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BH
cellule reticolari, i macrofagi e le cellule DC. Per rendere gli antigeni TI accessibili al BCR e ai TLR sulle cellule
B MZ, le cellule che catturano gli antigeni rilasciano BAFF e APRIL, che ingaggiano TACI sulle cellule B MZ. Le
cellule N rilasciano anche IL-21, inducendo l’ipermutazione somatica e la commutazione di classe e la
BH
produzione di anticorpi nelle cellule B MZ. La generazione di plasmablasti che secernono IgM, IgG o IgA
richiede anche la produzione di IL-6, IL-10. IL-21 e CDCL10 da parte delle cellule che catturano gli antigeni.
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ANATOMIA FUNZIONALE DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA
Le reazioni immunitarie avvengono in:
1. Organi linfatici primari: nascita e differenziamento;
• fegato fetale
• midollo osseo
• timo
2. Organi linfatici secondari: riconoscimenti, attivazioni ed espansioni clonali;
• milza
• linfonodi
• MALT (BALT, GALT, …)
3. Tessuti linfatici terziari: processi infiammatori acuti e cronici (riconoscimenti, attivazioni & espansioni
clonali).
Gli organi linfatici secondari
Gli organi linfatici secondari (SLO, Secondary Lymphatic Organs) portano in stretto contatto tra loro tutti i
fattori necessari per l’inizio della risposta immune, creando una reazione più efficiente e massimizzando la
probabilità che l’antigene sia riconosciuto dalle cellule T e B per esso specifiche.
Sono organi linfatici secondari la milza, i linfonodi, le tonsille e le placche del Peyer, nei quali gli antigeni
provenienti da sangue, linfa e mucose sono scrutinati con alta efficienza dalle cellule del sistema
immunitario adattativo. La milza non riceve linfatici, bensì filtra il sangue. Le placche del Peyer e le tonsille
contengono cellule specializzate nel campionare l’antigene attraverso le mucose.
La microanatomia degli organi linfatici secondari è
notevolmente simile in condizioni omeostatiche. In una
visione semplicistica, gli organi linfatici secondari
consistono di canali di ingresso per gli agenti patogeni,
linfociti e cellule presentanti l'antigene (APC) e di tre zone:
una zona esterna di campionameno dell'antigene, che è
una zona ricca di APC che lega l'antigene e lo fornisce alle
zone in cui sono presenti le cellule B e T; la zona di
attivazione delle cellule B; e la zona di attivazione delle
cellule T. Zone a cellule T di milza e linfonodi sono
attraversate da canali di conduzione per la distribuzione di
piccoli antigeni solubili e immunomodulatori. Gli organi
linfatici secondari più piccoli, come le placche di Peyer,
sono in contatto diretto con la superficie epiteliale
cellulare che drenano, elemento che può eliminare la
necessità di un sistema specializzato di canali di conduzione.
La milza
La milza è la principale sede in cui hanno inizio le risposte immunitarie nei confronti degli antigeni presenti
nel sangue. La milza è irrorata da una singola arteria splenica, detta arteria afferente della milza, che
penetra attraverso la capsula in corrispondenza dell’ilo e successivamente si divide in rami di calibro
sempre minori, detti arteriole centrali; ognuno di questi rami è rivestito da aree di polpa bianca, che
rappresentano le regioni della milza più ricche di linfociti. Queste aree consistono in una zona di cellule T
(nota anche come fodero linfoide periarteriolare, PALS), arteriole e follicoli ricchi di cellule B. Le arteriole
terminano in cordoni nella polpa rossa, da cui il sangue scorre in seni venosi, che confluiscono nella vena
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splenica efferente. Le arterie e le vene più grandi corrono insieme nelle trabecole del tessuto connettivo,
che sono in continuità con la capsula che circonda la milza.
La zona marginale (MZ) circonda la polpa bianca. La zona marginale ha una parte interna ed una parte
esterna, ed è circondata da una grande zona perifollicolare. Nella zona perifollicolare, alcuni vasi sanguigni
terminano, e le terminazioni di questi capillari sono rivestite dai macrofagi. La zona perifollicolare è una
zona ben definita che separa la zona marginale dalla polpa rossa. Sia la zona perifollicolare che la polpa
rossa sono costituite da un sistema circolatorio di spazi aperti pieni di sangue noti come corde spleniche,
che non hanno una definita delimitazione endoteliale e sono in stretto contatto con i vasi sinusoidali della
polpa rossa.
I linfonodi e il sistema linfatico
Gli antigeni vengono trasportati ai linfonodi soprattutto attraverso i vasi linfatici. La cute, gli epiteli e gli
organi parenchimatosi contengono numerosi capillari linfatici che assorbono e drenano i fluidi degli spazi
interstiziali (liquidi interstiziali, all’equilibrio con il plasma). Una volta assorbito, il fluido interstiziale, che a
questo punto viene chiamato linfa, scorre nei capillari linfatici fino a raggiungere i vasi linfatici di raccolta,
che diventano sempre più larghi. Questi vasi confluiscono nei vasi linfatici afferenti, ovvero in quei vasi che
portano la linfa al linfonodo; i vasi che invece raccolgono la linfa che fuoriesce dal linfonodo vengono detti
vasi linfatici efferenti. I vasi linfatici collegano tra loro una serie di linfonodi successivi, perciò un vaso
linfatico efferente costituisce il vaso afferente del linfonodo successivo. Alla fine di una catena di linfonodi,
il vaso linfatico efferente si unisce ad altri vasi linfatici, per poi confluire in un vaso linfatico unico di grandi
dimensioni, il dotto toracico. La linfa dal dotto toracico si riversa nella vena cava superiore, ritornando così
al torrente circolatorio.
Il sistema linfatico svolge la funzione di raccogliere gli antigeni dal loro sito di ingresso nell’organismo e di
portarli ai linfonodi. Le cellule dendritiche sono in grado di catturare antigeni microbici e di trasportarli nei
vasi linfatici. Altri antigeni invece finiscono nei vasi linfatici senza essere associati a cellule. Inoltre, nei vasi
linfatici entrano anche i mediatori solubili dell’infiammazione prodotti nei siti di infezione, come le
chemochine. I linfonodi sono collocati lungo i vasi linfatici e fungono da filtri che controllano la linfa prima
che questa raggiunga il sangue. Così gli antigeni catturati al loro sito di ingresso nell’organismo sono
trasportati ai linfonodi drenanti insieme ai mediatori della risposta immunitaria. 126
Il linfonodo è costituito da una regione corticale
più esterna e da una regione midollare più interna.
La linfa entra nel seno sottocapsulare del
linfonodo tramite il vaso linfatico afferente. Le
cellule dendritiche che hanno captato l’antigene
nei tessuti periferici e che ora circolano nella linfa
si localizzano nella zona paracorticale, dove
possono presentare gli antigeni alle cellule T naïve
e dare inizio alla risposta immunitaria adattativa.
Una parte della linfa è canalizzata dal seno
sottocapsulare alle HEV (High Endothelial Venules)
attraverso condotti specializzati presenti nella
zona T paracorticale. Questi condotti sono
organizzati intorno a fibre reticolari contenenti
collagene e sono delimitati da una specie di
membrana basale costituita da proteine della
matrice e da un manicotto di cellule specializzate dette cellule fibroblastiche reticolari (FRC, Fibroblastic
Reticular Cells).
Le FRC sono miofibroblasti immunologicamente specializzati (cellule che condividono caratteristiche con
fibroblasti e cellule muscolari) di origine mesenchimale presenti nei linfonodi, nella milza, nel timo e in altri
tessuti linfoidi. Queste cellule sono meglio studiate nei linfonodi, dove costituiscono il 20-50% della
popolazione non ematopoietica. Le FRC formano contatti "stellati" cellula-cellula per creare una rete
tridimensionale aperta su cui migrano i leucociti. Queste cellule producono una rete altamente stabile e
ordinata di componenti della matrice extracellulare (ECM), fornendo resistenza e flessibilità al linfonodo,
nonché imponendo la compartimentalizzazione delle cellule B e delle cellule T, indirizzando il traffico dei
leucociti attraverso la secrezione di chemochine. Cellule T naïve e DC sono in costante contatto con le
cellule FRC, migrando lungo la rete e scansionandosi a vicenda per affinità antigene-specifica.
Come detto in precedenza, la linfa passa attraverso la corticale nel seno midollare ed esce dal linfonodo
attraverso i vasi linfatici efferenti, che originano dall’ilo. Sotto il seno sottocapsulare, la corticale esterna
contiene aggregati di cellule chiamati follicoli. Alcuni follicoli contengono aree centrali, chiamate centri
germinativi. I follicoli senza centri germinativi sono detti follicoli primari, mentre quelli che contengono
centri germinativi sono detti follicoli secondari. La corticale intorno ai follicoli è chiamata regione corticale
parafollicolare o paracorticale ed è organizzata in cordoni intorno ai vasi linfatici e ai sinusoidi vascolari. I
cordoni sono zone che contengono fibre reticolari, linfociti, cellule dendritiche e fagociti mononucleati. Nei
cordoni, i linfociti e le APC si trovano spesso e si muovono gli uni vicino alle altre. Più in profondità vi è la
midollare, che è costituita da cordoni separati da seni a labirinto che conducono la linfa nei condotti di
cellule fibroblastiche reticolari e poi nel seno midollare principale. Nei cordoni midollari si trovano
macrofagi e plasmacellule. Il sangue arriva al linfonodo in un’arteria che entra nell’ilo e si suddivide in
capillari nella corticale più esterna; il sangue lascia poi il linfonodo attraverso una vena che esce anch’essa
dall’ilo.
Nelle diverse regioni del linfonodo sono segregate popolazioni diverse di linfociti. I follicoli rappresentano le
regioni dei linfonodi nelle quali sono presenti le cellule B; i follicoli primari contengono per lo più linfociti
maturi e naïve. I centri germinativi di questi follicoli si sviluppano in risposta alla stimolazione antigenica e
sono la sede della notevole proliferazione delle cellule B, della loro selezione in base alla capacità di
produrre anticorpi ad alta affinità e della generazione delle cellule di memoria. I prolungamenti delle cellule
dendritiche follicolari (FDC) si intersecano per formare un denso sistema reticolare a livello dei centri
germinativi. I linfociti T si localizzano principalmente nella regione corticale, sotto e tra i follicoli. La maggior
parte (70% circa) di queste cellule è rappresentata dai linfociti T helper CD4+, inframmezzati a un numero
relativamente limitato di cellule CD8+. 127
Le placche di Peyer
Le cellule dendritiche nella cupola subepiteliale delle placche di Peyer catturano l'antigene interagendo con
cellule Microfold (cellule M) o estendendo proiezioni transepiteliali nel lume. Le cellule M sono
specializzate nell'endocitosi e nel trasporto rapido transepiteliale di antigeni intatti e di microrganismi nella
cupola sottoepiteliale. La presenza di canali di distribuzione è ad oggi scono