vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
CONTINUOUS IMPROVEMENT
La ges'one del miglioramento con'nuo nei sistemi Lean
Monozokuri = capacità di fabbricare, di creare cose indica quindi l’arte di saper far bene gli ogge7, l’arte
à
di produrre prodo7 nel migliore dei modi possibili. Questo termine riguarda la conoscenza e l’applicazione
delle pra<che e dei metodi <pici della lean: Kanban, Smed, Spaghe7 Chart, Cellular Manufacturing, ....
Hitozokuri = capacità di formare le persone arte di saper far crescere e mo<vare le risorse umane,
à
plasmandone lo sviluppo nel miglior modo possibile. Riguarda la formazione delle persone, il loro
coinvolgimento reale nei meccanismi progeEuali e decisionali, il miglioramento con<nuo come elemento
centrale della strategia di impresa, la creazione di figure professionali mul< skill, .....
Quando si parla di miglioramento con<nuo si parla di un’a7vità che si declina su diversi livelli e diversi
orizzon< temporali.
Esempio:
• kaizen quo+diano il miglioramento con<nuo è la riunione di 15 minu< che faccio tuEe le ma7ne
à
con i vari capi reparto/linee dove si discutono i problemi che sono emersi e si cerca di trovare
soluzioni per problemi più semplici;
• car+eri kaizen problema complesso quindi creo gruppo di lavoro.
à
La ges<one del miglioramento con<nuo viene aEuata aEraverso una metodologia:
Hoshin Kanri.
Questo approccio non si trova in tuEe le aziende lean, ma in quelle che almeno da
10/15 fanno la lean. Bisogna avere esperienza.
L'origine e<mologica dell'espressione giapponese hoshin kanri è significa<va. La parola
hoshin si può dividere in due par<. In senso leEerale "ho" significa "direzione" e "shin"
significa "ago". Si o7ene così il vocabolo "ago di direzione" che sta per "bussola".
Anche "kanri" si può dividere in due par<: "kan" che significa controllo e "ri" che
significa ragione o logica.
Abbiamo, perciò, l'equivalente giapponese di "controllo ragionato della direzione” sui
processi di miglioramento. Hoshin Kanri, in sintesi, significa sviluppare una matrice (A3
Matrix o X Matrix) che sarà la matrice mamma che genera i
fogli/schemi A3.
Questa struEura con X Matrix in testa e gli A3 figli,
rappresenta le modalità con cui, nelle aziende lean, si
riescono a definire e concordare i proge7 di miglioramento
che siano sufficientemente allinea< con la strategia aziendale.
X Matrix viene faEa una volta all’anno e rivista ogni 6 mesi,
almeno.
X Matrix è una struEura in cui ci sono 4 aree, tra cui
troviamo le strategie aziendali modalità con cui
à
l’azienda vuole rapportarsi con i suoi merca< di
riferimento su un orizzonte dai 2/3 ai 4/5 anni. Sono piani
a medio-lungo termine. Per fare queste strategie il
prossimo anno, quali ta7che vanno messe in campo?
Quindi il gruppo dovrà definire le ta7che. In alto a sinistra
si troverà un numero che rappresenta una correlazione,
quindi, quanto quella ta7ca è correlata alla strategia.
Queste ta7che, che sono quindi i programmi di miglioramento del prossimo anno, impaEano su uno o più
processi aziendali. Quindi bisogna definire i processi aziendali su cui si va a lavorare e trovo di nuovo la
correlazione. Lavorando sui processi si oEengono dei KPI, degli indicatori, fisici di tempo, flessibilità, ecc.
Bisogna poi tradurre ques< processi con i KPI in impaEo lato ricavi e impaEo lato cos<. Per le ta7che
bisognerà poi indicare le persone/membri del team che vengono coinvol<, con rispe7vi ruoli.
Nelle aziende di diverse dimensioni si possono trovare X Matrix a più
livelli.
Concentriamoci sulle ta7che, sono un progeEo di miglioramento
che io devo fare quest’anno. Per ognuna di queste ta7che viene
sviluppato un A3 all’interno del quale si trova:
• <tolo/argomento;
• definizione del problema;
• definizione dell’obie7vo;
• analisi as is/vsm;
à
• azioni proposte to be;
à
• piano di implementazione road map;
à
• controllo e standardizzazione.
Le ta7che, quindi, genereranno n A3 che sono i proge7 di miglioramento.
L’alto dà le strategie aziendali che vengono
passate al basso, ma poi vengono raccol< i
feedback, suggerimen< ecc che dal basso
tornano verso l’alto.
La “pianificazione con l’A3” iniziò negli anni 60 come formato per il problem-solving nei Circoli di Qualità
In Toyota diventò il formato standard per integrare problem-solving, proposte, piani d’azione, e verifiche di
avanzamento.
Perchè “A3”? Perchè si fa con un foglio di carta di formato A3
Quello che è importante non è tanto il formato della carta usata, ma il processo e la modalità di pensiero
che ci sta dietro.
Descrive una “storia” che si svolge dalla parte alta a sinistra verso la parte bassa a destra, che ciascuno può
capire.
É uno strumento “visual” estremamente conciso.
A cosa serve un A3?
• Comunicare
• Coinvolgere le persone
• Risolvere Problemi
• “Vendere” idee
• Proporre miglioramen<
• Guidare processi di miglioramento
• Chiarire il collegamento tra problemi reali, le cause e le contromisure
A3 T progeEo di miglioramento su un orizzonte di breve termine.
à
Questa costruzione della X Matrix e della 3T avviene
seguendo l’approccio scien<fico PDCA.
Tanto Plan grande aEenzione che i giapponesi pongono sulla
à
prima fase.
Invece in occidente si fa l’esaEo contrario. Nelle aziende lean ci sono con<nui cicli di
miglioramento PDCA; la logica è quella di
avvicinarsi il più possibile alla perfezione senza
mai raggiungerla.
Ci sono due cicli differen<:
• Il classico ciclo PDCA
• Il ciclo SDCA
Esempio: si è in una situazione consolidata; si decide
di fare un miglioramento e si parte con gli A3 e poi i
PDCA. Troviamo quindi il nuovo standard che è stato
ideato. Ma no è che questo standard verrà subito
adoEato da tu7 e su tu7 i macchinari e così sono a
posto. Passerà un certo intervallo dove c’è un
transitorio durante il quale devo comunicare lo
standard ai colleghi. Questo standard potrebbe non
andare bene su tu7 i macchinari, quindi, vanno
presi degli accorgimen<. Dopo un po’ di casino, ci si
assesta ad un livello più basso di quello ideale che
avevo ideato. Qui faccio lo SDCA.
PDCA definire il nuovo standard
à
SDCA meEere a regime il nuovo standard
à
Il gruppo di lavoro nel PDCA non deve essere completamente diverso da quello del SDCA; ci deve essere
qualcuno in comune che sappia la “storia”.
I principali strumen2 per l’analisi e il miglioramento dei processi u2lizza2 nelle varie fasi del ciclo PDCA
Diagramma di Ishikawa
Il diagramma di causa/effeEo è una forma di rappresentazione logica e struEurata dei legami esisten< tra
un “effeEo” e le rela<ve cause (i perché). Kuaouru Ishiksawa afferma che di fronte ad una situazione
dovremmo domandarci almeno quaEro/cinque volte PERCHÉ. In genere gli effe7 vengono spesso confusi
con le cause, e si corre subito agli effe7 senza
studiare bene le cause. Tale differenza si rileva
facilmente considerando che se di fronte ad un
inconveniente ci si domanda: “chi è stato?” si
considera l’effeEo. Se ci si chiede “perché è
successo?” si considerano le cause.
(versione Toyota)
Quando si ha un problema, le cause di questo problema
sono riconducibili a 4 ambi< fondamentali 4M
à
In occidente poi è stata sviluppata una versione
alterna<va con altri due ambi< aggiun<vi.
Bisogna ragionare su ques< 4 rami e andare ad indicare le cause radice del problema che si sta analizzando.
Questa ricerca avviene con il metodo dei “5 perché”.
Il metodo dei 5 perché fornisce anche le risposte giuste i 5 quindi
à
È il metodo molto potente perché
permeEe di arrivare in poco tempo a
quella che è la causa radice.
Non bisogna confondere il metodo dei 5
perché con il metodo dei 5 perché ½
come
La mappa SIPOC (Suppliers, Inputs, Process, Outputs, and Customers)
La Mappa SIPOC (o COPIS) è uno strumento che permeEe di sinte<zzare gli input e gli output di uno o più
processi aziendali in forma tabellare.
Il suo scopo principale è di:
• fungere da panoramica ad alto livello di un processo
• essere un aiuto nella definizione di un nuovo processo. Nella Mappa vengono inclusi:
• fornitori e clien< sia interni che esterni
• input ed output possono essere indifferentemente
materiali, servizi o informazioni;
Il focus della Mappa è sulle interazioni tra le varie en<tà
coinvolte (persone, repar< o aziende), piuEosto che sulle
singole fasi del processo.
Spesso la mappa SIPOC è impiegata assieme alle tecniche
VSM/Makigami
Mappatura di alto livello per delineare esaEamente qual è la porzione del processo che s<amo esaminando
delimi<amo i confini dove si opera.
à
La tecnica FMEA
La FMEA é una tecnica dell’ingegneria u<lizzata per definire, iden<ficare ed eliminare le «failure», i
malfunzionamen< e gli errori prima che sia troppo tardi e quindi troppo costoso. Tale tecnica punta, perciò,
al miglioramento dell’affidabilità di un prodoEo e dei processi di produzione
La FMEA fornisce un metodo sistemico per
• Iden<ficare i potenziali modi di guasto di un sistema (prodoEo o processo) ed i rela<vi effe7.
• Valutare i modi di guasto per individuare azioni opportune per eliminare o ridurre la possibilità che i
guas< occorrano.
• Generare un documento u<lizzabile per prevenire i guas< con una conseguente riduzione dei rischi.
Questa tecnica fornisce un parametro molto importante: Indice di priorità del rischio (IPR)
Per ogni <po di «failure » é possibile s<mare:
• L’effeEo che la «failure » ha sul sistema
• La probabilità che la «failure » si presen<
• Quali sono i mezzi che abbiamo a disposizione per accorgerci che c’é stata un «failure ».
L’indice di Priorità del Rischio (IPR) o Risk Priority Number (RPN) è il prodoEo degli indici rela<vi a gravità
(G