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LE DOMANDE CENTRALI DELLE TEORIE DELLO SVILUPPO COGNITIVO

Le teorie dello sviluppo (cognitivo) si differenziano per la risposta che hanno fornito a 4 domande

fondamentali:

1.COSA vs. COME: Che cosa si modifica nel corso dello sviluppo e come avvengono queste modificazioni?

Le due domande rimandano al rapporto tra descrizione e spiegazione.

Cosa si sviluppa? Tutte le teorie dello sviluppo hanno fornito una risposta a questa domanda, proponendo una

particolare visione del sistema cognitivo: ciò costituisce il livello descrittivo. Significa specificare qual è

l’organizzazione del sistema cognitivo e i processi di cui dispone nel corso del tempo. Risponde alla domanda

cosa cambia in gruppi di età diverse?

Come avviene lo sviluppo? Domanda più complessa, a cui non tutti gli approcci teorici hanno saputo

rispondere, costituisce il livello esplicativo. Significa specificare quali sono i meccanismi responsabili dei

cambiamenti cui il sistema cognitivo va incontro nel corso del tempo, ossia la loro natura e le loro modalità di

funzionamento.

TEORIE STRUTTURALISTE: teorie che, a partire dal comportamento del bambino, inferiscono qual è

l’organizzazione del sistema cognitivo alle diverse età (per es teoria di Piaget).

TEORIE FUNZIONALISTE: teorie che, a partire dal comportamento del bambino, inferiscono come funziona il

sistema cognitivo alle diverse età ( per esempio cognitivismo)

N.B. Lo studio della mente del bambino e del suo sviluppo è avvenuto per lungo tempo in modo relativamente

separato dalle evidenze circa lo sviluppo neuroanatomico del cervello.

Comportamentismo e teorie dell’apprendimento sociale: ciò che si sviluppa è la catena di associazioni tra

stimoli e risposte, cioè sviluppo = apprendimento. Il cambiamento riguarda singole unità di comportamento

osservabile, indipendenti l’una dall’altra, ciascuna delle quali è sotto controllo di singole variabili

comportamentali (principio del riduzionismo). Lo sviluppo avviene grazie al funzionamento di un complesso di

leggi di associazione innate che legano gli stimoli esterni alle risposte comportamentali del soggetto (principio

della parsimonia). Qualsiasi abilità che è appropriata all’età può essere insegnata fornendo al bambino rinforzi

immediati e positivi o esponendo il bambino

ad un modello il cui comportamento viene rinforzato in questo modo (apprendimento osservativo mediato

dall’imitazione) oppure suddividendo il compito in passi successivi sufficientemente semplici e ripetendo le

istruzioni il più possibile.

Teoria piagetiana: ciò che si sviluppa è la struttura del sistema cognitivo nella sua totalità. Lo sviluppo

cognitivo implica una modificazione sostanziale delle strutture mentali che il bambino utilizza per comprendere

e interagire con la realtà (teoria strutturalista). Lo sviluppo avviene grazie al funzionamento di alcuni processi

funzionali determinati biologicamente chiamati invarianti funzionali , che determinano cambiamenti di portata

generale all’interno della struttura cognitiva allo scopo di consentire al bambino di mantenere uno stato di

equilibrio nei confronti dell’ambiente e delle sue richieste. Lo sviluppo è un processo attivo e creativo: il

bambino interpreta attivamente la realtà e quest’ultima modifica le strutture mentali del bambino, in uno

scambio bidirezionale continuo (teoria costruttivista).

Approccio cognitivista: lo sviluppo cognitivo è inteso come lo sviluppo dei processi che manipolano

l’informazione (regole, strategie, capacità di elaborazione), accompagnato dal conseguente incremento nella

capacità di creare rappresentazioni sempre più complesse e sofisticate dell’ambiente(prodotti

dell’elaborazione, conoscenza).

Approccio dell’ HIP (Human Information Processing): inizialmente ha fornito agli studiosi di formazione

piagetiana nuovi strumenti teorici e metodologici per indagare aspetti dello sviluppo originariamente indagati

da Piaget attraverso l’approccio strutturalista (neopiagetiani); in seguito ha fornito la base teorica per lo studio

dello sviluppo di competenze non indagate da Piaget come percezione, attenzione, memoria, processi di

controllo. Una delle principali critiche rivolte a Piaget era che i compiti piagetiani non costituiscono delle misure

“pure” di capacità di ragionamento sottostanti, poiché il corretto superamento di un compito implica una serie

di abilità distinte ed eterogenee, alcune delle quali possono non essere parte integrante della capacità di

ragionamento che il compito si propone di accertare: l’analisi del compito fornisce uno strumento per

individuare e analizzare queste capacità. (vedi esempi dell’inferenza transitiva e del compito piagetiano della

bilancia). I modelli piagetiani della competenza cognitiva appaiono astratti, poco specifici e quindi non

verificabili. I modelli cognitivisti offrono descrizioni dettagliate, esplicite ed articolate delle operazioni mentali

che il soggetto esegue per risolvere un compito cognitivo.

Lo sviluppo cognitivo come cambiamento del formato delle rappresentazioni: sviluppo dell’abilità di creare

rappresentazioni sempre più complesse e sofisticate dell’ambiente e di organizzare la conoscenza

immagazzinata nella MLT in modo sempre più efficiente (reticolo semantico). La rete rappresentazionale degli

esperti è più ricca, densa e organizzata: contiene un numero maggiore di concetti, di proprietà associate ai

concetti e di connessioni tra concetti e tra proprietà.

Lo sviluppo cognitivo come incremento della conoscenza di base: classicamente lo sviluppo cognitivo è

considerato come un prodotto e una conseguenza dei miglioramenti nella capacità di utilizzare le strategie,

considerati più rilevanti. Più recentemente si sono studiati gli effetti dell’ acquisizione di expertise (= il divenire

esperti in un dominio della conoscenza) sulla cognizione estendendoli al caso dello sviluppo: l’acquisizione di

expertise influenzerebbe: la struttura della conoscenza immagazzinata nella MLT, cioè la rete

rappresentazionale e i processi e le strategie utilizzabili per manipolare i contenuti della conoscenza (metodo

basato sulla memoria vs. metodo basato sul ragionamento, qualità del ricordo, capacità di ragionamento).

Effetti dell’expertise sull’efficienza delle strategie, sulla qualità del ricordo (la crescita della base di conoscenza

che il bambino ha di domini specifici può spiegare le differenze nella prestazione mnestica di bambini di

diversa età, l’informazione è ben ricordata quando si inserisce bene nella struttura della conoscenza

posseduta dal soggetto; i bambini possono avere prestazioni migliori di quelle dell’adulto in compiti

di memoria se sono più esperti degli adulti sul materiale da ricordare. Es.: Chi, 1978: bambini di 10 anni

esperti giocatori di scacchi vs adulti dilettanti; compito di rievocazione di una lista di 10 numeri vs posizione

degli scacchi), sulla capacità di ragionamento (le conoscenze possedute vengono usate per generare

spiegazioni causali e produrre inferenze su casi non noti).

Lo sviluppo cognitivo come modificazione delle strategie: la strategia è un piano, organizzato in modo

gerarchico, che controlla l’ordine con il quale deve essere eseguita una sequenza di operazioni cognitive,

orientate ad uno scopo; sviluppo come incremento nella capacità di mettere in atto tali operazioni. Esempio:

memoria; soluzione di problemi.

Lo sviluppo cognitivo come sviluppo della metacognizione: l’insieme delle conoscenze che il soggetto

possiede sulle proprie attività cognitive e il controllo che il soggetto è in grado di esercitare sulle proprie attività

cognitive. Conoscenza metacognitiva relativa alle persone, al compito e alle strategie e monitoraggio e

regolazione metacognitiva.

Con l’età i bambini acquisiscono: una capacità sempre maggiore di prestare attenzione e quindi di codificare

l’informazione rilevante; regole o strategie sempre più efficienti e sofisticate; un patrimonio di conoscenza di

base sempre più vasto; una comprensione metacognitiva del funzionamento della propria mente e un controllo

su tale attività sempre maggiore. N.B. attenzione ai rapporti tra i cambiamenti che avvengono nelle diverse

componenti.

Lo sviluppo come automodificazione: il sistema cognitivo si automodifica attraverso il suo stesso

funzionamento; ruolo dei meccanismi di autoregolazione interni, attraverso i quali l’individuo modifica il proprio

funzionamento cognitivo alla luce del feedback prodotto dalle proprie operazioni mentali o dalle proprie azioni.

N.B. ruolo primario del feedback negativo nello stimolare il cambiamento.

2. CONTINUITA’ VS. DISCONTINUITA’: lo sviluppo è un processo che implica modificazioni qualitative o

quantitative?

QUANTITATIVO E CONTINUO: lo sviluppo viene descritto come somma e accumulazione di piccoli

cambiamenti nel tempo (Es., comportamentismo); i cambiamenti quantitativi si riferiscono a cambiamenti di

frequenza e grado di un certo comportamento (Es. produzione linguistica).

QUALITATIVO E DISCONTINUO: lo sviluppo viene visto in termini di comparsa di nuove capacità (Es.,

Piaget); i cambiamenti qualitativi comportano cambiamenti nella struttura e nell’organizzazione del sistema

cognitivo.

Il problema continuità/discontinuità rimanda al problema del rapporto tra strutture e funzioni (o processi):

funzioni stabili - strutture discontinue (i.e., Piaget); strutture stabili - processi che si modificano (i.e., HIP).

Rapporto tra prestazione (cambiamenti osservabili nelle abilità e nei comportamenti) e competenza

(cambiamenti nei processi sottostanti la prestazione): comportamenti diversi possono essere mediati dallo

stesso processo sottostante (i.e., attività rappresentativa); comportamenti simili possono essere mediati da

processi diversi (i.e., participio passato dei verbi, curve ad U).

I cambiamenti nel formato rappresentazionale (competenza) non portano di necessità a un corrispondente

incremento nell’efficienza del comportamento (prestazione) che, al contrario, può andare incontro a un

momentaneo deterioramento producendo una curva di sviluppo a U.

CONTINUITA’ = persistenza di funzioni e processi nel corso del tempo (es: modelli cognitivisti); a livello

empirico la continuità si traduce in stabilità, cioè permanere nel tempo delle differenze individuali osservate

all’interno di un gruppo che si misura attraverso l’esistenza di correlazioni significative tra le prestazioni di uno

stesso soggetto nello stesso compito o in compiti diversi in momenti successivi dello sviluppo. E’ possibile

prevedere l’andamento dello sviluppo di un dato aspetto del comportamento sulla base delle conoscenze

Dettagli
Publisher
A.A. 2014-2015
35 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VeroG91 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo cognitivo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Bulf Herman.