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Carica di un Induttore

Sappiamo che un induttore percorso dalla corrente I diventa sede di campo magnetico "H" e quindi, di induzione magnetica "B=μH".

Si può dimostrare che l’energia accumulata nella regione di spazio in cui c’è campo magnetico è esprimibile come segue:

Wm = 1/2 L I2

Questo ci fa capire che il generatore di f.e.m. "E" dopo la chiusura dell'interruttore "T", deve fornire energia all’induttore, che l’accumula sotto forma di energia magnetica Wm, e deve fornire energia al resistore, che la dissipa in calore per effetto Joule.

Wg = Wm + WJ

Energia Dissipata

Energia Magnetica

Energia Generata

SPERIMENTALMENTE SI OSSERVA CHE LA TENSIONE AI CAPI DELL'INDUTTORE E LA CORRENTE HANNO, DOPO LA CHIUSURA DI T, I SEGUENTI ANDAMENTI:

SI PUÒ DIMOSTRARE CHE LA COSTANTE DI TEMPO "τ" VALE: τ = L/R

QUINDI, DOPO t>5τ IL FENOMENO SI PUÒ CONSIDERARE TERMINATO, E LA SITUAZIONE È A REGIME.

COME SI SPIEGA IL FATTO CHE LA CORRENTE NON AUMENTA ISTANTANEAMENTE AL VALORE DI REGIME "I"? SE SI IPOTIZZA UN AUMENTO A GRADINO DELLA CORRENTE ASSORBITA DALL'INDUTTORE "ΔI", CI SARÀ ANCHE UN AUMENTO A GRADINO DELL'ENERGIA MAGNETICA "ΔWm":

ΔWm = 1/2 L (ΔI)2 {ΔWm ≠ 0}

COME VISTO NEL CASO DELL'ENERGIA ELETTROSTATICA PER I CONDENSATORI, CI SAREBBE UN AUMENTO DI ENERGIA MAGNETICA IN UN INTERVALLO DI TEMPO

solo questo è un tratto rettilineo

solo qui si può considerare l = cost

solo per i materiali paramagnetici (aria, alluminio, platino, cromo, ...) e diamagnetici (bismuto, oro, argento, rame, ...) si può considerare con ottima approssimazione μ ≃ μ0 e quindi una permeabilità costante, e dunque costante anche l’induranza, o coeff di autoinduzione, "L". per i materiali ferromagnetici, tale ipotesi è valida solo nel tratto indicato, altrove no!

chiarito ciò, possiamo ritornare alla questione della f.e.m autoindotta, cercando una espressione più comoda per lo studio dei fenomeni transitori.

la (**), scritta nel caso di grandezze variabili nel tempo, avrà espressione:

Φc(t) = L i'(t)

STA EQUAZIONE È DATA DALLA SEGUENTE:

i(t) = E/R (1 - e-t/τ)

NOTA LA CORRENTE, È ORA POSSIBILE CALCOLARE

LA TENSIONE AI CAPI DELL'INDUTTORE:

vt(t) = L di(t)/dt

I MATEMATICI CI HANNO INSEGNATO A CALCOLARE

LE DERIVATE; IN QUESTO CASO BISOGNA DETERMINARE

LA DERIVATA DELLA CORRENTE RISPETTO AL TEMPO.

SI PUÒ DIMOSTRARE CHE:

vt(t) = E e-t/τ

QUINDI:

E = LI If = LI If/τ

If = ER

DUNQUE:

1 = 1τR => τ = LR

È CHIARO CHE SI TRATTA DI UN TEMPO, INFATTI:

[ ] = [HΩ] → 1H = 1Wb1A

1Ω = 1V1A

[WbA]

AV

WbV

1Wb = 1V.1s

[H.S A] = [S]

(ΔΦ = e Δt)

ES: CONSIDERIAMO IL CIRCUITO DI FIGURA!

  • E = 100V
  • R = 10Ω
  • L = 0,1H

DOPO LA CHIUSURA DI "T" DETERMINARE:

  1. LA COSTANTE DI TEMPO;
  2. LA TENSIONE INDOTTA INIZIALE;
  3. LA CORRENTE FINALE;
  4. IL TEMPO DI ASSETTAMENTO;
  5. L'ENERGIA MAGNETICA ACCUMULATA DOPO IL TEMPO DI ASSETTAMENTO

SOLUZIONE!

  1. τ = L/R = 0,1/10 = 0,01s = 10ms
  2. SIAMO NEL 1° CASO (PAG.17) vo = E = 100V
  3. If = E/R = 100/10 = 10A
  4. È DEFINITO COSÌ: Ta = 4,6 τ
  5. QUINDI: Ta = 4,6.10 × 10-3 = 46ms
  6. i(t) = If(1 - e-t/τ)t = Ta = 46 ms⇒ i(0,046) = 10(1 - e-0,046/0,01) ≈ 9,9 A
  7. Wm(0,046) = 1/2 L i2(0,046) = 1/2 . 0,1 . 9,92 ≈ 4,9 J
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
23 pagine
SSD Ingegneria industriale e dell'informazione ING-IND/31 Elettrotecnica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher betty_72 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Elettrotecnica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Guarnieri Massimo.