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DEFORMAZIONE PLASTICA PER GEMINAZIONE
Nei metalli con struttura cubica a corpo centrato ed esagonale compatta, la deformazione può avvenire anche per formazione di un geminato meccanico (geminazione). Ciò può accadere in presenza di particolari condizioni: bassa temperatura ed elevata velocità di sollecitazione (es. quando il metallo è sottoposto ad un urto).
PROVE MECCANICHE
In sede di progettazione per valutare la possibilità d'impiego di un determinato materiale è indispensabile conoscerne le caratteristiche meccaniche. Queste proprietà sono ottenute mediante l'esecuzione di prove meccaniche, che si dividono in:
Statiche: la sollecitazione viene applicata in modo gradualmente crescente fino ad un limite prefissato o fino alla rottura del campione. Le prove statiche sono:
- Prova di trazione
- Prova di durezza
- Prova di flessione
- Prova di compressione
- Prova di torsione
- Prova di imbutitura
Dinamiche: la sollecitazione viene applicata in modo variabile nel tempo. Le prove dinamiche includono:
- Prova di fatica
- Prova di impatto
- Prova di vibrazione
- La sollecitazione viene applicata bruscamente sotto forma di impulso di energia (urto).
- Le prove dinamiche sono:
- Prova di resilienza
- Prova di trazione ad urto
- Di fatica la sollecitazione viene applicata ciclicamente fino ad un limite prefissato o fino a produrre la rottura.
- PROVA DI TRAZIONE
Costituisce il metodo più utilizzato per studiare il comportamento dei materiali metallici sottoposti ad un carico monoassiale (la sollecitazione applicata agisce lungo un'unica direzione) crescente.
Parametri significativi:
- R = carico unitario di rottura (σ)
- R = carico unitario di snervamento (σ)p0,2
- A = allungamento percentuale
- Z = strizione percentuale
La prova consiste nel sottoporre un provino standard (una barretta del materiale da esaminare) ad un carico di trazione crescente nel tempo fino a giungere a rottura.
Normativa di riferimento: UNI EN ISO 6892-1:2020
- FORMA DEI CAMPIONI
Si possono presentare diversi casi:
- Per il controllo di barre prismatiche, tubi, lamiere,
Ecc... (senza particolari lavorazioni)
Spezzone:
In generale provini a norma (campioni definiti dalla normativa):
Il campione/provino/provetta è costituito da un tratto a sezione costante, che è raccordato con due teste di sezione maggiore. Queste teste hanno sezione maggiore poiché vengono inserite all'interno degli afferraggi della macchina e devono quindi resistere all'afferraggio senza rompersi durante la prova. "tratto calibrato".
Il tratto a sezione costante ha una lunghezza data da L₀ + 2c ed è detto Alsuo interno c'è il tratto L₀, che ci interessa maggiormente in quanto, affinché la prova sia considerata valida, la frattura del campione deve avvenire all'interno del "tratto utile". Nel si ha una distribuzione di sollecitazioni applicate σ = F/S₀ (carico applicato/sezione S₀ su cui questo agisce) costante e uniforme lungo tutta la
sezione."c"
I due tratti indicati con “ devono garantire che lo sforzo applicato, disuniforme nella zona dei raccordi con le teste, diventi uniforme quando raggiunge il tratto utile.
√tratto utile
La lunghezza del “ ” si sceglie in conformità alla relazione L₀=k∙S₀ dove S₀ è l'area della sezione trasversale, che può essere circolare o rettangolare, e k è una costante.
Nel dettaglio, se S₀ è:
- Circolare, il diametro del tratto utile è indicato con d₀
- Rettangolare, ha lati a₀ e b₀
Le norme di unificazione stabiliscono che per:
- Provini a sezione circolare, normali, corti L₀ = 5 d₀
In realtà la geometria e le dimensioni dei campioni di prova cambiano in funzione del materiale. A seconda del materiale, si farà riferimento a diverse normative in cui più dettagliatamente troveremo indicazioni sul campione che deve essere utilizzato.
MACCHINE DI PROVA Si possono usare macchine
servoidraulicheoppure macchine meccaniche. Queste ultime sono le più tradizionali, quindi facciamo riferimento a questa: la macchina con cui viene eseguita la prova di trazione è costituita da un'incastellatura e da una traversa mobile (moving crosshead), da una cella di carico (load cell) e da due mordacchie (grips) che vanno ad afferrare il campione in corrispondenza delle teste. Le mordacchie sono costituite a loro volta da un'incastellatura con dei cunei zigrinati tale per cui, quando il campione viene inserito al loro interno, serrano ulteriormente la presa per evitare che accada uno slittamento durante la prova. Per questa ragione la testa del campione è la parte più sollecitata dalle mordacchie, quindi c'è il rischio che si possa rompere durante la prova. Per evitare che ciò accada, è necessario che la sezione delle teste sia maggiore di quella del tratto utile. La traversa mobile si sposta durante la prova per effetto, nel caso di.una macchina meccanica, di un sistema di ingranaggi (in basso) che sono accoppiati tra di loro e movimentati da un motore elettrico. La traversa si muove lungo le due colonne, all'interno delle quali ci sono due vitoni. La sollecitazione è data dallo spostamento della traversa mobile rispetto alla traversa fissa (in alto). La cella di carico serve invece per misurare il carico al quale viene assoggettato il campione durante la prova.
DIAGRAMMI DI PROVA
In corrispondenza del tratto utile del campione viene applicato un estensimetro, uno strumento che consente di registrare l'effettivo allungamento del tratto utile.
Diagrammando istante per istante i segnali misurati dalla cella di carico e dall'estensimetro, si ottiene il diagramma di prova (diagramma carico-allungamento del tratto utile):
In realtà normalmente non si usa direttamente la curva carico-allungamento, ma queste grandezze (carico e allungamento), che sono caratteristiche della specifica prova che si sta eseguendo,
Vengono normalizzate, cioè vengono divise per determinate grandezze che si riferiscono alla geometria del campione. Nel dettaglio, il carico applicato viene diviso per la sezione iniziale del campione dando origine allo "sforzo nominale", mentre l'allungamento del tratto utile viene diviso per la lunghezza iniziale del tratto utile (L₀) ottenendo la "deformazione nominale".
Ciò che si ottiene è la curva sforzo-deformazione nominale, dalla quale si ricavano le grandezze che abbiamo definito all'inizio.
Esistono diverse forme della curva di trazione. I diagrammi di prova più comuni sono:
L'area sottesa alla curva di prova è collegata all'energia assorbita durante la deformazione a cui viene sottoposto il campione durante la prova stessa. È legata alla duttilità del materiale.
La duttilità è una misura della deformazione a frattura di un materiale metallico. Un materiale duttile avrà una
DIAGRAMMA DI PROVA DA COMPORATMENTO DUTTILE
Consideriamo la curva di trazione carico-allungamento del tratto utile. Questa curva prevede 3 periodi:
- Periodo elastico (delimitato da Fe)
- Periodo plastico senza strizione (si estende tra il carico Fp e il carico Fm)
- Periodo plastico con strizione (oltre il punto massimo della curva)
PERIODO ELASTICO
Finché il carico non Fe supera un certo valore, "carico al limite elastico", detto scaricando il campione, la deformazione si annulla completamente. È difficile riuscire a misurare in modo preciso il carico Fe, quindi per comodità si utilizza una convenzione: si è soliti indicare con il carico Fe quello che produce uno scostamento dal regime elastico mediante un valore pari a "ε", un allungamento permanente e può essere scelto a seconda dei casi (es. se bisogna essere
estremamente precisi, si pone e=0,001% L₀).“periodo lineare elastico”,All’interno del periodo elastico, ossia al di sotto di F , esiste uneche è un periodo di proporzionalità in cui è applicabile la legge di Hooke (σ = E ∙ ε E =modulo elastico del materiale o di Young [MPa]). Acciaio Modulo di Young (E) = 207 F “limite diQuesto periodo termina superiormente con un carico indicato con , dettopproporzionalità”, di poco inferiore a F .eLa differenza è che, caricando il campione da 0 ad un valore inferiore a F , se si decide adpun certo punto di scaricare il campione ci si muoverà sul tratto lineare elastico fino atornare all’origine del sistema di riferimento carico-allungamento; invece, se si decide dicaricare un campione fino ad un valore di carico compreso tra F e F , quando si decide dip escaricare ci si muove parallelamente al tratto lineare elastico e una volta
completamente“e”.scaricato il campione, permarrà un certo allungamento plastico pari ad“periodo delle piccole deformazioni”, Il periodo elastico è anche detto <strong>tratto elastico</strong> in quanto in questo tratto (fino a F ) si nota che il carico cresce in modo molto repentino mentre le deformazioni/allungamenti risultano molto più contenuti. Per alcuni metalli (es. ghise grigie) il tratto iniziale della curva non è lineare. In questo caso si utilizzerà al posto del modulo elastico il“modulo secante” o il“modulo tangente”. Le ghise hanno un modulo elastico molto variabile (da 80 a 150 GPa), che dipende soprattutto dalla quantità e dalle caratteristiche della grafite contenuta al loro interno. <strong>PERIODO PLASTICO SENZA STRIZIONE</strong>, Detto anche <strong>periodo delle grandi deformazioni</strong>, Detto anche può presentarsi con o senza snervamento. A seconda dei materiali può esserci un passaggio graduale tra il periodo elastico e quello plastico,oppure si può notare la presenza di uno o più punti singolari.
a) PERIODO PLASTICO SENZA STRIZIONE – SENZA SNERVAMENTO
Il carico di snervamento, indicato con F , è definito in modo convenzionale come quel carico al quale corrisponde un allungamento permanente pari a 0,2% di L₀.
Ragioniamo come abbiamo fatto precedentemente per F : se si carica il campione fino a F e poi lo si scarica scendendo parallelamente al tratto lineare elastico, fino ad annullare completamente