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LIBERA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI (Titolo II)
La libera circolazione delle merci si realizza a sua volta attraverso diversi strumenti giuridici, quali l'abolizione delle barriere doganali, di norme fiscali di effetto equivalente, divieto di restrizioni quantitative, riordino dei monopoli nazionali.
Art. 28 TFUE: "L'Unione comprende un'unione doganale che si estende al complesso degli scambi di merci e comporta il divieto, fra gli Stati membri, dei dazi doganali all'importazione e all'esportazione e di qualsiasi tassa di effetto equivalente, come pure l'adozione di una tariffa doganale comune nei loro rapporti con i paesi terzi." introduce il divieto assoluto di ogni dazio doganale sia all'importazione che all'esportazione (perché in certe situazioni contingenti potrebbe esserci la tentazione di alcuni Stati membri di tenere al proprio interno dei prodotti quando c'è scarsità di beni, vedi mascherine).
Art. 120
Cost è simile: “La Regionenon può istituire dazi di importazione o esportazione o transito tra le Regioni, né adottareprovvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle!cose tra le Regioni” divieto di istituire dazi o imposte o adottare provvedimenti cheostacolino la libertà. È inoltre presente nella Costituzione americana (free commerce clause,poi sviluppata anche in senso extra commerciale, es per dare copertura costituzionale alle!leggi sui diritti civili ne è derivato anche il divieto di ostacolare la circolazione dellepersone, quindi non è possibile evitare che persone di colore entrino in un hotel, perché questoha un effetto sul commercio tra gli stati).- Art. 110 TFUE: “Nessuno Stato membro applica direttamente o indirettamente ai prodottidegli altri Stati membri imposizioni interne, di qualsivoglia natura, superiori a quelleapplicate direttamente o indirettamente
ai prodotti nazionali similari”. È una esplicitazione della parte dell'art. 28 relativa alle norme fiscali di effetto equivalente. Dibattito: quali sono i prodotti similari? E' corretta una tassa solo sullo champagne e non sul prosecco? - Art. 34 TFUE: “Sono vietate fra gli Stati membri le restrizioni quantitative all'importazione, nonché qualsiasi misura di effetto equivalente.” Quando uno Stato membro non applica dazi ma mette delle restrizioni quantitative sulle importazioni (ad esempio, un limite massimo di bottiglie di vino dalla Francia e quando viene superata la quota si blocca l'importazione), si viola il principio di libera circolazione delle merci. L'Unione Europea ha imposto restrizioni sull'importazione di acciaio da parte di paesi terzi, e se si superava la quota scattava un dazio del 50% che rendeva impossibile l'importazione. Questo rappresenta una limitazione pesante alla libertà di circolazione. Il problema sta nel concetto di "qualsiasi misura di effetto equivalente", ad esempio nel caso dell'esportazione di un vino.francese in Germania, il cui consumo era diminuito in quanto nonetichettabile come bevanda alcolica. Nel 1993 l'interpretazione è stata attenuata, ammettendolimitazioni se sono uguali e applicabili a tutti i beni di ugual categoria. Questo è il cuore delladisciplina economica europea.
Art. 37 TFUE: "Gli Stati membri procedono a un riordinamento dei monopoli nazionali chepresentano un carattere commerciale, in modo che venga esclusa qualsiasi discriminazionefra i cittadini degli Stati membri per quanto riguarda le condizioni relative all'approvvigionamento e agli sbocchi." norma tesa a rimuovere gli ostacoli alla liberacircolazione delle merci (es vendita del gas, sigarette). L'art. 37 è stato attuato solo dopo Maastricht in quanto prima si giustificavano i monopoli per motivi di ordine pubblico, salutedelle persone ecc. quindi rimangono dei monopoli nonostante l'art. 37, giustificati dal povnaturali (dati dal fatto che un regime
di concorrenza sarebbe tecnicamente impossibile oeccessivamente costoso).- Art. 114 TFUE: “Il Parlamento europeo e il Consiglio, deliberando secondo la proceduralegislativa ordinaria e previa consultazione del Comitato economico e sociale, adottano lemisure relative al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari edamministrative degli Stati membri che hanno per oggetto l'instaurazione ed il funzionamento14del mercato interno.”! norma a carattere generale che favorisce l’integrazione degliordinamenti giuridici. Consente in generale all’UE di emanare norme che favoriscano oimpongano il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in determinati settori.
LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DEI LAVORATORI
Legata alla creazione del mercato unico- Art. 45 TFUE: “La libera circolazione dei lavoratori all'interno dell'Unione è assicurata.Essa implica l'abolizione di qualsiasi discriminazione, fondata sulla
nazionalità, tra i lavoratori degli Stati membri, per quanto riguarda l'impiego, la retribuzione e le altre condizioni di lavoro." Comma 4: "Le disposizioni del presente articolo non sono applicabili agli impieghi nella pubblica amministrazione" → in realtà questa eccezione è stata interpretata dalla CGUE in termini restrittivi, ovvero la ratio del co 4 è che ci sono certi impieghi della PA che richiedono un certo livello di fedeltà allo stato che lo assume → quindi questa eccezione vale solo per gli incarichi di livello dirigenziale.- Art. 48 TFUE: consente di equiparare misure di sicurezza sociale e di lavoro. Si parla quindi del diritto dei lavoratori migranti UE di avere le disposizioni di sicurezza sociale che sono assicurate ai lavoratori nazionali (es, ricongiunzione dei contributi versati in altre gestioni UE, sanità...). Il diritto di libera circolazione significa il diritto dei lavoratori di nonessereobbligati alla circolazione per trovare lavoro, quindi se l'UE finanzia paesi meno avanzati, èper far sì che i lavoratori di quel paese non siano obbligati di trasferirsi altrove. È il lavoratore che ha diritto, non il cittadino. Con Maastricht e con Amsterdam si è giunti nell'art.20 (parte seconda) in materia ai diritti di cittadinanza europea, che si acquista ottenendo la cittadinanza di qualsiasi Stati membri → "È istituita una cittadinanza dell'Unione. È cittadino dell'Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell'Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce". Viene poi definito un elenco dei diritti connessi alla cittadinanza, primo tra tutti il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri. LIBERTÀ DI CIRCOLAZIONE DEI SERVIZI è legata al diritto di stabilimento, ovvero ciascun cittadino UEha diritto di stabilire la sua attività economica in qualunque stato dell'UE diverso da quello di appartenenza → libertà di stabilimento di un'attività d'impresa (la libertà di circolazione dei lavoratori riguarda solo i lavoratori subordinati, questa la libertà di circolazione degli imprenditori, coloro che poi assumono i lav. Per questo si parla di diritto/libertà di stabilimento.) A questa all'art. 53 è collegata la libertà di circolazione dei lavoratori autonomi. - Art. 49 TFUE: "Nel quadro delle disposizioni che seguono, le restrizioni alla libertà di stabilimento dei cittadini di uno Stato membro nel territorio di un altro Stato membro vengono vietate. Tale divieto si estende altresì alle restrizioni relative all'apertura di agenzie, succursali o filiali, da parte dei cittadini di uno Stato membro stabiliti sul territorio di un altro Stato membro. La libertà di stabilimentoimporta l'accesso alle attività autonome e al loro esercizio, nonché la costituzione e la gestione di imprese e in particolare di società ai sensi dell'articolo 54, secondo comma, alle condizioni definite dalla legislazione del paese di stabilimento nei confronti dei propri cittadini, fatte salve le disposizioni del capo relativo ai capitali."
VEDIMANUALE 15- Art. 56 TFUE: "Nel quadro delle disposizioni seguenti, le restrizioni alla libera prestazione dei servizi all'interno dell'Unione sono vietate nei confronti dei cittadini degli Stati membri stabiliti in uno Stato membro che non sia quello del destinatario della prestazione"
VEDIMANUALE Collegamento tra diritto di stabilimento con stabilimenti balneari: in base alla libertà di stabilimento e alla libertà di circolazione sui servizi (attuata con la direttiva Bolkestein) qualunque cittadino UE può svolgere attività economiche in qualunque SM. Le spiagge
italiane sono beni demaniali, quindi non possono essere di proprietà privata ma lo Stato le dà in concessione a soggetti che le hanno ricevute senza previa gara, ovvero senza la possibilità che la concessione fosse data a tutti gli operatori economici, quindi non è stata garantita l'attribuzione del diritto di svolgere attività economica in modo non discriminatorio → a livello europeo si contesta la mancanza di gare a cui possono partecipare tutte le imprese UE. L'argomento contrario utilizzato è il fatto che il titolare della concessione ha già investito molto e quindi, perdendo la gara, sarebbe in perdita → probabilmente si prevederà un congruo indennizzo qualora il titolare della concessione perda la gara. C'è copiosa normativa europea in materia societaria: l'esigenza di facilitare la libertà di stabilimento è collegata al principio di omogeneizzazione del diritto societario in.Europa (relative alla redazionedi bilanci, mentre il diritto societario è rimasto molto legato al diritto nazionale, ma ci sono comunquedei temi particolarmente sensibili trattati in modo comune in UE finalizzati alla libertà distabilimento). VEDI MANUALE diritti relativi agli appalti pubblici (acquisti da parte delle PA). Illegame tra la disciplina degli appalti pubblici e libertà di stabilimento è il divieto per gli Stati membridi prevede acquisti solo a favore di imprese nazionali. Questa esigenza ha fatto sì che si introducessela normativa relativa agli appalti pubblici. Tutti gli Stati membri avevano una disciplina nazionale inmateria di appalti pubblici, ma lo scopo delle discipline nazionali era garantire che le PA ottenesseroil miglior risultato possibile (combattere corruzione e cattiva amministrazione). Le prime direttiveavevano lo scopo di vietare agli Stati membri di discriminare le imprese straniere, poi da anni ‘70 lanormativa UEin materia di appalti si è stratificata. Ad oggi ci sono 3 direttive 23, 24 e 25 del 2014, attuati con il codice degli appalti. Fine ultimo: garantire la concorrenza.