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ETODO ITERATIVO DIRETTO DIRECT ITERATION METHOD
Si è osservato che lo studio di un flusso solenoidale (mediante l’assunzione di densità
costante) con il metodo a potenziale è particolarmente semplice e che le equazioni di
governo del flusso all’interno dello strato limite si semplificano adottando la teoria di
Prandtl. Quest’ultima permette proprio di studiare il flusso fuori dallo strato limite
come un flusso a potenziale e di raccordare la soluzione con quella ottenuta
all’interno di esso dalle equazioni semplificate dalla teoria di Prandtl stessa.
Tuttavia, è necessario garantire le condizioni di continuità tra le soluzioni trovate e, di
conseguenza, si ricorre ad un metodo iterativo siccome si cerca di ottenere continuità
tra due flussi diversi con dati in comune; infatti, i risultati dell’uno, il flusso a
potenziale lontano dalla parete, sono i dati di partenza dell’altro, ovvero il flusso
all’interno dello strato limite.
Il metodo iterativo diretto si applica bene a corpi snelli in quanto non si verificano
fenomeni di separazione viscosa e il flusso attorno ad essi è possibile discuterlo con il
metodo potenziale con una accuratezza notevolmente maggiore rispetto ai corpi
tozzi. 134
Il metodo prevede, passo dopo passo, di inspessire il corpo punto per punto di una
quantità pari allo spessore di spostamento, affinché le soluzioni possano essere
raccordate con continuità. Potential flow of the
external flow on the
aerodynamic body
⃗
Use e from
potential flow solution
for solving boundary
layer equations
∗
Calculate and
thicken the
aerodynamic body
Potential flow of the
external flow on the
thickened aerodynamic
body Yes
No Print
Convergence? results
La convergenza può essere controllata, per esempio, con un controllo di
tipo scalare sulla pressione, in particolare sul minimo. Si fissa una tolleranza e una
volta che la differenza tra i minimi di pressione calcolati ai passi “n-1” e “n” è inferiore
a questa tolleranza si conferma la convergenza. Formalmente:
−1
≥ | − |; = 10
135
136
4 A
ERODINAMICA
In aerodinamica un corpo può essere di due tipi: snello oppure tozzo. La distinzione
tra le due tipologie può essere effettuata in diversi modi. Inoltre, bisogna distinguere
tra lo studio di un caso 2D ed uno 3D.
Un corpo si dice snello (streamlined o slender) se presenta una dimensione molto più
grande delle altre lungo la direzione del flusso. Alternativamente è possibile
classificare un corpo come snello se la scia che lascia è, come dimensione (larghezza)
molto più piccola della lunghezza caratteristica del corpo attorno al quale si studia il
flusso. L’esempio classico di corpo snello aerodinamicamente è il profilo alare (2D) o
l’ala (3D), benché esistano condizioni in cui un corpo snello si comporti come tozzo
(ad esempio, un profilo alare o un’ala in condizioni di stallo).
Un corpo si dice tozzo (blunt o blurf) se non presenta, lungo la direzione del flusso,
una dimensione molto più grande delle altre; oppure si tratta di un corpo che lascia
una regione di scia di dimensioni comparabili con la sua lunghezza caratteristica, o
anche molto più grande di quest’ultima. Per esempio, una vettura da Formula Uno
lascia una scia molto più dell’altezza della vettura stessa, che è assunta come
lunghezza caratteristica; la vettura da F1 è un corpo molto tozzo aerodinamicamente.
In 3D non ci si riferisce ad una lunghezza caratteristica, ma bensì ad una superficie di
riferimento; per corpi snelli (come un’ala) si fa riferimento alla superficie del piano
alare (planform area), per corpi tozzi si fa riferimento alla superficie frontale
proiettata (projected front area). 137
4.1 F
ORZE AERODINAMICHE
La forza aerodinamica è la forza totale che tiene conto di tutti gli effetti di pressione
e viscosi; le forze alle quali è soggetto un corpo in moto in un fluido (aria nel nostro
caso) sono dovute ad effetti viscosi e di pressione.
Le forze più note aerodinamicamente sono la portanza e la resistenza; la loro somma
vettoriale fornisce il vettore forza aerodinamica.
Siccome le caratteristiche aerodinamiche sono profondamente diverse tra corpi snelli
e tozzi, ci si aspetta che la forza aerodinamica vari notevolmente tra le due tipologie
di corpi. Qualitativamente si può schematizzare quanto detto in questa maniera:
Quindi un corpo aerodinamico presenta la componente verticale della forza
aerodinamica preponderante rispetto alla componente orizzontale; viceversa, per un
corpo tozzo, dove la componente orizzontale è notevolmente maggiore rispetto a
quella verticale. Queste componenti orizzontale e verticale sono la resistenza D (drag)
e la portanza L (lift). Formalmente: ⃗
= ∙ ̂
⃗
= ∙ ̂
̂
⃗⃗ = ̂
Il versore individua la direzione parallela al flusso indisturbato, ; il versore
∞ ∞
̂ ⃗ = −̂
individua la direzione parallela all’accelerazione gravitazionale, .
Pertanto, la portanza è la componente della forza aerodinamica ortogonale al flusso
indisturbato; la resistenza è la componente della forza aerodinamica parallela al
flusso indisturbato.
Entrambe le componenti sono dovute alle forze di viscose e di pressione. Siccome la
forza aerodinamica è frutto di contributi viscosi e contributi di pressione, lo stesso
vale per le sue componenti. In particolare, distinguiamo la resistenza aerodinamica
in: Resistenza d’attrito (skin friction drag), dovuta agli effetti viscosi
Resistenza di pressione (pressure drag), dovuta alla pressione
138
I corpi snelli sono caratterizzati dalla prevalenza della resistenza d’attrito sulla
resistenza di pressione; al contrario, i corpi tozzi presentano una resistenza di
pressione notevolmente maggiore rispetto alla resistenza d’attrito.
È possibile suddividere anche la resistenza di pressione in diverse tipologie:
Resistenza di pressione di forma (form pressure drag), generata dalla geometria
e dalla forma del corpo
Resistenza di pressione indotta (induced pressure drag) associata alla
generazione di portanza; è un tipo di resistenza che si manifesta solo in casi 3D
in virtù di effetti di tridimensionalità dei corpi
Resistenza d’onda (wave pressure drag), dovuta alla manifestazione di onde,
molto visibili se si osserva il moto di un’imbarcazione in mare, o a fenomeni
dissipativi come le onde d’urto
Tutto ciò che non è una resistenza indotta o una resistenza alle onde è contenuto
all’interno del termine di resistenza di forma.
4.2 R ( )
ESISTENZA AERODINAMICA DI ATTRITO SKIN FRICTION DRAG
Si considera un profilo alare, ma i risultati sono di carattere assolutamente generale.
Si definisce la normale alla superficie punto per punto e si vuole definire la resistenza
di attrito alla quale è soggetto il profilo investito da un flusso uniforme.
139
Il tensore degli sforzi tangenziali è espresso come:
2̿
̿ =
In particolare, la componente valutata a parete è:
⃗| = ̿⃗⃗
Pertanto, si può calcolare la forza aerodinamica dovuta all’attrito integrando il vettore
degli sforzi tangenziali a parete su tutta la superficie del profilo:
⃗ = ∬ ̿⃗⃗
_
Proiettando poi lungo la direzione parallela al flusso si ottiene la resistenza:
⃗
= ∙ ̂
_
È anche possibile, per completezza, esprimere la componente di portanza dovuta
all’attrito, proiettando la forza aerodinamica perpendicolarmente al flusso:
⃗
= ∙ ̂
_
4.3 R ( )
ESISTENZA AERODINAMICA DI PRESSIONE PRESSURE DRAG
Innanzitutto, si cerca di capire come funziona la pressione sulla superficie di un corpo;
si prende un corpo di forma generica sulla cui superficie è definita, punto per punto,
la normale uscente. Si definisce poi un campo scalare sulla superficie del corpo;
diretto lungo la normale fornirà un campo vettoriale. Schematicamente:
⃗ = ⃗⃗
0
140
Si può calcolare la risultante del campo integrando sulla superficie esterna del corpo:
⃗⃗ = ∬ ⃗⃗
0
Nel caso in cui il campo scalare sia uniforme su tutta la superficie, la risultante
0
risulta identicamente nulla.
Se il campo scalare suddetto fosse la pressione si potrebbe calcolare la forza di
pressione che agisce sul corpo. Se la pressione è uniforme su tutta la superficie,
l’esperienza insegna che non ci sono forze risultanti dovute a questa azione. Inoltre,
la pressione agisce sempre in direzione entrante ad una superficie e pertanto si
ottiene: ⃗ = − ∬ ⃗⃗
_
Se tutto il corpo è esposto ad un valore uniforme di pressione, ad esempio quella
atmosferica, si può esprimere il tutto in termini di pressione relativa:
⃗ ( )⃗⃗
= − ∬ −
_ ∞
In virtù della definizione di coefficiente di pressione si può passare ad una espressione
che contenga quest’ultimo parametro, il quale è di maggior interesse in quanto ha
validità generale: ⃗ = − ∬ ⃗⃗
_ ∞
Infine, si proietta lungo la direzione parallela al flusso per ottenere la resistenza
aerodinamica dovuta alla pressione:
⃗
= ∙ ̂ = (− ∬ ⃗⃗ ) ∙ ̂
_ ∞
Per completezza si esprime anche la portanza:
⃗
= ∙ ̂ = (− ∬ ⃗⃗ ) ∙ ̂
_ ∞
Per corpi snelli la resistenza è fondamentalmente dovuta ad effetti viscosi, mentre
per corpi tozzi prevale i gran lunga la componente di pressione.
141
Grossomodo si può affermare che:
⁄ = 0.9 ÷ 1 per corpi tozzi
⁄ = 0.8 ÷ 0.95 per corpi snelli
Infatti, il flusso attorno ad un corpo tozzo separa (sia per motivi viscosi, come nel
flusso attorno ad un cilindro, che per motivi geometrici, come la separazione al bordo
di uscita dal tettucci