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SCHELETRO

Lo scheletro può essere suddiviso in scheletro assile e scheletro appendicolare.

Lo scheletro assile è costituito da:

- Cranio ed ossa associate;

- Colonna vertebrale;

- Coste e sterno.

Lo scheletro appendicolare è costituito, invece, da:

- Arti superiori;

- Arti inferiori;

- Cingoli (cingolo scapolare, detto anche toracico, e cingolo pelvico).

Scheletro appendicolare

Lo scheletro appendicolare è formato da due cingoli: cingolo toracico (o appendicolare) e

cingolo pelvico; sono presenti anche le porzioni libere sia per l’arto superiore sia per l’arto

inferiore.

Lo scheletro appendicolare é costituito in tutto da 126 ossa, di cui 4 appartengono al

cingolo toracico, formato da scapola (può essere osservata in posizione dorsale) e clavicola

(visibile maggiormente in posizione ventrale).

Nella parte libera dell’arto superiore sono presenti mano, avambraccio e braccio.

Lo scheletro del braccio è costituito dall’omero che si articola con le ossa dello scheletro

dell’avambraccio.

L’avambraccio è costituito da 2 ossa: radio e ulna.

La mano é costituita dal polso (ossa carpali), dal palmo (ossa metacarpali) e dalle dita

(falangi).

Ogni dito, ad eccezione del primo che ne ha 2, possiede tre falangi.

Le ossa carpali sono irregolari e piccole, le ossa metacarpali sono 5.

Le funzioni di questa porzione di scheletro (arto superiore) sono:

• Prensile;

• Tattile;

• Contribuisce a mantenere l’equilibrio del corpo.

L’ulna si trova in posizione mediale, il radio occupa una posizione laterale.

Il cingolo scapolare, detto anche cingolo toracico, é quella porzione di scheletro che mette

in connessione la parte libera, che é quella dell’arto superiore, con la parte assile, ovvero la

parte toracica.

Tra le due ossa che vanno a formare il cinto scapolare, clavicola e scapola, é presente

un’articolazione che prende il nome di articolazione acromioclavicolare, in quanto

l’estremità acromiale della clavicola si articola con la porzione che prende il nome di

acromio della scapola.

L’omero è l’osso che costituisce lo scheletro del braccio ed è un osso lungo, é composto da

un corpo (o diafisi) e da due estremità che prendono il nome di epifisi.

Il manubrio dello sterno fa parte della porzione anteriore della gabbia toracica e la

clavicola si articola, attraverso l’articolazione sterno-clavicolare, con la porzione della

gabbia toracica andando a connettere l’arto superiore con il resto dello scheletro, cioè con

lo scheletro assile.

Il cingolo scapolare é quindi costituito dalla clavicola e dalla scapola, la clavicola é l’osso

anteriore che si articola con il manubrio dello sterno medialmente e con la scapola laterale,

mentre la scapola è l’osso posteriore e sono due ossa sporgenti che poggiano sulle coste.

L’articolazione tra scapola e clavicola non è molto mobile ma consente un leggero

scivolamento e dei movimenti di rotazione.

Clavicola

La clavicola ha tutte le sembianze di un osso lungo ma è un osso piatto; infatti, non

presenta un canale midollare diafisario come le ossa lunghe; é pari in quanto ne abbiamo

due e simmetrico sia da un lato che dall’altro. La clavicola presenta una struttura a forma

di S, appartiene al cingolo toracico ed è posta anteriormente; si articola anteriormente

nella porzione mediale (o sternale) con il manubrio dello sterno, nella porzione laterale (o

acromiale) invece si articola con l’acromio (sporgenza della scapola).

L’estremità mediale é più tozza, mentre l’estremità laterale è piatta.

Questo osso presenta due concavità:

Concavità anteriore;

▪ Concavità posteriore.

La concavità posteriore é la concavità mediale, mentre, la concavità anteriore si trova a

livello acromiale.

La clavicola presenta due facce:

• Una faccia superiore;

• Una faccia inferiore, presenta una rugosità ed é dove prende inserzione il trapezio e

il deltoide.

La faccia superiore é più arrotondata, mentre quella inferiore è più tagliente e spigolosa e

presenta due margini:

• Un margine anteriore, presenta una rugosità

• Un margine posteriore, presente dei solchi, come il solco de muscolo succlavio.

Quindi, la scapola e la clavicola rappresentano un punto d’inserzione per diversi muscoli.

Anteriormente presenta anche la tuberositá coracoidea, dove andranno ad inserirsi alcuni

legamenti.

Sono presenti un’estremità sternale e un’estremità mediale, che ha più o meno una

struttura quadrangolare, un po più tozza e presenta la cartilagine ialina e la cartilagine

articolare con cui entrerà a contatto con l’incisura sternale a livello del manubrio dello

sterno.

Nella clavicola é presente anche il tubercolo costale, dove andrà ad inserirsi il legamento

costo-clavicolare che è appunto un legamento di rinforzo che andrà a stabilizzare

l’articolazione tra sterno e clavicola.

La clavicola vista posteriormente presenta la parte del solco del muscolo succlavio, il

tubercolo conoide dove andrà ad inserirsi il legamento conoide che va a stabilizzare

l’articolazione acromio-clavicolare, ma anche la linea trapezoide dove andrà ad inserirsi

invece il legamento trapezoide.

Scapola

La scapola è un osso piatto, é pari e simmetrico; ha una struttura più o meno triangolare

che forma la parte posteriore del cinto scapolare, con la base rivolta verso l’alto e l’apice

rivolto verso il basso.

É situata posteriormente e poggia sulla gabbia toracica dalla seconda fino alla settima costa

toracica. La scapola presenta una sola articolazione, cioè quella con la clavicola che avviene

tra l’acromion della scapola e l’estremità acromiale della clavicola.

È tenuta in sede da muscoli scheletrici che orientano braccio e spalla; alcuni muscoli del

dorso hanno come origine il margine mediale della scapola e vanno ad inserirsi poi a livello

dei processi spinosi e dei processi trasversi della colonna, così facendo mantengono la

scapola in sede, tant’è vero che un’atrofia di questi muscoli può determinare quella

patologia che prende il nome di scapola alata come se la scapola si distaccasse dalla gabbia

toracica in quanto non è articolata ma solamente poggiata perciò é un lavoro dei tendini di

inserzione dei muscoli che fa si che la scapola resti in sede.

La scapola presenta due facce:

Faccia anteriore, presenta una forma concava;

▪ Faccia posteriore, presenta una struttura che prende il nome di spina ed ha una

▪ struttura leggermente convessa.

Inoltre, la scapola presenta dei margini anteriormente:

• Margine laterale;

• Margine mediale.

Ma anche degli angoli:

• Angolo superiore;

• Angolo inferiore;

• Angolo laterale.

Anteriormente si può osservare una sporgenza definita processo coracoideo. É importante

perché è la sede di inserzione di diversi muscoli come il muscolo coracoideo, ma

rappresenta anche il punto da cui partono numerosi legamenti che concorrono poi a

scaturizzare l’articolazione della spalla, quindi l’articolazione gleno-omerale.

Più in alto sempre a livello del margine laterale é presente un’altra sporgenza che prende il

nome di acromion.

L’acromion é visibile sia anteriormente che posteriormente, posteriormente é visibile che

la spina della scapola termina lateralmente con la sporgenza acromion.

Posteriormente invece si trova la spina della scapola che va a dividere due zone:

Fossa sopraspinata, zona che si trova al di sopra della spina;

▪ Fossa sottospinata, che si trova al di sotto della spina.

Queste zone sono importanti perché rappresentano i punti di origine dei muscoli della

cuffia dei rotatori.

Anteriormente, avendo una struttura concava, forma una fossa che prende il nome di fossa

sottoscapolare dove si origina un muscolo appartenente alla cuffia dei rotatori.

Lateralmente é presente una cavità, detta cavità glenoidea, importante perché è il punto in

cui entra in contatto con la testa dell’omero e quindi andrà a costituire l’articolazione

gleno-omerale, un’articolazione della spalla dotata di grande libertà ma molto instabile.

Prima del processo coracoideo é presenta una fossetta che prende il nome di incisura

soprascapolare, da dove passano diversi legamenti.

Lateralmente é presente anche la tuberosità infraglenoidea, mentre superiore c’è la

tuberosità sovraglenoidea.

A livello del margine laterale é presente una “cresta” ed é visibile il collo della scapola.

A livello della tuberosità infraglenoidea

avrà inserzione il capo lungo del tricipite

brachiale, che presenta appunto un capo

lungo e un capo corto, il capo lungo parte

dalla tuberosità sovraglenoidea e va ad

inserirsi a livello delle ossa

dell’avambraccio.

A livello della costa sovraspinata prende

inserzione il muscolo sovraspinato che

appartiene alle cuffie dei rotatori, nella

costa sottospinata prende inserzione il

muscolo sottospinato che fa sempre parte

della cuffia dei rotatori.

Arto libero superiore

L'arto superiore è costituito da diversi segmenti che procedendo in senso prossimo-distale

sono:

• Omero (braccio), si articola prossimamente con la cavità glenoidea della scapola e

distalmente va a formare l’articolazione del gomito; perciò, si articola con le ossa

che vanno a formare lo scheletro dell’avambraccio che sono radio e ulna;

• Radio e Ulna (avambraccio), a livello distale si articolano con le ossa del carpo

formando l’articolazione del polso.

• Carpo (polso) metacarpo (palmo) e falangi (dita).

L’omero, il radio e l’ulna sono tutte ossa lunghe, costituite quindi da un corpo e due

estremità. Il corpo prende il nome di diafisi e le estremità prendono il nome di epifisi: una

prossimale o superiore e una distale o inferiore.

L’omero ha una struttura più o meno triangolare e presenta tre facce:

1. Anteromediale;

2. Anterolaterale;

3. Posteriore.

Inoltre, presenta due margini:

• Laterale;

• Mediale.

Inferiormente presenta un margine anteriore, quindi a livello dell’epifisi distale.

L’omero è un osso lungo, pari e simmetrico; presenta un corpo, quindi la diafisi, e due

epifisi, una prossimale e una distale.

L'epifisi prossimale presenta

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Publisher
A.A. 2024-2025
27 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giorgia2703._ di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Roma "Foro Italico" o del prof Taurone Samanta.