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L’
2.3 organizzazione degli elementi
Il numero di elementi esistenti è elevato. Imparare le proprietà è reso più semplice dal fatto
che disponendo gli elementi nell’ ordine dei relativi numeri atomici e secondo righe di una certa
lunghezza, danno luogo a famiglie che esibiscono un andamento regolare delle proprietà.
La disposizione degli elementi che evidenzia le correlazioni familiari è detta tavola periodica.
Le sue colonne sono dette gruppi; le colonne più alte sono i gruppi principali. Le righe
alto verso il basso.
sono dette periodi e vengono numerate dall’ Le quattro regioni della tavola
sono dette blocchi e si designano con s , p, d, f.
Ad eccezione degli elementi del gruppo dodici, i componenti il blocco “d” sono detti
I componenti del blocco “f” sono i cosiddetti metalli di transizione
metalli di transizione.
interna. La riga superiore di questo blocco, che segue il lantanio nel periodo sei, è costituita dai
lantanidi e la riga inferiore comprende gli attinidi.
Una parte dei gruppi principali, è caratterizzata dal fatto che gli elementi del primo gruppo
–
sono detti metalli alcalini. Si parla di metalli alcalino terrosi riferendosi agli elementi calcio,
stronzio e bario del gruppo due. Essi manifestano molte proprietà di quelli del gruppo uno, ma
le loro reazioni sono meno violente. 15
Alla destra della tavola (gruppo diciotto) ci sono i gas nobili: essi si combinano con
pochissimi elementi. Accanto ad essi si trovano i alogeni del gruppo diciassette: questi hanno
allo iodio. In cima alla tavola c’ è, da solo, l’idrogeno.
proprietà variabili regolarmente dal fluoro
Tutti gli elementi si classificano in metalli, non metalli e metalloidi. I metalli conducono
elettricità , manifestano lucentezza e sono duttili e malleabili; i non metalli non conducono
e non si presentano duttili e malleabili; i metalloidi hanno l’ aspetto e alcune proprietà
elettricità
dei metalli, ma si comportano come i non metalli.
2.4 La struttura elettronica e la tavola periodica
La tavola periodica è suddivisa nei blocchi s, p, d, f. Fanno eccezione due elementi.
rigore l’ elio appartiene al blocco s, ma compare nel blocco p. Le sue proprietà
A
riprendono quelle dei gas nobili del gruppo diciotto, piuttosto che quelle dei metalli del gruppo
due. L’ elio è collocato nel gruppo diciotto dato che ha lo stato di valenza completo.
L’ idrogeno possiede un solo elettrone s (e ciò lo associa al gruppo uno) e gli manca un
solo elettrone per raggiungere la configurazione dell’ elio.
I blocchi s e p individuano i gruppi principali della tavola periodica. Il motivo della
similitudine di proprietà che caratterizza gli elementi di un gruppo principale è insito nell’
analogia delle configurazioni elettroniche. Il numero del gruppo informa sul numero di elettroni
di valenza presenti.
Ogni nuovo periodo, corrisponde all’ occupazione di uno strato di numero quantico
principale superiore. Tutto ciò spiega la diversa lunghezza dei periodi. Si parte dal periodo uno
riempie l’ unico orbitale 1s. Il periodo due è associato
che è associato a due elementi nei quali si
a otto elementi che riempiono l’ orbitale 2s e i tre orbitali 2p con otto ulteriori elettroni. Nel
periodo tre si occupano gli orbitali 3s e 3p con otto elettroni ancora. Nel periodo quattro,
si collocano non solo gli otto elettroni degli orbitali 4s e 4p, ma anche i dieci elettroni degli
16
orbitali 3d. Gli elementi del periodo cinque portano con sé altri diciotto elettroni: si completano
progressivamente gli orbitali 5s, 4d, 5p. Nel periodo sei compaiono i quattordici elettroni dei
sette orbitali 4f, in modo che il totale degli elettroni è 32.
Fig. 2.1: Tavola periodica degli elementi.
Capitolo terzo
3.1 La termochimica
La termochimica è un aspetto della termodinamica che si occupa delle relazioni esistenti
tra reazioni chimiche e variazioni di Energia. Per Energia si intende la capacità di svolgere un
lavoro e/o scambiare calore. Nello studio della termochimica risultano interessanti gli scambi di 17
lavoro e calore nei sistemi chimici come ad es. il lavoro di compressione di un gas o il lavoro
necessario a separare un elettrone dal nucleo.
Esistono varie forme di Energia: l’ Energia cinetica è legata alla massa e alla velocità di un
l’ Energia potenziale esprime l’ entità del lavoro che un oggetto/molecola può
oggetto/molecola,
compiere in virtù della posizione relativa ad un altro oggetto. Tutte le altre forme di Energia si
possono ricondurre ad Energia cinetica e potenziale.
s’ intende ogni quantità di materia su cui si possa
Per sistema termodinamico effettuare un
osservazione macroscopica. Tutto ciò che è esterno al sistema è detto ambiente esterno.
Un sistema termodinamico può presentarsi come isolato (quando non scambia con l’ esterno né
materia né Energia), chiuso (quando non può scambiare materia, ma solo Energia), aperto (quando
scambia con l’ esterno sia materia che Energia).
La descrizione dello stato di un sistema termodinamico passa attraverso i valori del numero
di parametri (le variabili di stato: temperatura, pressione, composizione) che lo individuano
univocamente. I sistemi termodinamici sono tutti in equilibrio ossia le loro proprietà fisiche e
chimiche non variano nel tempo, congiuntamente ai valori delle variabili di stato che li
caratterizzano.
La termodinamica poggia essenzialmente su principi: il primo esprime l’ impossibilità
di creare o distruggere Energia (che quindi può solo mutare da una forma all’ altra), il secondo
esprime l’ impossibilità di trasformare integralmente il calore in lavoro. Applicando il primo
principio alle reazioni chimiche si parla di termochimica. Dall’ elaborazione di entrambi i principi
derivano i concetti essenziali che permettono di interpretare l’ andamento dei fenomeni chimici (e
cioè prevedere se una certa reazione può avere luogo spontaneamente o meno).
3.2 Primo principio della termodinamica
Il suo enunciato è il seguente: “L’ Energia si può convertire da una forma all’ altra, ma non
18
non si può creare né distruggere”: .
U è l’ Energia interna al sistema termodinamico, Q è il calore scambiato con l’ esterno, L è il
lavoro scambiato con l’ esterno. In U non si tiene conto del contenuto di Energia cinetica poiché l’
Energia interna è di tipo potenziale.
Non è possibile in generale calcolare con precisione l’ Energia potenziale. Ciò che si conosce
è , per un dato insieme di valori delle variabili di stato, la U del sistema. E’ interessante la
una trasformazione e non i valori assoluti dell’ Energia potenziale prima
variazione di U durante
e dopo una certa trasformazione.
Dalla prima legge, su menzionata, U risulta una funzione di stato: il suo valore dipende solo
dallo stato del sistema, non da come vi sia pervenuto.
In chimica interessa il lavoro di tipo elettrico e il lavoro meccanico fatto per espandere o
comprimere un gas. Si dimostra che il lavoro che accompagna l’ espansione di un gas (fatto con
l’ esterno, quindi negativo) se è costante vale: L = - P se V è il volume del gas.
A P = si ha che: + P = .
= .
La quantità prende il nome di Entalpia o calore di reazione
Anche H è una variabile di stato in quanto legata a U, P, V che lo sono. La variazione di Entalpia
∑ ∑
= .
in una reazione chimica vale:
Se trattasi di una reazione endotermica (calore assorbito) se trattasi di una
reazione esotermica (calore sviluppato).
3.3 Legge di Hess
Il fatto che l’ Entalpia è una funzione di stato consente di calcolare l’ Entalpia di una certa
reazione dalla conoscenza della variazione d’ Entalpia associata ad altre reazioni.
La legge di Hess dice che se una reazione procede attraverso una certa serie di passaggi 19
intermedi, il della reazione è la somma delle variazioni entalpiche dei passaggi singoli.
E’ possibile così calcolare il di un qualsiasi processo se conosciamo il dei singoli passaggi.
di un composto è l’ entità più importante nella
Il cosiddetto calore di formazione
termochimica. in una qualsiasi reazione dipende dalle condizioni di temperatura, pressione e
stato fisico dei reagenti e dei prodotti; si parla di entalpia standard quando la reazione ha
luogo con P = 1atm, T = 298 K ovvero in condizioni standard.
In tal modo, il calore (o l’ Entalpia) standard di formazione di un composto è la variazione di
Entalpia che accompagna la formazione di una mole di quella sostanza dai suoi elementi,
considerati tutti nel loro stato standard.
3.4 Calorimetria
Il valore di si calcola sperimentalmente misurando il flusso di calore associato alla
reazione a pressione costante. Questo flusso può produrre una variazione di temperatura di
alcune sostanze appositamente impiegate, consentendo quindi una misura sperimentale.
La misura del flusso termico si chiama calorimetria. La variazione di temperatura subita da
definita come l’
un corpo quando cede o assorbe calore è determinata dalla capacità termica
Energia richiesta per un aumento della sua temperatura di 1° C.
La capacità termica è data da C = se q è il calore totale scambiato e la variazione di
temperatura subita. Essa dipende dalla massa dell’ oggetto in esame e dalla sua composizione.
Si parla di calore specifico e di capacità termica molare rispettivamente riferendosi alla
capacità termica per un grammo di sostanza e alla capacità termica per una mole di sostanza.
–
Il calore specifico associato ad una delle tre forme : solido liquido - gassoso può variare
con la temperatura alla quale si misura, anche se tali perturbazioni sono di modesta entità.
20 Fig. 3.1: calori specifici di alcune sostanze.
Capitolo quarto
4.1 Legami chimici
Ogni sistema in natura tende a diminuire il proprio contenuto energetico. La tendenza di due
o più atomi, uguali o diversi, a formare legami spontaneamente comporta liberazione di Energia.
Si può scrivere: A + B→ Si definisce legame chimico la forza attrattiva che si
stabilisce tra due o più atomi, uguali o diversi, permettendo loro di unirsi per formare molecole o
aggregati cristallini. Lo studio dei legami chimici può essere condotto seguendo due teorie diverse.
La teoria del legame di valenza (Lewis)
La teoria dell’orbitale molecolare
La prima strada è meno rigorosa, ma è più utile perché permette d