vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Per convertire la formula proiettiva di Fisher di qualsiasi esoso lineare in
forma D in una formula prospettica di Haworth, si disegna l’anello a sei
membri (5 atomi di C ed un atomo di ossigeno nella parte più in alto e a
destra), si numerano i carboni in senso orario cominciando dal carbonio
anomerico e poi si posizionano i gruppi ossidrilici.
Se nella proiezione di Fisher un gruppo ossidrilico compare a destra, nella
formula prospettica di Haworth questo sarà posizionato nell’anello in basso
rispetto all’atomo a cui è legato.
Se invece il gruppo ossidrilico presente nella proiezione di Fisher si trova a
sinistra, nella formula prospettica di Haworth sarà situato al di sopra
dell’atomo a cui è legato.
Il gruppo terminale -CH OH protenderà verso l’alto nell’ enantiomero D
,
2
verso il basso nell’ enantiomero L .
L’ossidrile sul carbonio anomerico può puntare sia verso il basso sia verso
l’alto.
Se l'ossidrile anomerico di un esoso D è dalla stessa parte dell’anello del
C-6, la struttura per definizione sarà del tipo β.
Se invece è dalla parte opposta del C-6, la struttura sarà del tipo α.
Le forme anomeriche α e β del D-glucosio si interconvertono in soluzione acquosa mediante un processo
chiamato mutarotazione , in cui una forma ad anello (ad esempio l’anomero α) acquista per breve tempo la
struttura lineare per poi richiudersi nella forma anomerica β.
Quindi una soluzione di α-D-glucosio ed una soluzione di β-D-glucosio formano all’equilibrio miscele identiche
con proprietà ottiche altrettanto identiche. 3
I monosaccaridi possono essere ossidati da agenti ossidanti relativamente blandi come lo ione rameico
2+
(Cu ). In queste reazioni il gruppo carbonilico viene ossidato a gruppo carbossilico.
Il glucosio e altri zucchero in grado di ridurre lo ione rameico sono detti zuccheri riducenti .
Lo ione rameico ossida il glucosio e altri zuccheri riducenti producendo una miscela complessa di acidi
carbossilici. Questo è il principio su cui si basa la reazione di Fehling, un dosaggio semiquantitativo di zuccheri
riducenti che per molti anni è stato utilizzato per misurare la concentrazione del glucosio negli individui affetti da
diabete mellito.
Box Medicina
Il glucosio è il principale combustibile metabolico per il cervello. Se la quantità glucosio che raggiunge il cervello
è scarsa, le conseguenze possono essere gravi: letargia, come, lesioni cerebrali permanenti e morte . .
Gli animali hanno evoluto dei complessi meccanismi ormonali per far sì che la concentrazione del glucosio nel
sangue rimanga sufficientemente elevata, senza però raggiungere concentrazioni di glucosio nel sangue troppo
elevate che possono avere gravi conseguenze a livello fisiologico.
I soggetti affetti da diabete mellito insulino-dipendente non producono abbastanza ormone insulina, che serve ad
abbassare i livelli glucosio ematico. Se il diabete non viene trattato la glicemia può raggiungere valori molto al di
sopra della norma.
I livelli elevati di glucosio possono essere la causa delle tante complicanze del diabete, come lo scompenso
renale, le malattie cardiovascolari, la cecità e la difficoltà nella coagulazione .
Bisogna quindi somministrare la quantità giusta di insulina per mantenere il glucosio nei limiti della norma.
La concentrazione di glucosio nel sangue e nelle urine può essere determinata attraverso la reazione di Fehling
per gli zuccheri riducenti.
Poiché i livelli di glucosio ematico variano in funzione della dieta e dell’esercizio fisico, una singola misurazione
non riflette necessariamente la media giornaliera della concentrazione di glucosio ematico, perciò bisogna tenere
conto della emoglobina glicata ( GHB ), che viene misurata nella pratica clinica estraendo l’emoglobina da un
campione di sangue e separando elettroforeticamente la GHB dall’emoglobina normale.
I valori normali di GHB si aggirano intorno al 5% dell’emoglobina totale. Nei soggetti diabetici può arrivare al 13%
È uno dei criteri per valutare l’efficacia di un programma di terapia insulinica è quello di mantenere i valori di GHB
al di sotto del 7% .
• Disaccaridi
I Disaccaridi sono costituiti da due monosaccaridi uniti da un
legame O-glicosidico ,che si forma quando un gruppo
ossidrilico di uno zucchero reagisce con l’atomo di carbonio
anomerico dell’altro zucchero.
Questa reazione rappresenta la formazione di un acetale .
I legami glicosidici sono facilmente idrolizzabili dagli acidi, ma
sono resistenti all’azione delle basi. Quindi i Disaccaridi possono
essere idrolizzati nei loro monomeri liberi mediante bollitura in
una soluzione contenente un acido diluito.
Il legame N-glicosidico unisce il carbonio anomerico di uno
zucchero con un atomo di azoto nelle glicoproteine e nei
nucleotidi.
Quando il carbonio anomerico è impegnato in un legame
glicosidico l’interconversione tra le forme cicliche e quelle lineari
non può avvenire. 4
2. Polisaccaridi
La maggior parte dei carboidrati è presente in natura nella forma di polisaccaridi, polimeri con una massa
molecolare molto elevata. I polisaccaridi, chiamati anche glicani , differiscono per il tipo di unità monosaccaridica
ricorrente, per la lunghezza della catena, per il tipo di legame
glicosidico che unisce le unità e per il grado di ramificazione.
Gli omopolisaccaridi contengono soltanto un tipo di unità
monomerica, mentre gli eteropolisaccaridi sono formati da due o più
tipi di unità monomeriche.
Esempi di omopolisaccaridi sono l’ amido e il glicogeno , ma anche la
cellulosa e la chitina .
• Omopolisaccaridi come riserva di combustibile
I polisaccaridi di riserva più importanti sono l’ amido nelle piante e il
glicogeno negli animali.
L’amido ed il glicogeno sono ,oleicole fortemente idratate, in quanto i
loro gruppi ossidrilici formano legami idrogeno con l’acqua.
L’ amido contiene due polimeri del glucosio, l’ amilosio e l’ amilopectina
.
L’amilosio è costituito da due lunghe catene non ramificate di residui di D-glucosio, uniti da legami (α1->4).
Le amilopectine invece, a differenze dell’amilosio sono altamente ramificate. Il legame glicosidico che unisce i
residui successivi di glucosio nell'amilopectina è (α1->4). Le ramificazioni, che intervengono ogni 24-30 residui,
iniziamo con legami (α1->6).
Il glicogeno è il polisaccaride di riserva più importante negli animali. È un polimero formato da residui di
glucosio, legati con legami (α1->4) con ramificazioni che originano da legami (α1->6). Il glicogeno è più ramificato
(circa ogni 8-12 residui) e più compatto dell’amido.
Questo polisaccaride è particolarmente abbondante nel fegato e nel muscolo scheletrico.
Negli ematocrito il glicogeno si trova sotto forma di grossi granuli.
I destrani sono polisaccaridi presenti nei batteri e nei lieviti, anch’essi costituiti da due molecole di
poli-D-glucosio unite da legami (α1->6); tutti hanno ramificazioni (α1->3) e alcuni anche ramificazioni (α1->2) o
(α1->4).
La placca dentaria, che si forma per azione di batteri che crescono sulla superficie dei denti, è ricca di questi
polisaccaridi che sono molecole adesive e permettono ai batteri di aderire sia ai denti sia gli uni agli altri.
• Glicosamminoglicani
Lo spazio extracellulare dei tessuti degli organismi pluricellulari è riempito di un materiale gelatinoso, la matrice
extracellulare ( ECM ), che tiene insieme le cellule e contiene pori intercomunicanti per la diffusione di sostanze
nutrienti e dell'ossigeno alle singole cellule.
La matrice cellulare che circonda i fibroblasti e altre cellule connettive è composta da un intreccio di
eteropolisaccaridi e di proteine fibrose.
La membrana basale è una forma specializzata di matrice extracellulare che separa gli epiteli dal tessuto
connettivo, essa è costituita da collageno, laminina ed eteropolisaccaridi, quali i glicosamminoglicani , una
famiglia di polimeri lineari, composti da unità disaccaridiche che si ripetono.
Uno dei due monosaccaridi che compongono l'unità disaccaridica è sempre l’ N-acetilglucosammina .
Nella maggioranza dei casi l’altra unità è un acido uronico, in genere l’ acido D-glucuronico o l’ acido
L-iduronico.
Alcuni glicosaminoglicani contengono gruppi solforici esterificati. 5
Il glicosamminoglicano ialuronano ( acido ialuronico ) contiene residui alternati di acido D-glucuronico e di
N-acetilglucosammina. Il polimero forma soluzioni chiare e altamente viscose, che fungono da lubrificanti nel
liquido sinoviale delle articolazioni; inoltre conferisce all’umore vitreo dell’occhio dei vertebrati la tipica
consistenza gelatinosa.
Lo ialuronano è anche un componente della matrice extracellulare della
cartilagine dei tendini, a cui conferisce resistenza alla tensione ed
elasticità.
La ialuronidasi, un enzima secreto da alcuni batteri patogeni, può
idrolizzare i legami dello ialuronano, rendendo il tessuto più suscettibile
all’invasione batterica
Altri glicosaminoglicani differiscono dallo ialuronano per tre aspetti. In
genere sono polimeri più corti, sono legati covalentemente a specifiche
proteine, e una o ambedue le unità monomeriche differiscono da quelle
dello ialuronano.
Il condroitin solfato conferisce resistenza alla tensione alla cartilagine, ai
tendini, ai legamenti e alle pareti dell’aorta.
Il dermatan solfato conferisce elasticità alla pelle ed è presente anche nei
vasi sanguigni e nelle valvole cardiache.
I cheratan solfati non hanno acido uronico e il loro contenuto in solfato è
variabile. Si trovano nella cornea, nella cartilagine, nelle ossa e in una
varietà di strutture cornee formate da cellule morte.
L’ eparan solfato è prodotto dalle cellule animali e contiene quantità
variabili di zuccheri solforati e non.
L’ eparina è costituita da una parte dell’eparan solfato, derivato
principalmente dai masticati.
L’eparina è un agente terapeutico