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IAT
Greenwald, 1998. Consente di misurare l’atteggiamento implicito riguardo ad un determinato oggetto. Un
determinato oggetto di comportamento ha associati elementi di positività o negatività? Esso si basa su
compiti da eseguire al computer, ha due oggetti a confronto verso cui misurare la valenza. 5 prove. Nella
prima prova bisogna premere una lettera quando appare una parola di una categoria. Nel secondo una
lettera per una parola positiva e una per una negativa. Nel terzo si schiaccia una lettera per una categoria e
una parola con valenza. Nel quarto si esegue di nuovo la categorizzazione della prima invertendo le lettere
associate alle parole. Nel quinto si inverte il terzo.
Il computer calcola il numero di errori e il tempo di esecuzione. Rilascia un punteggio d prime, indice
dell’atteggiamento verso un oggetto.
Si ritiene che misuri unicamente la componente affettiva, anche se oggi alcuni considerano che il d prime
abbia più componenti che misurano più fattori (Sherman).
Misura non solo atteggiamento implicito ma anche gli stereotipi culturalmente determinati.
Priming
Semantico
Si possiede un prime, una presentazione subliminale non percepibile in modo consapevole, che viene
proiettata su uno schermo. E. g. si presenta un’immagine di un italiano e di un arabo, poi compare la prima
immagine percepita consapevolmente che è una immagine ambigua (target) che tiene in mano qualcosa:
poi velocemente bisogna dare un’interpretazione, pistola o utensile. Si misura il numero di errori e la
velocità.
Altra modalità prevede la presentazione del prime, poi un target che si presenta come una parola (positiva
o negativa) o una non parola, di cui dopo verrà chiesta la natura nella fase interpretativa (Wittenbrink). È
semantico perché ciò che definisce il tipo di priming è la fase interpretativa che riguarda la componente
semantica.
Valutativo
Si presenta il prime e il target come nell’esperimento di Wittenbrink, tuttavia poi si chiede una
interpretazione valutativa (positiva o negativa?) (Fazio). Saremo facilitati a riconoscer parole positive se il
prime era un membro dell’ingroup e viceversa.
Neuroscienze
La misura più implicita è la fMRI, in cui si controllano le attivazioni delle aree cerebrali in corrispondenza
della visione di immagini con associato pregiudizio.
Pregiudizio etnico
Atteggiamento sfavorevole verso gruppi minoritari definiti sull’appartenenza etnica. A seconda del contesto
può riguardare prevalentemente: afroamericani, ebrei, sudamericani, asiatici, islamici.
Il pregiudizio etnico è spesso associato a stereotipi negativi di criminalità, aggressività e senso di minaccia.
Spesso sono considerati gruppi a basso status, ovvero meno intelligenti.
Status e bias razziale
Esperimento di Freeman (2011), evoluzione IAT, compito con mouse al posto di tasti. In questo modo
consente di comprendere perché ci si mette più tempo in base alla traccia del mouse. Manipola il colore
della pelle dei prime e lo status associato all’immagine attraverso il tipo di indumento (giacca e cravatta v.
tuta). Ogni individuo con colore della pelle differente è associato ad un tipo di indumento.
I risultati sono: ci sono meno errori quando è bianco-completo e rispetto a bianco-tuta (minore deviazione
della curva) e nero-tuta rispetto a nero-completo.
Questo esperimento dimostra che il concetto di nero è associato ad un costrutto di basso status e
viceversa.
Armi e bias razziale
Payne (2001), weapon bias. Usa il priming semantico. Immagini di uomo bianco o nero subliminali, uomo
con pistola o utensile, fase interpretativa. 200 soggetti, vengono considerate solo quelle corrette e si
misura il tempo. In seguito si considerano gli errori e si guarda se a seconda del prime c’è un tipo di errore
che ha maggiore frequenza.
I tempi di reazione: i partecipanti identificano più velocemente le pistole quando hanno il prime nero
rispetto a bianco, viceversa identificano correttamente gli utensili quando esposti al prime bianco.
Accuratezza: i partecipanti commettono errori quando l’immagine è l’utensile identificandolo come pistola
quando esposti al prime nero rispetto al prime bianco. Non c’è lo stesso numero di errori nel target pistola
scambiata con un utensile. Ciò accade perché la pistola è più caratteristica, l’utensile invece ha poca
valenza stereotipica.
Il target pistola ha influenza sul tempo di reazione, mentre l’oggetto neutro no.
Bisogna forzare i soggetti a commettere errori dicendogli che sono troppo lenti quando ci mettono più di
500ms. infatti Payne nota che quando mette poca enfasi sulla velocità di risposta gli errori sono in minor
numero e non utilizzabili.
Gli effetti comportamentali
Shooter bias, Joshua Correll (2002). Videogame, sparare se target armato, non sparare se disarmato.
Disegno 2X2, entrambi i fattori sono within subjects.
Reaction times: i partecipanti sparano più velocemente al nero quando armato del bianco armato; non
sparano al soggetto bianco non armato (abbassando la pistola/premendo il tasto per non sparare) in meno
tempo rispetto al nero non armato.
Accuratezza: si fanno più errori quando il nero è disarmato piuttosto che il bianco disarmato. Non ci sono
differenze negli errori quando il target è armato.
Eberhardt, lavoro di archivio Deathworthy looking (2006). Probabilità che una persona venga condannata a
morte in funzione del colore della pelle. L’uccidere una persona bianca rende più probabile la condanna a
morte. I criminali di colore sono maggiormente condannati a morte dei bianchi a parità di crimine
commesso. Disegno 2X2, colore della pelle omicida e colore vittima. Quando la vittima è nera non c’è
differenza tra assassino nero o uno meno stereotipico. Perciò solo nel caso in cui la vittima è bianca le
sentenze di morte aumentano per i neri più stereotipici che hanno commesso l’omicidio.
Pregiudizio sessuale
Forma di pregiudizio pervasivo. In Italia è estremamente diffuso, quanto il racial bias. Ne sono vittime le
minoranze silenziose, poiché non è una evidenza saliente. Comprende il pregiudizio su gay, lesbiche e
bisessuali. Non è un sinonimo di Omofobia (Herek), poiché questo si riferisce ad una paura irrazionale di
tradizione clinica che richiama più a modelli classici (e.g. Adorno). Il pregiudizio sessuale è un fenomeno di
gruppo esito della categorizzazione e della interazione ingroup e outgroup e non esito di un fenomeno
individuale quale la socializzazione.
Inizialmente il termine omosessuale raccoglieva ogni orientamento sessuale, poi si è sentita la necessità di
distinguere tra le varie differenze. La maggior parte degli studi si orientano su gay e lesbiche, i bisessuali
sono poco coinvolti.
Kite e Deaux, Teoria inversione di genere (1987). Ai maschi saranno attribuite caratteristiche stereotipiche
femminili e viceversa.
Subgrouping: le categorie sociali non sono concepite in termini monolitici, ma esistono diversi sottogruppi
all’interno. Ogni sottogruppo ha caratteristiche stereotipiche diverse da altri, talvolta opposte. Si può
applicare a quasi tutti i gruppi. Kunda sostiene che sia un processo molto complesso, poiché anche se io
sono in grado di distinguere caratteristiche diverse li ritengo parte di una categoria sovraordinata che non
necessariamente condivide le stesse caratteristiche stereotipiche dei sottogruppi. Ella sostiene che esistano
due processi: si possono estendere le caratteristiche di un sottogruppo alla sovraordinata, oppure la
sovraordinata non condivide nessuna caratteristica con i sottogruppi.
Fenomeno rilevante per la categoria omosessuale poiché possiede due subgrouping: gay e lesbiche, al cui
interno si possono riconoscere diversi sottogruppi.
Gli elementi stereotipici salienti per la sottocategoria gay sono: effemminatezza e orientamento dichiarato
che identificano due dimensioni.
Ci sono sottogategorie come le dragqueen e i leatherbiker che sono specifici e non hanno caratteristiche
che sono condivise dalla sovraordinata gay. Altre categorie incluse hanno caratteristiche proprie dell’essere
maschio e disconfermano la gender inversion theory.
Nonostante si possano individuare diverse categorie, alcune conformi alla gender inversion theory, quando
si parla degli omosessuali maschi si verifica la prima attribuzione identificata dalla Kunda, ovvero diventa
caratteristica la sottocategoria dei maschi omosessuali effemminati. Dal punto di vista della memoria
diventa più facile richiamare una caratteristica molto saliente come questa applicando la gender inversion
theory, che tuttavia non è sempre applicabile a tutti gli stereotipi facenti parte di sottocategorie.
Le sottocategorie sono in relazione al contesto storico-culturale.
L’emozione prevalente associata è il disgusto, soprattutto perché associato alle violazioni dei principi morali
sessuali, un contagio morale o fisico (e.g. HIV).
Il gruppo dei gay ha subito una maggiore attenzione rispetto alle lesbiche, tanto che gli studi sono stati
molto numerosi sul primo e non sul secondo.
Gli uomini in valore assoluto hanno più pregiudizio verso gli omosessuali delle donne.
Inbar, esperimento sul disgusto (2012). 2X2 between. Quando entra la metà viene rilasciata una fiala
puzzolente. L’altra metà no. Devono rispondere ad una scala sul pregiudizio dei gay e l’altra sugli
eterosessuali. Quando non c’è odore il loro giudizio su gay o etero non cambia. Quando c’è odore invece il
loro giudizio cambia a sfavore dei gay.
Essendo che stiamo comparando una condizione neutra e una negativa, non sappiamo quale sia la causa
dell’effetto. Inoltre non sappiamo quanto sia estendibile anche su altri outgroup.
Dasgupta (2009). Compito di rievocazione, primo fattore between, secondo within (3X2). Rievocare una
situazione di disgusto, una in cui si ha provato rabbia o non rievocare nulla di emotivamente definito. Poi
rispondere ad uno IAT nei confronti di gay, lesbiche e arabi. Se disgusto è specifico di omosessuali non si
attiva con arabi, e se rabbia si attiva con gli omosessuali allora il disgusto non è l’emozione
prevalentemente associata.
Nei gay e lesbiche il disgusto rimane più alto della condizione neutro e rabbia, mentre per gli arabi il
disgusto e il controllo sono inferiori alla rabbia.
Dimostra quindi che solo il concetto di disgusto è associato al concetto di omosessuale, che non ci sono
altre emozioni negative associate e che non è un fenomeno specifico per gli omosessuali (infatti la rabbia
aumenta con gli arabi). Quindi elicitare il disgusto rende saliente il target omosessuale e solo questo, così
altre emozioni streotipicamente associate.
Golec de Zavala (2014). Primo fatto