Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
SEGMENTAZIONE E GASTRULAZIONE NEGLI ECHINODERMI
Dopo la fecondazione lo zigote è pronto per entrare nel successivo stadio del ciclo vitale.
La segmentazione. Le uova dell'echinoderma riccio di mare sono isolecitiche, quindi
vanno incontro a segmentazione oloblastica radiale, cioè la formazione del solco di
segmentazione coinvolgerà completamente lo zigote. Il primo piano di segmentazione è
meridiano e attraversa il polo animale-vegetativo, il fuso mitotico è disposto all'equatore
della cellula ed è orientato perpendicolarmente all'asse animale vegetativo, lo zigote viene
suddiviso in due cellule (blastomeri) di uguali dimensioni. Il secondo piano di
segmentazione è sempre meridiano ma perpendicolare al precedente, ciò porta alla
formazione di quattro blastomeri di uguali dimensioni. Il terzo piano di segmentazione è
equatoriale, portando così alla formazione di otto blastomeri; quattro al polo animale e
quattro al polo vegetativo. Durante la quarta divisione, i blastomeri del polo animale si
dividono secondo un piano meridiano portando alla formazione di otto blastomeri di media
grandezza noti come mesomeri (daranno vita all’ectoderma). I fusi mitotici dei blastomeri
dell'emisfero vegetativo sono invece fortemente spostati vero il margine del polo
vegetativo, e il piano di segmentazione è equatoriale, portando alla formazione di
blastomeri di grandezza diversa che chiameremo macromeri (daranno vita all’endoderma)
quelli più grandi e micromeri (daranno vita al mesoderma e saranno importantissimi per i
movimenti gastrulatori) quelli più piccoli. Durante la quinta divisione di segmentazione, i
blastomeri del polo animale si dividono sempre secondo un piano di divisione meridiano
portando alla formazione di due file di bastomeri noti come an1 e an2. I macromeri si
dividono invece secondo un piano di divisione meridiano portando alla formazione di una
fila di otto macromeri; i micromeri si dividono equatorialmente e in maniera diseguale
portando alla formazione di micromeri di grandezza diversa, noti come grandi micromeri e
piccoli micromeri. La sesta divisione di segmentazione porterà alla formazione di un
embrione di 60 cellule. Durante tale divisione le cellule del polo animale si dividono
secondo piani di divisione meridiani, i macromeri del polo vegetativo si dividono secondo
piani di divisione equatoriali, portando alla formazione di due file di blastomeri che
chiameremo veg1 e veg2; i micromeri più grandi andranno incontro a divisione cellulare
mentre i piccoli micromeri salteranno questo ciclo di divisione cellulare. Con il proseguire
delle divsioni l'embrione raggiungerà lo stadio di blastula (128 blastomeri) caratterizzata
dalla presenza di un ampia cavità nota come blastocele una cavità piena di fluido proteico
che rappresenta la prima cavità dell'embrione. Con il proseguire delle divisioni le cellule
del polo animale si dispongono in un unico strato portando alla formazione del
blastoderma che delimita il blastocele. In seguito sulla superficie dei blastomeri del polo
animale si vengono a creare numerose ciglia particolarmente lunghe che danno la
possibità all'embrione di ruotare all'interno della membrana di fecondazione, le cellule del
polo vegetativo invece iniziano ad ispessirsi portando alla formazione di una piasta
vegetativa. Inoltre le cellule dell'emisfero animale iniziano a sintetizzare e rilasciare
specifici enzimi che avranno la funzionalità di degradare la membrana di fecondazione,
una volta che ciò sarà avvenuto l'embrione sarà libero di nuotare nell'ambiente marino
circostante e continuare il suo sviluppo.
La capacità induttrice dei micrometri
Il destino dei blastomeri del riccio di mare allo stadio di blastula è acquisito per
specificazione condizionata. Le uniche cellule che sono specificate in modo autonomo
sono i micromeri, che formano lo scheletro. Infatti se vengono isolati, posti in provetta e
lasciati sviluppare formeranno delle spicole scheletriche. I micromeri hanno anche notevoli
capacità induttrice. Se vengono trapiantati nella regione animale della blastula essi
inducono un sito secondario di gastrulazione, si invaginano nel blastocele formando una
nuova serie di cellule di mesenchima primario e inducono le cellule animali con cui sono in
contatto a diventare cellule endodermiche della piastra vegetativa. In conclusione
inducono un asse secondario. Se la metà animale di un embrione di riccio di mare viene
isolata e lasciata sviluppare non gastrula e dà origine ad un embrione di forma sferica
costituito da cellule ectodermiche ciliate, privo di strutture endodermiche e mesodermiche,
che prende il nome di blastula animalizzata (dauerblastula). Se si ricombinano micromeri
isolati con la calotta animale isolata, i micromeri inducono le cellule della calotta animale a
formare strutture endodermiche e mesodermiche; si svilupperà quindi una larva quasi
normale.
Al centro della piastra vegetativa neoformata della blastula, piccole cellule, che derivano
dai micromeri, cominciano a mostrare movimenti pulsanti sulla loro superficie, che
espande e ritrae lunghi e sottili processi chiamati fillopodi, successivamente esse si
isolano l'una dall'altra e migrano all'interno del blastocele, andando a formare il
mesenchima primario; quindi si localizzano nella regione ventrale del blastocele, danno
origine a delle spicole scheletriche e si fondono in un cordone sinciziale che formerà l'asse
dello scheletro di carbonato di calcio del pluteo. Quando le cellule del mesenchima
primario perdono il contatto con il blastoderma i microtubuli si distribuiscono
disordinatamente, successivamente penetrano nei fillopodi delle cellule migranti e più tardi
si troveranno nei cordoni sinciziali. Dopo l'ingressione delle cellule mesenchimali la piastra
vegetativa si appiattisce sempre più, successivamente si piega e si estende verso l'interno
per un terzo dello spazio disponibile. Quindi l'invaginazione cessa improvvisamente. La
regione invaginata è chiamata archenteron e l'apertura dell'archenteron blastoporo. Dopo
una breve pausa comincia la seconda fase della formazione dell'archenteron. Si formano
le cellule del mesenchima secondario sulla cupola dell'archenteron. Da queste cellule si
sviluppano dei fillopodi che si allungano nel liquido del blastocele fino a prendere contatto
con la superficie interna della parete del blastocele. I fillopodi si ancorano prima, in zone
specifiche del blastocele, alla parete delle giunzioni fra le cellule, quindi si accorciano. Nel
punto di contatto dell'archenteron con la parete si formerà la bocca, mentre il blastoporo
marca la posizione dell'ano, secondo la caratteristica dei deuterostomi. La β-catenina è
una proteina disposta nel nucleo dei micromeri che attiva determinati geni che mediano
l'invaginazione. Attivando la β-catenina in tutte le cellule dell'embrione si vede che tutte
cercheranno di invaginarsi nel blastocele.
SEGMENTAZIONE E GASTRULAZIONE NEGLI ANFIBI
Segmentazione oloblastica mesolicitica con simmetria radiale. La fecondazione avviene
ovunque nell’emisfero animale dell’embrione degli anfibi. Il sito d’ingresso determina
l’orientamento dorso-ventrale del girino. Il sito d’ingresso contrassegnerà il lato ventrale
mentre il lato opposto ne segnerà il lato dorsale. Il sito opposto al sito d’ingresso sarà
riconosciuto da una mezzaluna grigia e sarà proprio qui che avrà inizio la gastrulazione.
Ricordiamo che l’uovo dell’anfibio è ricco di tuorlo concentrato nell’emisfero vegetativo. La
prima divisione inizia nel polo animale e si estende lentamente verso il basso. Mentre il
primo solco sta ancora dividendo il citoplasma ricco di tuorlo è già comparso il secondo
solco ad angolo retto rispetto al primo (anch’esso meridiano). Il terzo solco sarà sul piano
equatoriale spostato leggermente verso il polo animale. Questo solco divide l’embrione in
4 micromeri al polo animale e 4 macromeri al polo vegetativo. Con il procedere della
segmentazione, la regione animale viene stipata in numerose piccole cellule, mentre la
regione vegetativa contiene un numero limitato di voluminosissimi macromeri. Un
embrione formato da 64 cellule è definito morula, mentre un embrione di 128 cellule, in cui
risulta evidente il blastocele, è definito blastula. Il blastocele ha la funzione di creare
spazio per i movimenti gastrulatori e impedisce alle cellule a esso sottostanti di interagire
con quelle soprastanti. Il blastocele si forma alla prima divisione dell’embrione e man
mano che le divisioni aumentano si allarga. La EP-caderina è importante per la formazione
del blastocele in quanto è una proteina di adesione.
Alla 12 divisione l’embrione incomincia a trascrivere il suo genoma e non più quello
materno conservato sotto forma di mRNA nell’oocita iniziale (midblatula). Quando l’mRNA
materno sta per finire e finiscono quindi anche gli mRNA per gli istoni, proteine
fondamentali nella compattazione del DNA, è proprio la mancanza di questa proteina che
avvia la trascrizione del genoma embrionale.
La gastrulazione posiziona il mesoderma tra l’ectoderma esterno e l’endoderma interno.
Questi movimenti iniziano immediatamente al di sotto dell’equatore, nella zona marginale,
dove si incontrano l’emisfero animale e quello vegetativo, nella regione della semiluna
grigia. Perché proprio qui? Perché, dopo la fecondazione, proprio qui si vengono a trovare
alcuni determinanti citoplasmatici derivati dalla madre. Qui le cellule si invaginano
formando un blastoporo, che ha l’aspetto di una fessura. Le cellule che formano il
blastoporo sono definite a fiasco perché hanno il corpo principale spostato verso l’interno
dell’embrione. Il labro dorsale del blastoporo è fondamentale perché è definita come zona
marginale che attua l’embolia. Le fasi successive della gastrulazione quindi sono l’embolia
delle cellule della zona marginale e l’epibolia delle cellule del polo animale che
convergono nel blastoporo. Quando le cellule marginali migranti raggiungono il blastoporo
e diventano il labro dorsale del blastoporo voltano verso l’interno e si spostano lungo la
superficie interna delle cellule esterne dell’emisfero animale (il tetto del blastocele). Le
cellule che quindi compongono il labbro dorsale cambiano continuamente. Oltre hai
movimenti di epibolia ed embolia esistono altri movimenti, chiamati nell’insieme rotazione
vegetativa, che attua l’endoterma vegetativo per dare “una spinta” all’entrata del
mesoderma dal blastoporo. L’ordine di marcia all’interno dell’embrione è determinato dalla