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E
R
I
C
O carta
L
O vetro
S MERCATO DELLE
STAZIONI DI
I MATERIE PRIME
NOBILITAZIONE
plastica RECUPERATE
metalli Scarti
R
A COMPOSTAGGIO
organico
D
C
C scarti
I
F
O F X %
E
L R
T
A E
N frazione umida residui
STABILIZZAZIONE
Z AEROBICA
A Y %
I
T residui
VAGLIATURA
A TERMODISTRUZIONE
frazione secca
U
R
B
R discarica
A
I N
F 5
U
I I LO SMALTIMENTO IN DISCARICA
DISCARICHE
PER RIFIUTI PER RIFIUTI NON PER RIFIUTI
INERTI PERICOLOSI PERICOLOSI 6
Decreto Legislativo 13 gennaio 2003, n° 36
NORME PER LO STOCCAGGIO DEFINITIVO
● DISCARICHE PER RIFIUTI INERTI
Per materiali inerti (demolizioni, vetri, ecc.)
Misure di sicurezza richieste :
non sono richieste particolari cautele per la scelta
dell’area, salvo quella di evitare zone assoggettate a
frane o cedimenti
Ubicazione
distanza da captazioni potabili 1000 m
da fiumi, laghi, torrenti 100 m
da centri abitati 500 m 7
NORME PER LO STOCCAGGIO DEFINITIVO
● DISCARICHE PER RIFIUTI NON PERICOLOSI
Per R.S.U., R.S.A.U. , rifiuti non pericolosi di qualsiasi altra origine, rifiuti pericolosi stabili e
non reattivi
Misure di sicurezza richieste :
obbligo di sistema di captazione ed allontanamento
delle sostanze gassose e liquide
garanzie di stabilità
Ubicazione
distanza da captazioni potabili 1000 m
da fiumi, laghi, torrenti 100 m 8
da centri abitati 500 m
NORME PER LO STOCCAGGIO DEFINITIVO
● DISCARICHE PER RIFIUTI PERICOLOSI
Per rifiuti speciali, tossici e nocivi, residui dell’attività di trattamento
dei rifiuti e di attività industriali.
Misure di sicurezza richieste :
impermeabilizzazione obbligatoria delle pareti e
del fondo con uno strato di materiale artificiale, resistente all’eventuale
azione aggressiva dei rifiuti depositati
Ubicazione
distanza da captazioni potabili 1000 m
da fiumi, laghi, torrenti 300 m
da centri abitati 2000 m 9
TIPI DI DISCARICHE
DISCARICA TRADIZIONALE
Rifiuti distribuiti in strati su aree vaste, senza subire compattazione
meccanica e lasciati alla densità originaria ( 0,4 t/mc).
≈
Fermentazione aerobica
Ricoprimento realizzato con uno strato di materiale permeabile 10
TIPI DI DISCARICHE
DISCARICA DI RIFIUTI COMPATTATI
I rifiuti vengono compattati, subito dopo la deposizione, in strati dello
spessore di 22,5 m con una densità pari a circa 0,8 t/mc.
Fermentazione anaerobica.
Ricoprimento giornaliero con uno strato di materiale inerte dello spessore di
circa 20 cm. 11
TIPI DI DISCARICHE
DISCARICA CON PRETRATTAMENTO
Prevede la riduzione in volume del rifiuto da abbancare.
I materiali vengono triturati (con dimensioni di circa 5 cm) o pressati in
blocchi di 1 mc con densità pari a circa 11,2 t/mc. 12
RIPRISTINO VEGETAZIONALE
DELLA DISCARICA
Possibili destinazioni d’uso
spazio verde
utilizzo agricolo
rimboschimento
parco pubblico o area sportiva
Possibili inconvenienti
assestamenti (90% nei primi cinque anni)
fessurazioni
fuoriscite di gas
ristagni d’acqua 13
RIPRISTINO VEGETAZIONALE
DELLA DISCARICA
Accorgimenti per la preparazione degli strati finali
permeabilità e pendenza degli strati superficiali
copertura preliminare di adeguato spessore e grado di compattazione
copertura definitiva di tessitura e spessore adatto alla destinazione finale
d’uso dell’area 14
IMPERMEABILIZZAZIONE
MATERIALI MATERIALI
NATURALI SINTETICI
MATERIALI
MODIFICATI 15
MATERIALI SINTETICI
Il sistema più adottato è quello costituito da fogli in HDPE saldati in
opera tra loro.
Le asperità del terreno devono essere attenuate mediante strato
livellante. 16
MATERIALI MODIFICATI
Per aggiunta di additivi e miscelazione con sabbia, limi o bentonite con conseguente
miglioramento della distribuzione granulometrica dei terreni naturali
In alcuni casi può risultare utile addizionare al terreno composti chimici con proprietà
sigillanti e/o leganti, al fine di migliorare la stabilità e la resistenza meccanica degli strati.
Additivi utilizzati nella pratica:
CALCE
CEMENTO
BITUME
SALI DI SODIO 17
PROCESSI BIOCHIMICI IN DISCARICA
I rifiuti solidi immessi in discarica subiscono diverse trasformazioni:
degradazione biologica del materiale putrescibile, in condizioni aerobiche ed anaerobiche
ossidazione chimica del materiale organico ed inorganico
solubilizzazione e trasporto dei diversi composti in seguito ad infiltrazioni idriche
Sviluppo di gas biologico dalla superficie
Formazione di liquido della discarica e migrazione nel suolo
lisciviante ad elevato carico
organico BIOGAS
PERCOLATO 18
PROCESSO DI STABILIZZAZIONE DEL RIFIUTO
Ha inizio al momento della deposizione del rifiuto.
Legata alla presenza di batteri aerobi presenti nei rifiuti
freschi
FASE AEROBICA
Strati superficiali Produzione di gas con forti concentrazioni di CO , H
2 2
(fino al 30%) e notevoli quantità di acidi grassi volatili.
Modesta produzione di percolato 19
PROCESSO DI STABILIZZAZIONE DEL RIFIUTO
Si distinguono in essa:
una fase acida con idrolisi dei composti
organici e produzione di acidi organici
volatili
FASE ANAEROBICA una fase metanigena in cui gli stessi
acidi vengono usati come substrato per la
Strati più profondi formazione di metano e anidride
carbonica.
Massicia produzione di percolato
20
IL PERCOLATO
APPORTI ESTERNI APPORTI/CONSUMI INTERNI
umidità iniziale del rifiuto
infiltrazione di produzione/consumo di
acque meteoriche acqua durante i processi di
acque superificiali degradazione dei rifiuti
acque di falda Caratteristiche del rifiuto
Metereologia ed idrologia della zona (capacità di accumulo, umidità iniziale)
Caratteristiche costruttive e gestionali della discarica 21
BILANCIO IDROLOGICO 22
IL PER COLATO
TRATTAMENTO E SMALTIMENTO
Il trattamento del percolato risulta molto difficile a causa della grande variabilità in
volume e in concentrazione dello stesso.
Pretrattamento in situ
Obiettivi:
ridurre il contenuto di inquinanti per lo
scarico diretto in fognatura e/o impianti
di depurazione
fornire un serbatoio polmone e di
equalizzazione del percolato raccolto
che risulta così più omogeneo sia in portata
che in contenuto di inquinanti 23
TRATTAMENTI BIOLOGICI
TRATTAMENTI ANAEROBICI
TRATTAMENTI AEROBICI Utilizzati come trattamento preliminare prima
Lagunaggi aerati dello scarico in impianti di depurazione civili
Vasche a fanghi attivi
Vantaggi: Vantaggi:
maggiore rapidità del processo
minori spese di gestione (energia)
maggiori rendimenti di depurazione
possibilità di recupero energetico
del biogas
Svantaggi: Svantaggi:
maggiori spese di gestione (energia) modesta velocità di crescita e
riproduzione dei batteri
bassi rendimenti di depurazione 24
TRATTAMENTI CHIMICI
Impiego di perossido di idrogeno
A temperatura ambiente
A caldo
Con o senza catalizzatore
Costi elevati 25
IL BIOGAS
La composizione del gas biologico è stimabile come:
metano 5260%
anidride carbonica 3945%
altri gas 513%
potere calorifico 4.4005.100 kcal/Nmc
Lo sviluppo del gas avviene in circa 25 anni con andamento decrescente nel tempo
Recupero tecnicamente conveniente dopo 34 anni dal conferimento del rifiuto 26
IL COMPOSTAGGIO 27
IL COMPOSTAGGIO
processo controllato di decomposizione e stabilizzazione
della sostanza organica ad opera di diversi microrganismi,
in presenza di ossigeno 28
COMPOSIZIONE DELLA FRAZIONE
ORGANICA DI PARTENZA
(30-35% RSU)
SCARTI VEGETALI E ANIMALI (RESTI DI CIBO)
RESIDUI VEGETALI PROVENIENTI DA ZONE BOSCHIVE E
URBANE
FANGHI DEI DEPURATORI CIVILI
RESIDUI DI PRODUZIONI AGROINDUSTRIALI 29
CARATTERISTICHE DEL COMPOST
terriccio di colore scuro, caratterizzato da
un contenuto di sostanza secca superiore al
50-60%
modesto volume, struttura fisica omogenea e
facilmente stoccabile
ottime garanzie di carattere igienico-sanitario grazie alle elevate temperature
raggiunte durante il processo 30
IMPIEGHI DEL COMPOST
Da frazioni organiche selezionate alla fonte
COMPOST DI QUALITA’
Ammendante ad alto tenore di sostanza organica
IMPIEGHI AGRICOLTURA 31
IMPIEGHI DEL COMPOST
Da frazioni organiche meno pure selezionate in impianto
COMPOST GRIGIO
Materiale stabilizzato ottenuto da rifiuti indifferenziati
IMPIEGHI RIPRISTINO E/O MANTENIMENTO DEL TENORE DI SOSTANZA
ORGANICA NEL SUOLO CONTRO FENOMENI DI EROSIONE E
DEGRADO DEL TERRITORIO 32
BIOLOGIA DEL COMPOSTAGGIO
Il compostaggio si realizza grazie all’attività di una vasta popolazione di
microrganismi di cui nessuna specie domina il processo a causa della
variazione spazio-temporale della matrice organica in trasformazione e
delle condizioni chimico-fisiche all’interno di essa
La matrice viene a costituire un ecosistema formato da una moltitudine
di ambienti localizzati, popolati da una differente specie di
microrganismi
La diversità e complessità delle popolazioni di microrganismi
assicurano la continuità del processo di stabilizzazione anche a seguito
dei continui cambiamenti di condizioni chimico-fisiche 33
COMPOSIZIONE DELLA POPOLAZIONE DEI
MICRORGANISMI
BATTERI EUMICETI
ATTINOMICETI Funghi
Sono i più numerosi
Agiscono più
Batteri aventi forma
Sono i decompositori a
lentamente
filamentosa tipica dei funghi
più rapida crescita Agiscono
Agiscono per primi
successivamente
decomponendo le sostanze sulle sostanze meno
più facilmente degradabili facilmente
quali zuccheri, decomponibili
amminoacidi, proteine, (cellulosa)
grassi Specie termofile
Specie mesofile
CRESCITA OTTIMALE 25 – 37°C CRESCITA OTTIMALE 55°C
LIMITE SUPERIORE 45 – 50°C LIMITE SUPERIORE > 60°C 34
EVOLUZIONE DEL PROCESSO DI COMPOSTAGGIO
Introduce l’ossigeno necessario
Miscelazione iniziale della all’attivazione dell’azione decompositrice
matrice organica dei microrganismi presenti
Disposizione del