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R AB
C’è un’equivalenza tra le caratteristiche dei generatori reali di corrente e
tensione. I due circuiti cono equivalenti se: R = R .
J E
Se vogliamo sapere come si comporta il generatore all’interno di un circuito
basta inserire un bipolo tra i morsetti A e B. Se, ad esempio, inseriamo un
resistore la corrente può circolare perché abbiamo un percorso chiuso.
Anche in questo caso possiamo analizzare il circuito sia da un punto di vista
analitico che grafico.
Graficamente troviamo il punto di intersezione tra le due rette che
rappresenterà il punto di lavoro del generatore reale di tensione che
corrisponde al punto di lavoro del circuito.
Questo approccio
può essere molto utile quando ci troviamo di fronte a bipoli non lineari.
Un esempio potrebbe essere un diodo: è formato da due morsetti che si
anodo catodo.
chiamano e
Un diodo è formato da blocchetti di silicio che
portano rispettivamente ad avere eccedenza di
cariche positive e negative. Se c’è una differenza
di potenziale positiva rispetto questo riferimento,
lo spostamento di cariche è facilitato e ci troviamo
diodo direttamente polarizzato;
di fronte ad un se
invece è negativa, il flusso è ostacolato e ci
polarizzazione inversa.
troviamo di fronte ad una
Dunque un diodo può trasformarsi sia in un
conduttore che in un isolante.
Diodo: bipolo non lineare, non simmetrico, tempo invariante, controllato in
tensione ed in corrente.
Diodo ideale: bipolo non lineare, non simmetrico, tempo invariante, controllato
in tensione ed in corrente.
Per valutare la caratteristica di un diodo è necessario conoscere il verso della
tensione perché ha un comportamento non simmetrico.
Un diodo può essere associato ad un interruttore se la tensione è abbastanza
piccolo da comportarsi quasi come un corto circuito, oppure il valore della
corrente è abbastanza piccolo da comportarsi quasi come un circuito aperto.
Arrivati a questo punto è giusto specificare che quando ci troviamo ad
analizzare circuiti in cui sono presenti bipoli non lineari, la soluzione più
semplice è quella per via grafica, perché procedendo per via analitica
sicuramente ci saranno delle equazioni non lineari.
Voglio conoscere il punto di lavoro:
- imaginando che R = 0, allora il generatore sarebbe direttmente collegato
al diodo e la caratteristica sarebbe quella di un generatore ideale di
tensione. (abbiamo una soluzione)
- Se però la tensione, nel caso appena descritto, fosse negativa, non ci
sarebbero intersezioni e quindi nessun punto di lavoro (situazione che
non si verifica quando abbiamo due o più bipoli lineari).
- Se R è diverso da 0, possono esserci più soluzioni e quindi più punti di
lavoro. È il caso di un generatore reale di tensione.
Esempio di risoluzione di un circuito:
Un circuito costituito da generatori indipendenti (di tensione o corrente) e
resistori lineari è lineare. Pertanto, può essere risolto adoperando il principio di
sovrapposizione degli effetti. Analizzo la corrente generata da E e
quella generata da J separatamente. Per
farlo, analizzo il circuito prima come se al
posto di J ci fosse un circuito aperto, poi
come se al posto del generatore di
tensione ci fosse un corto circuito.
Attraverso il partitore di corrente posso calcolare le varie correnti generate da
E.
Attraverso il partitore di corrente posso calcolare le correnti generate da J che
interessano i vari bipoli del circuito.
Teoremi dei generatori equivalenti
Consideriamo il circuito N composto da una parte N , contenente generatori
L
indipendenti e resistori lineari e da una parte N in generale non lineare.
N
Il circuito comunque complesso N , visto dai morsetti A-B, può essere
L
rappresentato come un bipolo: ci proponiamo di calcolarne la caratteristica i-v.
Noi vogliamo sapere come si comporta la parte lineare dove ci sono bipoli che
hanno una caratteristica normale.
Analizzo da due punti di vista il circuito: prima inserisco un generatore ideale di
corrente che chiamo I e gli assegno un valore ignorando i generatori interni,
test poi lascio agire solo i generatori
interni.
Data la linearità del circuito è
consentito usare la
sovrapposizione degli effetti.
Nel primo circuito agisce il solo
generatore «esterno» I, mentre
quelli «interni» sono spenti (diventano corto circuiti e circuiti aperti). Nel
secondo circuito agiscono solo i generatori «interni», mentre quello esterno è
spento (coincide con un circuito aperto).
Nel primo circuito il bipolo N' è costituito da soli resistori lineari,
L
corto circuiti e circuiti aperti; si avrà pertanto:
Per il secondo circuito, quando la corrente I
è nulla (generatore
esterno spento), ai morsetti A-B si misura una tensione dovuta ai generatori
interni (tensione a vuoto):
L’espressione: V = R I + E
eq 0
rappresenta la caratteristica equivalente vista i morsetti A-B del bipolo
generalizzato NL; essa coincide con quella di un generatore reale di f.e.m.
(detto generatore di Thèvenin).
Teorema del generatore equivalente di f.e.m. o di Thèvenin:
Un qualunque circuito, composto da generatori indipendenti e resistori lineari,
visto da una coppia di morsetti A-B risulta equivalente ad un bipolo generatore
reale di f.e.m.;
il generatore ideale eroga una tensione pari a quella misurata a vuoto ai
morsetti A-B e la resistenza equivalente è uguale a quella misurata fra A e B
quando siano stati spenti i generatori interni.
Teorema del generatore equivalente di corrente o di Norton:
Un qualunque circuito, composto da generatori indipendenti e resistori lineari,
visto da una coppia di morsetti A-B risulta equivalente ad un generatore reale
di corrente; il generatore
ideale eroga una corrente
pari a quella misurata in
corto circuito fra i morsetti
A-B e la resistenza
equivalente è uguale a
quella misurata fra A e B
quando siano stati spenti i
generatori interni.
Questo risultato si ottiene utilizzando la caratterizzazione in tensione di N .
L
D'altra parte, se R è diversa da zero, il generatore equivalente di Norton si
eq
può ottenere da quello di Thèvenin considerando l'equivalenza fra generatori
reali di tensione e corrente.
I grafi
I grafi sono strutture astratte costituite dall’insieme di
nodi e di lati, collegati tra di loro con lo stesso criterio
utilizzato nel circuito.
Definizione:
Un grafo G(N,L) è l'insieme dei nodi N (1,2, ..., n), dei lati L (1,2, ..., b) e la
relazione (di incidenza) che ad ogni lato associa la coppia di nodi in cui incide.
La relazione di incidenza può essere data per via grafica o per via matematica
(matrice di incidenza).
matrice di incidenza
La A descrive come i lati sono collegati tra i vari nodi.
i
Rappresenta una forma alternativa di esprimere la LKC a tutti i nodi del circuito.
Proprietà della matrice di incidenza:
- La somme degli elementi per colonna è zero: ogni lato entra ed esce da
un nodo.
- La matrice di incidenza A non è a rango massimo: le equazioni che
i
descrivono le LKC non sono tutte indipendenti.
matrice di incidenza ridotta
- Si introduce la eliminando la riga
corrispondente al nodo
n-esimo.
La LKC ai nodi indipendenti si può pertanto esprimere in forma compatta come:
� �
� =
Una qualsiasi parte G (N ,L ) del grafo con
k k k
N <=N, L <=L si chiama sottografo di
k k
G(N,L). Un grafo si dice connesso se ogni
nodo è collegato a qualsiasi altro
nodo attraverso uno o più lati.
Una maglia di G è un sottografo connesso in cui in ogni nodo incidono due e
solo due lati.
Un albero di G è un suo sottografo
connesso costituito da tutti i nodi di G e
che non contiene maglie. Un coalbero di G è il sottografo
complementare ad un dato albero;
esso è costituito da tutti i lati del
grafo non appartenenti all'albero. Per
ogni albero A esiste un solo coalbero
CA corrispondente.
Proprietà fondamentale dell'albero: un albero di un grafo orientato avente
n n-1 lati.
nodi è costituito da
Proprietà fondamentale del coalbero: un coalbero di un grafo orientato
b b-(n-1) lati.
avente n nodi e lati è costituito da
Una maglia ottenuta aggiungendo all'albero un qualsiasi lato del coalbero
una maglia fondamentale.
ed eliminando gli eventuali lati appesi forma
Ogni lato di coalbero appartiene e definisce una ed una sola maglia
fondamentale.
Un grafo orientato (circuito) contiene b-(n-1) maglie fondamentali (MF).
Poiché una maglia fondamentale contiene un lato in esclusiva, quello
le LKT scritte per tali maglie costituiscono un
appartenente al coalbero,
sistema linearmente indipendente.
Gli anelli di un circuito costituiscono un sistema di maglie fondamentali.
Potenza ed energia
Nel circuito elettrico il generatore compie un lavoro sulle cariche facendo
variare la loro energia potenziale.
Per tener conto degli scambi energetici tra bipoli si considera una grandezza
detta potenza elettrica.
La potenza rappresenta il lavoro (l’energia) scambiato
nell’unità di tempo:
Nel Sistema Internazionale la potenza si misura in Watt. Sono anche adoperati,
in relazione alle applicazioni, multipli e sottomultipli.
La potenza consente di distinguere la velocità (il tasso) con cui l’energia viene
trasformata da forma elettrica in altra forma.
La potenza consente di valutare gli scambi energetici che avvengono fra i vari
componenti di un circuito.
Si definisce potenza elettrica assorbita dal bipolo il
prodotto: assorbita
L’attributo si riferisce al fatto che essa è valutata misurando tensione
e corrente con la convenzione dell’utilizzatore.
Si definisce potenza elettrica generata dal bipolo il
prodotto: generata
L'attributo si riferisce al fatto che essa è valutata misurando tensione
e corrente con la convenzione del generatore.
è immediato verificare che per ogni bipolo:
Energia assorbita e generata
Si definisce:
energia elettrica assorbita dal
bipolo:
energia elettrica generata dal
bipolo:
Risulta che:
L'unità di misura dell’energia è il Joule.
Un'unità adoperata nella misura dell'energia nella distribuzione dell'energia
1kWh = 3600kJ
elettrica è il kilowattora:
Bipoli passivi e attivi
Si definisce:
- bipolo attivo un bipolo che non è passivo.
l'energia assorb