermica ma che necessita di un catalizzatore come Ni, Pt, Pd/C.

Il motivo di ciò è che guardando le entalpie vediamo che gli isomeri presentano una maggiore stabilità. Ma è evidente che il passaggio da alchene ad alcano è il più efficiente in termini energetici.

Isomerizzazione degli alcheni: sa

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Publisher
A.A. 2021-2022
74 pagine
SSD Scienze chimiche CHIM/06 Chimica organica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher RoriV di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Chimica organica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Pace Vittorio.