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Il mal dell'esca
Grazie all'azione enzimatica: lignina laccasi, cellulosa-cellulasi, emicellulose-glucanasi. Sviluppo condizionato da precisi valori di umidità del legno (20%-40% peso anidro).
Funghi deboli parassiti: la loro virulenza si innalza con la diminuzione del potere di difesa della pianta (piante vecchie più suscettibili) ovvero troviamo questa sintomatologia in piante vecchie che hanno difese deboli! In fatti in piante secolari sono soggette a carie perché sono vecchie e sono meno pronte a rispondere ai patogeni.
IL MAL DELL'ESCA
Non è una malattia singola, non è una malattia con una singola componente ma è un complesso di malattie. Si riscontrano due componenti una Vascolare e una dipleurica.
LA STORIA
È una malattia che ha origini fin dagli antichi romani. Si pensa che questa malattia abbia accompagnato la vite sin dalle prime coltivazioni. Con il nome di esca si intendeva il legno strutturato, adatto ad accendere il fuoco.
La malattia viene scoperta intorno al 1850 in Francia ma studiata a partire dai primi anni 1900. Fino al secolo scorso la malattia aveva scarsa considerazione.
Questa malattia ha un carattere endemico (cioè radicata nel vigneto). È una malattia diffusa a livello mondiale (c'è da per tutto e si adatta). In un primo tempo propria di viti e vitigni vecchi ma negli ultimi 30 anni abbiamo assistito alla presenza della malattia anche in vitigni giovani.
Oggi giorno si intende non una singola malattia ma una sindrome molto complessa. Entrano in gioco più specie funginee... se entrano in gioco più patogeni il discorso della difesa diventa più complicato. Infatti partecipano un centinaio di funghi e quindi è difficile tener d'occhio la malattia anche perché ci possono essere sintomatologie differenti o singole. (Un casino per compattarla!)
SUSCETTIBILI: Cabernet Sauvignon, il dolcetto (Piemonte)
CINQUE
SINDROMI:
- Striature marroni legno barbattelle: Visibili in sezione trasversale
- Malattia di Petri: Viti di 2,5 anni, striature marroni nel legno, midollo scuro, essudati (componente vascolare, che sono riversati nello xilema), perdite di vigore con una progressione nel tempo. La malattia può derivare sia da un'infezione in campo oppure può derivare da una barbatella infetta.
- GRAPEVINE LEAF STRIPE DISEASE: Foglie con classica tigratura, necrosi centrale del legno, deprimento, riduzione produzione, rari sintomi su acini, i sintomi esterni sono discontinui nel tempo. Sintomi delle foglie tigrate possono essere discontinui nel tempo. Quando si parla di foglie tigrate si fa riferimento proprio al mal dell'esca quindi abbiamo le nervature Verdi mentre il resto rosso (proprio eriche ricorda il manto della tigre) e a questa situazione si accompagna il dissecamento e il ripiegamento. Questi tre sintomi visti in precedenza sono associate a numerose specie fungine con prevalenza di:
Appartenenti ai generi: Phaeacremonium o Phaeomoniella sarebbero implicate nel deperimento delle giovani viti (esca giovane o malattie di Petri) sintomi fogliari - andamento cronico, i funghi infettano piante di qualsiasi età. Andamento sistemico (= cioè diffusione in tutta la pianta). CI SONO ALTRI DUE SINTOMI:
- Bianca del legno: associata a Fomitiporia mediterranea. Le infezioni avvengono in campo, da ferita. Fomitiporia infetta SOLO viti adulte quindi assenti in vivaio o barbatelle.
- Esca propria: sono presenti tutti i sintomi sopra descritti esterni e interni, andamento cronico e acuto (colpo apoplettico). In questo caso si tratta di un quadro strettamente complesso. Esca propria può manifestarsi con un andamento acuto.
SINTOMI: Presenza di legno cariato nella parte più interna (carie bianca), il tronco può fessurarsi. Le viti sono deperienti. La parte aerea disseca repentinamente. Le piante possono collassare improvvisamente (apoplessia) - malattia ad andamento acuto.
La vegetazione rimane a lungo sui tralci.
21 martedì 24 marzo 2020
EPIDEMIOLOGIA:
(=cioè come fanno le malattie ad arrivare nella pianta)
I patogeni associati all'esca sono in grado di penetrare attraverso ferite anche di piccola entità.
Le viti però sono sottoposte continuamente a ferite
Fattori di rischio:
- Riconversione della forma di allevamento, reinnesti e drastiche potature
- stress abiotici (gelo, stress idrico e nutrizionali)
- cocomitanza di cause diverse che complicano il quadro sintomatologico
- scambi materiale vivaistico già infetto
- tecniche colturali stressanti
La distribuzione delle piante sintomatiche in campo fa pensare alla possibilità che la malattia si diffonda all'inizio attraverso i propaguli fungini.
L'infezione si propaga poi alle zone circostanti.
Fomitiporia: diffusione lenta, infetta solo piante adulte.
Phaeacremonium e Phaeomoniella: diffusione veloce, raggiungono anche tralci di un anno.
A diffusione veloce è dato
dal flusso linfatico.ATTENZIONE ALLE BARBATELLE, questo perché i funghi si diffondono anche in piantegiovani
LOTTA:
Oggi si tende a proporre degli interventi che possono favorire una buona risposta della pianta al patogeno. È quello di cercare di controllare il livello di stress delle piante.
PRATICHE COLTURALI:
Trattamenti disinfettanti dopo gelate e grandinate
Effettuerà buone pratiche agronomiche. Se trovo viti malate di mal dell'esca elimino la pianta rimuovendola e bruciandola.
MEZZI DI DIFESA:
Fosetyl = usato in pre-sintomi
Pythium = usato per contrastare il patogeno
Utilizzo di agenti di biocontrollo = studi approfonditi anche su questo.
EUTIPOSI DELLA VITE:
Fitopatia, malattia vascolare. È una pratica vascolare molto pericolosa. È la classica malattia vascolare. Si diffonde tramite le ascospore e va ad infettare i vasi xilematici. È una malattia che si diffonde per via aerea. Hanno una grandissima importanza le ferite che sono presenti sulla pianta.
parte aerea. Va a uccidere i parenchimi vascolari andando a produrre tossiche che vanno a degradare membrane cellulari. Per quanto riguarda la vite non conosciamo cultivars che siano immuni. La suscettibilità dei vigneti è direttamente proporzionale alla vigoria del vitigno. Vitigni molto vigorosi sono il trebbiano, cabernet sauvignon. Questa malattia è una malattia cronica che ha un decorso lento. I sintomi appaiono da 8-10 anni da quando la pianta è stata infettata.
CICLO
La differenziazione delle ascospore all'interno della corteccia, questo fungo si diffonde solo attraverso le ascospore (responsabili dell'inizio di infezione). Vengono a differenziarsi i Periteci che si annidono all'interno della corteccia. Il primo sintomo che noi vediamo è la presenza di cancri, cioè ferite che si allargano. La ferita con il passare del tempo si va ad approfondire fino a quando il fungo arriva al legno. Quando arriva
legno la malattia diventa vascolare(=quindi malattia sistemica). La vegetazione dell'annosuccessivo può apparire strana, foglie piegate a coppa, vigorie stentate, necrosi a tessutointernervale.(questo perché c'è il patogeno che blocca lapprovigionamento dei nutrientiall'interno della pianta).I sintomi per l'appunto sono che ci sono delle zone fiappe che presentano poca vigoriamentre altre (dove ancora non c'è il patogeno) mostrano normale vegetazione. Un indizioassolutamente importante e che ci può aiutare nella diagnosi differenziale con il maldel'esca... i germogli ridotti per numero e dimensione.Questa malattia da luogo a strutture cespugliose, foglie ripiegate a coppa e accestite, abbiamola presenza di strutture che ricordano gli scopazzi. L'epoca di comparsa dei sintomi è nelperiodo PRIMAVERILE, questo è importante per capire che non si tratta di altre malattie.Il fungo si localizza in un
settore di legno compreso fra due raggi midollari determinando la formazione di un cancro, cioè la necrosi del cambio e del tessuto corticale e qui prosegue la colonizzazione del legno estendendosi lungo la branca o tronco anche per qualche decina di centimetri. Se i sintomi della chioma sono di non facilissima lettura, la presenza di lesioni di tralci ci danno la prova che si tratta di questa malattia (cioè presenza di imbrunimenti sul legno se sezioniamo un tralcio). Queste lesioni sono a forma di spicchio della nevrosi, il legno resta consistente non si sbriciola come il mal dell'esca. CONTROLLO La difesa è preventiva. Si basa sull'eliminazione dell'inoculo e sulla protezione delle vie di ingresso del patogeno, ovvero ferite. - Distruggere: col fuoco i ceppi o le porzioni di branche rimossi dal vigneto. - Ritardare il più possibile le potature invernali almeno nei vigneti dove si sono già registrati attacchi (presenza di fonti di inoculo) e nei.vigneti più sensibili-evitare sempre di potare nei giorni immediatamente successivi a una pioggia perché ci sono condizioni ambientali che favoriscono il patogeno.-evitare al massimo i grossi tagli e proteggere le ferite di potatura con mastici.Dal punto di vista dei trattamenti non abbiamo delle sostanze che possano agire dal punto di vista curativo. Quello che possiamo fare sono solo operazioni legate alla prevenzione.ESCORIOSI DELLA VITEClassificazioneOrdine: SphaeropsidalesFamiglia: ShaeropsidaceaeSpecie: Phomopsis viticolaTrovato per la prima volta in Francia nel 1986. Comune in Italia anche in Friuli VGPresenta una problematica diffusa.Nei climi freschi e umidi, il fungo riesce a svilupparsi in maniera più aggressiva. Alla sua comparsa questa malattia non desta particolari preoccupazioni. Il fatto che ci siano difficoltà nel suo controllo, provoca una facilità nella sua diffusione. È una malattia favorita di piogge primaverili, colpiscetutti gli organi della vite tranne l'apparato radicale e i tralci benlignificati. 23 martedì 24 marzo 2020 Organi colpiti: germogli, foglie, grappoli Germogli e tralci Alla base dei germogli macchie bruno-scure, piccole, alcune con alone chiaro, giallastro. Semolto, confluiscono provocando escoriazioni della corteccia. In inverno, pustolescure(fruttificazione) FOGLIE Sulle foglie vi si può trovare macchie clorotiche che poi evolvono con lo sviluppo della foglia in escoriazioni necrotiche contornate da clorosi, quindi lesione che si espande sulla pagina fogliare. Queste clorosi possono portare alla lacerazione dei tessuti. INFLUENZA DELLA TEMPERATURA Le alte temperature sono un fattore limitante per lo sviluppo della escoriosi INFLUENZA DELL'UMIDITÀ L'umidità è il fattore che determina lo sviluppo della malattia. La pioggia fa