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15.3.2 PROPRIETA’ ELETTROFISIOLOGICHE DELLA CELLULA DI PURKINJE
Le cellule di Purkinje sono le cellule principali della corteccia cerebellare e ne sono anche
l’unica via di uscita tramite i loro assoni che formano sinapsi inibitorie con i neuroni dei nuclei
cerebellari. I segnali in ingresso alla corteccia tramite le due vie delle fibre muscoidi e delle
fibre rampicanti hanno un effetto eccitatorio sulle cellule di Purkinje, il cui profilo spaziale e
temporale viene però modulato dagli interneuroni inibitori all’interno della corteccia.
- Segnali provenienti dalle via delle fibre muscoidi
Le fibre muscoidi terminano a livello dei glomeruli cerebellari formando sinapsi
eccitatorie con i dendriti delle cellule granulari Il neurotrasmettitore in questo caso è
glutammato, i cui recettori postsinaptici sono prevalentemente NMDA.
I potenziali d’azione dei granuli percorrono il tratto ascendente del loro assone e
proseguono nei due rami che costituiscono la fibre parallele. Sono le fibre parallele a
fornire alla cellule di Purkinje la maggioranza delle sinapsi eccitatorie (glutammato -
recettori AMPA/mGluR1).
Le fibre parallele distribuiscono il segnale eccitatorio lungo l’asse di un folium cerebellare,
decorrendo perpendicolarmente agli alberi dendritici delle cellule di Purkinje. In questo
modo un fascio di fibre parallele può depolarizzare una fila di cellule di Purkinje lunga
anche alcuni millimetri.
Si calcola che ogni cellula di Purkinje riceva alcune centinaia di migliaia di sinapsi da
altrettante fibre parallele. Considerando che ogni fibra muscoide innerva molteplici
granuli, risulta evidente che la via delle fibre muscoidi ha una divergenza impressionante.
- Segnali provenienti dalle via delle fibre rampicanti
L’assone di ogni neurone olivare si ramifica in 10-15 rami, ognuno dei quali forma una
fibra rampicante.
Ogni fibra rampicante innerva una sola cellula di Purkinje e ogni cellula di Purkinje riceve
una sola fibra rampicante. Questa via presenta quindi pochissima divergenza,
permettendo un’alta specificità delle connessioni.
La fibra rampicante forma sulla cellula di Purkinje un’estesa sinapsi eccitatoria, che agisce
tramite recettori AMPA ed è talmente potente da generare un EPSP sempre ampiamente
sopra soglia (questo viene definito potenziale complesso, distinto dai potenziali semplici
dovuti all’attività spontanea della cellula di Purkinje a riposo).
I terminali delle fibre rampicanti sono disposti topograficamente nella corteccia
cerebellare, ovvero: assoni di contingenti di neuroni olivari funzionalmente correlati
terminano in sottili strisce parasagittali che si estendono attraverso diverse folia. A loro
volta le cellule di Purkinje all’interno di ciascuna striscia proiettano a un gruppo comune
di neuroni dei nuclei profondi.
15.3.3 RUOLO DEGLI INTERNEURONI INIBITORI
- Cellule di Golgi
Le cellule di Golgi sono gli unici interneuroni inibitori dello strato granulare. Ricevono
input dalle fibre muscoidi e dalle fibre parallele e il loro assone termina a livello dei
glomeruli cerebellari, dove produce un IPSP sui granuli tramite due circuiti:
- inibizione a feedforward: fibra muscoide - cellula di Golgi - granulo
- inibizione a feedback negativo: fibra muscoide - granulo - cellula di Golgi - granulo
il cui effetto complessivo è di abbreviare la durata della scarica dei granuli eccitati e di
distribuire l’inibizione anche ai granuli vicini.
- Cellule stellate e cellule a
canestro
Gli interneuroni dello strato
molecolare sono eccitati
dalle fibre parallele e
inibiscono le cellule di
Purkinje tramite sinapsi
asso-dendritiche (cellule
stellate) o asso-somatiche
(cellule a canestro):
- le cellule stellate hanno
assoni brevi che entrano
in contatto con i dendriti
adiacenti delle cellule del
Purkinje
- le cellule a canestro presentano lunghi assoni che decorrono perpendicolarmente alle
fibre parallele e formano sinapsi inibitorie a livello del corpo delle cellule di Purkinje
Si tratta quindi di un circuito di inibizione a feedforward, infatti le fibre parallele eccitano
contemporaneamente le cellule di Purkinje e gli interneuroni che ne abbrevieranno la
scarica.
Il ruolo principale delle cellule stellate e a canestro è quello di esercitare una inibizione
laterale. Infatti questi interneuroni, che vengono eccitati da un fascio di fibre parallele,
non inibiscono solo le cellule di Purkinje che si trovano sullo stesso fascio, la soprattutto
quelle dei fasci adiacenti. In questo modo l’attività di un gruppetto di granuli provoca
l’eccitazione di una fila di cellule di Purkinje circondata da due file di cellule di Purkinje
inibite (il significato è quello di aumentare il contrasto tra le cellule di Purkinje eccitate
rispetto a quelle circostanti).
- Circuiti ricorrenti
La corteccia telencefalica invia fibre al cervelletto laterale, passando attraverso i nuclei
pontini; a sua volta il cervelletto laterale invia efferenze alla corteccia attraverso i nuclei
talamici. Questo circuito ricorrente è organizzato in una serie di loop chiusi paralleli, di
modo che una determinata area del cervelletto risulti connessa a con una data parte della
corteccia telencefalica.
Un altro circuito ricorrente coinvolge il nucleo olivare inferiore, che è innervato dagli
assoni GABAergici dei neuroni dei nuclei profondi del cervelletto. Se gli input inibitori
provenienti dai nuclei profondi aumentano di conseguenza diminuisce la frequenza di
scarica dei neuroni olivari, ovvero l’intensità degli stimoli eccitatori trasmessi dalle fibre
rampicanti ai neuroni dei nuclei profondi e alle cellule di Purkinje. Questo permette a
ciascuna parte del cervelletto di regolare in modo indipendente la quantità di
informazioni in entrata mediata dalle fibre rampicanti.
Il terzo circuito di tipo ricorrente è interamente compreso nel contesto della corteccia
cerebellare e coinvolge le cellule del Golgi, ciascuna delle quali riceve input dalle fibre
parallele; a loro volta le cellule granulari sono inibite da parte delle connessioni
GABAergiche provenienti dalle cellule del Golgi, che in questo modo limitano l’attivazione
delle cellule granulari da parte delle fibre muscoidi e regolano l’attività delle fibre
parallele.
15.4 FUNZIONE CEREBELLARE: SEDE DEI MODELLI INTERNI
Il cervelletto, mediante un processo di graduale apprendimento, si costruisce un modello
interno che contiene le proprietà dinamiche di ogni porzione del corpo. Tale modello è
continuamente aggiornato ogni volta che il movimento viene ripetuto.
Al termine del processo di apprendimento iniziale, il modello interno aiuta il cervello a
eseguire il movimento in maniera precisa, senza bisogno di far riferimento al feedback
proveniente dalla parte corporea controllata.
Il modello interno permette inoltre di anticipare i comandi necessari per contrastare le
reazioni che derivano dalle proprietà dinamiche della parte corporea controllata.
15.5 PLASTICITA’ CEREBELLARE E APPRENDIMENTO MOTORIO
Una proprietà fondamentale per la formazione e il continuo aggiornamento dei modelli
interni è la modificabilità dell’elaborazione dei segnali all’interno del cervelletto. Un modello
interno che non corrisponde alla reale dinamica dell’oggetto controllato determina un segnale
cerebellare inadeguato e quindi l’esecuzione del movimento avviene in modo errato. Affinché
il modello possa essere migliorato, fino a dare un contributo perfetto che non genera nessun
errore, il fattore cruciale è la capacità del sistema nervoso di rilevare l’errore e di inviarlo al
cervelletto. È necessario inoltre che questo segnale di errore, una volta arrivato al cervelletto,
induca un cambiamento nel modo in cui questo elabora i segnali.
In altre parole, grazie ai segnali d’errore, il cervelletto è in grado di accorgersi se un atto
motorio non avviene come dovrebbe ed è in grado di modificare i propri segnali in uscita in
modo da migliorarne l’esecuzione.
Tra tutte le sinapsi esistenti, quella che ha ricevuto maggiore attenzione da parte degli
studiosi è quella tra fibre parallele e la cellula di Purkinje. Il motivo è che tale sinapsi è il punto
in cui il circuito cerebellare presenta la massima divergenza.
Modificando selettivamente la sinapsi di una fibra parallela che veicola un certo segnale
(visivo, uditivo o propriocettivo), si può far sì che tale segnale inizi a influenzare il movimento.
In altre parole, la cellula di Purkinje riceve normalmente segnali di vario tipo da moltissime
fibre parallele, ma tali segnali hanno una scarsa influenza sui segnali in uscita dai nuclei
cerebellari. Se, però, alcune delle molte sinapsi si modificano, diventando molto più o molto
meno potenti (potenziamento o depressione della sinapsi), il segnale specifico di tali sinapsi
può iniziare a influire sulle informazioni in uscita dal cervelletto.
È possibile, per esempio, imparare a usare i segnali visivi relativi a una palla da tennis in
avvicinamento per imprimere alla racchetta il movimento per colpirla nel punto giusto,
nell’istante giusto e con la giusta forza. Normalmente un simile compito viene appreso con un
lungo allenamento, ripetendo più volte il movimento, che all’inizio sarà errato, ma migliorerà
poco per volta. Il punto cruciale è quindi la generazione e l’invio al cervelletto di un segnale di
errore. Ci sono molte prove che indicano come le fibre rampicanti trasportino i segnali di
errore necessari per correggere i movimenti.
NB: durante l’apprendimento, quando è presente un errore, il numero dei potenziali complessi
risulta essere significativamente aumentato
In cosa consiste, dunque, l’apprendimento cerebellare? È l’efficacia della sinapsi delle fibre
parallele coinvolte sulle cellule di Purkinje a cambiare: la capacità delle fibre parallele di
determinare la scarica di potenziali semplici si modifica gradualmente durante tutto il periodo
in cui il movimento è sbagliato, ovvero finché è presente il segnale di errore sotto forma di
potenziali complessi.
15.6 FUNZIONI SPECIFICHE DELLE SUDDIVISIONI CEREBELLARI
15.6.1 VESTIBOLOCEREBELLO
Corrisponde al lobo flocculonodulare ed è la parte più primitiva dal punto di vista
filogenetico. Riceve informazioni vestibolari, propriocettive e input visivi (sia dai nuclei
pretettali del mesencefalo che dalla corteccia visiva primaria e secondaria attraverso i nuclei
pontini). Esso invia efferenze che bypassano i nuclei profondi e giungono direttamente ai
nuclei vestibolari.
Le cellule del Purkinje del vestibolocerebello in posizione mediana proiettano al nucleo
vestibolare laterale per modulare i tratti vestibolospinali mediale e laterale, che controllano
in modo predominante