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217. EFFETTO DELLE CARATTERISTICHE DEL MATERIALE DELLA LAMIERA SUL RITORNO ELASTICO
L’entità del ritorno elastico è legata anche alle caratteristiche meccaniche del materiale. Si ha un basso
valore della deformazione elastica (piccolo ritorno elastico) se il modulo di elasticità del materiale è
elevato e se la tensione allo snervamento è bassa. Le fibre esterne che hanno subito deformazione
0
plastica ostacolano il rilascio della componente elastica della deformazione delle fibre nella porzione
di spessore soggetta solo a deformazione elastica. Questo causa uno stato tensionale residuo nella
lamiera dopo la rimozione del carico.
218. TECNICHE PER LA RIDUZIONE DEL RITORNO ELASTICO
L’operazione di assemblaggio risente del ritorno elastico a causa degli errori geometrici determinati
nella forma finale del prodotto. Il fenomeno del ritorno elastico può essere attenuato ricorrendo ai
seguenti metodi:
• Sovrapiegatura della lamiera: non riduce il ritorno elastico, ma ne compensa l’effetto. Il
processo è eseguito con una sovrapiegatura pari al ritorno elastico, con conseguente
ottenimento, al rilascio del carico, della geometria desiderata. Richiede la conoscenza accurata
del ritorno elastico.
• Piegatura a caldo: permette di effettuare la lavorazione in condizioni in cui la resistenza alla
deformazione è bassa, in modo da ridurre il ritorno elastico.
• Trattamento termico delle lamiere: consente di ridurre preliminarmente la tensione di
snervamento, aumentando il campo plastico (ricottura dell’allumino) e ottenendo una riduzione
del ritorno elastico
• Utilizzo di lamiere prestirate: sono lamiere sottoposte preliminarmente a stretching oltre il limite
di snervamento del materiale, ottenendo così, durante la piegatura, la deformazione
direttamente in campo plastico. Questo metodo elimina totalmente il ritorno elastico.
• Tecnologie di piegatura per stiramento (stretch-bending):
tecniche che sottopongono la lamiera all’azione simultanea di
piegatura (per ottenere la geometria desiderata) e stiramento
per garantire l’instaurarsi di deformazioni plastiche. La
completa plasticizzazione della lamiera dipende dall’entità
delle deformazioni di flessione e trazione. Per ottenere la completa plasticizzazione, la
deformazione risultante deve essere maggiore di quella corrispondente allo snervamento del
materiale. 73
TECNOLOGIA MECCANICA CHRISTIAN MAURI UNIVPM – A.A. 2023/24
219. IMBUTITURA L’imbutitura permette di trasformare
una lamiera piana, tagliata a misura, in
un corpo cavo attraverso uno o più
passaggi a seconda dell’altezza della
parete laterale. I componenti principali
dell’attrezzatura sono: punzone,
matrice e premilamiera. La difficoltà di
riuscita del processo cresce con
l’altezza della parete laterale del pezzo imbutito (profondità di imbutitura). In teoria lo spessore del
pezzo è uniforme, nella pratica in realtà varia per la presenza di deformazioni secondarie. Lo studio del
processo è effettuato in due casi: imbutitura di pezzi assialsimmetrici (lamiera di partenza a forma di
disco) e imbutitura di pezzi non assialsimmetrici (lamiera di partenza quadrata o rettangolare).
220. ELEMENTI DI UN PRODOTTO IMBUTITO
Gli elementi costituenti il prodotto imbutito
sono:
• Flangia: prozione della lamiera
originale compresa tra premilamiera e
matrice. Si ha una progressiva
diminuzione delle sue dimensioni
all’aumentare della corsa del punzone
per via della crescente quantità di
materiale richiamata all’interno della
matrice. La flangia scompare quando
tutto il materiale viene richiamato all’interno della matrice. I pezzi dotati di flangia sono ottenuti
limitando la corsa del punzone.
• Parete laterale: è la parte che costituisce la superficie laterale del prodotto imbutito.
• Fondo: costituisce il fondo dell’imbutito ed è formato dalla zona della lamiera in contatto con la
superficie inferiore del punzone.
221. FASI DEL PROCESSO DI IMBUTITURA
1. Il disco viene posizionato sulla matrice e premuto dal premilamiera
2. Il punzione, scendendo verso la lamiera, prima la piega nella zona di raccordo nella matrice, poi
la costringe a entrare nella matrice, dando inizio alla formazione della parete laterale
3. La lamiera scorre tra matrice e premilamiera, con flusso radiale centripeto e conseguente
diminuzione progressiva del diametro della porzione di disco orignale, compresa tra
premilamiera e matrice.
4. Si ha lo sviluppo nella flangia di elevate sollecitazioni circonferenziali di compressione, che in
assenza di prmilamiera, possono causare la formazione di ondulazioni
5. Nella parete laterale si sviluppano elevate sollecitazioni assiali di trazione, che possono
provocare la rottura dell’imbutito.
6. Il processo termina quando tutto il materiale entra nella matrice.
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222. FLUSSO DEL MATERIALE NELL’IMBUTITURA
Nella zona di materiale al di sotto del
punzone, il flusso del materiale è pressochè
assente. Il flusso di materiale nella flangia e
nella parete laterale è legato all’azione
combinata di premilamiera e punzone, che
richiama il materiale all’interno della
matrice.
223. SPESSORE DEL PRODOTTO IMBUTITO
Lo spessore dell’imbutito varia a seconda della zona:
• Fondo: lo spessore, rispetto al valore iniziale, è conservato in
corrispondenza dell’asse di simmetria, mentre si ha una leggera
diminuzione allontanandosi dall’asse.
• Pareti laterali: lo spessore raggiunge il minimo in prossimità della
zona di raccordo tra fondo e parete laterale (zona critica dove
l’imbutito può rompersi) e cresce verso l’alto fino al bordo superiore
della parete, dove mostra un valore maggiore rispetto a quello
iniziale.
• Flangia: lo spessore è maggiore rispetto a quello di partenza, in
quanto nascono azioni di compressione in senso circonferenziale e
di trazione in senso radiale.
224. STATO TENSIONALE NEL PRODOTTO IMBUTITO
Lo stato tensionale varia a seconda della zona:
Flangia: il punzone la richiama all’interno
- della matrice. La tensione radiale di
trazione, dovuta all’azione del punzone, è
ostacolata dalla forza esercitata dal
premilamiera. La tensione circonferenziale
di compressione è dovuta alla progressiva
riduzione del diamtero del disco e, senza
premilamiera, provocherebbe la formazione
di grinze e l’aumento di spessore. La tensione
assiale esercitata dal premilamiera è
trascurabile rispetto a e . A causa delle
tensioni si hanno contrazione in direzione
circonferenziale, allungamento in quella
radiale e aumento di spessore lungo .
Zona di raccordo flangia-parete: il materiale della flangia è piegato sul raccordo della matrice
- sotto uno sforzo di trazione, dovuto all’azione del punzone. Lo stato tensionale che si genera è
simile a quello presente nella flangia, ma con All’uscita dal raccordo, prima della
= 0.
formazione della parete laterale, si ha la raddrizzatura della lamiera. Lo stato tensionale finale
risulta: (come nella piegatura) ma con Questi causano la formazione di
= = 0 > 0.
grinze (per la presenza di lamiera non guidata) e rischio di tranciatura della lamiera.
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TECNOLOGIA MECCANICA CHRISTIAN MAURI UNIVPM – A.A. 2023/24
Parete: la tensione assiale di trazione è
-
dovuta all’azione del punzone nella sua discesa
all’interno della matrice, mentre la tensione
circonferenziale di trazione è dovuta
all’azione di vincolo del punzone, che
impedisce contrazioni di diametro. Questi stati
tensionali causano l’allungamento della parete
in direzione verticale e la riduzione progressiva
dello spessore verso il fondo dell’imbutito.
Raccordo tra parete e fondo: la lamiera è
- piegata sul raccordo del punzone, sotto l’azione di una tensione di trazione. Lo stato tensionale
risulta simile a quello presente nella parete laterale
Fondo: lo stato tensionale sul fondo è caratterizzato da stretching biassiale bilanciato al centro
- del fondo ( ). Si ha quindi un progressivo sbilanciamento dello stato tensionale di
=
stretching dal centro verso la parete laterale. Il flusso del materiale in questa zona è trascurabile.
Le tensioni causano uno spessore iniziale conservato al centro del fondo e piccole riduzioni
verso la parete.
225. DIFETTI NEL PRODOTTO IMBUTITO
I difetti nell’imbutito sono determinati dallo stato tensionale che nasce durante il processo. I principali
difetti sono:
assottigliamento della lamiera (fino alla frattura nella zona di transizione tra fondo e parete). La
o frattura si presenta se la forza necessaria per eseguire la lavorazione supera la resistenza offerta
dalla parete laterale. Il processo è eseguito correttamente se l’assottigliamento non supera il
15%/20% dello spessore iniziale
formazione di grinze circonferenziali nella flangia (al termine del processo saranno presenti
o nelle pareti dell’imbutito). Essa è dovuta alla presenza di tensioni circonferenziali di
compressione. Si ha formazione di grinze se si hanno elevate tensioni circonferenziali e modulo
di elasticità basso. Si instaurano fenomeni di instabilità plastica che provocano la formazione
di ondulazioni in direzione circonferenziale.
226. RAPPORTO DI IMBUTITURA
Si definisce rapporto di imbutitura dove è il diametro del disco primitivo e è il diametro del
=
ⅆ
punzone. Al crescere di si ha un aumento della severità dello stato tensionale, della forza che agisce
sulla parete laterale dell’imbutito e della possibilità che tale forza superi la resistenza offerta dalla
parete, con conseguente frattura dell’imbutito.
227. RAPPORTO LIMITE DI IMBUTITURA
Il valore di oltre il quale si verifica la rottura dell’imbutito è detto (limiting drawing ratio) e si ha
quando la forza agente sulla parete laterale è maggiore rispetto alla resistenza dell’imbutito. I valori
tipici di a temperatura ambiente, sono tra 1,8 e 2 per gli acciai da imbutitura profonda e 1,7 per le
,
leghe di alluminio. I valori di dipendono anche dal raggio di raccordo del punzone e della matrice,
dall’anisotropia della lamiera e dalla temperatura del processo.
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