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Attivazione delle reazioni chimiche
Numerose reazioni, anche se molto favorite termodinamicamente, avvengono con
velocità apprezzabile solamente se opportunamente attivate.
Ad esempio, la reazione:
è termodinamicamente molto favorita ma il metano e l’ossigeno possono rimanere a
contatto anche per lungo tempo a temperatura ambiente senza reagire.
Per opportune composizioni, la reazione avviene in modo esplosivo se innescata ad
esempio con una scintilla di sufficiente intensità.
Attivazione delle reazioni chimiche
La
reazione: =
è anch’essa favorita ma, ad esempio anche a 400° C, avviene con velocità
apprezzabile solo in presenza di opportuni catalizzatori.
Carico…
In molti casi, per poter avvenire con velocità che
presentino interesse pratico, le reazioni chimiche devono
essere attivate.
Attivazione delle reazioni chimiche
Si conoscono diversi tipi di attivazione a seconda del tipo di reazione
• Attivazione termica
• Attivazione catalitica
• Attivazione mediante iniziatori di natura chimica
• Attivazione fotochimica
• Attivazione radiochimica
• Processi elettrochimici
• Altri metodi di attivazione
Attivazione delle reazioni chimiche
Attivazione termica
• Le costanti di velocità e le velocità iniziali delle reazioni chimiche aumentano
generalmente all’aumentare della temperatura.
• Per questa ragione, numerose reazioni industriali vengono condotte a temperature
relativamente elevate.
• Vi sono però diverse limitazioni all’agire solamente sulla temperatura per
condizionare la velocità delle reazioni, oltre ad ovvi fattori di natura tecnologica ed
economica.
• Ad esempio, nel caso delle reazioni esotermiche, la resa all’equilibrio ter-modinamico
diminuisce all’aumentare della temperatura e, in molti casi è generalmente
conveniente operare alla temperatura più bassa possibile, compatibilmente con il
comportamento cinetico della reazione.
• Temperature troppo elevate possono provocare il deterioramento di un catalizzatore, o
favorire la decomposizione del prodotto desiderato.
Attivazione delle reazioni chimiche
Attivazione termica
Severe limitazioni al riguardo si incontrano in molte reazioni della chimica organica
industriale, ove la reazione principale può essere accompagnata da reazioni secondarie
che danno luogo a prodotti non desiderati. In effetti, all’aumentare della temperatura
aumentano le costanti di velocità di tutte le reazioni, incluse quelle non desiderate e, in
generale, vi sarà un limite di temperatura oltre il quale la selettività del processo
scenderà a valori inaccettabili.
È opportuno osservare al riguardo che nei processi industriali la selettività è sovente un
fattore determinante. Anche per questi motivi molte reazioni industriali sono condotte
in presenza di catalizzatori, o di altri agenti attivanti, che consentono di ridurre le
temperature di reazione.
Attivazione delle reazioni chimiche
Attivazione catalitica
L’attivazione delle reazioni mediante impiego di catalizzatori è certamente la più
importante da un punto di vista industriale
La funzione dei catalizzatori industriali è quella di dar luogo a velocità di reazioni
sufficientemente elevate, accompagnate da una buona selettività nella reazione
desiderata.
Attivazione delle reazioni chimiche
Attivazione mediante iniziatori di natura chimica
Questo tipo di attivazione presenta particolare interesse nelle reazioni di
polimerizzazione .
la velocità di polimerizzazione di molti monomeri vinilici è aumentata dalla presenza di
sostanze capaci di generare radicali o ioni, oppure contenenti legami molto reattivi, sui
quali ha luogo la crescita delle catene polimeriche
In questi processi, frammenti della molecola dell’iniziatore si ritrovano in generale legati
chimicamente alle catene polimeriche alla fine della polimerizzazione, per cui questi
iniziatori non vanno considerati veri e propri catalizzatori. Malgrado ciò, in diversi testi,
queste sostanze sono genericamente definite « catalizzatori di polimerizzazione ».
Attivazione delle reazioni chimiche
Attivazione fotochimica
Talune reazioni sono attivate da energia di tipo elettromagnetico, che viene fornita ad
almeno una delle specie reagenti attraverso quanti di luce.
Quando un fotone è assorbito, tutta la sua energia è trasferita alla molecola assorbente.
Quando questa energia (tipicamente associata ad una radiazione nel campo UV e
Carico…
visibile) viene assorbita e trasformata in energia chimica hanno luogo dissociazioni,
formazioni di radicali, isomerizzazioni, reazioni di addizione, ecc.
Per radiazioni di lunghezza d’onda superiore a quella del visibile, si ha, come effetto, un
trasferimento di calore alla specie assorbente, più che un passaggio di quest’ultima in
uno stato eccitato.
A differenza di quella termica, l’attivazione fotochimica è specifica nei riguardi di certe
molecole; inoltre, il grado di eccitazione dei reagenti può essere controllato: ciò
consente in particolare di operare a più basse temperature.
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Dott. Carlo Lucarelli «introduzione alla catalisi
eterogenea»
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Carico…
Dott. Carlo Lucarelli «introduzione alla catalisi
eterogenea»
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Adsorbimento
• Fenomeno in virtù del quale la superficie di una sostanza solida, detta adsorbente,
fissa molecole provenienti da una fase gassosa o liquida con cui è a contatto (per
superficie si deve intendere non solo quella esterna ma anche quella ‘interna’ dei pori
del catalizzatore).
• L’adsorbimento è un fenomeno spontaneo e quindi è accompagnato da una
diminuzione dell’energia libera del sistema. Inoltre, poiché una molecola
adsorbendosi diminuisce i suoi gradi di libertà, l’adsorbimento è accompagnato da
una diminuzione di entropia.
• I processi di adsorbimento sono esotermici. Il calore sviluppato nell’adsorbimento di
una mole è chiamato calore di adsorbimento.
http://www.treccani.it/enciclopedia/adsorbimento/
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Adsorbimento
• L’adsorbimento può essere di due tipi, fisico o chimico.
• Nell’adsorbimento fisico entrano in gioco forze di attrazione molecolare (forze di
Van der Waals).
• l’adsorbimento fisico non è in generale specifico: ossia tutti i tipi di molecole
possono essere adsorbiti fisicamente su un dato solido, indipendentemente dalla loro
natura chimica.
• Fanno eccezione i casi in cui sono presenti sulla superficie del solido degli ossidrili,
che possono dar luogo ad associazioni con molecole aventi gruppi polari, attraverso
la formazione di legami idrogeno.
• Altre eccezioni si presentano nei casi in cui le dimensioni della molecola da adsorbire
sono maggiori delle dimensioni medie dei pori. In questi casi penetrano nei pori, e si
adsorbono, solo le molecole aventi dimensioni sufficientemente piccole.
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Adsorbimento
• Nell’adsorbimento chimico si formano veri e propri legami chimici fra la molecola
che si adsorbe e la superficie del solido.
• Questo adsorbimento presenta quindi le caratteristiche di una reazione chimica. Le
specie superficiali di tipo chimico così formatesi sono più o meno stabili.
• I fattori chimici che sono alla base dei fenomeni catalitici in catalisi eterogenea
interessano il chemiadsorbimento e le reazioni a cui partecipano le specie adsorbite.
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Veleni e durata dei catalizzatori
• Il problema della durata dei catalizzatori industriali si presenta tra i più importanti da
un punto di vista pratico e non sono stati risparmiati nè studi, nè esperienze
nell’intento di preparare sostanze catalitiche la cui attività si potesse mantenere
elevata anche per diversi anni.
• La diminuzione di attività dei catalizzatori è dovuta, in molti casi, a impurezze di
vario genere presenti nelle sostanze reagenti e, talvolta, anche a delle reazioni
chimiche secondarie che portano a formazione di sostanze a peso molecolare elevato,
le quali rimangono adsorbite sul catalizzatore.
• Le impurezze presenti nelle sostanze reagenti che deprimono o annullano l’attività
dei catalizzatori prendono il nome di veleni.
• la facilità con la quale i catalizzatori possono essere avvelenati da talune sostanze è
indice della elevata reattività di talune parti (centri attivi) della superfìcie dei
catalizzatori. Il fatto, inoltre, che in molti casi siano sufficienti tracce di veleni
(dell’ordine delle parti per milione) per provocare l’avvelenamento, mostra che la
concentrazione dei siti attivi sulla superficie del catalizzatore è generalmente molto
piccola.
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Veleni e durata dei catalizzatori
• I veleni si possono distinguere in veleni reversibili, nel senso che il loro effetto scompare
nel tempo qualora cessi la loro alimentazione sul catalizzatore, e in veleni irreversibili.
• Molti catalizzatori di ossidazione, di idrogenazione e di polimerizzazione sono avvelenati
irreversibilmente da composti solforati. In questi casi l’avvelenamento è dovuto alla
formazione di solfuri superficiali più o meno stabili.
• Non tutti i catalizzatori sono ugualmente sensibili ai veleni e, in alcuni casi, può risultare
conveniente impiegare un catalizzatore che presenti una attività catalitica minore di altri,
ma sia però meno sensibile all’azione deprimente di certe sostanze nocive.
Catalisi e catalizzatori industriali
Catalizzatori eterogenei
Invecchiamento dei catalizzatori
eterogenei
• In molti altri processi, si dovette constatare che, dopo un breve periodo di
funzionamento, certi catalizzatori perdevano la loro efficienza e non erano più in grado
di attivare la reazione a velocità di interesse pratico, anche operando con reagenti esenti
da veleni.
• Si verificava, infatti, il fenomeno del cosiddetto invecchiamento, che ostacolò in maniera
gravissima l’impiego dei primi catalizzatori su scala industriale.
• Nella pratica industriale i fenomeni di invecchiamento possono assumere particolare
importanza per reazioni altamen