LEZIONE 3
Materiali polimerici
Nomenclatura, classificazione, impieghi e reazione di
polimerizzazione
Una macromolecola è una molecola di altissimo peso molecolare,
costituita dalla ripetizione di un unico gruppo molecolare detto
«unità ripetente».
Alto peso molecolare significa che la molecola è costituita da un
numero molto elevato di atomi. Queste micro molecole sono
regolari ovvero sono frutto della ripetizione della cosiddetta
unità ripetente. Non posso mai dire quante ripetizioni di
monomero ho un per certo polimero.
Il monomero è la molecola di partenza da cui partiamo per
ottenere il polimero. Da questo monomero eseguiamo una serie
di reazioni e otteniamo il polimero.
L’unità ripetente è qualcosa che invece possiamo individuare nel
polimero.
In alcuni contesti come nel polietilene,che nasce dalla reazione
di monomeri dell’etilene, ha come unità ripetente il metile che è
diverso dal monomero (etilene).
Il grado di polimerizzazione è il numero di unità ripetenti che noi
possiamo individuare in una catena polimerica. Varia da qualche
centinaia/migliaia fino a qualche milione. Questo grado di
polimerizzazione influenza tantissimo le caratteristiche del
materiale: ad esempio a parità di unità ripetente gradi di
polimerizzazione diverse possono portare a resistenza ad alte
temperature diverse e caratteristiche meccaniche.
I gruppi terminali sono quei gruppi che si posizionano
all’estremità della molecola, tuttavia non forniscono variazioni
sostanziali nella caratteristiche macroscopiche nel materiale e
non sono quindi di nostro interesse.
All’interno della catena polimerica ho sempre legami forti e
quindi difficili da rompere: in generale sono legami covalenti.
Tra una catena e l’altro i legami sono di natura debole ovvero
forze di van der walls, idrogeno, dipolo-dipolo che consentono
uno scorrimento tra le molecole.
Possiamo avere omopolimeri dove abbiamo una sola unità
ripetente come il polipropilene oppure possiamo avere molecole
più compresse che nascono dalla reazione di due diversi
monomeri dove la ripetizione segue uno schema differente
(copolimero) e segue una ripetizione ad esempio a-b-a-b…
Il metodo più semplice per realizzare un polimero è lavorare per
addizione. Possiamo pensare di sintetizzare la nostra molecola
ripetendo quindi n volte la nostra unità ripetente. Durante la
sintesi di questo polimero ci troviamo di fronte a catene di
lunghezza diversa: non potremo individuare un peso molecolare
fisso poiché all’interno del materiale potremo avere catene di
diversa lunghezza con quindi grado di polimerizzazione diverso.
Dovremo quindi introdurre una serie di concetti legati alla
statistica dei gradi di polimerizzazione. Le reazioni di poli
addizione sono influenzate da una serie di caratteristiche e
fattori che governano la sintesi del polimero: la pressione, la
temperatura, l’utilizzo di un catalizzatore o iniziatore che
permette di abbassare l’energia di attivazione e la
concentrazione del monomero.
Partiamo dal monomero a cui aggiungiamo un centro attivo
(generalmente uno ione) con cui inizia a reagire. L’iniziatore e il
monomero con il centro attivo formano i due terminali (X e Y
visti prima). È generalmente una reazione molto veloce ed
esotermica (emette calore). Per fermare la reazione che
generalmente è spontanea aggiungo un elemento che va a
fermare la mia polimerizzazione (ender). Da subito da la
comparsa di un polimero.
Polimeri lineari -> macromolecole con pesi molecolari
nell’ordine di 105 – 106 in
cui gli atomi sono disposti all’incirca lungo una catena, chiamata
catena
principale (ex: PVC, PS, etc). La catena non è mai perfettamente
lineare
perché devono essere rispettati gli angoli di legame e l’ingombro
sterico degli
atomi che la costituiscono.
Agli atomi della catena principale possono attaccarsi
lateralmente atomi
singoli o gruppi laterali (piccole catene).