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Elettronegatività: tendenza di un atomo ad attrarre a sé gli elettroni di legame.
Chimica Generale Pagina 15
Legame ionico e legame covalente
Per legarsi fra loro e formare delle molecole, gli atomi modificano la distribuzione degli elettroni
attorno al proprio nucleo.
Gli elettroni coinvolti nella formazione del legame sono quelli degli strati più esterni (guscio di
valenza).
Gli orbitali del guscio di valenza si ridistribuiscono secondo due principi:
• Legame ionico: cessione di elettroni da un atomo all'altro
• Legame covalente: condivisione di elettroni tra gli atomi
Regola dell'ottetto
Quando due o più atomi si legano tra di loro, ridistribuiscono gli elettroni del guscio di valenza in
modo che ogni atomo abbia nel suo guscio di valenza otto elettroni.
La regola dell'ottetto vale nel legame covalente
Gli atomi mettono in compartecipazione alcuni elettroni del guscio di valenza in modo che alla fine
del processo tutti gli atomi abbiano 8 elettroni nel guscio di valenza.
Ma non tutti gli atomi presenti in natura rispettano la regola dell'ottetto.
La distribuzione degli elettroni si modifica in modo che ad ogni atomo competa la configurazione
elettronica del guscio di valenza corrispondente a quella del gas nobile dello stesso periodo o del
periodo precedente.
La regola dell'ottetto vale nel legame ionico
Per chiudere lo strato esterno vengono ceduti/acquistati elettroni, in modo da raggiungere la
configurazione elettronica del gas nobile più vicino.
Legame ionico
Cessione di elettroni da un elemento ad un altro per dare origine a ioni (atomi o molecole non
elettricamente neutri).
cationi: ioni con carica positiva
anioni: ioni con carica negativa
L'elemento che si trova sulla sinistra della tavole periodica cede elettroni all'elemento che si trova
sulla destra, in modo da raggiungere la configurazione del gas nobile del periodo precedente.
Analisi energetica
Il processo si dice endotermico se produce energia di ionizzazione, esotermico se ha affinità
elettronica negativa.
Tutti i Sali che si ottengono combinando in rapporto un metallo alcalino e un alogeno sono
stabili: la loro formazione è esotermica.
Ogni anione attrae tutti i cationi che lo circondano e viceversa, ovvero esiste un'attrazione
elettrostatica tra cariche di segno opposto.
Energia di stabilizzazione elettrostatica = energia reticolare
La forza elettrostatica che si esercita tra due ioni è data dalla legge di Coulomb:
: distanza tra i centri degli ioni (dipende dalla loro dimensione)
: num. di cariche positive
: num. di cariche negative
Entrambe ed hanno valore negativo.
Maggiore è la carica degli ioni e minore la loro distanza, maggiore sarà l'attrazione.
Chimica Generale Pagina 16
Maggiore è la carica degli ioni e minore la loro distanza, maggiore sarà l'attrazione.
Percentuale di carattere ionico in un legame chimico
Per convenzione si è soliti riconoscere un legame ionico tra due atomi quando la differenza di
elettronegatività è maggiore di (percentuale di iocità circa ).
Si definisce elettronegatività (lettera greca "chi") la forza con cui un atomo attira a sé gli elettroni
condivisi.
Essa si riferisce quindi ad atomi legati ad altri atomi.
Se i due atomi hanno:
• Elettronegatività paragonabile: gli elettroni si localizzano in mezzo ai due atomi
• Elettronegatività diversa, ma non troppo: gli elettroni si localizzano in mezzo ai due atomi, ma
leggermente spostati verso quello più elettronegativo.
Proprietà del legame chimico
Lunghezza di legame: distanza media tra gli atomi coinvolti nel legame (Es. per due atomi di
idrogeno).
Decresce lungo il periodo ed aumenta in un gruppo all'aumentare del numero quantico
principale
Ordine di legame: numero di coppie di elettroni condivisi tra due atomi
Ad un maggior ordine di legame corrisponde una minore distanza di legame
Energia di legame: energia che si deve fornire a un legame per romperlo
Decresce all'aumentare del numero quantico principale
Ad un maggior ordine di legame corrisponde una maggiore energia di legame
Legame covalente: orbitali e teorie di legame
Teoria del legame di valenza (VB)
Un legame covalente deriva dalla sovrapposizione di due orbitali atomici, ciascuno contenente un
elettrone spaiato.
Si genera così un orbitale di legame localizzato tra i due atomi, in cui sarà contenuta la coppia di
elettroni di legame, condivisa tra i due atomi.
Teoria degli orbitali molecolari (MO(
Nella formazione di un legame covalente, gli orbitali atomici si combinano in modo da formare un
insieme di orbitali molecolari delocalizzati su tutta la molecola.
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insieme di orbitali molecolari delocalizzati su tutta la molecola.
La teoria del legame di valenza
A causa della sovrapposizione gli elettroni di legame avranno una maggiore probabilità di trovarsi
nella regione di spazio compresa tra i due atomi.
Infatti gli elettroni saranno simultaneamente attratti dai due nuclei. ).
Il legame covalente che risulta dalla sovrapposizione di due orbitali s è detto legame sigma (
La densità elettronica di un legame è maggiore lungo l'asse del legame.
Teoria dell'Ibridazione
Gli orbitali atomici s, p e d, possono "mescolarsi" per formare nuovi orbitali chiamati orbitali ibridi.
Nella formazione degli orbitali ibridi:
• Il numero di orbitali ibridi ottenuti è sempre uguale al numero degli orbitali atomici che si sono
combinati
• Gli orbitali ibridi sono diretti dall'atomo centrale verso gli atomi esterni in modo da
sovrapporsi meglio con i loro orbitali e formare legami più forti.
La teoria del legame di valenza: i legami multipli
Molte molecole presentano due o tre legami fra un coppia di atomi.
Un legame doppio si forma se si hanno 2 coppie di orbitali atomici che si sovrappongono e
corrispondentemente 2 coppie elettroniche.
Un legame triplo si forma se si hanno 3 coppie di orbitali atomici che si sovrappongono e
corrispondentemente 3 coppie di elettroni.
La teoria dell'orbitale molecolare
Gli orbitali atomici puri s e p degli atomi all'interno di una molecola si combinano per formare
orbitali che sono diffusi, o delocalizzati, su parecchi atomi o al limite su tutta la molecola.
Questi nuovi orbitali prendono il nome di orbitali molecolari.
Primo principio
Gli orbitali molecolari si ottengono mediante combinazione lineare delle funzioni d'onda associate
agli orbitali atomici.
Il numero di orbitali prodotti è sempre uguale al numero degli orbitali atomici messi in gioco dagli
atomi coinvolti.
Secondo principio
L'orbitale molecolare legante è più basso in energia degli orbitali da cui deriva, mentre l'orbitale
Chimica Generale Pagina 18
L'orbitale molecolare legante è più basso in energia degli orbitali da cui deriva, mentre l'orbitale
molecolare antilegante è più elevato
Terzo principio
Gli elettroni della molecola vengono assegnati ad orbitali di energia via via crescente in accordo con
il Principio di Pauli e la regola di Hund.
Quarto principio
La combinazione degli orbitali atomici per formare orbitali molecolari è più efficiente se gli orbitali
che si combinano hanno energie simili.
La teoria degli orbitali molecolari riesce a spiegare correttamente sia l'ordine di legame che il
comportamento paramagnetico della molecola di ossigeno.
Le sostanze paramagnetiche sono attratte da un campo magnetico esterno (presenza di elettroni
spaiati), invece le sostanze diamagnetiche sono respinte (tutti gli elettroni sono accoppiati).
VSEPR : Valence Shell Electron Pair Repulsion
La geometria del sistema è controllata dalla repulsione che si realizza fra gli elettroni del guscio di
valenza dell'atomo centrale: essi si disporranno nello spazio in modo da essere il più lontano
possibile gli uni dagli altri.
Geometria dei legami
Il numero sterico per l'atomo centrale è la somma tra il numero di atomi legati a esso e il numero
delle sue coppie di elettroni non implicati in legami.
Chimica Generale Pagina 19
Interazioni intermolecolari
Nei gas le forze di interazione tra le molecole sono molto deboli e non riescono a vincere l'energia
cinetica delle molecole.
Nei liquidi e nei solidi forze intermolecolari molto più intense tengono unite le molecole e ne
limitano il moto.
Un solido si distingue in cristallino o amorfo a seconda della sua struttura.
Il solido amorfo rappresentazione uno stadio di transizione spontanea tra liquido e solido cristallino.
Stato solido cristallino
È caratterizzato da una struttura interna ordinata.
Più in generale, i cristalli di una data sostanza hanno superfici piane inclinate secondo angoli
caratteristici.
La regolarità di queste strutture è dovuta all'elevato grado d'ordine con cui si organizzano le
particelle all'interno del cristallo, indipendentemente dal fatto che siano atomi, molecole o ioni.
Le particelle sono disposte secondo schemi che si ripetono puntualmente in tutte le direzioni.
Tali schemi ripetitivi possono essere descritti come un insieme di punti disposti con una geometria
precisa.
La struttura che ne risulta è detta reticolo cristallino.
Filare: ripetizione regolare delle singole particelle lungo un asse
Piano reticolare: piano bidimensionale ottenuto traslando nello spazio ogni filare
Cella elementare: più piccola unità, delimitata al minimo da otto nodi, le cui ripetizioni formano il
reticolo.
Reticolo cubico semplice: caratterizzato da una cella detta cubica semplice, in cui tutti i nodi sono
disposti esclusivamente ai vertici di un cubo.
La cella cubica a facce centrate (cfc) presenta particelle identiche negli otto vertici più un'altra al
centro di ciascuna faccia.
Molti metalli comuni (rame, argento, oro, alluminio, piombo etc.) formano cristalli con reticoli cubici
a facce centrate.
La cella cubica a corpo centrato (ccc) ha particelle identiche in ogni vertice più una al centro della
cella.
Anche il reticolo cubico a corpo centrato è comune nei metalli, come cromo, ferro e platino.
Esistono ovviamente anche altri tipi di celle.
Stato solido
Non tutti i solidi sono cristallini, altri sono detti amorfi (es. vetro) ed hanno strutture disordinate,
che somigliano più ai liquidi che ai solidi, tanto da poter essere considerati liquidi ad altissima
viscosità.
Sono in genere costituiti da lunghe molecole, simili a catene, molto aggrovigliate.
Solidi ionici: alti valori di energia reticolare, alte temperature di fusione, bassa conducibilità
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Solidi ionici: alti valori di energia reticolare, alte temperature di fusione, bassa conducibi