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REOMETRO
E’ un evoluzione del viscosimetro rotazionale e consente non solo di valutare le proprietà al flusso
dei fluidi ma anche le proprietà visco-elastiche dei materiali più strutturati.
Comportamento visco-elastico
Molte aziende possiedono un analyzer, è un dinamometro che
texture
misura lo sforzo che si applica per deformare un prodotto. Il
dinamometro permette di deformare il prodotto con una condizione di
sforzo controllato e con una velocità controllata, dall’analisi dei dati
ottenuti posso dedurre delle proprietà visco-elastiche del materiale in
esame.
Questa macchina lavora su materiali non liquidi con un minimo di
proprietà elastica; è costituito a una struttura di appoggio, da un braccio
mosso meccanicamente e può scorrere verso il basso per comprimere il
campione.
Questi test vengono effettuati per monitorare la forza di un gel, ad
esempio determino lo sforzo necessario per deformare un campione del
50%; lo sforzo in questa analisi è monoassiale. 31
La maggior parte dei sistemi alimentari è composta da materiali visco-elastici, quindi essi conservano
una parte di energia della deformazione mentre la restante la perdono.
Tutte le relazioni che si possono creare per descrivere il comportamento viscoelastico dei materiali
si descrivono combinando le grandezze fisiche di forza, e lavoro.
flusso
Questi test si usano per:
• Analisi di prodotto, viene effettuata un’analisi meccanica con texture analyzer
• Analisi di processo: per simulare uno stato di stress meccanico
• Controllo qualità: verificare la costanza della qualità del prodotto
Il test di compressione si effettua comprimendo un campione in condizioni di compressione
DH.
controllate, si modifica quindi l’altezza del campione inducendo una deformazione
Lo strumento ci dà un dato grezzo di forza applicata
e di distanza compiuta dalla sonda, da cui si
costruisce un grafico, successivamente dalla forza
si passa allo sforzo e dalla distanza si passa alla
DH/H
deformazione .
0
Il primo tratto è la elastica, in cui c’è una
zona
proporzionalità diretta tra stress e strain (legge di
Hook), finito il primo tratto c’è un tratto parallelo
all’asse delle X e rappresenta la plasticità:
soglia di
a parità di sforzo aumento la deformazione del
materiale. Alcuni materiali dopo la soglia di
plasticità si stirano fino alla rottura.
Diversi tipi di idrocolloidi della classe E407 danno
dei gel con delle strutture molto diverse:
Firm and brittle buona consistenza ma fragile
à
Soft and flexible morbida e flessibile (gelatina)
à
A livello di formulazione posso fare un mix di additive per ottenere delle caratteristiche intermedie.
Idrocolloidi
Essi sono biolopolimeri che in precedenza venivano chiamati gomme, sono polisaccaridi ma anche
proteine. Sono delle molecole ad alto PM e derivano spesso dalle piante e dalle alghe; dal punto di
vista strutturale hanno la capacità di legare grandi masse di acqua con effetto gelante oppure
ispessente. Possono essere usati anche come:
- Stabilizzanti delle emulsioni
- Stabilizzanti delle schiume
- Sostituti dei grassi
- Inibenti della cristallizzazione
- Fibra dietetica
E’ difficile vedere l’azione degli idrocolloidi in una matrice complessa, in un sistema di pesce per es.
favoriscono l’interazione fra proteine e portano a un migliore cross-linking , il materiale quindi avrà
una maglia migliore e quindi proprietà visco-elastiche migliori.
Sono commerciati sottoforma di polveri, per svolgere al meglio la loro funzione devono essere ben
idratati perché sono dei competitor di acqua nei confronti degli altri ingredienti; il primo step dopo
la loro aggiunta sarà quello dell’idratazione, poi la solubilizzazione. 32
Alcuni idrocolloidi una volta solubilizzati non sono più in grado di interagire fra loro provocando
effetto thickening, mentre altri sono in grado di creare delle giunzioni a formare una maglia, questi
ultimi sono agenti gelanti.
Il network che si forma ha un’attività tipo quella di una spugna che si restringe e che quindi può anche
portare alla sineresi.
Altro parametro da conoscere dei colloidi è il loro rapporto con la temperatura del sistema inoltre
essi possono influenzare la stabilità delle proteine come ad es. la loro idratablità dal momento che
sono dei competitor per l’acqua.
Ci sono infine molto poche affinità degli idrocolloidi con i grassi tranne alcuni come la gomma arabica;
quando intervengono nelle emulsioni le gomme stabilizzano perché aumentano la viscosità della fase
continua, infatti il parametro principale che le caratterizza è la viscosità, essa dipende dal grado di
polimerizzazione dell’idrocolloide.
Il problema principale egli idrocolloidi riguarda la loro stabilità nel tempo, perché possono andare in
contro a depolimerizzazione, quando sono in condizioni di stoccaggio non adeguate.
Le gomme inoltre possono essere utilizzate in concomitanza con altri ingredienti della matrice come
agenti ispessenti, suspending agents, agenti gellanti o inibitori della sineresi.
Gli idrocolloidi hanno anche la funzione di anche se per quanto riguarda la quantità
fibra dietetica
utilizzata di questi ultimi nelle matrici questa funzione non è da considerarsi come fondamentale.
Gomma di Xantano
E’ di origine microbica, viene prodotta per fermentazione aerobia ed è un polimero lungo e lineare,
la catena è composta da unità di glucosio dalla quale partono delle ramificazioni di trisaccaridi.
Questo polimero non è in grado di formare gel, ma è solo un agente ispessente; viene molto utilizzato
perché solubile a freddo e con alta capacità di solvatazione. Spesso lo troviamo utilizzato in sinergia
con altor idrocolloide (galattomannani).
Carragenine
Sono polimeri dove il monomero è il galattosio, ne esistono 3 sottogruppi che si differenziano in base
al n° di gruppi solfati sulla catena di base:
- Kappa: 1 gruppo solfato ogni 2 unità di zucchero
- Iota: 2 gruppi solfato ogni 2 unità di zucchero
- Lambda: 3 gruppi solfato ogni 2 unità di zucchero
La frazione è quella con minore carica elettrica, viene solubilizzato a 60-70° e una volta
Kappa
solubilizzato per dare gel deve essere raffreddato a 45-50°. Durante il raffreddamento le catene si
organizzano come eliche e si aggregano fra loro, l’aggregazione fra le molecole di kappa-carragenina
è possibile solo se c’è un potassio; quindi solo in presenza di quest’ultimo avremo la
controione
formazione di un gel, ben strutturato ma fragile e termoreversibile. Questo tipo di gel però tendono
a dare sineresi quindi viene usata in sinergia la gomma di carruba per limitare il fenomeno.
La carragenina è una molecola lineare che dà un gel solubilizzando a 50-60° con immediata
Iota
gelazione a 55°, il gel ha una struttura simile alla precedente, anch’esso è termoreversibile ma non
dà sineresi. Sono dei gel tixotropici, quindi non hanno memoria della loro elasticità, per questo
motivo tendono ad andare in contro a perdita delle caratteristiche iniziali; questo gel è molto
utilizzato per incapsulare la curcumina negli integratori per sportivi, altrimenti essa verrebbe
danneggiata dal tratto gastrointestinale. 33
La carragenina è quella con maggiore carica elettrica, è l’unica che non riesce a creare
Lambda
un’interazione tra le varie catene a causa della sua elevata carica, quindi non crea gel.
E un polimero addensante, si solubilizza a freddo e la sua viscosità dipende dalla T° di solubilizzazione.
Le carragenine sono estratte dalle alghe brune e hanno un’azione sinergica con le proteine.
Le applicazioni nel food delle carragenine sono frequenti nei prodotti derivati del latte, perché hanno
un buon rapporto con le proteine, in particolare la caseina nel latte perché il calcio è già presente.
L’interazione con le proteine è diversa in relazione alla carica che possiede la proteina: in una proteina
con cariche negative il controione Calcio fa da ponte, mentre in quelle con carica positiva l’interazione
è diretta.
La carragenina nella caseina del latte (molecola con cariche + e -) si interpone in soluzione fra le
micelle grazie alla mediazione del calcio, la molecola a questo punto si svolge completamente e va a
formare il gel che ingloba acqua.
Alginati
Sono dei galattomannani, costituiti da acido glucuronico e acido mannuronico; è un polimero a
blocchi costituito da blocchi di mannuronico a cui seguono blocchi di galatturonico.
E’ un polisaccaride con carica negativa, le proprietà di questo polimeri dipendono molto dalla
tipologia di blocchi da cui è composto, esso è in grado di formare gel ma per farlo ha bisogno di un
ambiente acido e la presenza calcio.
del controione
Le organizzazioni strutturali che si formano possono essere anche delle superstrutture, il meccanismo
di gelazione con cui si forma il gel viene chiamato box. I gel che si formano sono termoresistenti,
gel
se uso alginato con presenza di ac. mannuronico avrò dei gel meno consistenti mentre se desideri un
gel molto duro ma più fragile userò un alginato a prevalenza cdi ac. galatturonico.
Gli alginati li troviamo spesso nei gelati a stecco, nelle bevande a base latte o negli yogurt da bere,
sono inoltre i materiali più utilizzati per incapsulare nutrienti o molecole.
Pectine
Sono polimeri di acido galatturonico, che può essere esterificato a diversi gradi, infatti ne esistono di
due categorie:
- Ad alto grado esterificazione >50% HM (alto metossile)
- A basso grado esterificazione <50% LM (basso metossile)
Esiste anche la famiglia delle amidate, esse hanno la presenza di granuli amidici quando
pectine
vengono sostituite.
Sia le pectine HM che quelle LM sono in grado di dare gel, ma lo fanno in maniera differente: le
hanno bisogno di pH acido e molti zuccheri Brix > 60 e la gelazione coinvolge le singole
pectine HM
unità tramite legame idrofobico mentre le necessitano del controione calcio e formano
pectine LM
legami mediate da quest’ultimo. I gel HM sono termoresistenti mentre i LM sono termoreversibili.
Tutte lepectine sono suscettibili ad attacco enzimatico, in particolare delle poligalatturonasi, le
pectinesterasi, mentre le liasi sono degli enzimi che consentono l’allungamento della catena.
Pectine a rapid setting HM (80%)
à
Utilizzi:
• le sono utilizzate per le conserve di frutta
pectine amidate LM
• le sono utilizzate per stabi