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Capitolo Due: L'efficacia dei simboli sacri

CLIFFORD GEERTZ

"Vi sono dei simboli sacri che servono a sintetizzare l'ethos di un popolo - il tono, il carattere e la qualità della sua vita, il suo stile e il suo sentimento morale ed estetico, nonché la sua visione del mondo, l'immagine che ha di come sono effettivamente le cose, le sue idee più generali di ordine."

I simboli, dunque, significano dei concetti che rinviano ai valori fondamentali e ultimi di una società.

EMILE DURKHEIM

Definì le cose sacre come "separate" e "interdette": separate da quelle profane, vietate a chi non è consacrato.

I simboli sacri agiscono su coloro che li percepiscono mettendoli nella condizione di predisporsi a un'azione e/o suscitano in loro un particolare stato d'animo.

I simboli sacri producono un'idea rappacificante. Il tipo di ordine che i simboli sacri suggeriscono, riguarda la certezza che vi

è sempre una realtà sicura, ultima, vera e immutabile alla quale costoropossono affidarsi.

2. I riti nella religione

Un rito è un complesso di azioni la cui sequenza è prestabilita da una formula fissa; si tratta di sequenza di azioni mediante cui vengono evocati dei simboli, i quali, proprio perché evocati in un contesto separato alla vita ordinaria, svelato il loro carattere sacro ai partecipanti.

I riti sono, spesso, officiati da soggetti speciali dotati di un'autorità, la quale si impone durante i riti.

Vi sono, però, anche i riti profani che risultano privi di finalità religiose in senso stretto ma mettono in gioco rappresentazioni che sono da considerarsi "sacre" a tutti gli effetti.

3. La molteplicità dei riti

Vi sono una serie di diversi riti, i quali si distinguono per le proprie caratteristiche particolari.

3.1 Riti di passaggio

Definiti per la prima volta da Arnold Van Gennep, secondo lui i riti dipassaggio sono quelli che sanzionano pubblicamente il passaggio di un individuo da una condizione sociale o spirituale a un'altra: battesimi, matrimoni, funerali etc. La sua idea di partenza era che, siccome il mondo sociale è ordinato in ambiti definiti di attività e di posizioni sociali, ogni cambiamento all'interno di questi ambiti specifici produce una "perdita di equilibrio" che deve essere compensata per poter pensare il mondo come ordinato. Tutto deve essere accompagnato da riti di passaggio, atti a scandire la transizione da una condizione a un'altra. Van Gennep, all'interno di ciascun rito, individua tre fasi: separazione (riti preliminari), margine (riti liminari) e aggregazione (riti postliminari). La fase centrale è ritenuta la più importante, poiché rappresenta il distacco dalla carica precedente ma l'individuo non è ancora alla carica successiva. In questa fase di margine, l'individuo.

piò essere responsabile dello scatenamento di forza ambigue e pericolose. Van Gennep si accompagnava all'idea di altri studiosi, secondo cui il mondo primitivo era profondamente segnato dall'opposizione tra sacro e profano.

I riti funerari Poste di fronte alla morte, tutte le comunità chiamano a raccolta le energie al fine di attenuare lo shock della perdita.

Di fronte alla morte, le comunità fanno riferimento ai "valori ultimi" sui quali esse si fondano. Ciò significa rendere questi ultimi espliciti, pubblici e quindi rappresentarli attraverso l'uso rituale dei simboli dotati di significato.

I riti funebri contendono gesti, azioni e parole che richiamano, nella mente di coloro che partecipano, i valori e i significati su cui la comunità fonda l'ordine del mondo e di se medesima. I riti possono variare di molto nella forma e nella sostanza; queste differenze dipendono dalla complessità della società in

La questione è dalla struttura emotiva che questi riti mettono in gioco. Se la morte è una transizione, essa è anche l'evento che più si contrappone alla vita; essa è vista come priva di senso. Per continuare ad esistere, le società devono rendere ragionevole la morte, connetterla con valori e rappresentazioni che danno un senso alla vita stessa. In alcune culture tra sesso-morte e morte-nascita esiste uno stretto collegamento. I rituali funebri non contengono le complicate dinamiche psicologiche attinenti al lutto. Deve essere distinto il lutto come rituale e come vissuto.

4. Riti di iniziazione

Essi sanciscono il passaggio degli individui da una condizione sociale o spirituale a una condizione diversa dalla precedente. Essi sono la dichiarazione pubblica, socializzata, dell'assunzione di un nuovo status da parte di un individuo e delle responsabilità che questo nuovo status comporta. Esistono una serie di diversi riti, tra cui: riti della pubertà,

riti della pubertà femminile, riti di iniziazione all'età adulta, riti di iniziazione alle società segrete. Le fasi del rito di passaggio delle società segrete corrispondono alle tre fasi teorizzate dal VanGennep; l'allontanamento dal resto della società corrisponde alla fase di separazione; la permanenza del novizio lontano dai propri simili è la fase di margine e il ritorno ha la funzione di riaggregare l'iniziato alla comunità, dando il segnale per la ripresa della vita ordinaria da parte dell'individuo in questione, il quale gode di un nuovo status. I riti di iniziazione hanno lo scopo di situare l'individuo in posizioni adeguate alla sua età sociale e quindi sancire i diritti e i doveri che gli competono in epoche diverse della sua vita. CAPITOLO TRE 1. La secolarizzazione e le nuove religioni Dalla fine del XIX secolo, i sociologi cominciarono a discutere del processo di secolarizzazione, un fenomeno checoincide con la ritrazione progressiva del sacro dalla vita sociale e dalla sensibilità individuale. I nuovi movimenti religiosi, nascono in risposta a eventi e dinamiche relativamente recenti. Vi sono nuove manifestazioni religiose "di massa", mentre la dimensione sacrale o religiosa sembra assumere toni di una "privatizzazione". Le manifestazioni di massa portano al concentramento periodico di molti individui in luoghi sacri (pellegrinaggio). Per privatizzazione, si intende una più diffusa religiosità in stive "fai da te", sintesi personali di credenze, riti, rappresentazioni provenienti da tradizioni diverse. Questa tendenza è privata perché corrisponde al disamoramento da quelle che erano conosciute le valide e indiscutibili fonti di autorità. A queste due tendenze, si affianca anche l'essenzializzazione, il quale consiste nella riduzione della fede a un discorso di contrapposizione politica, etnica e

Le nuove religioni sono sorte in risposta ai mutamenti sociali e culturali del Novecento.

Questi nuovi movimenti si dividono in:

  1. Revitalizzazione, in cui un gruppo/comunità dichiarano di puntare a un miglioramento delle proprie condizioni di vita
  2. Culti Millenaristici, accentuano le rappresentazioni relative all'avvento di un'epoca di pace e felicità, incoraggiato e preparato medianti attività rituali
  3. Culti Nativistici, sono quelli che fanno propria la protesta contro le condizioni di svantaggio sofferte dalle popolazioni native che mirano a riaffermare e far rinascere aspetti culturali come strumento di rivendicazione della propria identità
  4. Culti Messianici, hanno uno sfondo carismatico, legate alla presenza di una forte personalità che sono sorti dall'incontro fra culti locali e cristianesimo/islam

Ogni movimento ha come scopo il ritorno alle condizioni originarie e la liberazione dal dominio stranieri.

sono caratterizzati da rituali e cerimonie elaborate, durante le quali vengono offerti doni agli spiriti degli antenati e al cargo stesso. Questi doni possono includere cibo, oggetti di valore e persino animali sacrificati. Le cerimonie del culto del cargo spesso coinvolgono anche danze, canti e recitazioni di miti e leggende locali. Gli adepti del culto credono che attraverso queste pratiche possano entrare in contatto con gli spiriti degli antenati e ricevere il loro aiuto e la loro benedizione. Inoltre, i culti del cargo spesso promuovono l'unità e la solidarietà tra le comunità locali. Le cerimonie sono occasioni in cui le persone si riuniscono, condividono cibo e bevande e si sostengono reciprocamente. Questo senso di comunità è considerato fondamentale per il successo del culto del cargo e per la rinascita delle popolazioni locali. In conclusione, i culti del cargo rappresentano un tentativo di coniugare la tradizione locale con le dottrine cristiane o di altre religioni, al fine di riscattare le popolazioni locali dalla decadenza e di appropriarsi della forza e del potere dei colonizzatori bianchi.

cercano di manipolare i simboli dei bianchi.52. Le religioni e la globalizzazione

Alcuni culti nati dopo il colonialismo hanno caratteri di movimento organizzati, possiedono icaratteri di movimento organizzati; altri culti hanno finalità particolari e, altri ancora, possiedono uncarattere transazionale e virtuale come le manifestazioni del culto mariano.

2.1 Culti legati a trasformazioni economiche: El Tio

Un culto riconducibile a un gruppo occupazionale è riconducibile a El Tio, tra i minatori bolivianidello stagno, nato negli anni Settanta.

I minatori boliviani dello stagno avevano sviluppato in chiave demoniaca l’idea del propriorapporto con il lavoro.

Prettamente cristiani, i minatori praticavano il culto degli spiriti della fertilità e delle divinitàdell’antica regione andina. Spiriti e divinità, abitano nel sottosuolo e sono dispensatrici di vita e dimorte.

El Tio controlla le risorse del sottosuolo e dello stagno; egli è

Raffigurato in forma di diavolo e con gli occhi assetati di sangue (dei minatori). Gli antropologi ritengono che Tio sia per i minatori, il punto di meditazione e di passato concettuale fra l'idea dell'equilibrio che presiede al rinnovamento della natura e dei suoi frutti e il peso di una logica di sfruttamento delle risorse naturali. Tio serve ai minatori per pensare la contraddizione della propria condizione; è, dunque, la ritrazione delle divinità del sottosuolo, tradizionali custodi delle risorse naturali.

2.2 Culti legati a perdita di identità sociale: Mami Wata

Mami Wata è una dea bella e seducente, rappresentata come una sirena con la coda di pesce. Il culto nasce nel XX secolo nella Nigeria Meridionale, fondendo elementi locali con quelli della tradizione indù e cristiana; la sua importanza ha fatto sì che, oggi, ci siano dei templi a lei dedicati. Mami Wata è ciò che rende pensabile il disagio della modernità tra

gli africani inurbati e tra quelli emigr

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Publisher
A.A. 2020-2021
7 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-DEA/01 Discipline demoetnoantropologiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher itsmartiz di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Antropologia culturale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Vignato Silvia.