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Il processo della respirazione
1. Inizia da un comando involontario del sistema nervoso dovuto all'attivazione dei centri respiratori situati nel tronco encefalico. Questi centri forniscono un comando specifico attraverso le vie nervose, basandosi sui livelli di ossigeno e anidride carbonica nel corpo. I centri respiratori ricevono anche informazioni dai chemocettori, cellule specializzate che si trovano nell'arco aortico e nella biforcazione della carotide, vicino ai barocettori.
2. I nervi frenici vengono attivati, facendo contrarre il diaframma.
3. Il diaframma si contrae.
4. Ciò causa l'abbassamento della cupola del diaframma e il sollevamento delle coste, che a loro volta causano un ampliamento della gabbia toracica. La gabbia toracica tira la pleura, che a sua volta tira i polmoni e ne genera l'ampliamento. (In caso di pneumotorace, se la pleura viene rotta, i polmoni non si distendono più.)
5. La distensione dei polmoni genera a sua volta la distensione degli alveoli. Secondo la legge di Boyle, la pressione è inversamente proporzionale al volume, quindi l'aumento del volume polmonare causa una diminuzione della pressione all'interno degli alveoli. Questo crea un gradiente di pressione che permette all'aria di entrare nei polmoni durante l'inspirazione.
proporzionale al volume. Questo significa che aumentando il volume, la pressione del gas crolla. Se non respiro e apro le vie aeree, la pressione alveolare e quella dell'atmosfera si equivalgono. Quando inspiro la pressione alveolare diventa più bassa di quella atmosferica data la dilatazione degli alveoli e l'aria è costretta ad entrare.
espirazione:
- Il diaframma smette di contrarsi
- Il polmone, formato da fibre elastiche si rimpicciolisce
- Il volume degli alveoli si riduce e fa aumentare la pressione alveolare che, diventando maggiore di quella atmosferica l'aria deve essere espulsa.
Il calcolo dei volumi polmonari statici volume d'aria nei polmoni (ml) Noi possiamo misurare il. Con una spirometria posso rilevare di conseguenza il volume del polmoni. Il primo volume che rileviamo sottoforma di parametro base è la quantità di aria che viene espulsa durante una respirazione tranquilla. Questo viene chiamato volume corrente.
posso misurare l'inspirazione massima ossia la quantità di aria che posso immettere oltre a quella che immetto durante la respirazione tranquilla. Questo è detto volume di riserva inspiratoria. Lo stesso ma correlato all'espirazione è detto riserva espiratoria. La somma dei tre rappresenta la massima quantità di aria che posso movimentare all'interno dei miei polmoni. Questa viene detta capacità vitale.
Alla fine dell'espirazione forzata rimane sempre e comunque una quantità di aria non scambiabile all'interno dei polmoni. Questo è detto volume residuo.
La somma di capacità vitale e volume residuo è la maggior quantità di aria che può essere contenuta in quei polmoni ed è detta capacità polmonare totale.
La spirometria viene successivamente completata con il calcolo dei volumi dinamici. Questi comprendono la capacità vitale forzata, CVF1.
Il vuotamento dei polmoni in un secondo. Questo parametro è utile dato che patologicamente, per ostruzione o rigidità il polmone può metterci più tempo per svuotarsi (è il caso dell'asma).
La tensione superficiale alveolare. La struttura polare dell'acqua gli conferisce una forza di adesione detta tensione superficiale. La parete dell'alveolo è di fatto composta d'acqua e per questo anche l'alveolo è sottoposto alla tensione superficiale.
La legge di Laplace afferma che questa forza di aggregazione delle molecole è inversamente proporzionale al raggio della bolla. Di conseguenza, minore è il raggio dell'alveolo maggiore è la forza di aggregazione che impedisce l'ampliamento dell'alveolo. Gli alveoli sono più piccoli in assoluto nel momento della nascita, lì la tensione superficiale dell'acqua è maggiore.
Il surfactante alveolare è una sostanza tra i
Tensioattivi prodotta dagli pneumociti di secondo tipo che si infila tra le gocce d'acqua riducendo la loro forza di aggregazione. In questo modo i muscoli del neonato sono abbastanza forti per aprire gli alveoli per la prima volta. Dopo questo momento, il surfactante continua ad essere prodotto per proteggersi da condizioni patologiche come la polmonite che irrigidisce gli alveoli.
La fase di diffusione consiste nel passaggio dei gas tra alveolo e capillare. D = k [(P1-P2)*A] / (S) Il passaggio di una sostanza attraverso una membrana che separa due compartimenti è direttamente proporzionale alla superficie di scambio e alla differenza di pressione. La stessa è inversamente proporzionale allo spessore della membrana che deve essere attraversata. Il tutto è mediato dalla costante di permeabilità propria del gas in questione. In condizione fisiologiche, area di assorbimento e lo spessore della membrana rimangono costanti dato che ci riferiamo a delle parti anatomiche.
Questi valoripossono però cambiare in condizioni patologiche come per esempionell'enfisema polmonare che distruggendo alveoli riduce l'area diassorbimento.Come si sposta l'ossigeno?Il sangue entra nel capillare polmonare con una pO2 di circa 40 mmHg. Invecenell'alveolo, la pressione di ossigeno è di circa 100 mmHg. Per diffusionel'ossigeno si riequilibra seguendo il gradiente di concentrazione. Tuttavia, ilsangue esce dal capillare con pO2 100 mmHg siccome l'alveolo è incomunicazione con l'esterno tramite i sistemi respiratori e quindi la pO2dell'alveolo resta fissa a 100 mmHg.Come si sposta l'anidride carbonica?Il sangue entra nel capillare polmonare con una pCO2 di circa 45 mmHg. Invecenell'alveolo, la pressione di anidride carbonica è di circa 40 mmHg. Perdiffusione l'anidride carbonica si riequilibra seguendo il gradiente diconcentrazione. Tuttavia, il sangue esce dal capillare con pCO240 mmHg
Siccome l'alveolo è in comunicazione con l'esterno tramite i sistemi respiratori, quindi la pCO2 dell'alveolo resta fissa a 100 mmHg.
I valori sopracitati sono quelli che rilevo nel sangue arterioso durante l'emogasanalisi.
pO2 = 100 mmHg
pCO2 = 40 mmHg
pH = 7,35 - 7,45 (altrimenti si ha alcalosi o acidosi)
SaO2 = 97 - 100 %
HCO3- = 24 mmol/L (o mEq/L)
La fase di trasporto
Come viene trasportato l'ossigeno?
Dato che il sangue è un ambiente acquoso, l'ossigeno non riesce a sciogliersi bene al suo interno. Per questo motivo viene fatto si che il sangue si leghi ad una sostanza trasportatrice: l'emoglobina.
In particolare, l'ossigeno si lega ai gruppi eme delle globine. Di conseguenza, per ogni emoglobina è possibile legare al massimo quattro atomi di ossigeno.
Un modo per misurare la capacità di legame dell'emoglobina per l'ossigeno è la saturazione dell'Hb per l'ossigeno tramite
sinistra. Queste variabili includono il pH del sangue, la temperatura corporea e la presenza di sostanze come il CO2. Utilizzando un'apposita apparecchiatura, è possibile tracciare questa curva e ottenere informazioni importanti sulla saturazione dell'ossigeno nel sangue. Questo è particolarmente utile in ambito medico, ad esempio durante interventi chirurgici o per monitorare la condizione di pazienti affetti da patologie respiratorie. In conclusione, la relazione tra la saturazione dell'ossigeno nel sangue e la pressione parziale di ossigeno è rappresentata da una curva a forma di "S", che può essere influenzata da diversi fattori.sinistra.La curva si sposta a destra se la temperatura è aumentata, il pH è diminuito e la pCO2 è aumentata. Queste caratteristiche si materializzano quando le cellule manifestano un maggior bisogno, siccome grazie a questa curva è maggiore l'emoglobina che si stacca ossigeno.
La curva si sposta a sinistra se le condizioni sono opposte: temperatura diminuita, pH aumentato e pCO2 diminuita. Queste condizioni però non si verificano frequentemente in condizioni fisiologiche.
Come viene trasportata l'anidride carbonica?
A differenza dell'ossigeno, l'anidride carbonica si scioglie molto bene in un ambiente acquoso. Infatti, una volta che l'anidride carbonica incontra acqua, insieme formano acido carbonico che si scinde successivamente in ione bicarbonato e ione idrogeno. Nel consegue che nel sangue, l'anidride carbonica viene trasportata sotto forma di ione bicarbonato. Inoltre, dato che la reazione sopra raffigurata è di equilibrio,
è formato dalla lingua e dal pavimento della bocca, che è costituito da muscoli e tessuto connettivo. gengive Le gengive sono i tessuti che rivestono le arcate dentali e sostengono i denti. denti I denti sono strutture dure e calcificate che servono per masticare e triturare il cibo. Sono composti da smalto, dentina e polpa. lingua La lingua è un organo muscolare mobile situato nella cavità orale. Ha diverse funzioni, tra cui la deglutizione, il gusto e la produzione dei suoni del linguaggio. ghiandole salivari Le ghiandole salivari sono responsabili della produzione della saliva, che aiuta nella digestione del cibo. esofago L'esofago è un tubo muscolare che collega la bocca allo stomaco. Trasporta il cibo dalla bocca allo stomaco attraverso movimenti muscolari chiamati peristalsi. stomaco Lo stomaco è un organo a forma di sacco che svolge la funzione di immagazzinare e digerire il cibo. Produce anche acido cloridrico e enzimi per aiutare nella digestione. intestino tenue L'intestino tenue è la parte del tubo digerente che segue lo stomaco. È composto da tre sezioni: duodeno, digiuno e ileo. Qui avviene l'assorbimento dei nutrienti nel sangue. intestino crasso L'intestino crasso è la parte finale del tubo digerente. È composto da cieco, colon e retto. Qui avviene l'assorbimento dell'acqua e la formazione delle feci. ano L'ano è l'apertura inferiore del tubo digerente attraverso cui vengono eliminate le feci.È formato dai muscoli sopra-ioidei, soprattutto il muscolo milo-ioideo. Le pareti laterali sono formate da muscoli mimici, in particolare dal muscolo buccinatore.
La parete anteriore è formata dalle labbra.
La parete posteriore è formata dall'istmo delle fauci che permette il collegamento della cavità orale con l'orofaringe. L'istmo è formato da due pilastri entro i quali è presente uno spazio che accoglie le tonsille palatine (organi del sistema immunitario).
La lingua è un organo formato da più muscoli che ha il compito di rimescolare il cibo e di articolare il suono per permettere il linguaggio.