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BC
I canali di trasmissione della politica monetaria
1. Il tasso di interesse: la banca centrale controlla i tassi a breve, ma imprese e famiglie si indebitano per lunghi
periodi. Manovrando il tasso di interesse a breve, la banca centrale abbassa l’intera struttura dei tassi (curva dei
rendimenti); disciplinando le aspettative, influenza l’intera struttura di tassi
a. Comunicazione, credibilità, reputazione 39
Caterina Coluccio
b. Limite: quando i tassi di interesse sono pari a 0 il canale di trasmissione della moneta è compromesso
(trappola della liquidità)
2. I prezzi delle attività finanziarie: quando la banca centrale alza i tassi di interesse, i prezzi delle attività finanziarie
si riducono, la ricchezza si riduce; individui risparmiano di più, i consumi si riducono
a. La riduzione dei prezzi delle azioni scoraggia le imprese dall’emettere nuove azioni, riducendone le
possibilità di investimento
3. Il credito bancario: se il settore bancario è in crisi, le imprese e le famiglie hanno difficoltà ad accedere al credito, a
parità di costo (tasso di interesse)
Politiche non convenzionali
4. Tassi di interesse negativi: le banche centrali sono fornitori monopolistici di riserve; le banche commerciali
desiderano detenere riserve in eccesso
a. Funzionano come una tassa, ovvero un disincentivo a detenere liquidità (riserve) in eccesso
b. Le banche potrebbero rispondere aumentando le riserve libere, con un aggravio dei costi
5. Quantitative easing: operazioni di mercato aperte su larga scala e per periodi di tempo prolungato (acquisto di
attività finanziarie)
a. Serve ad immettere liquidità nel sistema economico (M0), sempre che le banche siano disposte ad
aumentare il credito
b. Influenza il prezzo delle attività finanziarie (aumento), facendo aumentare la ricchezza delle famiglie e
quindi consumi ed incentivando gli investimenti delle imprese
c. Se i prezzi delle attività finanziarie a lunga scadenza aumentano, il rendimento delle stesse cala (la curva
dei rendimenti si appiattisce nella parte finale)
Ulteriore obiettivo: la stabilità finanziaria
La banca centrale ha il compito di salvaguardare la stabilità finanziaria:
Regolamentazione vigilanza = la banca centrale vigila sull’operato delle banche commerciali per cercare di
prevenire situazioni di crisi, sanzionando comportamenti inadeguati o illeciti; impone alle volte condizioni macro-
prudenziali come l’aumento del capitale bancario in funzione del rischio
Prestatore di ultima istanza = in tempi di crisi, quando i depositi bancari rischiano di svanire, la banca centrale
immette quantità illimitate di moneta
o Fornire alle banche commerciali la liquidità necessaria a scongiurare il fallimento e a rassicurare i
depositanti riguardo alla possibilità di poter continuare a operare normalmente sui propri conti
o Partecipare alla ricapitalizzazione delle banche in dissesto
o La funzione di prestatore di ultima istanza va però svolta con prudenza
CAP 11: L’equilibrio macroeconomico di breve periodo
JMK pensava che le politiche economiche dovessero preoccuparsi più del presente
che non del futuro distante.
Domanda del capitolo: perché i paesi sperimentano i cicli economici?
Nel breve periodo:
Ciclo economico = fluttuazioni attorno ad un trend di crescita di lungo periodo
dell’attività economica nell’arco di diversi mesi o anni
Le fasi di questo ciclo prevedono periodi di espansione (deviazione positiva) e
periodi di contrazione/recessione (deviazione negativa)
A volte si parla di:
Boom, per grandi espansioni
Depressioni, per forti recessioni
o Tecnicamente si entra in recessione dopo 2 trimestri consecutivi di calo del PIL reale
Ipotesi keynesiana di breve periodo = il livello generale dei prezzi è costante
o è compromessa la dicotomia tra dimensione reale e monetaria
o dicotomia = l’indipendenza di lungo periodo fra la dimensione reale e monetaria dell’economia 40
Caterina Coluccio
3 mercati:
il mercato dei beni e dei servizi
Il mercato monetario
Il mercato valutario (modello keynesiano di economia aperta)
Il nostro ragionamento segue l’approccio dell’equilibrio economico generale fondato su 2 semplici requisiti:
Tutti i mercati devono raggiungere l’equilibrio simultaneamente
Le condizioni di equilibrio di vari mercati devono essere mutualmente compatibili
Schematizzazione dell’analisi dell’equilibrio generale in un’economia aperta: attraverso il tasso di interesse, il mercato
monetario influenza quello dei beni e conseguentemente il livello del prodotto; a sua volta, quest’ultimo influisce sulla
domanda di moneta e dunque sul tasso di interesse.
Il mercato dei beni = + + +
La condizione di equilibrio:
Offerta aggregata = domanda aggregata
C = domanda di beni di consumo da parte delle famiglie residenti
I = spesa per gli investimenti in beni capitali da parte delle imprese
G = domanda di beni del settore pubblico (spesa pubblica)
NX = esportazioni nette = domanda netta da parte del resto del mondo = differenza tra la domanda internazionale di beni e
servizi prodotti sul territorio nazionale e la domanda nazionale dei beni servizi prodotti all’estero
Se i prezzi sono invece vischiosi (come conseguenza agli shock si aggiustano molto lentamente), com’è possibile che il
mercato ritorni all’equilibrio?
La risposta keynesiana implica che:
La domanda determini l’offerta e il prodotto
La domanda risponde a forze esogene
L’offerta si adegua passivamente alla domanda (dati i prezzi)
Sono le variazioni della domanda a determinare le fluttuazioni del ciclo economico
Le determinanti della domanda
Quali sono le forze esogene che danno forma alla domanda?
1. Per semplificare, ipotizzeremo che il comportamento del settore pubblico è indipendente dalle condizioni
economiche: spesa pubblica (G) e imposte nette (T) sono esogene.
2. Consumo: si origina dal comportamento delle famiglie, dipende dalla ricchezza (esogena) e dal reddito disponibile:
̅ Funzione del consumo
= ( − , ) (Y) no
NB: ricchezza e imposte nette sono esogene, il PIL
+ +
3. Investimento: è la domanda di beni capitali delle imprese; è rilevante nel determinare le oscillazioni del PIL ed è
guidato dalle aspettative degli imprenditori
NB: data l’ipotesi di P dati, il tasso di interesse reale 41
(rilevante per le decisioni di investimento) ed il tasso di
interesse nominale (costo di detenere moneta) sono identici
Caterina Coluccio
4. Esportazioni nette: differenza tra esportazioni e importazioni (saldo primario delle partite correnti)
= −
a) Importazioni: componente dell’assorbimento (spesa complessiva interna). Maggiore è la spesa,
maggiori saranno le importazioni; dipendono inoltre dalla competitività esterna di un paese (tasso
PIL – (C + I + G)
di cambio reale); A= NX = = (, )
b) Esportazioni: rappresentano le importazioni del resto del mondo; dipendono quindi
dall’assorbimento estero e dalla competitività esterna
⋅
= ( , )
∗ ∗
= (, , ) = (, , )
--->
– + – – + –
Assorbimento interno = qualsiasi elemento che stimola l’assorbimento interno (1. aumento della ricchezza, 2. del reddito
disponibile, 3. q di Tobin, 4. riduzione delle imposte nette e 5. del tasso di interesse reale) aumenta le importazioni,
peggiorando il saldo primario
Assorbimento estero = qualsiasi fattore che stimola la spesa estera, aumenta l’assorbimento estero e di conseguenza le
esportazioni, migliorando il saldo primario delle partite correnti
Tasso di cambio reale = un apprezzamento peggiora il saldo primario (aumenta le importazioni riduce le esportazioni); un
deprezzamento migliora il saldo primario (aumenta le esportazioni e riduce le importazioni)
L’equilibrio nel mercato dei beni
Sommando le diverse funzioni di domanda viste precedentemente, si ottiene la seguente funzione di domanda desiderata:
̅ ∗
= ( − , ) + (, ) + (, , )
La condizione di equilibrio implica che: ̅
̅ ∗
= (, , , , , , , )
Variabili esogene
Date le variabili esogene, esiste un valore di Y tale per cui il mercato dei beni è in equilibrio (domanda desiderata = offerta).
Come Y influenza la domanda desiderata (ZZ)?
• Un aumento di Y aumenta il consumo (C)
• Un aumento di Y aumenta le importazioni, riducendo NX
• Prevale l’effetto sul consumo: un aumento del reddito fa aumentare ZZ
• All’aumentare del Y, il C aumenta ma in modo meno che proporzionale (parte dell’aumento del reddito
viene risparmiato)
• Cosa succede quando Y≠ZZ?
• Y > ZZ ---> eccesso di offerta: le imprese accumulano scorte. Le imprese non continuano a produrre
beni che non vendono, quindi riducono la produzione e con esso il reddito aggregato e il volume
delle spese desiderate.
• Y < ZZ ---> eccesso di domanda: le imprese soddisfano la domanda in eccesso usando le scorte
accumulate; poi aumentano la produzione. 42
Caterina Coluccio
Riassumendo:
• Il PIL tende a tornare al livello di equilibrio in quanto le imprese aggiustano la
produzione al fine di soddisfare la domanda di mercato
• Gli squilibri nel mercato dei beni non durano a lungo: le imprese utilizzano le scorte
per far fronte a variazioni temporanee della domanda
• Variazione delle variabili esogene, fanno variare la domanda desiderata (ZZ) e, di
conseguenza, il reddito di equilibrio.
L’impatto delle variabili esogene
Ipotizziamo un aumento di G (ΔG>0):
• La domanda desiderata aumenta (ZZ’)
• Si crea un eccesso di domanda
• Le imprese attingono alle scorte per soddisfare la maggiore domanda
• Le imprese aumentano la produzione
• La maggiore produzione si traduce in un reddito più elevato; quindi il consumo
aumenta, e la domanda desiderata aumenta
• Le imprese aumentano la produzione per far fronte alla maggiore domanda,
facendo aumentare il reddito e i consumi…
• Il processo si arresta quando Y=ZZ’
• Alla fine: ΔY* (Y** – Y*)> ΔG
Il moltiplicatore keynesiano: la logica
Caratteristiche del processo di aggiustamento:
Il primo incremento della domanda desiderata è dovuta a G (variabile esogena)
Il secondo incremento della domanda desiderata è invece dovuto a C (variabile endogena), che reagisce
positivamente all’aumento del