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Ambiente (Clean Room)
Ambienti in cui venivano realizzati i satelliti, le sonde spaziali. Ambienti controllati in termini di contaminanti volatili, particelle, polvere. Non sono ambienti sterili ma c'è un controllo sulla presenza di particolato. Controllata anche la pressione, le vibrazioni, la temperatura, l'umidità e l'illuminazione per massimizzare la riproducibilità di tutto il processo e massimizzare la risoluzione laterale. Se ho polveri nell'aria che possono andare a depositarsi sul substrato rappresentano del rumore. (Particolato per dimensioni paragonabile alla risoluzione)
Costo alto dell'infrastruttura, devo creare il palazzo a posta, il piano a posta per isolamento dalle vibrazioni, illuminazione, pressione. C'è sempre una pressione positiva nelle stanze rispetto all'esterno, in maniera tale che le cose nell'aria dentro escono fuori ma non avviene il contrario. Moto convettivo dell'aria che va
sempredall'alto verso il basso. Abbigliamento adeguato delle persone che lavorano dentro.- CLASSIFICAZIONE DELLA CLEAN ROOM
- FOTOLITOGRAFIA
La natura sfrutta un numero limitato di interazioni tra molecole spesso molto semplici per produrre strutture molto complicate. Un esempio di ciò è l'elica del DNA, alcuni tipi di proteine globulari con struttura quaternaria. Un altro esempio sono i virus e altre strutture auto-assemblanti, dove una componente proteica conferisce una forma particolare al virus e quindi una particolare funzione. Le proteine si riconoscono e si auto-assemblano attorno al materiale genetico (DNA e RNA) con interazioni non covalenti per formare una sovra-struttura.
L'auto-assemblaggio apre la strada verso strutture molecolari altrimenti impossibili con tecniche tradizionali, basandosi su interazioni forti come i legami covalenti. Questo permette di avere dei mattoncini molecolari che possono essere biomolecole naturali ma anche biomolecole sintetizzate appositamente per avere una determinata struttura con una proprietà chimica che guida il loro riconoscimento e il loro auto-assemblaggio, con applicazioni di diverso tipo e diversa natura. Non è solo una questione di forma, ma anche di funzione.
La biomolecola ma spesso la biomolecola viene assemblata con mattoncini che in realtà non sono biomolecole ma sono molecole di sintesi e quindi sostanzialmente è un modo per andare ad accoppiare proprietà di molecole di natura differente.
SELF ASSEMBLY IN NANOTECNOLOGIA
L'autoassemblaggio è un meccanismo che in natura troviamo già. L'approccio classico è quello definito top-down, si va a lavorare materiali macroscopici e si va a rimpicciolirli. Approccio che ha limitazioni intrinseche: non si può scendere al di sotto di qualche centinaio di nm con un approccio di questo tipo.
Per scendere a livello nano (dimensioni delle molecole) si deve scegliere un approccio bottom-up: in base al quale i sistemi a livello nano ma anche micro vengono ottenuti a partire dalle molecole utilizzate come mattoncini. Approccio che dal basso va verso l'alto, le molecole sono componenti che vengono utilizzate emesse insieme, ce si riconoscono per
Interazioni sia di tipo fisico sia di tipo chimico per costruire sistemi più complessi che quindi vengono chiamati sovra-molecolari e che possono svolgere varie funzioni. È importante il fatto che i componenti molecolari siano programmati in modo da potersi integrare dal punto di vista strutturale per poter dar luogo ad una determinata funzionalità.
SELF ASSEMBLY
Nelle tecniche di autoassemblaggio vengono sfruttate interazioni deboli. I vantaggi di utilizzare interazioni non covalenti è anche il fatto che siano interazioni che si stabiliscono molto più rapidamente. Strutture che vengono ottenute tramite approccio di autoassemblaggio sono strutture reversibili. Le interazioni non covalenti sono interazioni deboli, sono labili. Esempio: la doppia elica del DNA dove le singole catene interagiscono tra di loro con legami idrogeno tra le basi, interazioni deboli tra le basi appilate; in vitro, volendo rompere la catena e separare le doppie eliche basta fornire
calore per poter rompere i legami deboli. È un processo molto selettivo se vengono rispettati alcuni vincoli: avere mattoncini progettati in modo corretto e se le condizioni al contorno sono quelle giuste per favorire quelle interazioni. Interazioni deboli alla base di questo processo. Dobbiamo avere ben presente cosa sono queste interazioni. Dobbiamo sapere come sono fatti i legami. PERCHÉ ABBIAMO UNO SPECIALE INTERESSE PER IL SELF ASSEMBLY? Esempio: virus iniziale a cilindro, ha un guscio proteico fatto da unità proteiche che si autoassemblano intorno al filamento di RNA che rappresenta il patrimonio genetico di quel virus. Copiare processi che avvengono in natura a nostro vantaggio, conoscendo la struttura e le proprietà chimiche del singolo mattoncino posso guidare questo processo per ottenere strutture di interesse applicativo. Esempi in natura: virus, DNA, proteine, membrana cellulare. Proteine globulari (es. emoglobina) dove i singoli blocchi si vanno adhe possono auto-assemblarsi per formare una struttura tridimensionale. Queste molecole, chiamate "smart bricks", sono progettate in modo tale da interagire tra loro in modo specifico, permettendo loro di unirsi e formare una struttura complessa. Una volta assemblate, queste strutture possono svolgere una funzione specifica, come ad esempio la catalisi di una reazione chimica o il rilascio controllato di un farmaco. Questo approccio offre numerosi vantaggi, tra cui la possibilità di progettare strutture su misura per specifiche applicazioni e la capacità di riparare e riorganizzare le strutture danneggiate. Inoltre, l'auto-assemblaggio di molecole offre un modo efficiente ed economico per produrre materiali complessi.