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I

è l’insieme delle ife.

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Classificazioneà Si è evoluta nel tempo fino a Leveille, il quale fu il primo a considerare gli

oidi come un'unica e distinta famiglia, introducendo il nuovo sistema di classificazione, il

quale si basa:

1) Forma dei fulcri: Ovvero le appendici dei cleistoteci. Nella parte terminale possono

essere a forma di uncino, rigidi con bolla apicale, miceloide e a terminazione

dicotomica.

2) Numero di aschi: Per cleistotecio.

C"assifica(i)*e )rigi*a"e

di 0evei""e

Questo metodo è stato utilizzato fino agli inizi degli anni 2000, in quanto con l’avvento dei

microscopi a scansione elettronica e la biologia molecolare, hanno permesso di acquisire

elementi utili ai fini della tassonomia.

Gli oidi, si sviluppano in tutti gli organi erbacei (Steli, fiori, e frutti in accrescimento) tranne

organi legnosi.

La modalità di sviluppo dell’oidio sulla pianta è la seguente:

- Non si diffonde attraverso gli stomi ma bensì attraverso la perforazione attiva

della cuticola per giungere in contatto con le cellule epidermiche (foglie o

strutture erbacee).

- I conidi dispersi in modo aerofilo, quando giungono sulla superficie fogliare

aderiscono mediante lo sviluppo di appressori che sono estroflessioni globose

(possono essere anche digitiformi, per aumentare superficie di contatto) delle

ife, appiattite. Sotto l’appressorio si forma lo stiletto che è un’ifa sottile deputata

alla perforazione della cuticola attraverso un meccanismo fisico-meccanico e

biochimico coordinato.

In seguito alla perforazione della cuticola ha luogo quella della membrana cellulare ad opera

sempre dello stiletto con le stesse modalità, con la differenza che in questo caso deve essere

preservata, poiché l’ospite non deve morire. Per ovviare a questo problema, dallo stiletto

fuoriesce l’austorio (struttura nutritiva specifica dei funghi biotrofi) il quale aderendo alla

membrana altoplasmatica, la invagina. Successivamente all’invaginazione della membrana

stessa si individua una pressione osmotica, grazie alla quale vengono assorbiti gli elementi

nutritivi dalle cellule epidermiche dell’ospite. Questi elementi nutritivi sono impiegati per la

costruzione di nuova biomassa e quindi nuovo micelio, colonie determinando così la

formazione di una nuova colonia.

Per quanto riguarda le tempistiche di sviluppo dell’oidio, nelle prime 24-36h abbiamo lo

sviluppo dell’austorio mentre in 5-8 giorni si sviluppa la nuova biomassa.

Gli organi colpiti e nello specifico la pagina superiore delle foglie, presentano i seguenti

sintomi:

-Colorazione bianco-grigiastra.

-Aspetto polverulento (segno non sintomo).

Altri sintomi:

-Increspamenti del bordo.

-Ripiegamenti verso l’alto della foglia.

-Deformazioni sui frutti comuni.

-Maculature giallastre.

L’acqua libera, è un elemento di disturbo per le Erysiphaceae, poiché:

a) Dilava dagli inoculi (pioggia battente e irrigazione per aspersione).

b) Ostacola la germinazione dei conidi.

c) Favorisce lo sviluppo di funghi micoparassiti, quali Ampelomyces quisqualis.

Oidio della vite Malattia pandemica causata dall’introduzione accidentale del patogeno

à

che la specie europea della vite (Vitis Vinifera) non conosce e quindi non resiste. È stato

importato probabilmente dall’Almerica tramite il commercio di viti americane ed osservato

per la prima volta in Inghilterra nel 1845. L’oidio è dovuto a due funghi: quella perfetta

Erysiphe Necator, mentre quella imperfetta l’Oidium Tuckeri.

Dominio: Eukariota

Regno: Funghi

Classe: Ascomycota

Ordine: Perisporiales

Famiglia: Erysiphaceae

Genere: Erysiphe (Uncinula)

Specie: Erysiphe (Uncinula) necator (forma perfetta)

Per quanto riguarda i sintomi:

Oidium tuckeri = forma imperfetta

• Foglieà Inizialmente abbiamo degli aloni clorotici e traslucidi. Successivamente da

queste maculature passiamo alla completa copertura del micelio conferendo alla foglia

una colorazione bianco-grigiastra e un aspetto muffoso e virulento.

Se l’infezione precede il completo sviluppo della foglia, troviamo increspature del

lembo e bollosità, dovute ad un diverso accrescimento. Inoltre le foglie giovani sono

caratterizzate da una maggiore suscettibilità, tuttavia le prime fasi giovanili possono

risultare meno colonizzati in quanto più esposta ai raggi ultravioletti (il sole limita la

crescita del micelio).

• Grappolià In particolare i frutti in via di maturazione (quelli maturi sono meno

suscettibili) formando un velo polverulento bianco-grigiastro e delle fessurazioni sulla

bacca per via della diversa crescita dei tessuti sani e malati. Ciò crea delle tensioni che

porteranno alla rottura della bacca stessa. Queste spaccature aprono la strada a

marciumi acidi e litici del grappolo come Botrytis cinerea, Penicillum e Aspergillus.

• Tralci erbaceià Nelle fasi giovanili, presentano le tipiche fasi della malattia che però

con la successiva lignificazione, le aree colonizzate assumono una colorazione bruno-

rossastra sulla quale si manifesta una reticolatura nerastra che rimane per tutto

l’inverno, diminuendo la resistenza al freddo e quindi aumentando la probabilità di

morte.

Ciclo biologico Importante è lo svernamento del patogeno, il quale può farlo in diverse

à

modalità:

-Micelio latente nelle gemme: Accertato per la presenza del micelio localizzato sugli abbozzi

fiorali della gemma e per la comparsa delle bandiere, cioè quella conformazione assunta dalla

foglia la quale è ripiegata a doccia verso l’alto con il lembo increspato e deformato.

Tale conformazione appare quando il micelio rimane

quiescente all’interno della gemma e con la successiva

svernazione, forma la bandiera.

In questo micelio si differenziano conidi e conidiofori, i

quali dispersi dal vento diffondono la malattia. Quindi,

questa modalità di svernamento è tipica della

riproduzione asessuale.

m

-Cleistoteci: Prodotti su tutti gli organi della pianta a partire dalla fine dell’estate. Questa

modalità di svernamento è tipica della riproduzione sessuale, quando presente.

Se il ciclo è costituito sia dalla fase sessuale che asessuale, troviamo che:

1) In primavera conidi e ascospore germinano, in particolare i conidi hanno un ampio

range di temperatura affinché ciò avvenga, compreso tra i 6°C e i 33°C in cui tra i 22°C

e i 28°C, abbiamo la temperatura ottimale. A questi valori, l’ascospora germina

completamente (80-100%) nell’arco delle 12 ore, tempo che va drasticamente

aumentando all’infuori di questo intervallo.

Affinché si abbia la germinazione, occorre che sia presente l’ormone ergosterolo

all’interno della cellula del conidio. Infatti uno degli obiettivi dei fungistatici è quello di

inibire la produzione di questo ormone.

Quando vi sono le condizioni necessarie per cui la germinazione possa avere inizio, dal

conidio inizia a differenziarsi un tubo germinativo che nelle prime due ore avrà

l’obiettivo di sottrare quanto più nutrienti possibili all’ospite per accrescersi (la

formazione avviene a spese del conidio stesso). Nelle ore successive, avremo la

formazione dell’appressorio e per finire dell’austorio che con la formazione di nuova

biomassa, avremo un micelio costituito da i conidiofori contenenti altri conidi pronti a

germinare (infezione primaria).

Nel caso del ciclo sessuale, abbiamo le ascospore che fuoriuscite dal cleistotecio e

andando a contatto con la pianta germinano, formando l’appressorio, infettando

l’ospite e continuando come nel caso del ciclo asessuale.

Importante in questi casi stabilire il periodo di incubazione, e cioè quel lasso di tempo

che intercorre tra l’infezione e la sporulazione. In condizioni di temperatura ottimale

(23-30) °C è di 5-6 giorni, mentre a temperature basse fino a 30.

Durata de) peri,d, di i"cuba'i("e de))’,idi, de))a vite i/ fu/1i,/e de))a

te+peratura

Giorni Temperatura, C°

2) Subito dopo l’infezione primaria, si formerà il nuovo micelio sulle regioni verdi della

vite e sul frutto. Questo sarà costituito dai conidi che una volta sparsi su nuove piante,

germineranno dando origine ad infezioni secondarie. Se invece avviene l’incontro tra

due miceli compatibili, allora si verifica la riproduzione sessuale, la quale porta allo

sviluppo i cleistoteci. Questi come i conidi, possono dar luogo a un numero di infezioni

secondo la stessa modalità dell’infezione primaria.

3) Alla fine dell’estate avremo la formazione dell’inoculo svernante, nello specifico:

-Nel caso della riproduzione asessuata, l’inoculo svernante è costituito dal micelio

svernante. Questo contamina le gemme, soprattutto quelle neoformate. All’interno

delle quali il micelio sopravvive fino alla primavera successiva, quando riprenderà la

crescita per originare le bandiere. Non è chiarito il periodo in cui il micelio contamina

le gemme.

-Nel caso della riproduzione sessuata, l’inoculo svernante è rappresentato dai

cleistoteci, il cui sviluppo avviene a temperature comprese tra 10°C e 32°C e in

condizioni ottimali tra 20°C e 25°C e si completa in 25 giorni circa. I cleistoteci sono poi

dispersi dal vento e dalle piogge autunnali, giungendo e quindi svernando poi nella

primavera sul suolo o sui frutti della vite.

In ogni caso l’inoculo è necessario al patogeno per sopravvivere in assenza di substrato

adatto e di condizioni ambientali sfavorevoli. Nei climi temperati prevalgono sia la

forma micelio latente che cleistotecio, mentre nei climi freddi la seconda è l’unica

opzione possibile.

Difesa della vite contro l’oidio

• Interventi indirettià Comprendono pratiche agronomiche come scelta del sistema di

allevamento e cultivar ed eliminazione dei tralci sintomati

Dettagli
A.A. 2017-2018
111 pagine
9 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/12 Patologia vegetale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Lucagasperetti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Patologia vegetale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Lorenzini Giacomo.