Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
BBW %B
◦ oscillazione generano segnali di acquisto.
Bassi valori del e un ai limiti superiori della banda tipica di
BBW %B
◦ oscillazione generano segnali di vendita.
Entrambi questi segnali vanno considerati come conferme dei segnali
forniti dalle sole bande di Bollinger.
3.9: GLI OSCILLATORI.
Informazioni utili per l’analista tecnico e l’impostazione delle sue strategie di
trading possono essere ricavate non solo dai livelli dei prezzi, volumi, ecc., ma
anche dalle loro variazioni, le dinamiche. Le sintesi statistiche delle dinamiche
o delle loro funzioni sono note come oscillatori.
L’idea alla base di ogni oscillatore è quella di evidenziare se le dinamiche sono
più “intense” di quanto atteso sulla base di quanto osservato in un periodo
passato scelto come riferimento (anche qui, come per le medie mobili, si parla
di lunghezza, ampiezza o unità di misura dell’oscillatore). Ne consegue
che, cambiando l’unità di misura, l’oscillatore attribuirà alla stessa dinamica
delle valenze diferenti, e in questo modo si possono ottenere risultati anche di
molto diferenti.
Gli oscillatori possono essere classificati seguendo 3 diverse impostazioni:
Classifcazione basata sulle variabili usate per calcolare
• l’oscillatore: classificazione che distingue gli oscillatori sulla base della
variabile di cui essi indagano le dinamiche:
Oscillatori di prezzo: è il gruppo più numeroso e conosciuto, e
◦ include tutti gli indicatori costruiti come combinazione di funzioni dei
prezzi.
Oscillatori di volume: gruppo poco ampio composto da oscillatori
◦ che analizzano e propongono una rilettura dei dati di volume.
Oscillatori di ampiezza: oscillatori costruiti a partire dall’ampiezza
◦ di mercato, la quale esprime il grado e la qualità della partecipazione
delle azioni ai movimenti di mercato.
Oscillatori ibridi: oscillatori che non è possibile inserire in nessuno
◦ dei precedenti gruppi.
Classifcazione basata sulla volatilità dell’oscillatore: gli oscillatori
• possono essere distinti sulla base della loro volatilità media. In questo
senso, si individuano:
Oscillatori a bassa volatilità: essendo poco volatili, questi
◦ oscillatori sono i più indicati per l’impostazione dei segnali operativi di
acquisto o vendita. A loro volta si dividono in 2 sottoclassi:
a) Oscillatori di timing : hanno un’evoluzione nel tempo piuttosto
regolare e per questo sono particolarmente adatti per la
costruzione di algoritmi di trading.
b) Oscillatori di warning : più irregolari dei precedenti, sono
particolarmente adatti per indagare le possibili fasi di inversione di
un trend e per filtrare le indicazioni fornite dagli oscillatori di
timing.
Oscillatori ad alta volatilità: essendo più volatili dei precedenti,
◦ non si prestano all’impostazione dei segnali operativi. Sono invece più
indicati per un approccio al mercato che richiede l’intervento
dell’analista. Anche questi possono essere suddivisi in 2 sottoclassi:
a) Oscillatori di convergenza : forniscono utili indicazioni in caso di
convergenza/divergenza con i prezzi o i volumi.
b) Oscillatori di sentiment : sono i più volatili di tutti e i meno adatti
alla costruzione di trading system. Come dice il nome, possono
essere considerati come misure del sentimento di mercato.
Classifcazione basata sul campo di variazione dell’oscillatore: gli
• oscillatori sono misure relative della velocità e della forza con cui si
muovono i prezzi o i volumi e, come tali, sono usati per “pesare” la
qualità di questi movimenti. Essendo misure relative, gli oscillatori hanno
un campo di variazione diverso da quello dei prezzi e dei volumi. Si
parla di:
Indici: quando sono limitati all’interno di una precisa banda di
◦ oscillazione (generalmente da 0% a 100%, o da -100% a 100%).
Indicatori: quando non sono limitati (ma comunque caratterizzati da
◦ un valore considerato “centrale”).
Quando il valore di un oscillatore si trova lontano dal proprio valore centrale, si
evidenzia una situazione di “tensione”, ovvero una situazione in cui le
dinamiche variano con intensità estrema rispetto a quanto registrato nel
passato. Generalmente, in questi casi si verifica una delle seguenti situazioni:
Inversione dei trend .
• Accelerazione dei trend .
•
In particolare, quando gli oscillatori di prezzo evidenziano una dinamica
estrema dei prezzi, si osserva una delle seguenti situazioni di mercato:
Ipercomprato: periodi con dinamiche dei prezzi al rialzo eccezionali.
• Ipervenduto: periodi con dinamiche dei prezzi al ribasso eccezionali.
•
È importante precisare che le situazioni di ipercomprato e ipervenduto
dipendono solamente dalla dinamiche, e non dal livello assoluto dei prezzi.
Naturalmente, i periodi di ipercomprato o ipervenduto vengono segnalati dagli
oscillatori quando questi ultimi si portano agli estremi del loro range. Per
consentire l’immediata visualizzazione di questi periodi, si è soliti disegnare nei
grafici degli oscillatori due rette orizzontali (costanti) che suddividono il grafico
in 3 aree:
Area di ipervenduto.
• Area di ipercomprato.
• Area con dinamiche dei prezzi non eccezionali, compresa tra quelle di
• ipervenduto e ipercomprato.
La determinazione delle costanti di ipervenduto ed ipercomprato è
soggettiva e diferisce, ovviamente, per indici e indicatori:
Indici : nel caso degli indici, che hanno range limitato, le costanti sono
• simmetriche rispetto al centro del range, e in genere stabilite in modo da
includere tra il 40% e il 60% di quest’ultimo (ad esempio 30% e 70% nel
caso di un indice che varia tra 0% e 100%). Forniamo qui di seguito una
rappresentazione grafica di quest’ultimo esempio.
Indicatori : nel caso di indicatori si tende sempre a mantenere l’idea di
• simmetria rispetto al centro del range, ma ovviamente non è possibile
definire una regola generale per determinare le costanti dato che non
esiste un massimo o un minimo da prendere come riferimenti. In questi
casi, la linea mediana dell’oscillatore (generalmente lo 0) assume un
significato rilevante perché funge da demarcazione tra periodi in cui i
prezzi presentano una dinamica positiva o negativa. Vale comunque la
regola generale di porre le costanti “abbastanza” lontano dal loro valore
centrale.
Qui di seguito faremo una breve rassegna dei soli oscillatori di prezzo. Non i
occuperemo degli altri in quanto una trattazione esaustiva degli oscillatori
sarebbe estremamente lunga e tediosa.
3.10: I PIÙ COMUNI OSCILLATORI DI PREZZO.
In questo paragrafo facciamo una breve rassegna degli oscillatori di prezzo più
comunemente utilizzati:
Momentum (Mom): il concetto di momentum è alla base delle
• applicazioni dell’analisi fatta attraverso gli oscillatori. La maggior parte
degli oscillatori sono costruiti sulla base, e sono assimilabili all’idea di
momentum. Con momentum si intende, in sostanza, la misura del grado
di accelerazione che un movimento di prezzo esprime nell’arco della sua
evoluzione. Il calcolo del momentum è molto semplice: si tratta della
diferenza L-esima del prezzo dello strumento finanziario analizzato
P
(dove è l’ampiezza scelta per l’oscillatore momentum):
L .
Mom =P −P
➢ t , L t t− L
Naturalmente, il concetto di momentum può essere applicato in generale
a qualsiasi funzione dei prezzi. Ad esempio, si può calcolare il momentum
medie mobili o altri indicatori. Una formula più generale è quindi la
seguente: ; dove è una generica funzione.
Mom f
➢ =f (P )−f (P ) (⋅)
t , L t t −L
Essendo una semplice diferenza, il momentum può assumere sia valori
negativi che positivi, e quindi oscilla attorno allo 0. I tipici segnali forniti
da questo oscillatore dipendono da:
Tasso di crescita dell’oscillatore : valori del momentum maggiori di 0
◦ indicano una fase espansiva dei prezzi:
a) Fintanto che il momentum cresce ed è maggiore di 0, l’oscillatore
segnala un raforzamento dell’espansione corrente, ed è plausibile
supporre che la fase espansiva abbia particolare intensità.
b) L’osservazione di una riduzione dei valori del momentum quando si
trova al di sopra dello 0 è indice di un indebolimento della fase
espansiva (incrementi di prezzo decrescenti). In questi casi è
probabile che il trend ascendente si interrompa in breve tempo. Per
filtrare brevi oscillazioni casuali contrarie al trend in corso, e ridurre
il numero di falsi segnali di indebolimento del trend, si può usare
una media mobile del momentum con brevissima ampiezza.
Al contrario, valori del momentum minori di 0 indicano una fase
ribassista dei prezzi: valgono tutte le considerazioni speculari a quelle
fatte sopra.
Raggiungimento dei limiti della banda tipica di oscillazione : se
◦ l’oscillatore si trova in queste zone, vuol dire che la performance di
periodo del bene sottostante è massima/minima. In genere si può
procedere alla vendita quando la linea del momentum rompe dall’alto
verso il basso il limite superiore della banda tipica, e viceversa. La
stessa tecnica può essere utilizzata alla rottura dello 0. In questo
secondo caso si ottengono meno falsi segnali, ma si opera con meno
ritardo.
Divergenze fra grafico dell’oscillatore e quello del prezzo : l’analisi
◦ delle divergenze è comune a molti dei principali oscillatori. Consiste
nell’individuazione di divergenze tra la tendenza dell’oscillatore e
quella del sottostante. Ad esempio se il momentum sta crescendo,
mentre il prezzo del sottostante sta calando (o è pressocchè stabile,
allora è plausibile un inversione del trend e un rialzo dei prezzi.
Viceversa nel caso speculare. In generale, il valore segnaletico di una
divergenza dipende dalla sua ampiezza temporale, così che
divergenze durate pochi giorni risultino meno afdabili rispetto a
quelle più durature. Vediamo qui di seguito due esempi di divergenza.
Molti trader preferiscono aggiustare la scala e la banda di oscillazione di
questo oscillatore cercando una misura omogenea per qualsiasi ampiezza
di movimento dei prezzi. Una soluzione è quella di normalizzare la linea
del momentum percentualizzando gli scarti di prezzo. In questo caso si
calcola il momentum usando la seguente formula:
P t
Mom
➢ = ⋅100
t , L P t−L
L’indicatore così costruito futtua attorno al valore 100, con le stesse
implicazioni del momentum che oscill