2) Indotta dall’attacco stesso: i metaboliti vengono prodotti e liberati al momento dell’
attacco. Questo tipo di sintesi è più vantaggioso da un punto di vista di dispendio
energetico
Sintesi di pro tossine inattive: esse sono delle tossine prodotte e immagazzinate ma che
3) vengono attivate e diventano quindi tossiche sono nel momento in cui la pianta viene
attaccata, per esempio quando una foglia viene masticata attiva un enzima che attiva le
pro tossine. Questo tipo di risposta è la più veloce.
Alcuni animali però mostrano una grande capacità nel neutralizzare le difese chimiche messe in atto dalle
piante. È per questo motivo che noi riusciamo ad utilizzare alcuni metaboliti secondari a scopo
farmaceutico senza riportare danni, ma solo benefici. Ovviamente questo vale solo se le dosi sono corrette,
altrimenti se fossero troppo abbondanti diventerebbe dannoso. Mano a mano che le piante si sono evolute
e sono diventate più complesse, hanno sviluppato diversi tipi di metaboliti secondari più potenti.
I metaboliti con funzione di difesa possono essere divisi in:
1) Sostanze deterrenti alimentari: sono sostanze che per il loro gusto, solitamente amaro, evitano che
gli animali mangino nuovamente le piante. Un esempio di queste sostanze sono le chinine. Altre
sostanze invece sono direttamente tossiche come atropina, glicosidi digitalici e aconitina. Altri
deterrenti sono i tannini e altri le saponine, ovvero delle sostanze che a contatto con la saliva dell’
animale generano della schiuma che, spaventando l’animale, evitano che si cibi nuovamente di
quella pianta.
2) Sostanze che mimano ormoni animali: sono sostanze come ad esempio gli steroli che mimano
l’ormone della muta.
3) Composti che attraggono i predatori degli insetti fitofagi: così facendo, i predatori mangeranno gli
insetti che stanno per mangiare la foglia.
Interazione pianta-insetto:
-la pianta può produrre molecole deterrenti o tossiche per l’insetto fitofago che vengono prodotte dopo
circa 1h dall’attacco e vengono prodotte anche in caso di semplice abrasione o rottura della pianta. Tale
interazione è detta bitrofica perché coinvolge solo due soggetti ovvero la pianta e l’insetto fitofago.
-La pianta altrimenti può produrre sostanze che attraggono i predatori degli insetti fitofagi producendo,
dopo circa 6h dall’attacco, dei terpenoidi volatili che richiamano insetti predatori. Questo dipo di
interazione è detta tritrofica perché coinvolge la pianta, l’insetto fitofago e il predatore carnivoro.
Gli insetti fitofagi sono riconosciuti dalla pianta perché liberano sostanze che chimiche chiamate feromoni
con i quali segnalano la loro presenza. Gli animali predatori degli erbivori invece sono in grado di
riconoscere gli odori dei metaboliti secondari prodotti dalle diverse piante, ma non sempre sono in grado di
distinguere tra segnali prodotti dalla pianta in seguito a semplici danni meccanici oppure prodotti in seguito
ad attacchi da insetti fitofagi. L’efficacia della molecola di richiamo del predatore dipende infatti dalla
volatilità del metabolita e dalla capacità del predatore di captarla e di riconoscerne la provenienza.
I metaboliti secondari possono interferire anche con le altre piante tramite un processo detto allelopatia.
Tale interazione avviene per esempio quando una pianta libera delle sostanze che depositandosi sul
terreno inibiscono la crescita delle altre piante per evitare che ci sia competizione per le sostanze
alimentari. Alcune di queste sostanze però sono rese innocue dai microorganismi presenti nel suolo che
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Metaboliti secondari
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17. Metaboliti 1 e 2 (produzione amminoacidi)
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18 Produzione di metaboliti primari (l'acido acetico/aceto)
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19. produzione di metaboliti primari- gli acidi organici (acido citrico, lattico e gluconico)