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Elemento sovrannaturale abbandonato
Perché è un elemento costante e presente nella vita delle persone dell'epoca (molto superstiziose). Questo serve per attirare l'attenzione del lettore e ricordare che il bene e il male sono sempre presenti nelle loro vite. Sapere solare teologia studiata a Wittenberg. Sapere buio riguarda il mondo oscuro ed è inesplorato, sconosciuto.
ATTO I, SCENA I: Faust si rivolge a sé stesso, impartendosi degli ordini, come per avere più coraggio e autoconvincersi a portare a compimento il suo programma estremamente ambizioso. A differenza di Macbeth, Faust sa perfettamente qual è l'obiettivo che vuole raggiungere - si potrebbe dire che in questo somiglia a Lady Macbeth, poiché il suo obiettivo è quello di andare oltre il limite ultimo del pensiero, oltre la conoscenza assoluta appartenente a Dio stesso e raggiungere l'immortalità. Nel suo monologo, si interroga sullo scopo.
della conoscenza e tutti gli studi affrontati nel corso degli anni – la logica, la medicina, la giurisprudenza, la teologia – gli sembrano inutili e privi di senso, poiché ha già acquisito le conoscenze e le capacità offerte da tali studi e nessuno di essi gli sembra sufficiente per cambiare il mondo, perché nonostante tutto ciò che conosce, alla fine non resta che un semplice uomo. Così alla fine decide che la negromanzia è il mezzo migliore per soddisfare la sua brama di conoscenza, onore e onnipotenza e per ergersi a semidio, pur essendo consapevole del peccato che comporta dedicarsi alla magia. “Se neghiamo di aver peccato c’inganniamo, e non c’è niente di vero in noi. Ma allora è come dover peccare per forza e per ciò morire. Una condanna a morte, e morte eterna. Come chiamare questa dottrina? Che sarà, sarà: ciò che sarà” (p.51) dev’essere. Teologia addio QuesteParole ci suggeriscono cosa pensa Faust e vi è un riferimento alla Bibbia: l'uomo diventa mortale in seguito al peccato originale e ogni uomo che pecca riproduce tale peccato, dunque, se un uomo nega di aver peccato si inganna perché il peccato è insito nell'uomo dai tempi di Adamo ed Eva. Con queste parole Marlowe schernisce la Bibbia e l'origine, rifiuta la teologia e vuole servirsi della negromanzia – fortemente condannata all'epoca – e, infatti, Faust si affida ad essa definendola "divina", perché, secondo lui, può rivelare all'uomo la vera conoscenza.
Sondare: analizzare in profondità ciò che dovrà compiere (p.49).
Dottore titolo importantissimo perché indica la conoscenza (49).
"Fingi di essere teologo": perché la negromanzia era un sapere oscuro che all'epoca non poteva essere praticato (p.49).
"Mira al fine ultimo di ogni
“scienza”: punta al bene e alla conoscenza solare, al sapereteologico che punta verso Dio (p.49).
“Vivi e muori sulle opere di Aristotele”: essendo un teologo la sua conoscenza dovrebbenascere e morire sul mondo classico (p.49).
Successivamente usa un tono ironico, beffardo e superbo rispetto alla logica ealla conoscenza. Quindi essendo da solo il personaggio pone una sfida controsé stesso.
“L’ingegno di Faust vuole un tema più grande”: andare oltre, più della conoscenza. Il suoingegno è geniale, oltre le capacità, si fa un’autovalutazione (p.49).
Si crede che Marlowe attraverso il personaggio di Faust volesse rappresentarequell’ambizione che era anche un po’ la sua (rivalità con Shakespeare), era unmodo per dimostrare che le sue opere e il suo ingegno fossero superiori.
“Cura miracolosa”: vuole inventare qualcosa che lo porti alla storia (p.49).
“Non sei che
“Faust”: nonostante la sua conoscenza e la sua gloria raggiunta attraverso lo studio è come gli altri uomini razionali che possono raggiungere gli stessi risultati. Ma Faust non si accontenta di questo, vuole creare un distacco tra sé stesso e gli uomini normali. Vuole elevarsi ad essere come Giove, rendendo immortale l’uomo e sé stesso (p.49).
“La morte è il salario del peccato”: l’uomo viene ripagato di tutti i peccati commessi nella vita con la morte. Faust vuole far rivivere le persone morte (p.51).
“Artefice d’ingegno”: autocelebrazione di sé stesso. L’immortalità è innata (riferimento al mondo classico) eppure Faust, per colpa della sua tracotanza, pensa di poterlo acquisire attraverso la conoscenza e la negromanzia. Vi è un atteggiamento di estrema sicurezza (p.51).
Faust chiede al suo servo, , di chiamare e –WAGNER VALDES CORNELIUS studiosi di magia – e, mentre
Li attende, compaiono l'angelo buono - riconducibili agli a parte delle tragedie shakespeariane e ai dialoghi tra Macbeth e la moglie - che in realtà sono i momenti della coscienza di Faust, non si tratta quindi di figure reali, ma astratte, che ci mettono di fronte alle possibilità che Faust ha.
L'angelo buono (redenzione) ammonisce Faust e gli dice di mantenere intatta la sua anima, non avendo ancora fatto niente di irreparabile, di non addentrarsi nella negromanzia e di leggere invece la Bibbia.
L'angelo cattivo (tentazione) fa leva sul desiderio di Faust di conoscere "i tesori della natura" e di diventare un dio in terra, come Giove (dio pagano), padrone di tutto.
"Costringerò le ombre a darmi tutto ciò che desidero? A sciogliere tutti i miei dubbi? ... riempirò di seta tutte le università e darò agli studenti abiti favolosi... e macchine."
"d'assalto più fantastiche..." Faust desidera tutto, anche cose impossibili, ma al tempo stesso si pone delle domande perché teme di non ottenere quel tutto. Quindi, non ambisce soltanto alla conoscenza, ma anche al potere e al possesso materiale, peccando di superbia, ambizione e insolenza – peccati capitali e motivi per cui Lucifero era stato cacciato dal Paradiso e intrappolato nell'Inferno e che indicano una sorta di: Faust = Lucifero.
TRASPOSIZIONE DI PERSONA
Entrano Valdes e Cornelius e fomentano l'idea e l'ambizione di Faust. "Diventerò bravo come Agrippa": vuole stupire tutti ed essere ricordato (p.57).
"Faust, questi libri, il tuo ingegno e la nostra esperienza ci faranno santi in tutte le nazioni. Come mori indiani che obbediscono ai padroni spagnoli gli spiriti d'ogni elemento ci obbediranno sempre...": paragonano la negromanzia all'opera di Dio, come se ci fosse una sorta di
venerazione da parte dell’umanità nei loro confronti (p.57). La scena si chiude con Faust che afferma che quella notte stessa evocherà gli spiriti, anche a costo della vita.
ATTO I, SCENA II: Entrano in scena due assistenti che si chiedono – e successivamente chiedono a Wagner (che umilia i due attraverso il suo discorso colto, quasi come aprendere il posto di Faust, di maestro davanti ai suoi allievi) – dove sia Faust e entrambi sanno che il suo destino è ormai segnato a causa della magia e che non potrà essere salvato, anche se vogliono tentare il possibile.
ATTO I, SCENA III: Entrano in scena Lucifero e quattro diavoli e Faust si rivolge a loro. Faust inizia il rito – mezzo di cui si serviva la negromanzia e inserito da Marlowe per creare maggiore drammaticità e per richiamare la scena delle streghe del Macbeth, con l’unica differenza che Faust è un uomo di cultura – che viene introdotto attraverso una didascalia, i personaggi e il dialogo.
Entra in FORMULA LATINA TUONI DRAGO Scena il primo diavolo e Faust si rivolge a lui, mandandolo via perché “è troppo brutto per servirlo” e, nel momento in cui il diavolo esce, Faust si sente potente perché persino un diavolo ha obbedito ai suoi ordini. A questo punto entra in scena MEFISTOFELE che gli chiede cosa vuole che faccia e Faust gli dice che lo vuole al suo servizio. Nel momento in cui Mefistofele gli dice che serve solo e che ha bisogno del suo permesso per fare qualunque cosa, LUCIFERO Faust gli chiede se sia il suo padrone e gli domanda come mai fosse il principe dei diavoli se un tempo era un angelo tanto amato da Dio. Mefistofele risponde che la superbia, l’ambizione e l’insolenza di Lucifero sono state le cause della sua caduta dal cielo e di tutti i ribelli, compreso lui, dannati in eterno con Lucifero e relegati all’inferno. Mefistofele ammette di esser andato da Faust di sua volontà, perché attirato dal
suorinnegare Dio, che spinge lui e gli altri diavoli a voler reclamare la sua anima. "Ho visto il volto del Signore e so cos'è il cielo. E tu credi che non mi tormentino diecimila inferni vedendomi tolta quell'estasi. Ah, Faust, non farmi queste domande meschine che subito mi angosciano e mi atterriscono" (p.69). Dalle parole di Mefistofele si percepisce una sorta di rimpianto e rammarico per essersi ribellato a Dio, perché ha conosciuto il Paradiso e sa cos'ha perso ("estasi") e che cosa vuol dire vivere all'inferno. "Come, il grande Mefistofele s'addolora perché gli hanno tolto il paradiso?" (p.69) Faust si sorprende delle parole di Mefistofele, che per lui sono fuori dagli schemi, non riesce a comprendere il suo rammarico perché è ambizioso e arrogante. "Impara da Faust a essere forte come un uomo e disprezza la felicità che hai perduta" (p.69). È talmentepieno di sé da arrivare a sbeffeggiarlo. Faust, a questo punto, dice a Mefistofele di riferire a Lucifero il patto che vuole stipulare con lui: cedergli la sua anima in cambio di ventiquattro anni con Mefistofele al suo servizio per fargli ottenere tutto ciò che lui desidera.
ATTO I, SCENA IV:
Wagner chiede a Robin il Clown di lavorare per lui per sette anni e lo minaccia facendo arrivare dei diavoli a prenderlo per convincerlo ad accettare. Sembra quasi che Wagner scimmiotti la scena precedente in cui Faust propone il suo patto a Mefistofele.
ATTO II, SCENA V
Faust si trova nel suo studio e cerca di convincersi a non tornare sui suoi passi, a lasciar perdere Dio e il Paradiso, per dedicarsi al diavolo. Dice di sentire una voce che vuole spingerlo a rinnegare la magia e tornare da Dio (p.75), ma lui si autoconvince a non farlo. L'angelo buono cerca di spingerlo a