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Il mondo del mito e il mondo di Vitefantasia
Ippolita viene dal mondo del mito, quindi è diversissima in questo dramma da Oberon e Titania che invece vivono proprio in un mondo simile, di Vitefantasia. Shakespeare ha trovato sicuramente la vicenda di Teseo nelle parallele di Plutarco, opera che mette in contrapposizione due personaggi per mostrarne i vizi e le virtù. Lo scherzo che vuole fare Oberon con l'aiuto di Puck è di schizzare gli occhi di Titania addormentata con il succo del fiore. Nel frattempo, uno degli artigiani che erano nel bosco a fare le prove della loro messinscena viene trasformato in un asino. Titania si sveglia sotto l'influsso della viola, e la prima cosa che vede è questo artigiano di nome Bottom con la testa d'asino, e se ne innamora. Una fonte certa di questa parte del dramma sono le Metamorfosi di Ovidio, che erano state tradotte in inglese da Golding nel 1567. Per quanto riguarda lo stile del dramma è stata identificata una possibile fonte è l'eufuismo.
Nell'Inghilterra elisabettiana c'è un certo John Lyly, che scrive prevalentemente romanzi in prosa di derivazione cavalleresca (cioè romance novel), che gli inglesi definiscono e non. Qui c'è uno stile molto ricercato ed elegante, fatto di tautologie (ripetizioni). È una rielaborazione elisabettiana dei poeti cortesi. Questo sarà lo stile che useranno i quattro ragazzi innamorati quando dialogheranno tra loro. Per quanto riguarda le fate e i folletti, Shakespeare aveva tantissime possibilità di uso delle fonti, il folclore era ricco e aveva stabilizzato le fate. Puck era anche un termine che nel Medioevo era associato al demonio, però aveva già assunto una caratteristica non tanto di diavolo che tenta le persone per carpirne l'anima (Mefistofele, Belzebù, Lucifero), ma piuttosto uno spirito adatto soprattutto a fare scherzi più o meno triviali e graditi. Aveva già in epoca elisabettiana questa fama.Dispiritello giocoso e scherzoso, soprattutto casinista. Infatti combinerà un guaio tra le due coppie di innamorati. Oberon gli dà ordine di rimettere ordine tra loro, ma lui farà confusione e alla fine tutti si innamorano di tutti. Alla fine la situazione si aggiusta e si ristabilisce l'ordine.
L'opera non va letta solo fino alla fine, ma bisogna andare oltre, perché ci sono cose che veniamo a sapere sul piano diegetico solo dopo: una di queste riguarda Oberon e Titania e Teseo e Ippolita, che sulla scena non si incontrano mai, vivono in due mondi assolutamente separati. Perché i sovrani delle fate stanno fermi in quel bosco se potrebbero muoversi liberamente essendo essenze spirituali? Essendo l'opera a carattere epitalamico, la tradizione prevedeva che le divinità dei boschi fossero nei paraggi per augurare fertilità alla coppia. Però per quanto li riguarda c'è qualcosa di molto rilevante sul piano diegetico.
Le compagnie elisabettiane non erano solitamente composte da tanti attori, e spesso si utilizzava la tecnica del doubling (lo stesso attore interpretava due ruoli, a patto che ovviamente quei personaggi non si incontrassero mai sulla scena). Anche qui si vede che Shakespeare è un grande drammaturgo, perché utilizza questa tecnica perché gli mancano gli attori e riesce anche a sfruttare questa cosa pratica dandole un valore simbolico. Altri personaggi: gli artigiani che fanno gli attori hanno un ruolo rilevante. La fonte shakespeariana qui è la realtà, riproduce e fa satira su personaggi che incontrava per strada. Prende in giro gli attori dilettanti che ancora dal medioevo continuavano a esistere. LA TRAMA tutto parte dal fatto che Egeo vuole che la figlia sposi chi lui ha scelto per lei, e la legge ateniese riteneva che la figlia dovesse seguire il volere del padre. Chi assisteva per la prima volta alla rappresentazione avrebbe potuto benissimo pensare chesarebbe finita in tragedia. Il duca di Atene è infastidito da questa richiesta perché è preso dall'organizzazione del suo matrimonio, quindi non è proprio nell'umore di far condannare una povera ragazza. Però la legge è legge ed Egeo è risoluto. La giovane Ermia dà appuntamento a Lisandro nel bosco per fuggire alla legge patriarcale di Atene. La città è il luogo della legge, del matrimonio legalizzato (Teseo e Ippolita), il bosco è il luogo della fuga. Demetrio, il giovane scelto dal padre di Ermia, viene a sapere della sua fuga e vuole rivendicarla. Lo viene a sapere da Elena, che è innamorata di Demetrio. La situazione iniziale è questa: Ermia e Lisandro si amano corrisposti. Demetrio ama Ermia ma non è corrisposto. Elena ama Demetrio ma non è corrisposta. Elena rivela a Demetrio dell'appuntamento notturno nel bosco tra Ermia e Lisandro. Demetrio li segue, e Elena anche. AdAtene c'è il sole, è giorno, nel bosco invece è sempre notte. Atene = regno della legalità; bosco = regno della promiscuità. Atene = giorno; bosco = notte. In ordine di apparizione sul palcoscenico, dopo arrivano gli artigiani (seconda scena primo atto). Gli artigiani hanno i nomi del loro mestiere. Bottom è il rocchetto per cucire, ma bottom in inglese è anche il fondo ("toccare il fondo"). Vengono a sapere che è uscito un bando per la rappresentazione celebrativa delle nozze del duca. Vanno nel bosco per provare di nascosto. Nel bosco troviamo Oberon e Titania in lite. Nel bosco le coppie, grazie alla confusione che fa Puck con il succo della viola, si innamorano tutti di tutti. Alla fine tutto si risolve si risvegliano tutti al margine del bosco. Ognuno è innamorato della persona giusta. Alla fine si celebrano tre matrimoni, tutti nella stessa celebrazione, e tutti assistono alla messinscena di Piramo e Tisbe.
degli artigiani. Quando Bottom e i quattroinnamorati si risvegliano ai margini del bosco e arrivano Teseo e Ippolita chestanno andando a cacia, Bottom dive di aver fatto un sogno bellissimo in cuiuna creatura meravigliosa si era innamorata di lui. I quattro ragazzi pensanoanche loro di aver sognato, ma curiosamente i loro sogni coincidono.
PERSONAGGI personaggi che non esistono (le fate), personaggi ripresi dal mondo mitologico (Teseo e Ippolita) e personaggi ripresi dalla realtà (artigiani). I nomi degli artigiani corrispondo ai loro mestieri, i nomi degli altri personaggi sono vagamente grecizzanti. L'Atene a cui si fa riferimento è medievale, cavalleresca. I personaggi sono schematici, non hanno uno spessore psicologico, ma questo perché alla commedia ciò non era richiesto. La commedia veniva giudicata in base a la capacità di un bravo commediografo era quella di creare situazioni complicate che però alla fine venivano sciolte bene senza
Lasciare dubbi. In questo dramma si gioca proprio sui nodi e sull'ingarbugliamento e lo scioglimento, tutto alla fine torna. Una buona commedia funzionava se c'era una serie di situazioni complicate da una serie di antitesi e contrapposizioni ma anche di similitudini, e più queste cose erano interconnesse e meglio era. Oberon e Titania e Teseo e Ippolita sono gli opposti, ma hanno cose in comune. Si possono distinguere cinque trame: non c'è unità di azione o di luogo. Va considerata anche la trama di Piramo e Tisbe. Con relazione tra le trame non si intende solo il piano simbolico, ma l'azione: quando banalmente i personaggi si incontrano sulla scena, questo è il primo passaggio. Qui le trame hanno delle relazioni specifiche. La trama di Teseo e Ippolita che consiste nell'organizzazione del matrimonio e quella di Oberon e Titania che consiste nella loro lite sulla scena non si incontrano mai. Le altre invece hanno relazioni tutte con tutte.
La trama dei 4 innamorati che consiste nella ribellione al padre e nella fuga nel bosco entra in contatto sia con la trama di Teseo e Ippolita che con quella di Oberon e Titania, perché nel bosco subiranno l'influsso del succo della viola, che deriva dal fatto che Oberon ha ordinato a Puck di andarlo a rendere per fare uno scherzo a Titania e permettere ordine tra i giovani. La trama degli artigiani consiste nel fatto che vogliono mettere in scena uno spettacolo in occasione del matrimonio di Teseo, alla fine rappresentano Piramo e Tisbe mentre il duca e la duchessa li stanno guardando. Le trame entrano tutte in contatto tra loro tranne quella di Oberon e Titania e Teseo e Ippolita. La trama di Piramo e Tisbe entra in contatto con tutto perché è il sostrato dell'opera. Fuga, appuntamento nel bosco per fuggire le imposizioni familiari. Il dramma viene messo in scena in modo farsesco. È trasformata in un dramma comico dall'incapacità degli attori.
È proprio questo che fa Shakespeare nell'opera: trasforma una potenziale tragedia in una commedia.Metateatro = "meta" andare oltre. Si parla di riflessione meta-teatrale quando l'autore inserisce nella propria opera qualche elemento di carattere teorico, che si riferisce alla propria arte. Esempio: in Amleto arrivano degli attori e lui gli dice come devono recitare. Amleto di mestiere non fa il drammaturgo, è un principe, quindi dobbiamo capire che in quell'occasione è Shakespeare che parla tramite Amleto. È teoria, ci dice come va fatta una certa cosa: è una riflessione meta-teatrale, che va oltre la rappresentazione scenica.
Stessa cosa quando Tamerlano, che è un condottiero, fa quella riflessione sulla bellezza e sulla poesia: è Marlowe che entra in gioco nel testo mettendo in bocca a Tamerlano dei versi che non sono da lui.
Le fate e le creature magiche nel medioevo erano considerate malvagie, poi assume la
La caratteristica più bonaria di fare scherzi. Il folletto Puck non ha un nome preciso, e non è neanche un nome proprio, ma è un nome comune che indica uno spiritello di questo tipo. Non è un ruolo malvagio ma che fa confusione nelle cose. È abbinabile all'amore, il succo della viola che lui maneggia ha lo stesso potere delle frecce di Cupido. È un'entità casuale.
Titania rimanda a Diana, che è allo stesso tempo la dea della castità e della fertilità, infatti Titania e Oberon augurano fertilità alla coppia che si sta per sposare. Gli artigiani: Shakespeare calca la mano su questo aspetto per prendere in giro e fare satira su un sistema che ancora esisteva, quello delle compagnie dilettanti. Le fate e gli elfi sono caratterizzati come più piccoli rispetto agli umani, tranne Oberon e Titania: come si fa a rappresentare la loro statura sul palcoscenico? Riflessione di carattere meta-teatrale.