GESTIONE DELLA PRODUZIONE
All’interno della gestione della produzione, studiamo il sistema logistico produttivo, ovvero
un insieme di alcuni elementi:
1) Il processo produttivo, ovvero la classica Black Box, dove entra un INPUT (quindi le nostre
materie prime), le quali subiscono trasformazioni chimico/fisiche all’interno della Black Box,
le trasformazioni sono alimentate da scambi energetici, i quali fanno fuoriuscire un OUTPUT,
quindi i miei prodotti finiti.
2) Tutti i sottosistemi gestionali che fanno si che il processo produttivo avvenga nella
maniera più efficiente ed efficace possibile:
Efficace: soddisfa gli standard richiesti dal cliente
Efficiente: minimizza il costo
Esempi di sottosistemi:
Manutenzione, risorse umane, sicurezza, sistemi informativi, controllo di gestione, logistica,
Gestione della produzione: prende decisioni sul cosa produrre, sul come, sul quanto?
Cosa sono i fattori produttivi: sono quei fattori che contribuiscono al mio input grazie al loro
impiego, es: personale, macchinari, capitale…
CLASSIFICAZIONE SISTEMA PRODUTTIVO
Ovviamente, il nostro sistema produttivo andrà classificato secondo vari standard, vi sono
modalità differenti che ci possono aiutare nel farlo:
1) Il diagramma a 3: è costituito da 3 assi, ogni asse compie un’analisi, gli assi sono:
Modalità di risposta alla domanda: analizza come io rispondo alla domanda postami dal
cliente:
1) Per il magazzino, (Mc a pranzo), caratterizzato da un DLT basso, il quale stringe, e
fondato su una previsione, che non sarà mai giusta al 100%, costruisco un catalogo di
panini, ti servo subito perché il tempo richiesto dal MKT è basso, standardizzo i miei
prodotti
2) Commessa ripetitiva (Mc 3 del mattino), si alza il DLT, non mi fondo su previsioni,
nulla è già pronto, ti preparo al momento scegliendo dal mio catalogo di prodotti
3) Commessa singola, stesso concetto, ma con assenza del catalogo di prodotti, il
consumatore è libero di scegliere
Se però penso ad un’automobile, risulta complicato capire come opera, poiché sino un
certo punto è prodotta allo stesso modo, ma poi vi è la personalizzazione del cliente per
cui servirà un diagramma più dettagliato:
DIAGRAMMA DI WORTHMAN
Al suo interno troviamo 5 fasi, ognuna con un Lead Time diverso:
1) Progettazione
2) Materie prime
3) Produzione/Fabbricazione
4) Assemblaggio
5) Consegna PF (possiede lead time uguale a 0)
DR= Data di consegna richiesta, abbiamo 5 possibili scenari:
1) DO1= DR, dove il DLT è: DR-DO=0 in questo caso, è quindi confrontabile alla fase di
consegna per cui il mio prodotto deve avere a disposizione scorte di prodotto finito
quando il cliente ordina, va a definirsi ATS(Assemble to stock)
2) DO2 > DR: comparabile con la fase di assemblaggio, attendo quindi l’ordine del
cliente, per poi innescare l’assemblaggio, devo quindi avere un magazzino di
semilavorati DR-DO= LT assemblaggio, si definisce MTS/ATO (make sto stock,
assemble to order)
3) DO3, comparabile con la fase di produzione, quindi nel momento in cui il prodotto
viene ordinato, io ho solamente progettato e ottenuto le MP, devo ancora produrre,
assemblare e consegnare, DR-DO= LT assemblaggio + LT produzione, si definisce
MTO, (make to order)
4) DO4, comparabile con la fase di acquisto materie prime, quindi mi fermo solo alla
progettazione, DR-DO= LT ass+ LT prod+ LT acquisto MP, si definisce PTO (purchase to
order)
5) DO5, innesco tutte le fasi post vendita, DR-DO= LT ass + LT prod + LT acquisto MP + LT
progettazione, abbiamo solo le competenze, quando l’ordine arriva, devo fare tutto, si
definisce ETO ( Enginering to order)
*Riguardo le macchine, esse si trovano nella fase 2 (MTS/ATO)
ASSE DELLA TIPOLOGIA DI PRODOTTO
Andiamo a distinguere 2 diverse tipologie di prodotto:
Per processo: es: IL VETRO, il quale non può essere scomposto, infatti esso ha subito
trasformazioni chimiche che lo hanno reso tale
Per parti: es: un elicottero, il prodotto può esser quindi scomposto nei suoi prodotti
elementari, esso subisce trasformazioni fisiche e non chimiche che non cambiano la
natura del prodotto.
DISTINTA BASE DI UN PRODOTTO
La distinta base corrisponde a una sorta di lista degli ingredienti, dove la scomposizione è
ad albero e raffigura tutte le materie prime, componenti d’acquisto e semilavorati utilizzati
per la realizzazione…cosa manca? LA RICETTA, essa coincide con il ciclo di produzione.
Più intuitivamente, un prodotto per processi, possiede una distinta base poco ampia e
profonda, infatti il vetro è costituito dalla fusione di 4 materiali, al contrario di un prodotto
per parti, come l’elicottero, il quale possiede una lista lunghissima di “ingredienti”
utilizzati.
Con il vetro, la complessità è tecnologica, sta quindi nel dosare nella maniera e modalità
giusta i pochi ingredienti a disposizione, al contrario di una complessità gestionale nel
caso dell’elicottero, dove bisogna avere migliaia di pezzi per tempo.
Ovviamente i sistemi produttivi che utilizzano prodotti per parti operanti in maniera
semplice, avranno un livello di complessità gestionale basso per cui operare per processi
non sarà per loro difficilissimo.
Analizzando nel dettaglio un prodotto considerato per parti, andiamo a notare 2
tecnologie:
1) TECNICHE DI FABBRICAZIONE: la prima modalità di fabbricazione è il Job Shop:
ovvero macchine che realizzano le diverse trasformazioni fisiche dei componenti
organizzate per affinità tecnologica, quindi in base a cosa sanno fare, vado a creare
reparti unendo macchinari.. quale è il vantaggio?
Il vantaggio sta nel poter gestire una grossa varietà, garantire personalizzazione,
avendo quindi tante macchine che sanno fare cose diverse…. Il contro sta nel avere
Lead Time lunghi, avendo infatti tante macchine, i miei cicli di produzione risultano
intrecciati poiché gestisco tanti prodotti diversi… altri effetti?
La manodopera sarà costosa, poiché è altamente specializzata, mentre i volumi
ovviamente saranno contenuti….
Quando la gamma di prodotti cala leggermente e il volume aumenta, finiamo sotto le
celle di fabbricazione: dove quindi l’aggregazione è solamente per famiglia di
prodotti, si ridurrà quindi il Lead Time.
Le FMS (flexible manofacting system) corrispondono a delle celle di fabbricazione
dove ho dei veri collegamenti fisici tra le celle (es: il rullo che lavora al posto delle
persone), così facendo riduco ancora la gamma ma aumento il volume.
Linee automatizzate, gamma molto piccola e volume enorme, ho un costo di
esercizio basso, corrisponde a una sequenza rigida di macchine, uscendo dalla linea
come prodotto finito.
2) TECNICHE DI ASSEMBLAGGIO: mi consente trasformazioni fisiche dei componenti,
di varie tipologie:
Posto fisso: nave da crociera, usato con pesi e volumi di grandi dimensioni, essi
rimangono fermi e si spostano i vari gruppi lavorativi
In linea: è in contrapposizione a posto fisso, il prodotto si sposta lungo le stazioni di
una linea, dove avviene l’assemblaggio, è costituito da 3 sottogruppi:
A trasferimento continuo: es Charlie Chaplin, seguo l’oggetto e ci lavoro in
movimento, mi comporta però alienazione del lavoratore
Trasferimento vincolato: pezzo fermo nella postazione, per un T preciso (Tac Time)
Trasferimento non vincolato: niente tempo, l’operatore manda avanti quando ha
terminato.
A Isola: ho più isole per ogni sottoassieme, posso quindi creare premi per incentivare
le isole creando competitività…. Es: alla Leonardo ho le isole che assemblano il rotore,
ogni isola ha la sua squadra, ogni squadra fa la stessa cosa, premio la isola migliore
così da incentivare i dipendenti a fare meglio ed elimino alienazione.
L’ultimo asse del diagramma a 3, è l’asse della modalità di realizzazione dei volumi,
che si interroga sul come cumulare i volumi da mettere nel mercato…
Molto importante prima, definire il concetto di Forgetting Factor: come ci suggerisce il
termine, “forgetting”, quando stiamo producendo un qualcosa e mi fermo, tornerò
indietro sulla curva di esperienza, non dove ero prima, infatti ai tempi di Stalin, un
gruppo sovietico produttore di scarpe ha prodotto per 5 anni una scarpa dx e per 5 anni
quella sx, così da non avere forgetting factor; da qui deriva la prima modalità di
realizzazione dei volumi:
1) Modalità di tipo continuo: massima efficienza, minima efficacia
2) Unitaria: suo opposto: dx-sx-dx-sx, quindi massima efficacia, minima efficienza
3) A lotti: via di mezzo, si fa una quantità di scarpe dx e una quantità di scarpe sx.
MIGLIORARE UN SISTEMA LOGISTICO PRODUTTIVO
Il manager si pone come fa il medico con un paziente, compie quindi un’analisi
(intervista all’owner del sistema), dopo l’analisi viene la diagnosi, fase in cui si risale alla
causa effettiva, per poi prescrivere la cura/terapia… quindi 3 fasi per studiare/migliorare un
sistema logistico produttivo:
1) Analisi: intervista all’owner del sistema + analisi di sopralluogo sul posto,
formalizzando il tutto con mappe e schemi
2) Diagnosi, dove si misurano le prestazioni tramite indicatori per capire la causa
oggettiva
3) Terapia: accertatomi della causa vado a disegnare la modifica ai miei processi per
rimuovere le criticità.
Analizziamo nel dettaglio la fase di diagnosi, quindi le misure di prestazione.
A cosa mi servirà misurare le prestazioni? Gli obiettivi sono:
1) Oggettivare, quindi essere oggettivi
2) Supportare la fase di terapia, quindi aiutare a prendere concretamente una decisione
3) Apprendere, capire come le scelte impattano sulle prestazioni, per cui capire quali
scelte sono da fare o meno…
4) Usare parametri misurabile che mi assicurano oggettività
5) Motivare le persone, indirizzare i loro comportamenti
CARATTERISTICHE
1) Uso di indicatori, relativi a grandezze misurabili
2) Il sistema deve avere misure di prestazione il più complete possibile
3) Serve essere sintetici, non troppi indicatori, pochi ma significativi
4) Deve essere scalabile, quindi voglio avere prospettive differenti es: confronto questo
mese con quello prima
Abbiamo 2 macro tipologie di prestazioni che reputiamo importanti, che quindi tengono in
piedi il sistema:
1) Prestazioni esterne: Di Efficacia
2) Prestazioni interne: Di Efficienza
Le prime sono quelle che possono essere rilevate anche all’esterno del sistema logistico
produttivo, quindi anche per chi ne è al di fuori (clienti, mercato) quindi ad esempio: livello di
servizio, qualità, prezzi….
La seconda tipologia è rilevabile so
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