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Misure di posizione - Quantili

I quantili sono utilizzati in statistica per frazionare in N parti uguali un insieme di dati numerici disposti in ordine progressivo crescente o decrescente. I principali quantili sono i quartili, quintili, centili e percentili.

Quartili: sono 3 e sono nominati Q1, Q2 e Q3. Essi dividono i dati ordinati in 4 parti uguali.

  • Q1 (primo quartile): separa il 25% inferiore dei dati dal 75% superiore dei dati.
  • Q2 (secondo quartile): separa il 50% inferiore dei dati dal 50% superiore dei dati (corrisponde alla mediana).
  • Q3 (terzo quartile): separa il 75% inferiore dei dati dal 25% superiore dei dati.

Percentili: sono 99 e sono indicati con P1, P2, ..., P99. Essi dividono i dati in 100 gruppi comprendenti ciascuno l'1% dei valori.

Corrispondenze quartile-percentile: Q1=P25, Q2=P50, Q3=P75

Statistiche quartile-percentile:

  • Range interquartile (o IQR) = Q3 - Q1
  • Range semi-interquartile = (Q3 - Q1) / 2
  • Midquartile = (Q3 + Q1) / 2
  • Range percentile 10-90 = P90 - P10

Esempio: I giorni di...

degenza post-operatoria di 6 pazienti ricoverati in ospedale sono risultati essere rispettivamente 7, 5, 6, 5, 9, 10. Siamo di fronte ad una serie di variabili quantitative discrete.

La media aritmetica si ottiene sommando i sei valori diviso il numero di osservazioni: 7+5+6+5+9+10 / 6 = 42/6 = 7

La moda risulta essere 5, ossia l'unico valore per il quale si registrino due osservazioni: 7, 5, 6, 5, 9, 10.

Essendo un numero pari di osservazioni, la mediana si calcola ordinando i numeri in senso crescente (5, 5, 6, 7, 9, 10) o decrescente (10, 9, 7, 6, 5, 5), sommando i due valori centrali e dividendoli per 2: 6+7/2 = 6.5

I valori estremi delle osservazioni (7, 5, 6, 5, 9, 10), ordinate in senso crescente (5, 5, 6, 7, 9, 10) o decrescente (10, 9, 7, 6, 5, 5), sono 5 e 10. Il range è quindi 10 - 5 = 5.

Più complesso è il calcolo della DS: per ogni valore si calcola la differenza dalla media e si eleva al quadrato.

Autlier è un valore estremo.

dislocato molto lontano dalla maggior parte degli altri dati. Può avere un'influenza notevole sulla media, sulla deviazione standard, sulla scala con cui è disegnato un istogramma. Alcuni sono valori corretti, altri sono errori: - Se è un errore, va corretto o eliminato dai dati. - Se è corretto, è utile studiarne gli effetti costruendo i grafici e calcolando le statistiche tenendolo in considerazione, sia escludendolo dai dati. Boxplot: per costruire un boxplot abbiamo bisogno di conoscere il minimo, il massimo, e i tre quartili (riassunto dei 5 numeri dei dati). È un grafico composto da una linea che va dal minimo al massimo e da un rettangolo situato tra il primo e il terzo quartile, con un segno in corrispondenza della mediana. RAPPRESENTAZIONI GRAFICHE DEI DATI: I principali tipi di grafici sono: - Poligono di frequenza: è l'illustrazione di una distribuzione di frequenza di variabili quantitative che si ottiene unendo una

Serie di punti, ciascuno dei quali corrisponde, in ascissa, al punto medio di una classe di valori e, in ordinata, alla frequenza assoluta o percentuale. È costituito da una spezzata le cui ascisse dei vertici si trovano in corrispondenza dei punti medi delle classi.

Istogramma: una distribuzione di frequenza di variabili quantitative può essere rappresentata anche con l'istogramma, in cui ad ogni classe corrisponde un'area che è tanto più estesa quanto più il fenomeno è frequente. È un grafico a barre che riporta sull'asse orizzontale le classi in cui sono stati suddivisi i dati e sull'asse verticale le frequenze (assolute o relative). L'altezza delle barre corrisponde ai valori delle frequenze e le barre sono disegnate adiacenti le une alle altre.

Diagramma a barre: molto simile all'istogramma ma concettualmente diverso. Può essere utilizzato anche per variabili qualitative. Le frequenze assolute

Le percentuali sono indicate in un asse (ascissa o ordinata) mentre lungo l'altro asse sono rappresentate le variabili (categorie).

Diagramma areale: si addice a dati qualitativi. È diviso in segmenti, ciascuno dei quali rappresenta una categoria. L'area del grafico corrisponde al 100% delle osservazioni ed ogni categoria è rappresentata da una porzione dell'area totale corrispondente alla sua percentuale rispetto a tutte le osservazioni.

Diagramma a punti: viene utilizzato per rappresentare la relazione tra due variabili quantitative. Ad ogni punto corrisponde una singola osservazione.

Ideogramma: è un tipo di diagramma che permette di rappresentare un insieme di dati mediante opportuni simboli.

Piramide dell'età: rappresenta i dati riguardanti le fasce d'età di una popolazione. In ordinata vengono riportate le classi d'età in cui è distribuita la popolazione, in ascissa la percentuale o il numero assoluto.

dei soggetti appartenenti a ciascuna classe suddivisi per sesso: maschile a sinistra e femminile a destra.

Cartogramma: è una carta geografica sulla quale vengono rappresentati dei dati statistici, con colori e simboli diversi a seconda dei valori del fenomeno osservato.

Grafico delle frequenze cumulate (o grafico a ogiva): è costituito da una spezzata crescente che corrisponde alla frequenze cumulate. Le ascisse dei punti di spezzata corrispondono ai separatori delle classi.

Dotplot (o grafico a punti): è un grafico in cui ciascun valore corrisponde a un punto lungo una scala graduata. Se vi sono valori uguali, i punti relativi sono impilati uno sull'altro.

Diagramma ramo-foglia: i dati vengono elencati dividendoli in due parti: il ramo (per esempio la cifra più a sinistra) e le foglie (per esempio la cifra più a destra). Il vantaggio è che possiamo avere un'idea della distribuzione dei dati pur continuando a mantenere tutte le

  • Lista originale: informazioni della lista originale. Altro vantaggio è che i dati vengono disposti in ordine crescente, requisito necessario per alcune procedure statistiche.
  • Diagramma di Pareto: diagramma a barre per dati qualitativi, con le classi riordinate in ordine decrescente di frequenza.
  • Diagramma a torta: per visualizzare dati qualitativi. Grafico in cui le classi sono rappresentate come fette di una torta. Non sono in genere consigliabili come strumento per rappresentare i dati in maniera efficace.
  • Diagramma a dispersione: è un grafico in cui a ciascun punto (x, y) corrisponde un'osservazione del campione; ciascuna osservazione è composta da una coppia di valori, che diventano l'ascissa e l'ordinata del punto corrispondente. La configurazione dei punti è sovente di aiuto per determinare se sussista una qualche relazione tra le due variabili.

Per i dati qualitativi la possibilità di rappresentazione è limitata all'elenco delle

variabili con le frequenze assolute e relative della singola classe rispetto al totale. Nel caso delle variabili quantitative la descrizione sintetica dei dati può avvenire mediante l'uso di uno o più valori numerici che possono rappresentare la tendenza centrale di tutti i valori (misura di posizione) o la dispersione (distribuzione di essi intorno alla media).

Distribuzione normale o Gaussiana è la più importante e utilizzata in statistica. La curva delle frequenze della distribuzione normale ha una forma caratteristica, simile ad una campana. Il valore medio si trova esattamente al centro della distribuzione, e la curva è simmetrica rispetto ad esso: media, mediana e moda coincidono. La maggior parte delle osservazioni si concentrano intorno al valore medio.

Non descrive una sola distribuzione, ma una famiglia di distribuzioni, tutte con la stessa forma a campana ma caratterizzate da media e varianza diverse. È definita da 2 parametri:

  • Il

valore medio o µ Se varia µ, si sposta orizzontalmente l’asse di simmetria della curva- La varianza o δ Se varia δ, la curva si fa più o meno appuntitaUna distribuzione normale con media µ e varianza δ viene indicata come N(µ, δ). Per indicare che lavariabile X si distribuisce come una normale si scrive X ~ N(µ, δ)

Distribuzione binomiale o di Bernoulli È la più importante tra le distribuzioni discrete. Definisce ladistribuzione di probabilità di n prove ripetute ed indipendenti, quando i risultati possibili di ciascuna provapossono essere soltanto 2:

  • Il successo: p (probabilità favorevole all’evento)
  • L’insuccesso: q = 1 - p (probabilità sfavorevole all’evento).

Prove dipendenti Prove dipendenti sono ad esempio le estrazioni ripetute senza reintroduzioneProve indipendenti Prove indipendenti sono eventi che non dipendono dalla storia

precedente → 10

Distribuzione binomiale o di Bernoulli È la probabilità di ottenere x successi in n prove indipendenti.

Valgono le seguenti formule:

  • µ = n * p2
  • δ = n * p *

LA PROBABILITÀ Il calcolo della probabilità è la base su cui poggiano tutti i metodi di statistica inferenziale.

Legge degli eventi rari per la statistica inferenziale: se si è verificato un certo evento e, in base a una certa ipotesi, la probabilità che quell’evento si verifichi è molto bassa, allora l’ipotesi è probabilmente sbagliata.

Es: se vado a studiare che il tumore del polmone è favorito dal fumo di sigaretta, ed esce una probabilità alta che dimostra che è vero che il fumo è un favorente al tumore al polmone. Se la probabilità fosse bassa allora dire che il fumo è favorente il k polmone è dato al caso.

Definizioni:

  • Un evento è una raccolta di esiti di un esperimento

Un evento elementare è un evento che non può essere ulteriormente suddiviso in eventi più semplici.

Lo spazio campionario di un esperimento è composto da tutti gli eventi elementari ovvero da tutti gli esiti che non possono essere ulteriormente suddivisi.

Un evento composto è un qualsiasi evento formato da due o più eventi semplici.

Lancio il dado, il risultato è un evento e lo spazio campionario è 6 eventi (perché il dado ha 6 facce); con 2 dadi lo spazio campionario è 12. Con la moneta lo spazio campionario è 2 (testa e croce).

Tre approcci per definire la probabilità:

  • Approssimazione della probabilità con la frequenza relativa. Frequenza relativa: che probabilità ho che esca 3 sul dado? 3 su 6. Che probabilità ho che esca testa sulla moneta? 1 su 2. P(A) = n. volte in cui A si è verificato / n. di ripetizioni dell'esperimento.
  • Lancio di una puntina → Per determinare

P(la puntina atter

Dettagli
A.A. 2022-2023
16 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher AlessandraGiacomelli1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Infermieristica basata sulle prove di efficacia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Brescia o del prof Patroni Andrea.