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B. TRATTAMENTI BIOMIMETICI SUL TITANIO
Già il titanio di per sé, rispetto agli altri metalli, ha buone proprietà di osteointegrazione (al
massimo dev’essere irruvidito in ortopedia per favorire un’interconnessione meccanica – non
c’è un legame chimico tra osso e impianto!). Questo aspetto può essere ulteriormente
migliorato, in particolare aumentando la velocità di fissazione mantenendone la stabilità. La
velocità è specialmente importante in odontoiatria: devono trascorrere 3-4 mesi prima di poter
costruire l’osso artificiale sopra l’impianto, è utile ridurre al minimo questo tempo di attesa.
Il titanio non ostacola l’osteointegrazione, anche se la superficie non è riconosciuta dagli
osteoblasti come superficie da colonizzare. Il processo è lento, favorendo la possibile
formazione di tessuto fibroso.
In presenza di HA, gli osteoblasti riconoscono tale superficie come da colonizzare favorendo una
rapida osteointegrazione primaria; il deposito di HA tende però a essere riassorbito,
frammentandosi e formando detriti. Impianti dentali rivestiti in HA hanno mostrato un
comportamento inferiore rispetto agli impianti puramente in titanio.
HA viene infatti utilizzata normalmente nelle protesi non cementate in ortopedia, ma non in
odontoiatria: le sperimentazioni hanno rivelato dei problemi insiti nella diversa modalità di
carico e geometria dell’impianto dentale rispetto ad una protesi ortopedica. La protesi d’anca
s’insedia in un cuneo e trasmette forze di taglio/compressione tra impianto e osseo; l’impianto
dentale è a forma di vite autofilettante, trova la sua sede inserendosi direttamente. Gli sforzi di
taglio sulla superficie sono in questo secondo caso maggiori; ciò portava a
delaminazione/distacco del film di HA (specialmente no rivestimenti catodici che sono ancora
meno adesi, ma neanche plasma spray).
Una possibile soluzione è modificare la superficie del titanio con un trattamento biomimetico
per favorire l’apposizione di nuovo osso. TiO2 superficiale è un film di pochi nm, impermeabile
all’ossigeno (protettivo) e molto stabile: si ricostituisce velocemente se viene rimosso. Può
essere modificato con diverse tecniche che mirano a favorire la precipitazione di calcio-fosfati
direttamente dai fluidi biologici, evitando che la superficie venga passivata/schermata da
specifiche proteine. In questo modo si evita lo strato sottile di HA che potrebbe staccarsi o dare
luogo a detriti. 50
L’idea è quella di modificare la composizione dell’ossido TiO2 in modo da creare condizioni
chimiche che facilitino la precipitazione immediata di ioni calcio e fosforo, prima che la
superficie venga schermata dalle proteine. Inoltre si vuole favorire contemporaneamente
l’adesione protesica selettiva e l’adesione, la proliferazione e il differenziamento di osteoblasti.
B.1 TRATTAMENTO CHIMICO: METODO KOKUBO
Metodo Kokubo: nato da un ricercatore giapponese che mette a punto un trattamento chimico
per la modifica.
Immergendo il titanio in una soluzione di idrossido di sodio, a una certa concentrazione e
T>Tamb per velocizzare il processo (NaOH 5M a 60/80°C per 24h), sull’ossido si creano dei
gruppi ossidrili TiOH. Successivamente viene sottoposto a un trattamento termico a 600°C per
un’ora (quasi al limite dei problemi di ossidazione del materiale), in modo da stabilizzare il fluido.
Sperimenta direttamente in vivo o con immersione in simulating body fluid (soluzione con sali
simili ai fluidi biologici ma senza proteine); si forma un idrogel di titanato sodico, dove il sodio
viene progressivamente sostituito dal calcio. Infine, inizia la precipitazione di calcio e fosforo a
formare uno strato di apatite.
Fa poi una valutazione meccanica e istologica sugli esperimenti in vivo eseguiti; in SBF, già dopo
3 giorni, si vedeva l’apposizione di uno strato apatite. In vivo, dopo 4 settimane, la forza di push
out (campioncini cilindrici di cui viene studiata la forza di legame, cioè viene quantificato lo
sforzo per estrarli dall’impianto) è maggiore nel campione trattato rispetto al titanio normale.
Dopo 12 settimane invece, il valore è circa lo stesso.
Anche l’osso apposto è molto maggiore per le 4 settimane, mentre i valori si equivalgono dopo
tre mesi; la crescita ossea avviene sul titanio modificato senza crescita fibrosa, al contrario di
quello normale.
Dopo 12 settimane non cambia molto, ma nel breve termine sì: il titanio modificato dà risultati
migliori, nel senso che reagisce più velocemente. L’obiettivo è velocizzare la guarigione e non
migliorare l’osteointegrazione del titanio!
Il vantaggio del medio-lungo termine è il contatto diretto osso-titanio, senza rischio di
formazione di tessuto fibroso.
B.2 TRATTAMENTI ELETTROCHIMICI
Negli anni successivi vengono impiegati anche trattamenti elettrochimici, più veloci ed efficaci
(Anodic Spark Deposition o Plasma Electrolytic Oxidation). Essi prevedono:
film nanoporosi ottenuti in acido solforico e fosforico
trattamenti bioattivi tipo TiSpark 51
B.2.1 FILM NANOPOROSI, ACIDO SOLFORICO E FOSFORICO
Se lo collego come anodo, posso causare un’ossidazione per via esterna applicando un
potenziale (impongo passaggio di corrente e governo il processo di ossidazione dall’esterno).
Polarizzo elettrochimicamente il titanio con tensioni molto elevate (200-300V); lo spessore del
film andrà ad aumentare da circa 2nm a circa 800nm.
Siccome il film è isolante, si verificano delle microscariche elettriche che rompono il film: si ha
microfusione locale perché le correnti si concentrano in questi punti dove il dielettrico si è rotto;
l’alta temperatura causa la generazione di plasma (durante la risolidificazione, all’interno del
film possono essere inglobate le specie chimiche in soluzione). Si creano dei veri e propri
microcrateri (circa 5-10 micron per il singolo poro) .
Alcune aziende proponevano pori più ampi e evidenti nella zona più bassa
dell’impianto, a contatto con l’osso spongioso, mentre pori meno evidenti verso
l’osso corticale (colletto).
Impianti dentali osteointegrati con superficie nanoporosa ottenuta utilizzando
la tecnica ADS in acido solforico (successivamente in fosforico) sono già da
tempo usati clinicamente.
B2.2 TRATTAMENTO SPERIMENTALE BIOATTIVO “TISPARK”
Si voleva modificare la morfologia superficiale dell’ossido (da pochi nm a 100 nm), ma anche
modificarne la composizione chimica, per velocizzare l’apposizione ossea. Inizialmente, circa 10
anni fa, vengono realizzate 2 anodizzazioni, una per arricchire di ioni fosfato e una per ioni calcio
(due soluzioni con parametri diversi); il tutto seguito da un trattamento ad idrossido di sodio,
come in Kokubo. NON segue trattamento termico. La morfologia diventa così nanorugosa.
FASE 1: doppia ASD
Due trattamenti ASD che determinano morfologia nanoporosa e arricchiscono il film con ioni
PO4 3- e, nel secondo trattamento, ioni Ca2+ ; essi consentono di favorire l’ulteriore
precipitazione di queste speci dall’ambiente biologico, determinando mineralizzazione.
FASE 2: Funzionalizzazione
Il film viene funzionalizzato in modo da ottimizzare il rapporto Ca/P e introdurre legami –OH,
in modo da favorire una adesione proteica selettiva e la colonizzazione osteoblastica. 52
Viene modificata la composizione del titanio e del suo film: ho una continuità tra film di ossido
superficiale con calcio-fosfati e substrato metallico. Non è un rivestimento, ma una sostituzione
graduale dall’ossido contenente calcio e fosforo al bulk di titanio. Il film superficiale è
perfettamente aderente, anche dopo una piegatura macroscopica di 20°.
XRD descrive la composizione qualitativa: calcio, titanio, fosforo, ossigeno come elementi del
film.
L’analisi metallografica seziona un campione trasversalmente, dividendo titanio, film e resina in
cui inglobo il campione per l’analisi (il titanio riflette bene la luce quindi riesco a valutare lo
spessore del film). Il film rimane aderente anche se deformo plasticamente l’impianto,
diversamente da quanto accade con HA (dove si cricca e scheggia, perché è un ceramico che
sopporta una limitata deformazione e solo elastica).
Mineralizzazione: immergo in SBF per 14 giorni e vedo che il titanio si riveste di uno strato
compatto di HA di alcuni micrometri: morfologia a bolle = rivestimento di fosfato di calcio. Sul
titanio non trattato non si ha invece nessuna precipitazione.
Proliferazione: In vivo, con cellule di linea eucariote, ad esempio ossee, confronto titanio
normale e titanio TiSpark (trattato): a livello di proliferazione di cellule a 1 giorno e a 3 giorni
sulla superficie, ho risultati decisamente migliori su TiSpark, simile ai valori del controllo
(pozzetto di coltura).
Anche la morfologia di deposizione è diversa: dopo 3 giorni, le cellule seminate sul titanio
normale cominciano ad appiattirsi e a comunicare con filopodi, mostrando ancora un basso
spreading (sull’acciaio sarebbero rimaste invece isolate e tondeggianti, perché si integrano
molto più lentamente); sul modificato, le cellule sono già completamente appiattite e
confluenti, senza presenza di filopodi. L’organizzazione del citoscheletro è ottimale,
confrontabile al controllo.
Per quanto riguarda la sintesi di collagene, cioè di matrice, si vede che il titanio modificato
aumenta di molto la produzione di collagene (valori doppi del titanio normale!). La fosfatasi
alcalina dà invece un’idea della differenziazione e dell’attività cellulare; cresce di molto tra 24 e
72 ore. La proliferazione è già quasi conclusa e le cellule iniziano già a differenziarsi.
Un altro indicatore è il tipo di proteine che troviamo alla superficie: dopo l’immersione, sul
titanio prevale l’albumina (proteina passivante, scherma gli aspetti positivi che vorrei), mentre
,
sul modificato si adsorbe soprattutto fibronectina (indizio positivo stimola l’adesione
cellulare).
In conclusione si può affermare che TiSpark è un procedimento innovativo, piuttosto semplice
e che velocizza la guarigione; è stata poi applicata clinicamente e approvata dall’FDA. Infatti è
stata scelta da un’azienda americana per l’applicazione industriale (più semplice che per
un’azienda europea, ma comunque dopo 10 anni dallo sviluppo!); inoltre il trattamento è sicuro:
calcio, fosforo, sodio sono già presenti nei fluidi biologici. Non ci sono rischi di tossicità o di
stabilità meccanica per l’impianto. 53
Permette di ottenere:
Un rivestimento aderente e omogeneo su titanio composto prevalentemente da TiO2,<