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PROTEINE DEL LATTE
Nel latte le sostanze azotate presenti, rappresentano il 3-3,4% così ripartito:
• proteine dializzabili (caseine e sieroproteine) circa il 95%
• sostanze azotate non proteiche non dializzabili (urea, nucleotidi, AA liberi, ecc…) circa il 5%
Sostanze azotate non proteiche:
L’urea è il principale composto azotato non proteico presente nel latte: essa è in equilibrio con
l’urea ematica e la sua concentrazione si aggira normalmente intorno ai 25-30 mg/dl di latte. Valori
anomali di urea del latte sono generalmente conseguenza di errori di razionamento.
In particolare un elevato contenuto di urea nel latte (superiore a 35 mg/dl) è indice di ridotta
captazione dell’azoto ammoniacale da parte della microflora ruminale a causa di eccesso di
proteine degradabili e/o carenza di energia fermentescibile nella razione.
Concentrazioni elevate di urea nel latte hanno un effetto negativo sulle caratteristiche di
caseificabilità del latte e si accompagnano generalmente a patologie tipiche dell’iperammoniemia
(alcalosi metabolica, riduzione della fertilità, zoppie, etc.).
Per contro bassi livelli di urea nel latte (inferiori a 20 mg/dl) sono generalmente il risultato di
insufficiente apporto proteico della dieta.
Sostanze azotate proteiche Le proteine del latte hanno un elevato valore nutritivo in ragione della
loro elevata digeribilità e
dell’ottima composizione in
aminoacidi essenziali, che
devono essere forniti con
l’alimentazione e che per
l’uomo sono: istidina, lisina,
isoleucina, leucina, valina,
treonina, gli aminoacidi
solforati (metionina e
cisteina) e gli aminoacidi
aromatici (fenilalanina,
tirosina e triptofano).
Nei paesi industrializzati il
latte e i derivati coprono dal
20 al 30% dell’apporto
proteico totale della dieta
umana.
Le proteine del latte sono
considerate alimenti
funzionali poichè, oltre all’apporto nutritivo, forniscono un contributo positivo a migliorare lo stato di
salute, hanno un ruolo importante di protezione dell’organismo contro potenziali antigeni, grazie
alla presenza delle immunoglobuline, della lattoferrina e di alcuni enzimi come il lisozima, la
lattoperossidasi, etc. Il tasso proteico del latte di vacca si aggira intorno al 3,2-3,5%; esso è
variabile in funzione di molti fattori tra i quali la razza, il corredo genetico individuale, lo stadio di
lattazione, il numero di lattazione, le caratteristiche della razione, lo stato sanitario della mammella,
la stagione. Il tenore proteico del latte di una specie è in relazione con la velocità di crescita dei
neonati: più la velocità di crescita è elevata più il tenore proteico del latte è alto. I valori più bassi si
trovano nella specie umana (1% circa) mentre i valori più elevati si trovano nel latte dei mammiferi
marini (11%). Il latte bovino, così come quello degli altri ruminanti, presenta un’elevata proporzione
di caseine rispetto alle sieroproteine (75-78 vs 18-20%), al contrario di quanto si riscontra nel latte
di mammiferi monogastrici (uomo, maiale, cavallo).
Caseine
Le caseine sono le proteine specifiche del latte e sono sintetizzate nella ghiandola mammaria.
Esse rappresentano il 75-78% circa delle sostanze azotate presenti nel latte di vacca. Si
distinguono in diverse “frazioni” aventi PM differente e diversa affinità per l’acqua:
alfa-s1, alfa-s2, beta, k e gamma caseine.
-s1 35-38% -s2 10% β 30-38% κ 10-12-13% 2,5%
ϒ
Le caseine sono un complesso eteroproteico fosforato che precipita a pH 4,6. Esse si presentano
nel latte sotto forma di un complesso organico e minerale, la micella, che è costituita da
submicelle, particelle sferiche. Le micelle hanno un diametro variabile tra 20 e 600 nm; quelle del
latte bovino, in particolare hanno un diametro che si aggira intorno ai 200 nm. Nel latte umano le
micelle hanno un diametro inferiore e questo rende la caseina umana più digeribile. All’interno
della micella caseinica, le submicelle sono tenute insieme e stabilizzate da legami ionici con Ca e
P. All’interno della submicella le varie frazioni caseiniche sono legate con legami organici. Le
submicelle contengono le diverse frazioni caseiniche in proporzioni variabili ma presentano
sempre le molecole di caseina k (idrofila) rivolte verso l’esterno mentre verso l’interno delle micelle
si trovano invece le caseine alfa e beta che sono idrofobe. Le caseine, tranne la κ-caseina, sono
idrofobiche, quindi in soluzione acquosa, come il latte, tendono a riunirsi formando degli aggregati
chiamati micelle dove vengono intrappolate sostanze diverse (Ca, enzimi ed altro). All’interno le
micelle vengono tenute assieme da ponti di Ca, interazioni idrofobiche e legami H. La κ-caseina è
l'unica caseina idrofila e, per questo, richiede un'elevata quantità di calcio per precipitare. Essa ha
un ruolo stabilizzante verso le altre caseine ma una sua idrolisi porta alla coagulazione
(precipitazione) della caseina e si forma il coagulo caseoso. Le varie caseine hanno la
caratteristica di presentare, soprattutto nelle specie bovina e caprina, uno spiccato polimorfismo.
Esistono cioè molte forme genetiche di una stessa proteina che si distinguono tra loro per
sostituzione o delezione di alcuni aminoacidi entro la catena polipeptidica. Il fatto che esistano più
varianti genetiche determina l’esistenza di soggetti omozigoti che producono la proteina in
questione in una sola variante, e soggetti eterozigoti che invece producono una miscela delle due
varianti della proteina. La frequenza delle varianti genetiche di ogni proteina varia con la specie e
con la razza. Il polimorfismo delle proteine del latte porta a differenze nella struttura molecolare
delle proteine che si traducono in differenze delle proprietà fisico-chimiche e biologiche delle
proteine in questione e delle caratteristiche tecnologiche del latte.
Dal punto di vista della composizione aminoacidica le caseine si presentano ricche di prolina e di
aminoacidi fosforilati e relativamente povere di aminoacidi solforati (soprattutto cisteina), carenza
questa che viene compensata dalla ricchezza in aminoacidi solforati delle sieroproteine.
Caseina alfa - (199Aa)
La caseina alfa-s1 è la variante dell’alfa-caseina tipica del latte vaccino dove rappresenta circa il
35-38% della massa delle micelle caseiniche. Si presenta in oltre 5 varianti genetiche (A, B, C, D,
E) tra le quali la variante B è la più frequente nella specie bovina. In presenza di calcio tende a
flocculare. Nel latte di capra la frazione alfa s1 è spesso completamente assente.
La caseina alfa-s2 è presente nel latte vaccino in ragione del 10% circa delle caseine totali. Esiste
in almeno 4 varianti genetiche (A, B, C, D) di cui solo due (A e D) sono presenti nella specie
bovina.
Caseina beta - (209Aa)
Nel latte bovino rappresenta circa il 30-35-38% delle caseine totali. Esiste in 9 varianti genetiche
(A1, A2, A3, B, C, D, E, F, G). Le più frequenti sono le varianti A1 e A2. E’ fortemente idrofoba. Nel
latte di capra la frazione beta-CN è la più rappresentata.
Caseina k - (169Aa)
Nel latte bovino rappresenta il 12-13% circa delle caseine totali e si trova in 5 varianti genetiche (A,
B, B2, C ed E) tra le quali le più diffuse sono la A e la B.
La variante B della k caseina è la più favorevole per il latte destinato alla trasformazione casearia
in quanto determina la formazione di micelle caseiniche più piccole che coagulano più
velocemente e formano un coagulo più consistente. Alcune Associazioni di razza (la Bruna ad
esempio) hanno inserito la diffusione della variante B della k caseina tra gli obiettivi di selezione
(quindi la caratterizzazione genetica delle mandrie).
Caseina gamma - Rappresenta solo il 2,5% delle caseine totali ed è spesso il risultato della
frammentazione della k-caseina.
La k caseina è la frazione maggiormente coinvolta nei processi di coagulazione delle micelle
caseiniche che avviene per via enzimatica ossia tramite l’aggiunta di caglio o per acidificazione. Il
caglio (o presame) è un estratto di stomaco di vitello/agnello/capretto e contiene l’enzima rennina
(o chimosina), specifico per la digestione delle caseine (coagulazione enzimatica) del latte che
agisce sul legame 105-106 della -CN (tra fenilalanina e metionina) determinando la
rottura/scissione della molecola in 2 frazioni: paracaseina k e caseinoglicopeptide idrofilo,
contenente gli zuccheri. Le micelle caseiniche, private della parte zuccherina della k-caseina, si
destabilizzano e coagulano.
Nella cagliata si ritrovano quindi le caseine alfas1, alfas2, beta, gamma e la paracaseina k mentre
il caseinoglicopeptide si ritrova nel siero di latte. La coagulazione per acidificazione invece si
ottiene abbassando il pH del latte fino al punto isoelettrico delle caseine (pH 4,6); in queste
condizioni la caseina si demineralizza (perde cioè gli ioni Ca e P che passano in soluzione) e le
micelle si disgregano in submicelle, perdono il loro stato di idratazione e finiscono per interagire tra
loro precipitando.
Il coagulo ottenuto per via enzimatica è più idratato (contiene più acqua) di quello che si ottiene per
acidificazione e quindi più idoneo alla produzione di formaggi molli che contengono più acqua al
loro interno.
Il processo di coagulazione dipende strettamente dalla percentuale di caseine totali (e quindi dal
numero di micelle caseiniche che si trovano in sospensione colloidale) e dalla dimensione delle
micelle: > è la percentuale di caseine e < il Ø delle micelle e tanto < sarà il tempo di coagulazione
e > la consistenza del coagulo. Rispetto al latte bovino il latte di capra ha un minore titolo di
caseina e questo causa una minore velocità di formazione del coagulo e una minore consistenza
dello stesso.
Sieroproteine
Costituiscono il 17% circa delle sostanze azotate totali del latte di vacca e hanno un peso
molecolare inferiore alle caseine. Dopo la coagulazione della caseina si ritrovano nel siero di latte.
Sono ricche in aminoacidi essenziali, e in particolare in aminoacidi solforati, vantano di un elevato
valore biologico che le rende particolarmente interessanti nelle formulazioni di integratori ad uso
umano. Avendo basso peso molecolare (rispetto alle caseine) non precipitano al loro punto
isoelettrico (pH 6) ma sono sensibili al calore: il riscaldamento, soprattutto in ambiente acido, ne
determina la denaturazione e la precipitazione. La ricotta è infatti il prodotto ottenuto per
coagulazione termica del siero acidificato.
Beta-lattoglobulina (152 Aa)
- E’ la principale sieroproteina del latte bovino (60-70%) mentre nel latte di altre specie può non
essere presente (ad esempio è