vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
II
velocità di conduzione di 36-72 m/s), che formano numerose terminazioni (a fiorami)
sulla regione prossima all’equatore delle fibre a catena di nuclei.
- fibre motorie, che innervano le estremità delle fibre intrafusali in corrispondenza delle
loro regioni contrattili. In particolare le fibre intrafusali sono innervate da motoneuroni γ
attraverso assoni mielinizzati di piccolo calibro; a differenza delle fibre extrafusali che
invece sono innervate da motoneuroni α mediante assoni mielinizzati di grosso calibro.
Quando un muscolo viene stirato la variazione di lunghezza consta di due fasi: una fase
dinamica, durante la quale la lunghezza sta cambiando, e una fase statica, durante la quale il
muscolo si è stabilizzato a una nuova lunghezza. Specializzazioni strutturali di ogni
componente del fuso permettono alle fibre afferenti ad esso associate di rilevare gli aspetti di
ciascuna fase separatamente.
Generalmente, le terminazioni sensitive dei fusi hanno una scarica tonica a riposo, che viene
modificata dalla deformazione meccanica prodotta dalle variazioni di lunghezza della regione
centrale delle fibre intrafusali; infatti quando un muscolo viene stirato la variazione di
lunghezza interessa anche le fibre intrafusali e di risposta le terminazioni sensitive
aumentano la propria frequenza di scarica.
Le fibre di gruppo a aumentano la loro scarica nel momento in cui il muscolo su allunga, ma
I
una volta raggiunta la lunghezza finale l’attività diminuisce, anche se rimane sempre maggior
rispetto al livello di riposo. L’aumento di scarica osservato alla lunghezza finale è la risposta
tonica, mentre la differenza fra tale livello e la massima attività raggiunta è la risposta fasica.
Le fibre di gruppo presentano una chiara risposta tonica, ma la risposta fasica è appena
II
accennata o addirittura assente.
La differenza si spiega con il fatto che le fibre di gruppo a contattano tutte le fibre a sacchetto,
I
sia statiche che dinamiche, mentre le fibre di gruppo contattano le fibre a sacchetto statiche
II
e le fibre a catena (seguono fedelmente le variazioni di lunghezza muscolare).
9.2.2 AZIONI SEGMENTALI DELLE AFFERENZE FUSALI:
Gli effetti riflessi dello stiramento di un muscolo sono dovuti alle connessioni centrali delle
afferenze di tipo a, ognuna delle quali prende contatto sinaptico con la maggior parte dei
I
motoneuroni dello stesso muscolo (effetti omonimi). Queste fibre inoltre prendono contatto
anche con i motoneuroni che innervano i muscoli agonisti (effetti eteronimi), mentre
attraverso un interneurone inibiscono
i motoneuroni dei muscoli
antagonisti. È infatti assodato che un
fibra Ia presenta spesso un apio grado
di divergenza, prendendo contatti,
anche monosinapiticamente, sia con i
muscoli stessi che con muscoli
agonisti.
Inoltre, le afferenze a sono in grado di
I
attivare i motoneuroni di muscoli
agenti su articolazioni diverse
(divergenza).
L’interneurone inibitorio a è sotto il
I
controllo delle vie discendenti e riceve
influenze sia eccitatorie sia inibitorie.
Esso può essere attivato quando il
movimento avviene attraverso
un’azione reciproca sugli agonisti (che
vengono reclutati) e sugli antagonisti (che si rilasciano).
L’innervazione reciproca non è utile solo nel riflesso miotatico, ma anche per i movimenti
volontari. Il rilassamento dei muscoli antagonisti durante l’esecuzione di un movimento
aumenta la velocità e l’efficienza del processo in quanto i muscoli principali non devono
lavorare contro la contrazione dei muscoli opposti.
Quindi gli interneuroni inibitori a coordinano anche la contrazione muscolare durante i
I
movimenti volontari.
Essi ricevono input dai collaterali degli assoni discendenti dei neuroni nella corteccia motoria
che contraggono connessioni eccitatorie dirette con i motoneuroni a livello spinale. Questo
permette di semplificare il controllo dei movimenti volontari, poiché i centri superiori non
devono inviare comandi separati ai muscoli funzionalmente opposti.
Talvolta risulta vantaggioso contrarre sia muscoli agonisti che quelli antagonisti (co-
contrazione) perché ciò permette di irrigidire l’articolazione quando la precisione e la
stabilità sono importanti per portare a termina un’azione. Gli interneuroni inibitori a
I
ricevono sia segnali eccitatori che inibitori da tutte le maggiori vie discendenti, quindi i centri
sopraspinali possono modificare l’equilibrio dei segnali attivatori ed inibitori al fine ridurre la
reciproca inibizione dei muscoli e consentirne la co-contrazione.
9.2.3 CONTROLLO CENTRALE DEI FUSI NEUROMUSCOLRI:
La sensibilità dei fusi neuromuscolari può essere modulata attraverso il controllo dell’attività
dei motoneuroni γ.
Quando solo i motoneuroni α sono stimolati, le fibre muscolari si contraggono e il processo di
scarica delle fibre a si interrompe perché le fibre muscolari si accorciano allentando il fuso;
I
tuttavia se si attivano anche i motoneuroni γ non si osserva più questa interruzione. Questo
evita che i motoneuroni α, proprio quando devono scaricare maggiormente per sostenere la
contrazione muscolare, siano privati dell’influenza eccitatoria proveniente dalle afferenze
fusali.
La contrazione delle fibre intrafusali indotta dalle fibre γ (a livello delle regioni polari) induce
lo stiramento della regione centrale e mantiene il fuso in tensione, stabilizzando quindi la
frequenza di scarica delle fibre a all’interno di un range ottimale al fine di segnalare i
I
cambiamenti nella lunghezza delle fibre, qualunque sia l’effettiva lunghezza del muscolo.
Questo è importante affinché il SNC continui a ricevere informazioni sensoriali importanti per
la percezione della posizione e del movimento (cinestesia).
Questa coattivazione alfa-gamma quindi stabilisce la sensibilità del fuso neuromuscolare ed è
utilizzata in molti movimenti volontari. Ci sono anche assoni collaterali provenienti da
motoneuroni α che innervano sia le fibre extrafusali che le fibre intrafusali (assoni β), essi
forniscono l’equivalente della coattivazione alfa-gamma.
Tale meccanismo di regolazione dimostra che i neuroni a livello del SNC possono modulare la
forza dei riflessi spinali indipendentemente dall’intensità dello stimolo sensoriale che li
induce. Questa variabilità è possibile in quanto le vie riflesse possono essere modificate in tre
punti diversi: a livello dei motoneuroni α, degli interneuroni e dei terminali presinaptici delle
fibre afferenti.
Anche i motoneuroni γ possono essere divisi in due classi:
- Dinamici: innervano le fibre a sacchetto dinamiche (fasiche); la loro attivazione produce
un modesto aumento dell’attività di scarica a riposo delle fibre a e un notevole
I
incremento della loro risposta fasica.
- Statici: innervano le fibre a sacchetto statiche e le fibre a catena; agiscono sia sulle fibre di
gruppo a che su quelle di gruppo a, producendo un notevole incremento dei livelli di
I II
attività a riposo e una diminuzione della risposta fasica. Possono anche incrementare la
risposta tonica delle fibre allo stiramento e prevenire il silenziamento delle fibre sensitive
primarie quando un muscolo è rilasciato dallo stiramento.
La scarica tonica delle terminazioni sensitive sia primarie che secondarie segnala la lunghezza
del muscolo allo stato stazionario. Le terminazioni sensitive primarie sono altamente sensibili
alla velocità di stiramento e forniscono informazioni sulla velocità dei movimenti; poiché sono
altamente sensibili a piccoli cambiamenti, esse forniscono informazioni su cambiamenti di
lunghezza improvvisi e inaspettati, che possono essere utilizzate per generare rapide risposte
correttive.
Viste le sue caratteristiche, il riflesso miotatico inverso è l’ideale per reagire velocemente alle
perturbazioni del movimento e della postura. Per esempio in una caduta in avanti, la
rotazione del corpo attorno all’asse della caviglia stira il muscolo tricipite surale, attivandone i
recettori fusali.
9.3 RIFLESSO MIOTATICO INVERSO
Gli organi tendinei del Golgi sono sottili strutture
incapsulate della lunghezza di circa 1 mm e del
diametro di 0,1 mm collocate inserite in serie fra il
tendine e le fibre muscolari. Al loro interno di
trovano fascetti di fibre collagene intrecciate fra
loro, disposte secondo l’asse longitudinale
dell’organo.
Le terminazioni nervose hanno origine da un’unica
fibra di gruppo b che all’interno della capsula
I
connettivale perde la mielina e si sfiocca in molte
diramazioni più sottili, aggrovigliate con i fascicoli
di collagene. Quando le fibre muscolari inserite
sull’organo tendineo si contraggono, i fasci di fibre
collagene vengono stirati; in questo modo le fibre
nervose risultano compresse e ciò dà origine al
processo di trasduzione.
I recettori di Golgi sono quindi sensibili alla
contrazione muscolare e la loro scarica varia
linearmente in funzione della tensione sviluppata. Nel muscolo rilasciato lo stiramento ha
scarsi effetti sulla loro attività, mentre nel muscolo tonicamente contratto produce un
aumento rilevante della loro scarica.
In condizioni di riposo l’attivazione dei recettori tendinei produce effetti opposti rispetto a
quelli generati dai recettori fusali (rilasciamento del muscolo omonimo e dei suoi agonisti e
contrazione degli antagonisti). Per questa ragione le azioni riflesse degli organi tendinei
prendono il nome di riflesso miotatico inverso.
Inizialmente si pensava che gli organi Golgi avessero esclusivamente una funzione protettiva,
di prevenzione del danno muscolare; pertanto si riteneva che inibissero sempre i
motoneuroni omonimi quando la tensione nel muscolo diventava troppo elevata. Oggi si sa
che questi recettori segnalano anche piccoli cambiamenti della tensione muscolare, fornendo
al SNC precise informazioni sullo stato della contrazione muscolare.
Gli effetti dei recettori tendinei sono tutti polisinaptici e anche nella via più rapida sono
mediati tramite un interneurone. Gli interneuroni inibitori b ricevono ampi input
I
convergenti, che principalmente provengono dagli organi tendinei, e formano sinapsi
inibitorie con i motoneuroni omonimi (anche se la stimolazione in vivo delle fibre b non ha
I
sempre effetti inibitori).
Anche le fibre di tipo b formano connessioni molto diffuse con i motoneuroni che innervano
I
muscoli che agiscono su diverse articolazioni; pertanto le connessioni delle fibre afferenti che
provengono principalmente dagli organi tendinei con gli interneuroni inibitori b sono parte
I
dei circuiti spinali riflessi che re