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AA
monofattoriali) si parte da x ed il risultato sarà 2^2, quindi si avranno quattro individui con, a
livello di genotipo rapporto 1:2:1, dove due sono gli eterozigoti ed 1 i due omozigoti (1 con allele
recessivo ed uno dominante), mentre a livello di fenotipo sempre 3:1. Per definire e studiare,
invece, la trasmissione di carattere tra organismi multifattoriali si usa, ormai, il Quadrato di
BBSS bbSS
Punnett. Questo serve, ad esempio, in incroci diibridi, come ad esempio x , topo
nero pelo corto e topo marrone pelo lungo. In F1 si avranno individui con BbSs ed in F2 avremo
2^4 combinazioni possibili. In base a questo genotipo conosciamo il fenotipo (conoscendo la
simbologia). Si avrà, in questo caso, un rapporto 9:3:3:1 (a livello fenotipico) dove 9 è il carattere
dominante, i due 3 gli eterozigoti ed 1 il carattere recessivo. Per situazioni più complesse dei
diibridi come i trifidi etc il quadrato di Punnet diventa più complesso e quindi si utilizza la statistica.
Generalmente: se abbiamo n geni, il numero di gameti sarà 2^n, il numero di classi fenotipiche 2^n
e il numero di classi genotipiche 3^n (3 perché entra in gioco l’eterozigote). Il metodo degli
schemi ramificati: Questo metodo si usa per lo studio delle combinazioni tra individui con più di
due geni. Si può usare la statistica, e quindi la probabilità, perché studio due eventi tra loro
indipendenti. La probabilità è il rapporto tra il numero dei casi favorevoli e il numero totale dei casi
possibili. Il metodo degli schemi ramificati utilizza due regole principali: -regola del prodotto che
serve per misurare la probabilità di due eventi che si verificano contemporaneamente (es. ragazza
bella e ricca) e per misurare questa P si calcola il prodotto delle singole probabilità dei due eventi;-
regola della somma serve per misurare la P di due eventi mutualmente esclusivi (es. ragazza
bella o ricca) e per misurarla si calcola la somma delle singole probabilità. Altro metodo molto
diffuso è quello del test cross (o reincrocio). Questo metodo serve a capire se un individuo che
ha fenotipo dominante è omozigote o eterozigote. In questo metodo prendiamo l’individuo ignoto e
lo incrociamo con un omozigote recessivo. Guardo ciò che esce nella generazione filiale ed in
base a ciò capisco com’è, a livello genotipico, il genitore che è incognito. [Se il risultato mi da
individui tutti uguali il genitore è omozigote altrimenti è eterozigote]. A livello fenotipico l’allele di
questo genitore mi influisce molto sul risultato. Il fenotipo della progenie (figli) è uguale al genotipo
dei gameti prodotti dall’individuo analizzato. Il crossing-over (o ricombinazione) è un fenomeno
che può avvenire casualmente ma più frequentemente se i geni che sono implicati sono distanti tra
loro. Due geni vicini sullo stesso cromosoma sono detti associati (o concatenati) e per questi
geni non valgono le leggi di Mendel, che invece valgono per due geni che, anche se sono sullo
stesso cromosoma, sono lontani (detti geni indipendenti). I geni associati possono essere di due
tipi: -associati in cis (alleli dominanti sullo stesso cromosoma e recessivi sull’omologo);-associati in
trans (alleli dominanti ciascuno su uno dei due cromosomi omologhi). I caratteri associai sono
associati in maniera completa se non vi è c-o, parziale se avviene il c-o. Quando c’è un crossing-
over sono coinvolti sono i cromatidi dei due cromosomi che sono centrali (e quindi vicini tra loro).
C’è il 50% di possibilità di avere cromosomi ricombinati e dopo un c-o si passa da una situazione
cis a trans (o viceversa). Riusciamo a riconoscere se due geni sono associati o indipendenti
tramite il reincrocio: se sono indipendenti avrà tutte le combinazioni possibili dei gameti e varrà
Mendel, con rapporto 1:1:1:1; se sono associati in maniera parziale abbiamo quattro
combinazioni ma due combinazioni più frequenti (parentali) e due meno frequenti (ricombinati)
come per esempio 40-10-10-40. Più due geni sono distanti più c’è probabilità di avere cromaticdi
ricombinati. La frequenza di ricombinazione (Fr) è il rapporto tra n°di ricombinanti e n°di individui
analizzati e il risultato, in percentuale, è la probabilità di subire un c-o. La Fr serve come unità di
misura delle mappe genetiche, infatti corrisponde alla distanza dei geni e quindi serve a definire
la posizione di un gene su un cromosoma (u.m. centimorgan-> 1%=1cM). La Fr va da 0%(no c-o)
a 50%(geni indipendenti). Le mappe genetiche furono utilizzate in passato quando non esistevano
determinati processi diffusi al giorno d’oggi (le distanze sono stimate tramite somma o sottrazione,
anche se non è precisissimo). Tra due geni ci possono essere due crossing-over
contemporaneamente, ciò determina che alla fine della ricombinazione avremo un cromosoma
parentale ed uno ricombinante che sarà, però, completamente uguale all’iniziale, ovvero al
parentale. Quindi io non mi accorgo del c.o. (viene scambiato solo un pezzo di cromosoma
intermedio e posso accorgermene solo se studio geni vicini tra loro. Altri geni che sfuggo alle leggi
di Mende sono quelli posizionati sui cromosomi del sesso, diversi tra M e F. Le regioni terminali
sono comuni ad entrambi i cromosomi sessuali (i cromosomi X ed Y sono in realtà due cromosomi
omologhi che in meiosi devono dividersi, anche se strutturalmente diversi quindi devono appaiarsi
e si appaiano lungo le regioni terminali, dette regioni pseudoautosomiche). I geni sul cromosoma X
(X-linked) sono per la maggior perte legati al sesso ed hanno vari ruoli. E’ importante sapere chi
(madre o padre) trasmette una cosa perché dagli incroci si hanno risultati diversi. Se si considera
un alleale patologico, ad esempio, si può avere: -F: DD sana, Dd portatrice sana, dd malata;-M:
DY sano, dYmalato. Quindi possiamo dire che le malattie legate agli alleni X-linked sono più
frequenti nei maschi. Per avere, quindi, una femmina malata la mamma deve essere almeno
portatrice ed il padre malato. Vi è, però, un problema: M e F hanno due quantità diverse di geni sul
cromosoma X, le femmine ne hanno 2 ed i maschi 1. Si pensava che nelle femmine ci fosse,
quindi, il doppio prodotto genetico per il cromosoma X, ma si osservò che il prodotto genetico in F
e M è lo stesso. Si capì, quindi, che per compensare la quantità di prodotto genico si usa la
lyonizzazione, ovvero un meccanismo che silenzia una X nelle femmine facendo avvenire un’
inattivazione del cromosoma X.
Ipotesi di Mary Lyon:
1.Un cromosoma X non è attivo;2.L’inattivazione di un cromosoma X è casuale;3.L’inattivazione
avviene durante lo sviluppo;4.Il cromosoma X disattivato lo sarà per tutta la vita della cellula;5.Le
cellule figlie di questa cellula avranno lo stesso cromosoma inattivo.
C’è, però, una fase in cui l’inattivazione dell’X può essere resettata. Al microscopio quando si
guarda il cromosoma X disattivato si nota un ammasso nero (perché si modifica lo stato di
compattazione della cromatina) detto corpo di Barr (e il numero di corpi di Barr è dato dal numero
di cromosomi X presenti meno uno). Le femmine sono dette mosaici funzionali.
Inoltre M. Lyon affermava che la cellula selezione il cromosoma da disattivare (quindi la
disattivazione non è casuale) solo in due casi:1.Inattivazione preferenziale del cromosoma X con
anomalie strutturali;2.Inattivazione preferenziale del cromosoma X normale in individui con
traslocazioni, errore nella meiosi, vi è uno scambio (crossing-over) tra un cromosoma X ed un
autonoma e si ha un ibrido X/autosoma che resta attivo (perché altrimenti si inattiva una parte di
autosoma, cosa molto grave che porta alla morte dell’organismo). Se lo scambio è sul gene, quel
gene viene perso. Il cromosoma Y funziona per un particolare gene, detto SRY (fattore che
determina la formazione dei testicoli). Se questo gene si trova su un cromosoma X si ha un
maschio con XX ma son SRY, se non c’è SRY è femmina. Quindi è il gene SRY a determinare un
maschio perché lo zigote è portato a modificare la struttura per differenziarsi dalle femmine (o
maschi). Se c’è l’Y c’è anche SRY. L’SRY determina la funzione della proteina TDF che non fa
formare un ovaio, ma un testicolo. E’ nella fase iniziale di un embrione che si fa una
differenziazione tra M e F.
Interazione tra alleli:
-Dominanza completa (l’A nasconde la a, che resta visibile solo in aa);-dominanza incompleta;
-codominanza.
La dominanza incompleta si ha in situazione in cui abbiamo A ed a e l’eterozigote ha fenotipo
diverso ed intermedio tra l’omozigote recessivo e dominante (es. fiori bianchi+fiori rossi=fiori rosa
con 1:2:1). Ciò accade perché avviene un’azione di tipo additivo. La codominanza si ha quando
entrambi gli alleni si manifestano fenotipicamente. Ad esempio il gruppo sanguigno MN, che ha
due alleli possibili per un gene e nessuno dei due maschera l’altro. Un esempio di sistema di
allelismo multiplo è il gruppo sanguigno AB0, che presenta più di due alleli.
Altro gruppo sanguigno importante è l’RH che può essere di due tipi: RH+, in cui almeno una copia
di allele deve essere dominante (DD o dD) e quindi presenta antigeni RH ed RH- in cui si hanno
solo alleli recessivi (dd) e non ha antigeni RH.
Pleiotropia: Un esempio di trasporto dell’informazione genetica che non segue Mendel è la
pleiotropia, ovvero il fenomeno in cui una mutazione in un gene può avere effetto su molti organi
o sistemi dell’organismo (malattie derivate da effetto pleiotropico). Un esempio di queste malattie è
l’anemia falciforme, in cui si ha la formazione, a causa di una mutazione dell’emoglobina, di globuli
rossi a forma di falce. Questa forma porta a fragilità dei vasi, formazione di accumuli nei vasi
sanguigni e poco ossigeno. Si parla di pleiotropia perché a partire dalla Beta-globina (l’emoglobina
è formata da 2Beta e 2Alfa-globina) si hanno diversi fenomeni fisici, come debolezza fisica, deficit
mentale, flusso di sangue basso, insufficienza caridaca, dolori addominali etc.
Letalità: Altro esempio di estensione delle leggi di Mendel è la letalità, fenomeno in cui esistono
tra i vari alleni degli alleni detti letali (dovuti a mutazioni che portano alla morte dell’individuo)
dominanti (letalità anche a singola copia) o recessivi (letalità con due copie). Sono rare e infatti
difficilmente si hanno due accoppiati con stessa mutazione e quindi l’omozigote (dd). I geni letali
indicano che il prodotto genetico a cui sono legati è essenziale. Un esemp